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Codex Venator: Analisi e valutazioni sulla derivazione Armistice

DISCLAIMER: Codex Venator è una campagna condivisa per Dungeons & Dragons 5° Edizione, creata da Andrea Lucca, Alex Melluso ed Enrico Romeo. L’ambientazione tratta temi quali razzismo; misoginia; violenza esplicita; estremismo religioso; esperimenti su creature viventi; abuso di potere; limitazioni alla libertà personale e occultismo. Non si tratta di un’ambientazione dalle tematiche leggere e, per questo motivo, è bene che la lettura sia riservata ad un pubblico adulto.
In nessun caso gli autori di questi racconti, delle avventure di Codex Venator o di altro materiale da esso derivato intendono appoggiare o giustificare comportamenti illegali e lesivi della dignità delle persone.
L’Ordo Fabularis ringrazia la Magister Sermonis Alice Gritti per aver scritto il racconto.

68 giorni dalla Scoperta

Quinto mi ha tradita.
Sento di aver fallito il mio scopo. Ho deluso la mia Famiglia nell’ora del bisogno, e non c’è assoluzione che possa consolarmi di
Tutto quello che ho sempre voluto era che sapessero di poter contare su di me. Se Quinto ha sentito di dover cercare altrove risposte, la colpa è mia. Le mie ricerche sono così lente, e vanno in due direzioni tanto distanti…
La sua testa, con i cavi irreparabilmente recisi, mi è stata recapitata oggi.
La Pulzella ha oggi osato più di quanto non fosse nelle sue possibilità. Pagherà per il Sangue Puro di Quinto, ogni goccia, quando le giuste fiamme la reclameranno.

Ma la perdita mi devasta. La Famiglia è in subbuglio. Non so come farò a spiegare loro l’accaduto – non dopo che hanno visto Quinto andarsene dalla Villa, con i suoi averi in mano.

Gli istanti precedenti ancora mi vorticano davanti agli occhi. Mio Figlio che mi sfida a duello. Mio Figlio e la sua espressione di dolore (sì, dolore!) quando ho rifiutato di battermi e mi sono offerta alla sua lama, con tutta la compassione di cui sono capace. 

Credevo d’essere una Trivulzio, credevo che l’onore e la tradizione vivessero in me. Mesi fa ormai ho compreso d’essermi sbagliata. Da allora ogni mio scopo è nato e vissuto in questa casa fredda e austera, senza l’ombra d’un servitore, dove mi servo i pasti da sola e da sola li consumo. Non capisco. Pensavo di star facendo tutto giusto.
L’Innominabile sa che ho sacrificato Loro tutto ciò che poteva ancora ricordarmi da dove vengo, e l’amore e la devozione di

Fatico ormai a ricordarmi il senso delle mie ricerche. Li ho riuniti, gli ho dato un nome, li ho resi una Famiglia – non poteva bastare? La loro condizione non è quella che desideravano, forse?
Sono solo io a non sapermi rassegnare a quello che so. A nessun altro a Milano, nemmeno a quelli come me, importa qualcosa.
Con i dissensi politici che dilagano e le insurrezioni popolari contro la Pulzella (Suprema Siniscalca, adesso – quanto ridicolo), sembra che chiunque abbia dimenticato i propri alti scopi.
Persino Loro sono inquieti. Temono per sè stessi, se lei rimarrà in carica.

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