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L’Erede – Episodio 3: recensione della seconda stagione di The Mandalorian

Parliamo del terzo episodio della seconda stagione di The Mandalorian, L’Erede, in cui incontriamo facce conosciute e si manda avanti la trama.

Continuano le mie riflessioni sulla seconda stagione di The Mandalorian. Oggi parliamo del terzo episodio, L’Erede. Un episodio estremamente discusso, in cui (finalmente) succedono molte cose e la trama va avanti. Vediamo dunque cosa è successo.

Prima di passare all’articolo vero e proprio, vi ricordo che l’anno scorso abbiamo scritto una serie di approfondimenti di lore su tutta la prima stagione di The Mandalorian! Potete recuperare questi articoli nei link seguenti: 1×011×021×031×041×051×061×07 e 1×08Qui invece potrete trovare la recensione della prima stagione. Ai seguenti link potrete trovare le mie riflessioni sui primi due episodi della seconda stagione di The Mandalorian: Lo sceriffo e Il Passeggero.

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER!

Da sinistra a destra, i/le Mandaloriani/e Axe Woves, Bo-Katan Kryze e Koska Reeves in L'Erede
Da sinistra a destra, i/le Mandaloriani/e Axe Woves, Bo-Katan Kryze e Koska Reeves in L’Erede

Breve sinossi de L’Erede

Dopo l’incontro casuale nelle caverne ghiacciate di Maldo Kreis, Din Djarin (questa volta alterneremo il suo nome vero a Mando, perché ci sono troppi Mandaloriani in giro) e il pupo senza nome (no, lui resta Baby Yoda) continuano il loro viaggio verso il pianeta acquatico Trask. La loro nave riesce giusto ad atterrare in maniera sgraziata, prima di aver seriamente bisogno di riparazioni. Finalmente, la donna Frog loro passeggera riesce a riabbracciare il proprio marito e Mando a sapere dove poter trovare altri Mandaloriani.

Imbarcatosi insieme a un gruppo di pescatori Quarren, Mando però scopre ben presto di essere caduto in una trappola. Infatti, i pescatori Quarren gettano la culla di Baby Yoda nelle fauci di un animale acquatico, il Mamacore, e Mando stesso non sta per fare una bella fine. Per fortuna, Mando e Baby Yoda sono salvati da un trio di Mandaloriani che scende letteralmente dal cielo con i propri jetpack per fare la festa ai Quarren.

Bo-Katan e la resistenza dei Mandaloriani

Ben presto, scopriamo che i tre Mandaloriani sono guidati da una nostra vecchia conoscenza delle serie animate di Star Wars. Bo-Katan Kryze, infatti, prontamente si toglie l’elmo davanti a uno sbigottito Din. Tra un altro scontro con i Quarren e una bevuta in taverna, Bo-Katan spiega a Mando un po’ di cose.

Innanzitutto, scopriamo che Din fa parte di un gruppo di estremisti religiosi, i Children of the Watch, che seguono pedissequamente delle antiche tradizioni mandaloriane, tra cui quella di non togliersi mai l’elmo. Mando ovviamente non sapeva nulla di tutto questo, poiché è stato cresciuto dai Children senza sapere che esistessero altri modi per essere Mandaloriani. In secondo luogo, Bo-Katan spiega a Din che lei e altri stanno cercando di riconquistare il loro pianeta natale, Mandalore, ma che per farlo hanno bisogno di armi, mezzi e, soprattutto, della Darksaber tenuta da Moff Gideon.

Bo-Katan chiede aiuto a Mando in cambio di informazioni su dove trovare i Jedi, ma Mando non è molto convinto: da quel che ne sa, infatti, Mandalore è inabitabile. Ma Bo-Katan la pensa diversamente e alla fine riesce a ottenere l’aiuto di Din. Dopo un burrascoso arrembaggio a un cargo dell’impero e dopo aver scoperto chi fosse in possesso della Darksaber, Bo-Katan finalmente rivela a Din la posizione di una Jedi.

E sì, stiamo ovviamente parlando di Ashoka Tano.

Gli Imperiali in L'Erede
Gli Imperiali in L’Erede

Elementi positivi de L’Erede

Purtroppo, mi sono spoilerata la presenza di Bo-Katan prima di vedere l’episodio e non ho avuto l’impennata di serotonina che normalmente avrei sperimentato vedendo questo bellissimo personaggio in live-action. Non andrò più su Tumblr di venerdì prima di aver visto il nuovo episodio di The Mandalorian, questo è certo. Ad ogni modo, sono molto contenta di vedere l’eredità delle serie animate di Star Wars ripresa e rispettata in un live-action.

