Fallout è ormai un marchio famoso in tutte le sue forme. Videogame, gioco di ruolo, una serie televisiva all’orizzonte e addirittura una espansione per Magic: the Gathering. Anche questa, come la serie televisiva, vedrà per l’appunto la luce nel 2024.
Ma andiamo a conoscere Fallout in ogni suo desertico granello nucleare vetrificato!
Dai suoi primi passi nel deserto post-apocalittico nel lontano 1997, il franchise di Fallout ha trascinato i giocatori in un mondo devastato dalla guerra nucleare. Un luogo in cui la sopravvivenza è una lotta quotidiana e il destino dell’umanità è appeso a un filo. Attraverso gli anni, il gioco si è evoluto così come il suo stile e la sua narrazione, divenendo un’icona nella storia dei videogiochi.
LEGGI ANCHE: POSTAPOCALITTICO – QUANDO LA SOCIETÀ CROLLA
Fallout e il suo viaggio attraverso deserti più o meno apocalittici
Fallout è unico nel panorama dei videogiochi grazie alla sua ambientazione, influenzata dalla cultura pop degli anni ’50. La guerra nucleare, tema ricorrente nella fantascienza dell’epoca, diventa in Fallout un catalizzatore per la distruzione del mondo noto. Questa ambientazione crea un terreno fertile per storie coinvolgenti e complesse, in cui i giocatori devono navigare tra fazioni rivali, creature mutate e decisioni morali difficili. Il tutto alla luce di neon, tubi catodici e una tecnologia retro-futuristica che si è fermata agli anni cinquanta perché era molto buffa. È stato il primo gioco a scegliere tale grafica, ma non è stato l’ultimo. Infatti anche Stubbs the Zombie in Rebel Without a Pulse è stato uno dei tanto giochi ad utilizzare tale iconografia, ma soprattutto quella “tecnologia”.
Il primo e il secondo Fallout, furono giochi di ruolo isometrici che mettevano il giocatore nei panni di un abitante della Vault 13 in cerca, nel primo di un pezzo di ricambio per il sistema di purificazione dell’acqua, mentre nel secondo del G.E.C.K., ovvero il kit per il terraforming creato dalla Future-Tec. Nel corso degli anni, la serie ha visto cambiamenti significativi, passando dall’isometrico al 3D con Fallout 3 nel 2008, portando nuove prospettive e sfide. Fallout: New Vegas (2010) ha enfatizzato la libertà del giocatore nelle scelte narrative. Mentre Fallout 4 (2015) ha introdotto la costruzione e la gestione degli insediamenti, aggiungendo un elemento strategico alla sopravvivenza. Ma non pensate che mi sia scordato di Fallout Tactics: the Brotherhood of Steel. Ed è proprio in questo gioco del 2001 che iniziamo a vedere il ruolo fondamentale che hanno le decisioni morali dei successivi giochi.
Il Ruolo delle Decisioni Morali in Fallout
Ciò che distingue Fallout dai suoi predecessori è sempre stata la sua capacità di far emergere la moralità del giocatore attraverso scelte difficili e le relative conseguenze. Salvare un gruppo di sopravvissuti potrebbe portare a un’alleanza utile in futuro, ma potrebbe anche mettere in pericolo le risorse limitate del protagonista. Questo aspetto ha reso il gioco una piattaforma per l’esplorazione delle sfumature morali e delle conseguenze delle azioni umane, portando i giocatori a riflettere sulla loro stessa etica.
Come detto in precedenza, da Fallout Tactics in poi, il gioco ha portato il giocatore a fare delle scelte e forse, uno dei giochi meno apprezzati di questo franchise è stato Fallout: New Vegas, dove il giocatore poteva fare tutto quello che voleva, e soprattutto fregare tutti. Nonostante questa totale libertà di scelta il gioco Fallout: New Vegas ha sempre lasciato qualcosa di amaro nel palato dei giocatori. Certo, questo non è stato proprio il primo, primo gioco a dare delle scelte morali in mano ai giocatori, però è stato uno a trattare determinate tematiche, anche abbastanza forti. A volte con ironia, altre con molta serietà.
Dallo schiavismo, alla distruzione della città di Megaton, passando per la scelta finale di Fallout Tactics, sono molte le scelte che i giocatori sono stati chiamati a compiere. Possiamo solo sperare che, anche in futuro, i giochi, le serie tv e tutto il corollario dimostrino la stessa attenzione in determinati frangenti!
LEGGI ANCHE: DISTOPIA – LA CATTIVA STORIA PER ECCELLENZA
L’Eredità Culturale e il Futuro delle varie zone contaminate
Fallout ha anche ereditato e influenzato la cultura popolare. I dialoghi sarcastici, la colonna sonora retrò e l’iconico stile artistico retro-futuristico sono diventati caratteristiche distintive del franchise. Ma non solo. Il gioco oltre ad aver ispirato una serie di giochi di ruolo e opere di narrativa che abbracciano la stessa estetica e temi ha anche preso molto in giro anche altre opere. In Fallout: New Vegas è possibile trovare quello che resta di Indiana Jones all’interno di un frigorifero con tanto di scheletro, cappello e frusta. Ma non pensate che la Tavola Rotonda o Howard Philips Lovecraft si siano salvati. Re Artù e i Cavalieri Atomici sono un chiaro rimando ai Monty Python e il Sacro Graal. Mentre se volete cercare il Solitario di Providence, dovrete procurarvi Fallout 3 e andare fino al Dunwich Building e il Krivbeknih.
Ci sarebbe ancora tanto da dire e quindi come dimenticare titoli come Into The Badlands tra le serie televisive, o Nameless Land tra i giochi di ruolo? Ora addirittura una serie televisiva che approderà su Amazon Prime Video nei prossimi mesi e che in questi giorni si è mostrato in tutto il suo contaminato splendore. L’unica mia speranza sarà quella di poter vedere il Goodest Boy Ever! Il cane Dogmeat presente in tutti gli episodi o quasi di questo polverosissimo mondo.
Prima di lasciarvi alle conclusioni, però vorrei mostrarvi una persona che ha fatto di Fallout quasi uno stile di vita. Avete mai avuto modo di vedere o conoscere Mrs. Fallout? Io vi consiglio di fare un salto a conoscerla, perché la sua opera di collezione di oggettistica legata a Fallout è qualcosa di leggendario!
LEGGI ANCHE: UCRONIA NEI MEDIA – COSA CI AFFASCINA TANTO?
Conclusioni
Fallout è più di un semplice gioco. È un’esperienza che ha attraversato decenni, adattandosi e crescendo con i tempi. La sua importanza non risiede solo nell’intrattenimento che offre, ma nella capacità di far riflettere i giocatori sui temi dell’umanità, della sopravvivenza e delle scelte morali. Attraverso le sue incarnazioni, Fallout ha costruito un mondo vasto e affascinante che continua a catturare l’immaginazione dei giocatori. Mentre il futuro del franchise evolve, resta da vedere quali nuovi orrori e meraviglie il deserto post-apocalittico di Fallout riserverà agli avventurieri del domani.
Ma su una cosa potrete essere certi: ci sarà una Nuka Cola ad aspettarvi. Ah, non dimenticatevi di mettere da parte un gran numero di tappi, mi raccomando, perché sapete, non si sa mai. L’apocalisse è dietro l’angolo e magari non avrete l’ingrediente Quantum per costruire la vostra Granata Nuka, quindi siate sempre pronti e ricordatevi di fare i Boy Scout della Zona Contaminata!