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John Cassaday – In memoriam

John Cassaday non c’è più.

Sit tibi terrra levis

John Cassaday in sella alla sua moto

Il noto fumettista statunitense è venuto a mancare, qualche giorno fa, il 9 settembre 2024 all’età di 52 anni. Una grande perdita per l’intero mondo del fumetto!

Chi era John Cassaday e i suoi primi passi nel fumetto

John Cassaday nasce a Fort Worth (Texas, USA) nel 1971. Studia regia e dirige alcuni notiziari prima di lasciare il Texas – all’incirca a metà anni Novanta – per dedicarsi alla carriera di fumettista.

Essendo autodidatta le sue prime influenze si possono ritrovare nel pittore e illustratore statunitense Newell Convers Wyeth (aka N. C. Wyeth), famoso per il suo lavoro del 1911 su L’isola del tesoro (R. L. Stevenson, 1883). Altre fonti da cui attinge sono i giornali pulp e l’iconografia ad essi legati e la musica pop, soprattutto quella british.

I suoi primi lavori sono per piccole case editrici come Caliber Comics e Boneyard Press.

La fama

È dopo la San Diego Comic-Con International del 1996 che il suo nome, grazie al proprio talento, inizia a farsi largo nell’ambiente. L’aver portato il suo portfolio alla manifestazione ed averlo mostrato al Grande Mark Waid, gli apre le porte verso le grandi major del fumetto.

Prima per la Dark Horse Comics con la serie Ghost, poi, dopo poco, diventa il disegnatore della miniserie western Desperadoes (per la sceneggiatura di Jeff Mariotte), pubblicata dall’etichetta Homage Comics/Wildstorm di IDW Publishing.

Il primo successo di John Cassaday: Desperadoes

Tra il 1997 e il 1998 John Cassaday lavora per la MARVEL la DC Comics, su Union Jack, Hulk, Capitan America, X-Men: Alpha Flight, Superman, Teen Titans e sugli Annual di The Flash.

La gloria

Il punto più alto della sua carriera, secondo la critica, lo raggiunge grazie a tre opere, la prima di tutte è Planetary (1999), scritta da Warren Ellis (che ricordiamo è ancora sottoposto ad una vera e propria damantio memoriae).

Elijah Snow di Planetary, l'apice dell'arte di John Cassaday
Quel gelido bastardo di Elijah Snow

Astonishing X-Men (2004), per la penna di Joss Whedon (come il collega di cui sopra) è forse una delle più riuscite rappresentazioni del gruppo.

Astonishing X-Men è tra le run migliori di sempre, soprattutto per i disegni di John Cassaday
L’Emma Frost più bella e glaciale di sempre!

Infine il rilancio di Capitan America (Marvel Knights, 2002), con i testi di John Ney Rieber.

Le scaglie sull’uniforme di Cap sono pura classe!

Cassaday torna, nel 2007, ancora una volta su Capitan America, nell’episodio di Capitan America: Morte di un eroe, sceneggiato da Jeph Loeb.

LEGGI ANCHE: Roger Corman – Una vita tra Horror e critica sociale

I premi

John Cassaday ha ricevuto, durante l’arco della sua (anche se non troppo prolifica) carriera, diverse nomination a molti premi del settore. Sia negli Eisner Award, che negli Eagle Award, ha vinto numerose volte, tra cui l’Eisner Award 2005 per il miglior disegnatore/inchiostratore per Astonishing X-Men, Planetary e I Am Legion: The Dancing Faun (a pari merito con l’illustratore Frank Quitely). Nel 2006 si aggiudica gli Eisner Award come miglior disegnatore/inchiostratore per Astonishing X-Men e Planetary, per la miglior serie in corso per Astonishing X-Men (con Joss Whedon).

La tecnica e lo stile

John Cassaday era un perfezionista. Attribuiva alle sfide legate al lavoro su libri complicati – Planetary in primis – il merito di averlo reso un artista migliore!

Cassaday disegnava a matita, inchiostrava personalmente le proprie tavole e realizzava, inoltre, le copertine dei suoi fumetti con inchiostro e carboncino.

Basti pensare a quelle della serie di Capitan America che si ispirano ai poster propagandistici della Seconda Guerra Mondiale.

I colori (digitali) delle sue opere erano spesso affidati a Laura Martin, sua storica collaboratrice.

Il tratto di John Cassaday era realistico, pulito, sensibile, più europeo che americano, spettacolare ma mai invadente. Soprattutto era in grado di sposarsi ad un buon senso per la narrazione. Riusciva infatti a proporzionarsi anche a sceneggiature articolate e complicate ma, al contempo, era in grado di tratteggiare tavole spettacolari e indimenticabili.

Mi trovo a dover citare ancora una volta Planetary. È proprio qui che si può assistere alla summa dell’Arte di Cassaday che, con rara capacità, riesce a spaziare tra tutti i generi dalla fantascienza retrò, al supereroistico, passando per il western e il bellico. Riesce praticamente a rendere viva la lucida e folle sceneggiatura di Warren Ellis.

Trimurti di John Cassaday

Fatevi un favore, se volete conoscere/apprezzare John Cassaday, recuperate almeno queste tre opere:

  • Planetary (ma no! Chi l’avrebbe mai detto che l’avrei consigliato? In futuro scriverò sicuramente un articolo su quest’opera! N.d.A.)
  • Astonishing X-Men
  • Capitan America (Marvel Knights)


Per chiudere, mi auguro soltanto che qualcuno abbia fermato il tempo un momento prima e che, prima o poi, un giorno qualcuno lo salverà (Planetary docet)!

Outro:

Snow: È uno strano mondo.
Jakita: Facciamo in modo che non cambi.

Planetary

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