Detto questo, come ho già detto nelle recensioni degli scorsi due episodi, a me The Mandalorian piace soprattutto perché ci permette di esplorare l’universo di Star Wars. L’Erede, in tal senso, non fa eccezione.

Ho apprezzato moltissimo la fantastica quantità di alieni presenti sul pianeta acquatico Task. Adoro i Quarren e i Mon Calamari ed è stato fantastico vederne così tanti, così diversificati e impegnati nelle loro faccende giornaliere. Amo questa rappresentazione della quotidianità della gente piccola di Star Wars. Il Mon Calamari esasperato per lo stato della Razor Crest, all’inizio dell’episodio, mi ha risollevato la giornata tutto da solo.

La cura per la cultura mandaloriana

Ho apprezzato molto anche l’attenzione per la continuity e per la cultura mandaloriana, mostrata già da sola nel dialogo tra Mando e Bo-Katan.

È molto interessante vedere come la vecchia Death Watch sia diventata (parrebbe di capire) il gruppo Children of the Watch. Si tratta di un’evoluzione sensata, visto che la Death Watch (che è il gruppo di Mandaloriani che ha salvato Din Djarin quando era un bambino) è sempre stata un gruppo di nostalgici di un mitico passato di Mandalore. E laddove alcuni vecchi membri della Death Watch fossero finiti a fare da lacchè all’Impero (Saxon, stiamo guardando tutti te), ha senso che, dopo la Purga di Mandalore, le rimanenze della Death Watch si siano allontanate dall’Impero per isolarsi e “riscoprire” le antiche tradizioni mandaloriane.

Ha sempre senso, poi, il fatto che gente come Bo-Katan abbia idee diverse e non senta il bisogno di riesumare queste antiche usanze. Che sia finalmente giunto il momento in cui rivedremo i Mandaloriani uniti sotto un’unica bandiera, senza i loro soliti scismi interni?

Din Djarin e Bo-Katan in L'Erede
Din Djarin e Bo-Katan in L’Erede

Elementi negativi de L’Erede

Partendo dal presupposto che L’Erede mi è generalmente piaciuto molto, ci sono anche alcune cose che mi hanno fatto un po’ storcere il naso. Voglio quindi approfondirle un po’.

Mando cambia idea su Bo-Katan troppo in fretta

La prima è il modo in cui è stato gestito come Mando cambi idea e decida di aiutare Bo-Katan. Personalmente, l’ho trovato abbastanza improvviso e un po’ goffo. Più precisamente, non ho apprezzato il ritmo con cui è avvenuto: in una scena, Mando rifiuta l’aiuto di Bo-Katan e se ne va; nella scena immediatamente successiva, Mando viene di nuovo salvato da Bo-Katan e accetta di aiutarla.

Una precisazione: cosa ha senso nell’incontro fra Mando e Bo-Katan

Chiariamoci: ha senso che Mando si renda conto di aver bisogno delle informazioni di Bo-Katan. Ha anche senso che Mando capisca che dovrebbe aiutare questi Mandaloriani che si tolgono l’elmo, perché in fin dei conti hanno dimostrato di essere pronti a schierarsi sempre dalla sua parte per proteggerlo. Infatti, anche se Mando ha dei dubbi sul fatto che Bo-Katan e gli altri siano Mandaloriani duri e puri, Bo-Katan accetta Mando come un proprio compagno a prescindere dalle idee di quest’ultimo.

Ha senso che Mando cambi idea quando vede dimostrato con i fatti che Bo-Katan e gli altri sono leali nei suoi confronti. In tal senso, probabilmente Mando ha riconosciuto Bo-Katan come Mandaloriana proprio perché riconosce quel tipo di lealtà ad altri Mandaloriani come il tratto distintivo principale dei Mandaloriani stessi, più importante di qualunque attaccamento estetico all’armatura.

Cosa invece non ha molto senso: la tempistica

Quello che secondo me è stato fatto male nel cambio d’opinione di Mando è la tempistica: Mando cambia idea troppo velocemente. Forse, sarebbe stato necessario un intero episodio per sviluppare bene il rapporto tra Mando e Bo-Katan, prima che il nostro protagonista si fidasse dell’erede della casata Kryze. Solo nell’episodio successivo, quindi, avremmo visto Mando aiutare gli altri Mandaloriani a recuperare le armi.

