Ammetto che nel momento stesso nel quale ho messo gli occhi su Watchmen ho lanciato sguardi al cielo, imploranti, chiedendo perché dopo Star Wars mi meritassi anche questo. Avevo la dannata paura che Damon Lindelof facesse una ciofeca nonostante i suoi film alle spalle, terrorizzato da Lost. Sbagliare Watchmen era questione di attimi e, lo ammetto, la promo della prima puntata non mi piacque affatto. Poi continuai a guardarlo, esattamente come feci come con Shannara Chronicles, per vedere come andava a morire. Mi stupì.
La recensione che segue è solo la prima di una serie di nove, uscite a debita distanza dall’uscita italiana, piena di spoiler, riferimenti e accenni a cose che, magari, vi siete persi.
Puntata 1, Puntata 2, Puntata 3, Puntata 4, Puntata 5, Puntata 6, Puntata 7, Puntata 8, Puntata 9
It’s Summer and We’re Running Out of Ice
La puntata di Watchmen comincia nel 1929, Tulsa. La città dove si svolgeranno la totalità (quasi) degli eventi è in preda ai tumulti. Un infante Will Reeves osserva il suo paladino, uno sceriffo mascherato (hooded) catturare uno sceriffo vestito di bianco, a quanto pare impostore. Fuori dal cinema la Black Wall Street Massacre. I suoi genitori lo scortano per la strada in tumulto per poi nasconderlo su un carretto e inviarlo lontano. Non li rivedrà mai più, dato che il magazzino, successivamente, esplode. Raggiunta la periferia della città e sbalzato fuori dal carretto, il bambino soccorre un infante, avvolta nella bandiera americana. Il peggio sembra passato, e decide di tornare a Tulsa, mentre all’orizzonte si alzano i fumi del tumulto.
Questa scena è un rimando all’inizio della storia di Superman. Kal-El/Clark Kent è avvolto nel mantello alla sua partenza da Krypton, così come il neonato è con la bandiera americana. Originariamente il mantello serviva a Kal-El come fonte di protezione e sicurezza, rimando a come gli U.S.A dovrebbero proteggere il nascituro dai pericoli esterni (e come, evidentemente, non stiano facendo).
È il 2019: una macchina della polizia di Tulsa ferma un pick-up sospetto. Il poliziotto indossa una maschera gialla, tutela della propria identità e, mentre si appresta a chiedere le credenziali del guidatore, nota una maschera da Rorschach nel porta oggetti. Il guidatore è un membro del 7° Cavalleria, un gruppo di ferventi razzisti ispirati appunto a Rorschach (che nel fumetto è tutto fuorché un “buono”) e crivella di colpi il poliziotto, intenzionato a sbloccare la sua arma.
Questa scena cela rimandi al supereroe dei fumetti omonimo e famosissimo, ma ci fa comprendere come il mondo di Watchmen sia profondamente avanzato e cambiato rispetto al nostro. La presenza di maschere sui poliziotti è un netto contrasto con tutta la propaganda dell’abolizione delle maschere vista nei fumetti. Il colore giallo, presente a più riprese all’interno della saga, è poi spesso utilizzare per celare cose tristi sotto (appunto) uno smile giallo: non a caso, infatti, le maschere sono di questo colore.
Trought Sister Night
La scena si sposta in una scuola. Angela Abar, a.k.a Sorella Notte (dovrebbe essere una suora combattente) tiene una lezione di cucina. Spiega agli alunni (tra i quali v’è sua figlia, probabilmente adottata) la sua vita, passata da poliziotta in Vietnam a pasticcera, dopo la Notte Bianca, l’evento che ha sconvolto gli organi della polizia. Grazie ai Fondi Redford (sì, Robert Redford è divenuto presidente e il faccione di Nixon è in bella mostra sul Mount Rushmore) è riuscita a cambiare vita.
Il discorso di Abar sulle uova separate dagli albumi è un chiaro rimando alla discriminazione razziale. Lo Smile disegnato, oltretutto, presenta una traccia di sangue nella parte alta sinistra, proprio come la spilla/smile di Watchmen.
Nel tragitto verso casa un allarme annuncia una pioggia di calamari; un effetto collaterale del piano (riuscito) di Ozymandias [sconosciuto a chiunque fatta eccezione per Silk Spectre 2 (Spettro di Seta 2, Laurie Blake, figlia del Comico e Silk Spectre 1), Night Owl 2, il defunto Rorschach e il Dottor Manhattan] per mantenere la pace globale. [Niente EMP su New York, è una libertà artistica che si è preso Snyder nel film].
Arrivata a casa riceve via cerca-persone un Little Big Horn [un nome in codice riferito ad una famosa battaglia combattuta tra i nativi americani e il 7° Cavalleria (altro riferimento)] e, dopo aver lasciato i figli al marito Cal, si prepara a vestire i panni di Sister Night/Sorella Notte.
