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Red Sonja: perché Hannah John-Kamen non è un tradimento del personaggio? Facciamo chiarezza.

Spieghiamo perché ingaggiare l’attrice non bianca Hannah John-Kamen per interpretare Red Sonja non è un tradimento al lavoro di Howard.

Alcuni giorni fa Hollywood Reporter ha annunciato il nome dell’attrice scelta per interpretare Red Sonja nel prossimo film della Millennium: Hannah John-Kamen.
Nemmeno il tempo di dire “Ma chi diavolo è Hannah John-Kamen?”, che già avevo iniziato a leggere sbrocchi di gente che ECCO LA CANCEL CULTURE!1! Un po’ come era successo in questi giorni con la storia di Biancaneve.
Dev’essere dura vivere nel perenne terrore della sostituzione etnica operata dalla lobby giudaico-massonica-bolscevico-gender attraverso i blockbuster. Che poi mi pare il tentativo di conquista del mondo di Tana delle Tigri a partire dal catch giapponese. M’ha sempre fatto scassare dalle risate.
Ammetto però che anche a me, al primo impatto, l’annuncio ha fatto storcere il naso. Chiarirò più avanti quello che penso, ma procediamo con ordine.

In questo articolo parleremo della recente scelta di casting dell’attrice Hannah John-Kamen per il ruolo di Red Sonja, in un progetto di Joey Soloway ispirato alle opere di Howard. Vedremo innanzitutto alcune informazioni sull’attrice e alcune opinioni sulla scelta di usare attori o attrici neri/e per interpretare personaggi originariamente bianchi.
Detto questo, si farà un approfondimento sulle origini letterarie e fumettistiche del personaggio di Red Sonja, concentrandosi soprattutto sulla sua identità di hyrkaniana.
Dopo questo approfondimento, trarremo alcune conclusioni.

Hannah John-Kamen, l'attrice che interpreterà Red Sonja. Foto di  Jim Smeal/BEI/BEI/Shutterstock
Hannah John-Kamen, l’attrice che interpreterà Red Sonja. Foto di Jim Smeal/BEI/BEI/Shutterstock

Chi è Hannah John-Kamen, l’attrice di Red Sonja?

Per chi non la conoscesse, Hannah John-Kamen è un’attrice britannica. È nota per aver interpretato il ruolo di Dutch nella serie televisiva Killjoys, e quello di villain in Ant-Man and the Wasp. Ha anche partecipato a pellicole come Star Wars: Il risveglio della Forza e Ready Player One, e in diverse serie, da Misfits a Il Trono di Spade.
È figlia di uno psicologo forense nigeriano e di una modella norvegese e sì, non ha esattamente l’aspetto di un’irlandese dal capello fulvo e dalla pelle candida coperta di efelidi.
Uno shifting di un personaggio figlio della moda del tempo?

L’ipotesi Recchioni

Qualche anno fa, in occasione di un qualche caso di questo genere in cui un personaggio in qualche reboot/remake era passato dall’essere bianco all’essere nero, con il solito strascico di polemiche, Roberto Recchioni scrisse una cosa molto interessante.
Non riesco a ritrovare il post, quindi vado a memoria.
Ma più o meno il concetto era questo: se si vuole creare un personaggio che rappresenti una minoranza, è più semplice ed efficace lavorare su qualcosa di già noto, piuttosto che creare qualcosa ex novo che deve imporsi all’attenzione del pubblico partendo da zero e in un mercato molto più affollato di un tempo.
In soldoni: si fa prima e meglio a rendere Superman nero, piuttosto che a creare un supereroe nero. E le mosse della DC Comics sembrano dargli ragione.

L’ipotesi dell’ultima ruota del carro (che poi sarei io)

Credo che quanto detto da Recchioni sia perfettamente sensato, ma che parta da premesse false. (E a cui non penso creda nemmeno lui.)
Ossia che all’industria dell’entertainment interessi l’inclusività.
La cosa di prendere un personaggio e dargli dei tratti di una minoranza perché quella fascia di pubblico è diventato un target del marketing, facendo passare la cosa come apertura e inclusione, mi sembra sempre un gesto da Grande Padrone Bianco che getta gli avanzi agli schiavi neri. (Ma chiariamoci: vale anche per le donne, le persone omosessuali, tutte le etnie non caucasiche e tutte le categorie che il capitalismo finge di accudire mentre continua a trattare da subumani.)

