Parliamo delle attività di Role Play Benefit, il progetto di laboratorio ludico modenese che raccoglie fondi per i processi di attiviste/i progressiste/i.
Come ben sapete, noi Cercatori siamo sempre interessati ad unire il gioco di ruolo all’attivismo sociale e politico, così come all’utilizzo del gdr per parlare di tematiche importanti. Nel corso del tempo, abbiamo parlato di diversi progetti di questo genere, dai tre Genderplay (di cui abbiamo parlato qui, qui, qui e qui) all’uso del gioco di ruolo come strumento educativo nelle scuole.
Oggi, invece, parleremo di un progetto modenese che unisce attivismo politico progressista e gioco di ruolo. Si tratta di Role Play Benefit, un laboratorio ludico tutto online organizzato, a partire da questo novembre, da membri di diverse realtà antifasciste modenesi, come il Collettivo Guernica, il Coordinamento Provinciale di Modena del Sindacato Intercategoriale Cobas, il portale di informazione Senza Quartiere e il Consiglio Popolare dello sciopero Italpizza.
Sulla sua pagina Facebook, Role Play Benefit organizza sessioni di gioco di ruolo online in cui è possibile (ma non obbligatorio!) fare donazioni per pagare le spese legali delle attiviste e degli attivisti modenesi che, l’11 Maggio 2016, si sono opposti allo sgombero di Sant’Eufemia. Attualmente, Role Play Benefit ha raccolto oltre 300€ grazie a diverse serate di gioco di ruolo. I titoli proposti spaziano da D&D e Warhammer FRP, a inediti come Pasión de las Pasiones e Thirsty Sword Lesbians.
Poiché Role Play Benefit è un progetto che ci interessa molto, abbiamo pensato di intervistare per voi le persone che lo hanno creato!
Salve a tuttə e grazie per la vostra disponibilità. Iniziamo dall’inizio. Come, quando e perché è nato il progetto Role Play Benefit?
Per rispondere a questo dobbiamo anticipare la domanda numero 4. È proprio a causa della pandemia e dei conseguenti rischi nell’incontrarsi in più persone che è nata l’idea del Role Play Benefit come attività sociale che si potesse svolgere anche a distanza.
Negli scorsi anni e fino a pochi mesi fa, non avevamo avuto l’idea di questa attività come qualcosa che potesse andare a sostenere spese legali. Nelle nostre esperienze per questa forma di solidarietà si utilizzavano iniziative ricreative in luoghi pubblici, spazi sociali, qualche volta anche sedi sindacali; in pratica cene, concerti, presentazioni di libri erano occasione di sostegno economico alle spese legali. È stato in questi mesi che, trovando anche altre forme di socialità a distanza, è arrivata l’idea.
Quali sono le cause progressiste che sostenete e che portate avanti con Role Play Benefit?
Sono molteplici.
Negli ultimi anni abbiamo spaziato dalle cause ambientaliste che hanno interessato la nostra città (cementificazione e consumo di suolo), alle lotte negli ambienti di lavoro, nei distretti produttivi della provincia, per un salario equo e degno, contro caporalato e cooperative spurie: fenomeni che purtroppo sono presenti e largamente diffusi anche al nord. Abbiamo portato avanti lotte per la casa, per il diritto all’abitare. In passato erano attivi anche collettivi di studenti e universitari. Abbiamo sostenuto battaglie per gli spazi sociali e per il diritto alla città, manifestato assieme a Non Una Di Meno. Ci siamo schierati a fianco dei richiedenti asilo quando sono scesi in piazza e in generale abbiamo cercato di stare dentro e sostenere tutte le istanze che abbiamo trovato giuste all’interno degli unici tre paletti che ci siamo posti: l’antirazzismo, l’antissessismo e l’antifascismo.
In quali contesti si è rivelato necessario raccogliere fondi per le spese legati di militanti di cause progressiste?
Per ora siamo partiti limitandoci alla città di Modena, in cui viviamo, e quindi alle istanze che abbiamo visto come più importanti negli ultimi anni in questo territorio, alle quali abbiamo partecipato più o meno attivamente. Per partire dall’esempio pratico adesso stiamo raccogliendo le spese del processo che vede imputat* numeros* militanti che si sono oppost* allo sgombero di due occupazioni abitative in centro a Modena ormai due anni fa. Chiaro che, come altrove, il problema di denunce e processi a militant* attivist* e persone attive in rivendicazioni sociali sia molto più ampio.
Sempre perimetrando il discorso alla nostra provincia, solo negli scorsi due anni si contano centinaia di denunce ad altrettante persone per gli scioperi nel mondo della logistica e del distretto carni. Infatti, quello modenese è uno dei più grandi d’Europa. Ci colpì come nel 2019, rispetto al territorio nazionale, nella nostra provincia si contavano i più alti numeri di denunce “politiche”. Erano paragonabili solo, per quantità, a quelle contro il movimento NoTav in Val di Susa. Un paragone che, ad occhi attenti al tema, può fare impressione.