Questo però avrebbe spezzato il naturale svolgimento degli episodi centrali di The Mandalorian, che generalmente sono auto-conclusivi e raccontano un unico arco narrativo. Capisco quindi perché si sia preferito premere sull’acceleratore e chiudere tutto velocemente.

Bo-Katan è… troppo giovane?

La seconda cosa che mi ha fatto storcere il naso è l’aspetto di Bo-Katan.

Ri-chiariamoci: l’attrice è bellissima e molto rassomigliante alla Bo-Katan vista in Clone Wars e Rebels. Apprezzo molto il lavoro fatto col suo trucco e il suo costume e ho apprezzato molto anche la recitazione dell’attrice.

Questioni di età che non approfondiremo

Tuttavia, secondo me, questa Bo-Katan ha un aspetto un po’ troppo giovanile. Ci sarebbe molto da dire e da speculare sull’effettiva età di Bo-Katan e su quanto in fretta gli esseri umani in Star Wars effettivamente invecchino, e non credo che questo sia l’articolo giusto per entrare nei dettagli su questo tema.

Detto questo, come è riportato anche in questo ottimo articolo di IGN, Bo-Katan dovrebbe avere all’incirca 50 anni, e dunque essere un po’ più anziana di Boba Fett. Ha senso che Boba Fett sembri più vecchio di Bo-Katan, vista la vita difficile che il cacciatore di taglie ha condotto e il suo essere stato mangiato da un Sarlacc. Ha anche senso che, magari, Bo-Katan non senta molto il passare del tempo e che “porti bene” i suoi anni. Insomma, l’aspetto di Bo-Katan ne L’Erede è lecito.

Questioni su quanto sarebbe stata bella una Bo-Katan più anziana

Tuttavia, personalmente avrei preferito vedere una donna più anziana, per diverse ragioni. Innanzitutto, perché le attrici over-50 tendono ad avere meno possibilità di essere assunte rispetto agli attori over-50. In secondo luogo, perché la tematica dell’invecchiamento femminile tende spesso ad essere evitata e le attrici che interpretano il ruolo di donne anziane sono spesso truccate e vestite in modo tale da sembrare tendenzialmente più giovani.

Nell’ottica di questa situazione, credo che sarebbe stato bello mostrare una Bo-Katan più anziana e con addosso i segni del passaggio del tempo e della sua carriera di guerriera. Perché ricordiamoci che Bo-Katan lotta da gran parte della sua vita. Ha passato tutti i grandi conflitti degli ultimi 30 anni della galassia, dalle Guerre dei Cloni alla Purga di Mandalore, probabilmente. Ha senso che queste cose abbiano lasciato il segno, come è successo anche a Boba Fett. Io, almeno, avrei amato una Bo-Katan con i capelli brizzolati, più rughe e più cicatrici, proprio per sottolineare il fatto che siamo di fronte a una veterana di mille battaglie.

Ma si tratta di gusti e preferenze personali.

Bellissima concept art per il terzo episodio di The Mandalorian
Bellissima concept art per il terzo episodio di The Mandalorian

Conclusioni finali

Con L’Erede, The Mandalorian è tornato a spingere sulla trama orizzontale, questa volta accelerando notevolmente.

L’episodio è molto carino e mantiene un buon ritmo, senza perdersi in chiacchiere e arrivando subito al punto. L’ambientazione è molto ben curata e gli alieni sono bellissimi da vedere. Bo-Katan e gli altri Mandaloriani sono interessanti, ben introdotti e anche piuttosto ben caratterizzati. La spiegazione di Bo-Katan sulle differenze culturali tra lei e Mando apre a molte nuove ipotesi, oltre che alla speranza di vedere finalmente i Mandaloriani uniti sotto la stessa causa. Ho apprezzato molto anche come sono stati tratteggiati gli Imperiali, se devo dirla tutta.

L’episodio ha anche alcune goffaggini e alcune scelte che non ho particolarmente apprezzato, ma sulle quali posso passare sopra. In definitiva, mi ha divertita e ne sono uscita di buon umore.

Sono piuttosto sicura che la prossima puntata non porterà avanti di molto la trama orizzontale, e probabilmente vedremo Ashoka tra diversi episodi. Vedremo se i prossimi filler saranno interessanti e se approfondiranno il mondo e i personaggi.

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