Oggi vorrei ricordare un’amico scomparso da una settimana, Alessandro Manetti.
Chi legge le nostre pagine, o segue i nostri social, non potrà mai aver fatto a meno di notare come, tra i like di ogni articolo, fosse presente il suo.
Lui era, fin dagli albori, uno dei pochi ad aver sempre creduto nel progetto. Ha sempre supportato me e tutte le mie idee ed iniziative, per quanto strampalate fossero.
Voi nemmeno immaginate quanti articoli sono nati dopo una chiacchierata con lui. Quindi eccomi qua, doverosamente, a ricordare Alessandro Manetti. Era una delle figure di riferimento nel mondo dei giochi di ruolo a Firenze, collezionista, animalista ma soprattutto era un Amico.
In Memoriam di Alessandro Manetti
In un angolo remoto dell’oceano della vita, dove le onde raccontano storie di avventure passate e future, si ergeva un’isola nascosta, un rifugio per quei pirati che avevano scelto di vivere con il cuore pieno di gioia e il ventre pieno di cibo e rum. Qui, tra le fronde di palme ondeggianti e i sentieri nascosti, viveva un uomo che aveva lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chiunque lo incontrasse.
Il Capitano BarbaSpritz.
Nato come AssenzioVerde, questo uomo aveva una doppia vita.
Di giorno, era un rispettato membro della guardia cittadina. Era uno di quei rari individui che riuscivano a bilanciare il senso del dovere indossando la divisa, con una passione per il gioco e il divertimento.
La sua uniforme e il suo incedere erano emblematici e lo si poteva riconoscere fin da lontano. Era serio quando lavorava, sì, ma non perdeva mai l’occasione, se possibile di fare una supercazzola quando era necessaria. Con un solo sguardo riusciva a mantenere la pace nelle strade affollate della città. Con il suo sorriso accattivante che lasciava sempre intravedere un canino.
Ma quando il sole calava e le stelle iniziavano a brillare nel cielo, il Capitano si trasformava.
Con un mantello di storie e parole e un cappello, a volte a tuba e a volta a tricorno, Capitano BarbaSpritz solcava i mari della fantasia. Diventava il narratore di storie di vari gruppi di giocatori di ruolo che sfidavano draghi e demoni, esploravano terre incantate e salvavano principesse in pericolo, quando volevano annoiarsi. Quando volevano giocare lo seguivano nelle sue storie intricate e dispersive. La sua immaginazione era sconfinata e la sua capacità di raccontare storie coinvolgente. I suoi amici lo seguivano con fiducia, sapendo che ogni avventura sarebbe stata epica.
Ma ciò che rendeva davvero speciale Capitano BarbaSpritz era il suo amore per gli animali. Al suo seguito non mancavano mai compagni a quattro zampe. Gatti e cani di ogni specie e colore si aggiravano attorno a lui ognuno con una storia unica e un legame speciale con il capitano. Era noto che BarbaSpritz poteva ammansire anche il più feroce dei cani con un solo sguardo e far ronfare di felicità il più selvaggio dei gatti con una carezza.
Il Capitano era un uomo con una gran voglia di vivere. Amava il rum, i piatti di terre lontane, ricchi di spezie e dai sapori forti, le storie incredibili e le risate contagiose. Era solito dire che la vita era troppo breve per essere presa troppo sul serio e che lui sarebbe vissuto per sempre. Chiunque lo conoscesse non poteva fare a meno di essere contagiato dalla sua gioia di vivere. Ogni porto che visitava risuonava delle sue risate e dei canti del suo equipaggio, e ogni taverna raccontava leggende delle sue avventure.
Ricordiamo Capitano BarbaSpritz non solo come un grande avventuriero, ma come un amico, un compagno, e un faro di luce in un mondo spesso troppo cupo. La sua passione per la vita, il cibo, i giochi e gli animali è un esempio per tutti noi. Sapeva che la vera ricchezza non si misura in monete d’oro, ma nei momenti di pura felicità condivisa con chi amiamo.
Ora che Capitano BarbaSpritz è salpato per il suo ultimo viaggio, possiamo solo immaginare che stia esplorando nuovi mondi, scoprendo isole incantate e festeggiando con vecchi e nuovi amici. La sua eredità vive nelle risate che ci ha donato, nei banchetti che ha condiviso e nelle avventure che abbiamo vissuto insieme, con accanto il suo fedele gatto nero Othello che lui si ostinava a chiamare Vitello.
Alessandro, possa il vento essere sempre a tuo favore, e le tue vele sempre gonfie. Grazie per aver navigato con noi in questo straordinario viaggio chiamato vita!