Sempre nel nostro territorio sono numerosi i processi a chi ha praticato antifascismo, chi ha preso parte a occupazioni e riappropriazione di edifici cercando di contrastare speculazioni edilizie. Gli esempi potrebbero essere davvero tanti. Anzi forse questa domanda stimola ad approfondire pure meglio in futuro questo discorso
In che modo l’attuale crisi del covid-19 ha cambiato le vostre attività? Come avete affrontato questi cambiamenti?
Per la verità la crisi del Covid-19 si è inserita in un momento nel quale le nostre attività stavano già cambiando. Ovviamente il suo arrivo ha peggiorato la situazione, l’ha aggravata enormemente. Il lockdown ci ha privato in qualche modo di una sede e abbiamo dovuto per forza di cose reinventarci, riadattarci. Qualcosa ha funzionato, qualcos’altro no.
Il gioco di ruolo ha sempre giocato un ruolo (HA!) importante nelle vostre attività socialmente impegnate? O è una nuova attività a cui vi siete avvicinatə durante questa pandemia?
Non è la prima volta che il mondo del gioco e il mondo delle causa progressiste si incontrano: numerose sono, infatti, le presentazioni o serate di gioco negli spazi sociali. Qui a Modena, presso lo Scossa, ad esempio, ci fu la presentazione di Riot – The board game.
Non sono poch_ i/le militanti che fanno parte della community del gioco e il lockdown ha intensificato le sessioni, non essendoci molto altro da fare che trovarsi a ruolare su Discord. Nel primo lockdown è stato un tassello importante di socialità, quindi ci è sembrata una buona idea mettere in contatto i singoli party per creare serate comuni
Utilizzate il gioco di ruolo anche come strumento di riflessione e sensibilizzazione verso tematiche sociali?
Alcun_ di noi sì, sono espert_ in questo!
Ci sono progetti nelle scuole che utilizzano sia il gdr che il grv per esplorare temi complessi.
Per quanto riguarda i tavoli di gioco più “maturi”, sì, crediamo che il gdr consenta di analizzare problemi reali con la lente della distopia (pensiamo ad esempio a Dura-Lande) o quella della simulazione (un grande classico è la tematica del razzismo attraverso D&D). Il gdr è un terreno comune, una maschera, l’interpretazione di qualcun’altr_.
In questo modo anche chi è molto lontano da terreni di lotta sociale, attraverso l’immedesimazione può capire che in fondo queste battaglie sono volte a quello che cerca ogni eroe: un po’ di giustizia!
Che titoli proponete per le vostre sessioni online di beneficenza in Role Play Benefit? Come li scegliete?
I titoli sono proposti da chi ha dato la disponibilità a svolgere il ruolo di master (e sono tant_ che non finiremo mai di ringraziare). Ogni settimana proponiamo titoli diversi e diversi sistemi di gioco, dai tradizionaloni ai più indipendenti. Ogni settimana facciamo uscire il calendario dei tavoli, a cui chi vuole può prenotarsi.
Qual è stata la reazione della community del gdr a Role Play Benefit?
Per ora pare sia stata molto buona.
Ci teniamo a precisare che la parte di “Benefit” non è obbligatoria. Infatti, questo progetto vuole prima di tutto creare socialità in un momento in cui non è facile poter passare del tempo con le persone e far conoscere quali sono i nodi problematici che causano ingiustizia sociale.
Al momento, vi pare che Role Play Benefit stia funzionando e che stiate raggiungendo gli obiettivi che vi eravate propostə?
Dal punto di vista di creare community, sì. Sulla partecipazione ai tavoli c’è ancora un po’ di timidezza: non tutt_ sono abituat_ a giocare on line (che diciamocelo, non è bello come trovarsi davanti a 100 birre) e non tutt_ si sentono ancora sicur_ a trovarsi a giocare con perfett_ sconosciut_.
A tutt_ quell_ che avrebbero piacere a giocare, ma si vergognano, vogliamo dire che Role Play Benefit è uno spazio sicuro, in cui il giudizio è lasciato decisamente fuori. Essendo, inoltre, un luogo in cui si incontrano 2 mondi diversi, la presenza di “niubb_” è piuttosto alta, quindi bando all’insicurezza e divertiamoci tutt_ insieme!
Quali sono i vostri progetti per il futuro? Come si evolverà Role Play Benefit e che cause sosterrà?
Il sogno sarebbe quello di creare una “cassa di resistenza” (termine tecnico, scusate) che possa andare a sostenere diverse lotte nazionali dopo aver risolto quei 2 o 3 problemini locali che ci ritroviamo (si pensi che solamente per lo sciopero Italpizza sono fioccate più di 480 denunce). Come nodo modenese siamo in stretto contatto con altri movimenti italiani e non sarà quindi complicato dirottare fondi laddove servano (NoTav, NoTap, vertenze sindacali…).
Due parole conclusive e informazioni su come sostenere Role Play Benefit
Ringraziamo le attiviste e gli attivisti di Role Play Benefit per questa intervista. Speriamo che possano raccogliere abbastanza fondi da poter portare avanti la loro causa.
Qualora voleste sostenere questo progetto, vi riportiamo gli estremi per fare una donazione:
BONIFICO
Conto intestato a: Emanuele Fancinelli
IBAN: IT06H3608105138212250212266
Causale: Benefit
PAYPAL
email: [email protected]