Si è detto di tutto sulla copertina della nuova traduzione di Ottavio Fatica, ma qual è la grafica de La compagnia dell’anello? Ecco una breve riflessione!
È dal 30 di Ottobre che Il signore degli anelli è tornato sulla bocca (e le tastiere, bacheche, newsfeed, e chi più ne ha più ne metta!) di tutti. Forse più per polemica che per amore, ma non si può certo dire che l’accoglienza della nuova traduzione non sia stata calorosa!
Dunque siamo qua, a parlare di questo nuovo volume, ma stavolta dal punto di vista editoriale. Infatti, se a prima vista un libro resta sempre un libro, ogni edizione porta con sé dettagli che raccontano molto di cosa l’editore e i curatori cerchino di esprimere, oltre al contenuto stesso della storia.
Per chi invece fosse interessato ai nostri articoli sulla nuova traduzione di Ottavio Fatica, ecco un po’ di link! Qui ricapitoliamo la guerra (e querela!) alla nuova traduzione, qui presentiamo la nuova traduzione e qui parliamo dei giudizi pre-lettura a La compagnia dell’anello.
Ma passiamo ora a vedere la grafica de La compagnia dell’anello tradotta da Ottavio Fatica.
La grafica de La compagnia dell’anello: la copertina
Chi meglio di Bompiani stessa può aprire le danze su questo argomento? Il 31 Ottobre l’editore pubblica sul suo sito un articolo dove spiega alcune delle scelte che ha operato per quello che riguarda la nuova edizione.
Nel suddetto articolo, Bompiani afferma che l’effetto della copertina rimanderebbe all’oro dell’Unico Anello. Tuttavia, a prima vista la scelta cromatica dei toni terrosi di Marte poco ricorda il prezioso metallo, e si limita ad un effetto metallizzato, comunque d’impatto.
Ma un trucco c’è e si vede. Quando osserviamo il libro in mano a qualcuno, la luce, riflessa sul viso del lettore, rivela l’oro della copertina. Ciò rievoca nella mente di chi guarda il momento ormai iconico nel quale Frodo tiene fra le dita l’Unico Anello e scruta le parole incise su di esso. Provare per credere.
Se l’effetto fosse davvero voluto, alla Bompiani meriterebbero non solo gli applausi, ma una vera standing ovation. Tuttavia fintanto che questa ipotesi non venisse effettivamente confermata, basti ricordare che a pensare male si fa peccato, ma in genere ci si prende, restituendo alla copertina il suo ruolo di semplice copertina metallizzata.
L’evoluzione delle copertine de Il signore degli anelli
Una nota a margine sempre in base all’articolo sopracitato. L’Art director di Polystudio (che ha curato le copertine tolkieniane Bompiani già dai primi anni 2000!), Francesco Messina, segnala che le immagini scelte per LE copertine della nuova edizione sono fotografie del suolo di Marte. Ciò lascia intendere che probabilmente dovremo farci il callo a questo tipo di estetica postmoderna.
Peraltro sul loro sito è tutt’ora possibile osservare le diverse evoluzioni nelle scelte estetiche ed editoriali nel corso degli anni. Si va dall’estrema sintesi dei tascabili, alla ricchezza di immagini delle edizioni illustrate da Alan Lee. Lo stacco avvenuto con questa nuova versione de La compagnia dell’anello, rispetto alle edizioni precedenti, non può risultare più chiaro di così.
La grafica de La compagnia dell’anello: impaginazione e carattere
L’impaginazione, rispetto alle edizioni precedenti, è di maggiore respiro. Meno righe, interlinea arioso e pagina più snella invogliano il lettore ad addentrarsi nella lettura dei capitoli, senza lasciarsi intimorire troppo dal numero di pagine del volume.
Il carattere utilizzato è einaudi garamond, una variante del simoncini garamond, carattere tipografico che regna nel campo dell’editoria italiana. Se volete saperne di più sui libri italiani e i font utilizzati si consiglia la lettura di questo articolo. Il carattere ne La compagnia dell’anello è stampato ad una dimensione tale da far si che l’occhio si stanchi di meno, possa riposare maggiormente durante la lettura e non faccia fatica nel passaggio tra una riga e l’altra quando i paragrafi diventano più lunghi o densi.