Differenza tra tokenism e rappresentazione narrativamente coerente

In questo senso, come fruitore, sono profondamente urtato da tutti quegli shift che noto come strumentali, ossia di progressismo performativo e di tokenism. Al contrario, non mi danno alcun fastidio o magari mi interessano pure quelli che hanno un fondamento e un senso narrativo.
Faccio sempre due esempi.

  1. Nel film La Torre Nera il personaggio di Roland di Gilead viene interpretato da Idris Elba. Bravissimo, per carità. Ma il pistolero immaginato da Stephen King aveva le fattezze di Clint Eastwood nei film di Sergio Leone. Far interpretare questo personaggio a un attore nero ne stravolge l’immagine senza aggiungere nulla alla narrazione;
  2. In Django Unchained di Quentin Tarantino il protagonista viene interpretato da Jamie Foxx. In questo caso lo shift da bianco a nero è funzionale a uno spostamento delle tematiche trattate verso i temi del razzismo, cosa che comunque si inserisce in un certo senso nel solco del film originale. Ecco, qui la cosa ha perfettamente senso.

Esistono casi anche particolari come, per dire, la scelta di far impersonare Nick Fury in Avengers, da Samuel L. Jackson. Apparentemente, può sembrare una scelta insensata. Tuttavia, in realtà la scelta si rifà alla versione del personaggio che appare nella serie Ultimates, in cui Nick Fury è praticamente ricalcato sulle fattezze dell’attore.
Tornando al caso Red Sonja: polemica, scandalo, cancelcultr?!? Nah. Però ‘ste cose le ho lette subito, ovviamente da gente che non sa una fava e capisce meno.
Allora facciamo un po’ di chiarezza, e vediamo che le cose non sono mai così semplici.
Partiamo dal principio.

Red Sonya da Rogatino, in un'immagine di Michael C. Hayes
Red Sonya da Rogatino, in un’immagine di Michael C. Hayes

Il principio: Red Sonya da Rogatino

Nel 1934, sulle pagine di The Magic Carpet Magazine, viene pubblicato per la prima volta il racconto breve The Shadow of the Vulture, scritto da Robert Ervin Howard, il padre di Conan il Barbaro.
The Shadow of the Vulture è un racconto strettamente storico, ambientato nel Sedicesimo Secolo del Sultano Solimano il Magnifico. La protagonista è Sonya da Rogatino, una pistolera di origini polacco-ucraine, soprannominata “Red” per la sua chioma e per il suo temperamento infuocato.
Red Sonya è effettivamente rossa di capelli e bianca di carnagione e rappresenta il prototipo su cui verrà modellata la Red Sonja che conosciamo.

Oddio oddio allora lo vedi che la lobby del politically correct vuole trasformare una eroina bianca e roscia in una ne…!

Zitti voi! Dicevamo.
Anche la Red Sonja che conosciamo è rossa e bianca. Ma invece delle pistole impugna la spada. Invece di muoversi tra Europa e Turchia del sedicesimo secolo, scorrazza per le terre immaginarie dell’Era Hyboriana. E invece di camicia, brache e fusciacca, indossa uno striminzito chainmail-bikini.
Ma come ci si è arrivati?

Copertina di Kull and the Barbarians, dove scopriamo le origini di Red Sonja
Copertina di Kull and the Barbarians, dove scopriamo le origini di Red Sonja

L’evoluzione: Red Sonja l’Hyrkaniana

Nota ai più per essere una compagna di avventure di Conan il Cimmero, la nostra roscia eroina NON è, per l’appunto, un personaggio dei racconti di Robert E. Howard.

La genesi di Red Sonja nei fumetti Marvel

Red Sonja infatti nasce nel 1973 dalla penna di Roy Thomas e dalla matita di Barry Windsor-Smith.
I due autori lavorano alla serie Conan The Barbarian della Marvel. Qui, tra le altre cose, diversi racconti di Howard che hanno tutt’altre ambientazioni e protagonisti vengono riadattati per farli diventare avventure del Barbaro.
Può sembrare una cosa strana ma, in realtà, non era una novità. Infatti, era già accaduto con alcuni pastiche firmati da Lyon Sprague de Camp e Lin Carter. Così, Thomas e Windsor-Smith decidono di riadattare Shadow of the Vulture all’era Hyboriana e di dare a Conan una spalla femminile ad hoc.
Ed ecco che nasce Red Sonja.

