Premetto: ci saranno enormi spoiler, sia riguardo il nono episodio sia riguardo la trama in generale (com’è per ogni episodio di questa rubrica settiamanale). Probabilmente a livello strutturale ci sarà un gran casino, lo preannuncio qua, in quanto questa è una delle puntate più mind-breaking della serie . Se vi siete persi le puntate precedenti di Watchmen, potete trovarle qua.
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A God Walks into Abar
Mentre Angela si “gode” un fantastico anniversario della condizione di orfana, uno strano soggetto la approccia all’interno di un Bar. I due parlano e l’uomo, nientemeno che il dottor Manhattan, le narra la sua vita. Così si può riassumere l’intero episodio 8. La struttura narrativa di questo insieme di easter egg sarà pertanto…strana.
L’inizio di Watchmen ci presenta il cambio di colore del neon che ci ha accompagnato fin’ora, da un giallo sgargiante ad un blu manhattan; interessante come il dottore vesta una giacca e cravatta al suo ritorno dalla terra, così come era quando l’ha lasciata. Arriva nello stesso bar dove Angela è andata durante la sua infanzia (lo vediamo nella settima puntata, stesso graffito) e, paradossalmente, il bar si chiama Eddy’s Bar. Eddy è un diminutivo di Edward, ovvero edward Blake, il comico, che come vediamo nei fumetti e nei libri, viene aggredito in questo bar da una donna tailandese e la uccide, nell’indifferenza e impotenza del dottore. Interessante quindi notare come il titolo “A God Walks into Abar” sia molto simile ad un popolare inizio di barzellette (un tizio entra in un bar – ndt) e che il bar nel quale avvengano le vicende narrate nella puntata sia un bar che abbiamo conosciuto grazie al Comedian, un comico. Sullo sfondo, Rapsody in Blue.
Jesus Christ Superstar
La storia di Manhattan passa attraverso parecchie fasi, tra le quali la creazione della vita su Europa, una luna di Giove. Interessante notare come anche questa volta il sottofondo richiami il blu con The Blu Danube e come quanto noi vediamo sia correlato alla nostra storia e all’immaginario stesso di Watchmen. Jon cammina sulle acque richiamando la figura di Gesù e richiamando anche l’ultima pagina del fumetto Watchmen, mentre crea vita dall’acqua, richiamando l’evoluzione della specie. Un’altro rapidissimo flashback ci porta nell’infanzia di Jon, un bimbo in fuga dalla Germania nazista.
Non si può dire che sia la prima volta che vediamo qualcuno in fuga da una situazione spinosa: lo stesso Will Reeves scappa, nella prima puntata, da Tulsa durante il Black Street Massacre; i riferimenti a Superman si sono sprecati durante tutta la serie e perfino Jon, in questo momento sta fuggendo. Alcune delle scene che vediamo subito dopo sono chiaramente tratte dal fumetto, come quella del padre, orologiaio, intento a controllare componenti.
Twisted Fate
Il piccolo Jon che osserva i due proprietari “creare la vita” all’interno di uno sgabuzzino è la rappresentazione del peccato originale biblico (non a caso viene donato al giovane una bibbia poco dopo), motivando anche i gusti sessuali di Cal da umano (notiamo come più di una volta i due abbiano relazioni dentro uno sgabuzzino. Ispirandosi alla bibbia avuta in regalo Jon costruirà probabilmente la sua immagine di Dio.
Piccola nota a margine; durante la settima puntata ho dimenticato (l’ennesimo) riferimento ai film di Superman che vediamo in questa serie: parlo di Superman 2, dove Clark decide di perdere i propri poteri per poter stare con Lane. L’intera puntata ruota intorno a questa trama, sviluppata nel presente, passato e futuro, esattamente come Jon vede il mondo – simultanously here, in Europa creating Life and in the future.
Tunnel of Love ci prepara a ciò che stiamo per vedere: un tunnel, una via dritta e immutabile, verso la fine. Osserviamo come la relazione tra i due si evolve, cresce e va incontro esattamente agli stessi problemi che Jon già conosce senza che né lui né Angela possano fare nulla. Tenete a mente questa piccola clausola perché ci servirà nel motivare l’intera nona puntata.
Ozymandias the Great
Jon fa quindi visita ad Adrian Veidt in Siberia, dove l’avevamo lasciato alla fine di Watchmen. Sul fondo possiamo notare qualche particolare sulla serra distrutta che vediamo nei fumetti; Veidt è intento ad osservare l’umanità, sempre con un telecomando poco funzionante e la moltitudine di televisori. Qui notiamo come Adrian stia preparando il suo piano verso il futuro: il materializzatore di calamaretti è quasi pronto! Sul fondo tre orologi diversi (sempre guardare gli orologi) ci fanno capire che non si è vicini alla fine.
Le linee di dialogo ci preparano alla nona puntata svelando che Trieu è chiaramente figlia di Adrian, così come ci aveva predetto la quinta puntata; Irons ci regala anche una citazione al chiaro discorso da BBEG, con un “I made it thirty years ago” è una ripetizione della linea “i did it thrthy-five minutes ago“, discorso che Adrian fa a Dan e Rorch in Siberia.
Gran Finale
L’utilizzo dei tachioni era già stato utilizzato nel fumetto per schermare Ozymandias dalle doti di Jon, oltre a spiegare come mai il settimo cavalleria ne stia cercando così tanto (tutto materiale per la nona puntata, ovviamente). Il computer di Veidt è uguale a quello che vediamo nel fumetto e nel film, mentre sul tavolo possiamo notare qualche action figure già vista. Sullo sfondo un enorme dipinto di Alessandro il Grande, che spiega il perché delel lacrime sul volto di Adrian nel momento stesso nel quale viene teletrasportato su Europa. Alessandro il Grande era difatti triste nel sapere che non vi era più terra sconosciuta e conquistabile, motivo per il quale Veidt, la quale figura si rifà a quella del conquistatore, piange di gioia nel sapere di poter conquistare una luna.
La parte nella quale Jon combatte la Cavalleria non sarà sfuggita ai fan di Matrix: il parallelismo con Neo è praticamente lapalissiano; al contrario, ricordate quando Blake lamentava a Manhattan di essere rimasto a guardare mentre lui uccideva la ragazza supplicante, nel bar, durante il Vietnam? Tutto quel discorso spiega il perché la puntata termini con la cattura di Jon. Manhattan può trasformare le persone in polvere e camminare sulla superficie del Sole, ma è semplicemente un burattino che riesce a vedere i fili che ne tirano gli arti.
Alla prossima!
Per la ottava puntata è tutto; come vi dicevo questa puntata ha ricevuto una struttura particolare in quanto cercare di coadiuvare gli easter egg con le scene era praticamente impossibile. Se avete trovato altri riferimenti in Watchmen, scrivetemelo qua sotto!
Ultimo ma non ultimo, prima del gran finale, mi piacerebbe ringraziare un sito che, durante questa puntata, mi è stato di fondamentale aiuto, ovvero Screencrush. Senza questi ragazzi non sarei riuscito a riassumere così bene i vari easter egg durante tutte le puntate.