Hasbro, terza casa produttrice di giochi da tavolo, e non, al mondo, in meno di un anno ha tagliato più del 20% della sua forza lavoro.
È notizia di pochi giorni fa che, a seguito di nuove valutazioni sul mercato e sul mondo del lavoro, fosse corretto, per il bene della compagnia, tagliare altri 1100 posti di lavoro, oltre gli 800 licenziamenti già effettuati ad inizio anno.
Lascio perdere ogni parere personale, ma vorrei limitarmi ad analizzare il perché di queste scelte. Cerchereremo inoltre di capire alcune cose, con i dati che abbiamo a disposizione. Soprattutto fin dal flop al botteghino del nuovo film di Dungeons & Dragons che, tra incassi e pubblicità varie, si è rivelato un ottimo sistema per riassettare il risultato di esercizio dell’azienda per quasi 70 milioni di dollari! È un modo un po’ complesso pilotare un fallimento e farlo diventare un mezzo successo, soprattutto per determinati movimenti finanziari…
Sembrano dati buttati così un po’ a caso, forse alla rinfusa. Considerate però che le perdite, per certe aziende, se organizzate in modo corretto, sono dei guadagni. Tenete presente che ogni quattro film di una casa produttrice cinematografica, degli Stati Uniti, uno di questi, il quarto per l’appunto e da lì i suoi multipli, debbano essere dei flop. Questo per non doversi trovare troppo la IRS (l’Agenzia delle Entratre USA, N.d.A.) in casa.
LEGGI ANCHE: L’ONORE DEI LADRI – UN FILM SU DUNGEONS & DRAGONS
Ma torniamo alla Hasbro
I tagli al personale non riguardano solo i lavoratori della filiera industriale della compagnia. Hanno investito inoltre disegnatori, sviluppatori dei giochi di ruolo, di carte e da tavolo e tanti altri artisti.
Decine, per non dire di più, di ex dipendenti Hasbro si sono rivolti ai social media per annunciare di essere tra i colpiti dal licenziamento del 12 dicembre. In una nota interna, il CEO di Hasbro, Chris Cocks, ha espresso rammarico per la contrazione del personale in prossimità del Natale ma ha definito la decisione drastica: “una leva che dobbiamo tirare per mantenere Hasbro in salute“.
Prendiamo l’esempio Wizards of the Coast che gestisce sia Dungeons & Dragons che Magic: The Gathering. Questi due marchi, che hanno continuamente generato solidi profitti per il loro proprietario aziendale, stanno subendo una contrazione. Altre linee come Peppa Pig, Transformers e Play-Doh hanno faticato in quattro trimestri finanziari consecutivi e sono rimaste pressoché stabili.
Nonostante la nota di Cocks abbia indicato che la maggior parte delle notifiche di licenziamento avverranno nei prossimi sei mesi, membri di spicco nei team di D&D e MTG hanno confermato che i licenziamenti stanno coinvolgendo quasi ogni reparto all’interno della struttura di Hasbro, colpendo sia membri anziani, che dirigenti, così come i neo assunti.
Il game designer Dan Dillon, passato a D&D 5E da Kobold Press cinque anni fa, ha rilasciato una dichiarazione che dice semplicemente: “Beh, oggi è stato il mio ultimo giorno da Wizards. Non so cosa succederà dopo.”
Anche l’editore di sviluppo Eytan Bernstein ha perso il lavoro. Egli aveva contribuito a diversi importanti libri nel catalogo di D&D, inclusi i prossimi Quests from the Infinite Staircase e Vecna: Eve of Evil. Quest’ultimo addirittura come redattore capo!
Quindi diciamocelo, non sempre quello che viene affermato dai Grandi Capi è la realtà.
LEGGI ANCHE: WIZARDS OF THE COAST E IL BAN DI CARTE E ARTISTI
Tante teste sono cadute, anche chi ha portato tanti profitti alla Hasbro
La community manager di Wizards of the Coast, LaTia Jacquise, impiegata presso Hasbro, ha dichiarato che stanno perdendo il cuore del loro team di streaming. Il canale FAST di D&D, basato in gran parte su lavoratori contrattuali, potrebbe presto seguire la stessa sorte per quanto riguarda i livestream correlati al gioco di ruolo.