Giungendo alla pasticceria/base segreta si può notare come Adrian Veidt (a.k.a Ozymandias) venga annunciato come deceduto; un anziano signore in carrozzina fa ad Angela alcune domande prive di ogni logica, ma non c’è tempo. Il tastierino dietro cui si nasconde la base di Sorella Notte è protetto dal codice 1985 (anno nel quale viene ucciso The Comedian/Il Comico/ Edward Blake). È tempo di entrare in azione!
Riesumare il Latino
Il sospettato viene presto catturato e portato in sede di interrogatorio; un enorme edificio abbandonato con ben 3 vigilanti a fare da guardia: Looking Glass, Pirate Jenny e Red Scare. Alcuni graffiti richiamano la frase che sentiremo successivamente, ovvero Quis custodiet ipsos custodes? Chi sorveglierà i sorveglianti? È con questa citazione che il Capo della Polizia (di cui parleremo dopo) permetterà una maggior libertà al suo dipartimento.
Gli interrogatori ci mostrano un paio di immagini decisamente evocative e, grazie alle doti da “spremi sospettati” di Sister Night, i nostri riescono senza troppi problemi a raggiungere il ranch dove il 7° Cavalleria sta complottando. Lo scontro è decisamente furioso e, nonostante l’arrivo di rinforzi, nessuno viene catturato vivo.
Interessante vedere come il grande complotto del Settimo Cavalleria sembra consistere nell’estrazione di batterie di orologi da polso, figura piuttosto legata al Dottor Manhattan. Altrettanto piacevole è vedere che l’ultima speranza di questi razzisti consiste in una pillola di veleno (presumo), lo stesso che Ozymandias infila a forza nella gola del suo presunto “assassino”.
Il combattimento aereo, oltre ad essere spettacolare, riporta sullo schermo il gioiellino di Nite Owl 2, Archie, con tanto di lanciafiamme. Interessante è vedere come a pilotarlo sia un vigilante chiamata Pirate Jenny; una delle canzoni ispiratrici di Alan Moore nell’ideare Watchmen.
L’uomo sul cavallo Pallido
Un Jeremy Irons selvaggio è calato nelle vesti del saggio Adrian Veidt; lo troviamo in sella ad un pallido cavallo di ritorno al suo maniero, felicemente accolto da due sottoposti. Ozymandias non ha perso il suo lustro di uomo acculturato, ricco e fascinoso; intento a festeggiare il suo compleanno e a scrivere un romanzo chiamato, stranamente, Il Figlio dell’Orologiaio.
La figura di Adrian Veidt a cavallo di un destriero bianco è un chiaro e implicito riferimento ad una sua intervista fumettistica, nel quale cita i cavalieri dell’Apocalisse ed il Settimo Cavalleria. Il titolo del nuovo romanzo è un riferimento fin troppo chiaro al Dottor Manhattan che, come sappiamo, cominciò a lavorare dal padre, orologiaio, rifugiatosi nei territori alleati dopo la guerra.
Uno Sceriffo non troppo Sceriffo
Parlando del Capo della Polizia Judd Crawford (un magistrale Don Johnson) non si può non tornare all’inizio dell’episodio, dove lo sceriffo Bass Reeves cattura l’impostore consegnandolo alla folla confusa. Già questo poteva farci comprendere che Judd avrebbe fatto una brutta fine, presto o tardi. Ma gli indizi non si sono certo fermati ai primi dieci minuti di episodio!
Oklahoma, successivamente, ci lancia un altro fondamentale bocconcino: l’opera, infatti, da cui è tratta la strofa che sentiamo nel momento nel quale Judd viene avvertito del suo uomo ferito è estratto da Oklahoma, un romanzo nel quale il cattivo principale si chiama, in effetti Judd. In Oklhaoma Judd è sostanzialmente l’antagonista razzista, gretto e meschino che alla fine viene sconfitto.
Ultimo ma non ultimo, Unforgettable in lontananza durante le ultime scene; chi ha visto il film avrà sentito odore di Comedian a leghe di distanza. Piacevole come la versione di Unforgettable fosse cantata dalla figlia di Nat King Cole, Natalia Cole, a segnare che il tempo è passato anche nella serie. L’enorme orologio intravisto nel lampadario, d’altronde, ci fa ancora una volta comprendere come questa prima puntata abbia le idee chiare su dove andare a parare.
Judd viene, infine, impiccato all’albero dallo stesso signore in carrozzina visto nei pressi della pasticceria di Angela Abar. Come in un cerchio che si chiude (o un orologio che suona gli ultimi minuti), capiamo che il signore in carrozzina è il bambino sopravvissuto al Tulsa Massacre. Così si chiude il primo episodio della serie televisiva Watchmen