Rappresentazione visiva di Red Sonja e origini geografiche

Inizialmente, Windsor-Smith disegna il personaggio con lineamenti vagamente orientali. Non è nemmeno immediato l’outfit con un inutile due pezzi di maglia metallica, anche se per la verità la nostra beniamina è sempre piuttosto scoperta.
Col tempo però la figura di Red Sonja diventa sempre più “frazettiana” per certi versi. Per altri viene assimilata alle supereroine assumendone le caratteristiche standardizzate: lineamenti occidentali, forme procaci, vitino da vespa, gambe chilometriche etc, etc. In alcune illustrazioni non c’è praticamente differenza tra la nostra rossa e, per dire, Jean Grey, la Fenice degli X-Men.

Ma torniamo alle origini del personaggio.
Non basta un character design con spadone e costumino ferrato. Serve anche un background che, ovviamente, non può essere quello della Red Sonja originale.
Le origini di Red Sonja vengono raccontate nel 1975 da Thomas e Doug Moench nella storia The Day Of The Sword, nel terzo numero della collana Kull and the Barbarians.
In questa versione Red Sonja vive con la sua famiglia nelle steppe occidentali hyrkaniane e qui la cosa si complica.

Rappresentazione di un Hirkaniano (Fonte)
Rappresentazione di un Hirkaniano (Fonte)

50 sfumature di pelle: una riflessione sul setting e sulla coerenza di Red Sonja

Nel 1930, Howard scrive un saggio che intitola L’Era Hyboriana in cui descrive il mondo in cui si muove il suo Conan, con particolare attenzione alle sue popolazioni, ai movimenti migratori e ai “mescolamenti” etnici. Lo potete leggere a questo link.
Per Howard questa cosa è particolarmente importante, perché nella sua visione il fenotipo è identificativo dell’appartenenza etnica. Pertanto il colore di pelle, occhi e capelli sono profondamente significativi nel suo setting.
Degli Hyrkaniani, che poi sarebbero i discendenti degli abitanti della perduta Lemuria, dice:

The Hyrkanians are dark and generally tall and slender.

La coerenza di una Sonja rossa in un popolo simi-turco

Quindi, in teoria, trasformando la polacco-ucraina Sonya nella hyrkaniana Sonja, la nostra si sarebbe dovuta scurire. Ma questo non è accaduto.
Mi fa notare Francesco Lanza:

Sovrapponendo Hyrkania alla mappa terrestre, si trova per la precisione nel Bacino del Tarim. Questo è un posto molto complesso in cui c’è una netta presenza indoeuropea mescolata fortemente ai mongolici e agli Han, e che oggi è popolata dagli sfortunatissimi Uiguri.

Red Sonia, pertanto… non c’entra niente con gli scozzesi, come giustamente fai notare. Al punto che, se è rossa di capelli e la chiamano “Red”, ci sarà una ragione, perché non è comunissimo, ma nemmeno assurdo.
Tutte le popolazioni che girano dall’Iran lungo le valli dell’Afghanistan e si infilano come coriandoli tra i gruppi etnici degli -stan, dell’India, su per l’Hymalaya, dentro la Cina, tutti quelli là hanno ANCHE tizi con gli occhi azzurri o di uno sconvolgente giallo-arancio castano chiarissimo, color ghiaccio o verde e capelli biondi e rossi che, se non sono frequenti, ci sono eccome.

Una cosa simile la dice anche Giorgio Smojver

Un dettaglio.
Se la storia è ambientata nell’età Hyboriana, l’Hyrkania (in epoca romana una regione dell’Iran sulla costa del Mar Caspio, famosa per le tigri) nelle storie di Howard corrisponde al Turkestan. Tutti i personaggi Hyrkaniani hanno nomi turchi, e combattono con gli Aesir e i Cimmerii che fanno scorrerie partendo dalla sponda settentrionale del Mare interno di Vilayet (riferimento alle storiche incursioni dei variaghi rus attraverso il Mar Caspio).