E questo nonostante che nel Regno Unito un evento di gioco, connesso a Dungeons & Dragons, abbia realizzato oltre 12.000 spettatori!
I licenziamenti hanno coinvolto anche le posizioni di vertice in alcuni dipartimenti. La prova che dimostra che Hasbro sta tagliando la lista dei dipendenti per risparmiare costi in vista del 2024.
Michael Kelly, vicepresidente della pubblicazione globale presso Hasbro, ha annunciato la fine dei suoi quasi diciotti anni con l’azienda. Larry Frum è stato rimosso dal ruolo di responsabile delle comunicazioni per tutti i prodotti di Wizards of the Coast.
Un licenziamento che mi ha lasciato basito tra tutti questi è quello Megan Galbraith Donahue. Donahue dirigeva i team creativi e di produzione di Magic: The Gathering per Universes Beyond.
Magari in molti non lo sanno, ma Universes Beyond ha portato ad alcune delle mosse più redditizie e di successo per il gioco di carte collezionabili. Basti pensare al set de Il Signore degli Anelli “Tales from Middle Earth“. Questo prodotto ha letteralmente sbancato, e ha registrato addirittura la più alta vendita per una carta singola acquistata da Post Malone.
Doctor Who e i prossimi crossover con Fallout, Final Fantasy VII e l’Universo Cinematografico Marvel chissà cosa faranno!
La diretta interessata ha attribuito il suo licenziamento al “lancio dei dadi” su LinkedIn. Inoltre ha anche ammesso di non aver previsto ciò che stava per accadere.
LEGGI ANCHE: FALLOUT – UN 2024 ESPLOSIVO!
Ma quindi cosa sta succedendo?
La verità è che le aziende, soprattutto di giochi come la Hasbro, che aveva visto durante i due anni della pandemia un aumento delle vendite, non hanno retto il contraccolpo degli anni successivi, ma non è solo quello. Essendo comunque Hasbro una multinazionale dai molti interessi, c’è da dire che questa ha fatto delle scelte azzardate, come l’acquisto della piattaforma eOne che, nonostante abbia firmato molti film e serie televisive, poche sono quelle legate ai prodotti Hasbro stessi. Ovviamente escludendo Peppa Pig, Dungeons & Dragons e pochi altri.
Sarà per questo che girano voci che parlano di una svendita di tale piattaforma alla modica cifra di 400 milioni di dollari. E questo dopo averne spesi la bellezza di dieci volte tanto per acquistarla!
Conclusioni
Il punto è che ormai, giocare, non è più cosa per ragazzini. Questo è il mio classico discorso da vecchio scorbutico e scontroso (direi pure malmostoso N.d.R.) quale sono, sappiatelo.
Negli ultimi anni mi sono reso sempre più conto di come poter comprare un nuovo set Lego, seguire un gioco di carte come Magic: the Gathering, non sia più cosa da ragazzini.
I veri acquirenti ormai sono persone sopra i diciotto anni e, sempre più spesso, anche più vecchie. Vi lascio questo dato estrapolato dalla società di analisi Circana, riguardo determinate ricerche di mercato.
Negli ultimi anni, rispetto al 2022, è stato rilevato che in cinque paesi europei (Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Spagna) l’acquisto di giochi da parte degli adulti è valso circa 4,6 miliardi di euro. Una cifra la quale implica una forte crescita delle vendite, ben superiore a quella legata ai bambini. Dal 2019 infatti i ricavi dei giocattoli di quest’ultimi sono addirittura calati mentre gli acquisti degli adulti sono aumentati di un miliardo.
Forse quello che sta succedendo ad Hasbro è solo un sintomo di questi tempi. I bambini davanti ad un cellulare, gli adulti a giocare con i pupazzetti e le carte.
Giusto? Sbagliato? L’unica cosa che mi viene in mente è che questo sia solo l’esempio lampante di un bisogno di creatività che, a tutti gli effetti, non vogliamo forse che le nuove generazioni sviluppino…
Perdonatemi, vi avevo promesso che non avrei espresso pareri. Mi dispiace per avervi mentito.
Voi cosa ne pensate di quello che sta succedendo?