Il messaggio della nuova copertina: Il signore degli anelli è un classico e non un fantasy?
In questa copertina, Bompiani esprime una dichiarazione di intenti non indifferente: questo libro non è un fantasy, è un classico.
Oltretutto, essendo lettori puntigliosi, a un certo punto dovremo pur togliere la sovraccoperta al libro, e qui ritroveremo conferma di essere davanti a un classico. La scelta della tela editoriale bianca con inchiostro dorato, infatti, è pulita ed elegante, e va a consolidare la sensazione di avere in mano un oggetto di un certo valore (anche economico).
La nuova edizione può piacere, spiazzare o risultare addirittura fastidiosa, ma nel suo intento di creare la nuova immagine di un classico fa emergere diverse questioni.
È davvero così difficile dare una copertina ad un classico?
Sappiamo bene che il Signore degli Anelli presenta molteplici storie e personaggi, e in quanto racconto corale risulta difficile coglierne l’essenza in un’unica immagine. Un esempio risulta essere la copertina dell’edizione illustrata da Alan Lee, dove si è scelta l’illustrazione con Frodo, Sam e Gollum alle porte dei Cancelli del Morannon. È perfetta per trasmettere la tensione e le difficoltà del viaggio dei piccoli hobbit, ma fin troppo decontestualizzata per chi non conoscesse l’opera.
Si dice che l’abito non faccia il monaco, ma da questa copertina è quasi impossibile capire se il libro sia un romanzo fantasy o il nuovo diario intimo di Knausgård. Mancano simboli, elementi fantastici, un’illustrazione colorata o di impatto, tutti quegli elementi a cui siamo abituati quando guardiamo la copertina di un fantasy. Ne è un esempio lampante la copertina di Giuramento di Brandon Sanderson, edita recentemente da Mondadori.
Ma, a questo punto sarebbe giusto concludere ponendosi una domanda cruciale: Bompiani vuole solo avvicinare un maggior numero di lettori a quest’opera? Oppure si tratta di un tentativo di “nobilitare” un classico, distanziandolo per quanto possibile dal suo genere di appartenenza?
Quel che è certo è che dovremo aspettare il 25 marzo 2020 per avere in mano il secondo, già prenotabile, volume.
3 Commento
Norbert
A livello di analisi del “prodotto” libro sono contentissimo di un libro che posso leggere con “gli occhiali da lontano” – come avete giustamente segnalato.
Lamento, però, la totale assenza di mappe in questa edizione. Particolarmente grave, a parer mio, in una edizione che cambia (anche) molti nomi di luogo
E la nuova traduzione sarebbe stata una ottima occasione per aggiungere anche la mappa della Contea disegnata da Tolkien, e la mappa di dettaglio di Gondor, Mordor e Rohan – entrambe inedite in Italia
Una versione della Mappa della Contea- non basata sul disegno di Tolkien – è presente solo in alcune edizioni precedenti della Compagnia dell’Anello
Stefano Gelao
Il volume senza sovracopertina è molto bello, pulitissimo, e mi pare una scelta azzeccatissima quella del carattere usato, sia come stile, dimensione e spaziature.
Reputo una “occasione mancata” la sovracopertina: ci sono validissimi illustratori “tolkieniani” in Italia (vedi Ivan Cavini), o autori non così “Tolkieniani”, ma adattissimi ad un lavoro del genere (due nomi su tutti: Barbieri o Porfidia); addirittura – nel mio piccolo – avrei potuto realizzare qualcosa anche io, e lo avrei fatto molto molto volentieri (che si trattasse di uno scorcio della mappa con la toponomastica aggiornata, o qualche pezzo calligrafato in stile).
Reputo sinceramente incomprensibile questa scelta; spero non sia stata dettata solo da questioni economiche (che io sappia si possono utilizzare foto ad alta qualità della NASA a prezzi risibili se non addirittura gratuitamente).
Fernando Figoni
Bell’articolo, però a mio avviso il carattere usato non è proprio l’Einaudi Garamond, completo, ma una sua variante, probabilmente proprio il Simoncini Garamond. A parte i numeri maiuscoli e non saltellanti nella indicazione delle pagine e delle date, è proprio il maiuscoletto che non sembra quello originale, ma imitato in qualche modo (sembra a occhio troppo sottile per essere un vero maiuscoletto).