Di verosimiglianza e tradimenti

Osservazioni assolutamente sensate. Infatti, da un punto di vista della verosimiglianza, non è affatto da escludere la possibilità di una rossa in mezzo a una popolazione mediorientale. Il problema però rimane sul fatto che Howard è piuttosto rigido su certe cose, per cui definisce le caratteristiche fisiche dei vari popoli che abitano il suo setting in maniera stringente: gli Aesir sono biondi, i Vanir sono rossi, i Cimmeri hanno i capelli neri con gli occhi blu o grigi etc etc.
Certo, si potrebbe ipotizzare che i capelli di Sonja rappresentassero una ragionevole mutazione all’interno di un contesto di persone “scure”. Sarebbe un po’ tirata, per i parametri howardiani, ma ci potrebbe stare.
Difficilmente però si potrebbe immaginare una donna hyrkaniana con i tratti di una orgogliosa figlia d’Irlanda

Quindi, a parte le reazioni isteriche di certa gente (davvero, ragazzi, prendete qualcosa: una camomilla, della valeriana, del bromuro), posso anche capire la prima reazione perplessa alla presentazione della protagonista del film.
Ma in realtà, se c’è stato un “tradimento”, questo è stato già all’origine del personaggio come lo immaginiamo noi oggi.

Rappresentazione fumettistica classica di Red Sonja
Rappresentazione fumettistica classica di Red Sonja

Conclusione: una considerazione personale su Red Sonja

Ammetto che anche io avrei preferito una Red Sonja più vicina all’immaginario che si è consolidato nel tempo.
Anche perché, da un certo punto di vista, le persone con i capelli rossi non hanno poi tanti riferimenti in personaggi forti e positivi. E se avere caratteristiche fisiche particolari può anche diventare cool con l’età, mi sarebbe piaciuto che le bambine che magari crescono sentendosi chiamare “pel di carota” o che si sentono dire che hanno “le cacche di mosca sulla faccia” o che si sentono evitate perché sono “cattive” alla Rosso Malpelo, potessero avere un’icona di riferimento.
Magari rossa davvero, non come Brigitte Nielsen nel film del 1985 (in Italia noto come “Yado”), o come Scarlett Johansson quando interpreta Black Widow, ma una rossa vera.

Però bon, pace. Ci sarà un’eroina con i capelli rossi (perché i capelli rossi immagino li avrà, sennò è come fare Elric castano chiaro) e la pelle scura.
Alla fine, potrebbe essere un bel modo di conciliare davvero Sonya e Sonja.

7 Commento

  • jack
    Posted 14 Giugno 2021 at 11:39

    Bad casting. Shame this site removes comments they don’t like.

  • David
    Posted 17 Agosto 2021 at 10:10

    Red Sonja is white, naturally red haired Caucasian woman. She was created that way by Roy Thomas and Barry Windsor Smith 48 years ago, and she was always portrayed that way in comics, illustrations, novels and even in the shape of statues and action figures. It’s her iconic look – integral and crucial part of her character as much as her personality and her chain mail bikini.
    So, the problem with this casting choice is not just hair color, height or figure of the actress, it’s her facial features of mixed-race woman. You can not fix that with CGI and make up, so it is irrelevant whether Hannah is a good actress or is she believable in action scenes. No matter how great makeup, hair stylist or CGI master you are, you can not turn Oprah Winfrey into Christina Hendricks.
    Nothing against Hannah but she is soooo wrong for this role. I mean, I like Mads Mikkelsen, but I wouldn’t want to see him as Black Panther.
    Since Red Sonja is not creation of REH, it is irrelevant how REH described Hyrkanians.

  • Alexandre M.
    Posted 3 Novembre 2021 at 6:34

    Race swap is sus, that’s all I can say.

  • Andre Brown
    Posted 1 Aprile 2022 at 1:17

    I’m waiting for the new DOLOMITE movie with JACK Nicholson as the lead. Or the next MATRIX with Christian Bale as Morpheus. Or the next SHAFT film with Russell Crowe as SHAFT…reboot of Sanford and Son with Jackie Chan and Owen Wilson…or the next Prince of Bel-Air, with Paris Hilton as the Princ(ess). Or….the next barbershop film replaced with the entire cast of Steel Magnolias. Or the next Bad Boys film with Amy Schumer and Melissa McCarthy in the leads. Take your pick…or add one you are waiting for..cause the street goes both ways. If you don’t like my comment you’re a racist.

  • Ann
    Posted 1 Aprile 2022 at 21:40

    Can your image if we started casting white people into black character roles!?? Tired of watching everyone bow to the mob! And I don’t think it’s fair that they expect and are receiving half or more representation when they represent 12% of the population…what about equal representation for the Hispanic and Asian population??

    • Gloria Comandini
      Posted 2 Aprile 2022 at 10:13

      Don’t worry, we (white people) can handle not being the protagonists.

I commenti sono chiusi.

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