Perché la scelta del Berlinale di abolire il premio per il miglior attore e quello di miglior attrice in favore di un premio per la miglior performance potrebbe essere prematura? Vediamo gli altri casi in cui sono stati istituiti premi “gender neutral”, e come sono andati.
Il Festival internazionale del cinema di Berlino (conosciuto anche come Berlinale) ha annunciato di voler combinare le precedenti categorie che premiavano la recitazione maschile e quella femminile in favore di una nominazione neutrale per la miglior performance da protagonista o da non protagonista.
Per quanto la notizia avesse fatto scalpore, il Berlinale non è il primo festival legato al cinema che fa scelte di questo tipo. Tuttavia, non sempre la decisione di istituire una sola categoria di premio, senza distinzione di genere, ha portato dei benefici a persone di tutti i generi. Anzi, in alcuni casi si è rivelato uno strumento per premiare solo artisti uomini e per rimarcare la netta maggioranza delle persone di genere maschile nell’industria del cinema. In altri casi, invece, questa scelta si è rivelata più oculata, ma per la co-presenza di diversi motivi.
In questo articolo, quindi, analizziamo un po’ più approfonditamente la questione. Vediamo quali premi gender neutral hanno funzionato e quali non hanno funzionato. E vediamo perché la decisione del Berlinale, per quanto lodevole, potrebbe essere ancora prematura.
I premi gender neutral prima del Berlinale
Come abbiamo già detto, il Berlinale non è stato il primo festival del cinema ad adottare un premio gender neutral per il ruolo di miglior attore/attrice. Vediamo quali altri festival sono stati gli apripista.
MTV Movie & TV Awards: la categoria del Best Actor
Nel 2017 gli MTV Movie & TV Awards modificarono i premi di recitazione legati al genere, sostituendoli con “Best Actor in a Movie” e “Best Actor in a Show”.
Tuttavia, per gli MTV Movie & TV Awards, è stato piuttosto facile eliminare le designazioni di genere. Infatti, le nomine in quel caso sono decise dai producers, anche se sono i fan a votare i vincitori.
Inoltre, in generale gli MTV Movie & TV Awards hanno sempre visto una certa parità di genere nelle nomine. Quell’anno la categoria dei film fu equamente bilanciata tra interpreti maschili e femminili, con tre candidati a testa, mentre la categoria legata alla TV ebbe quattro donne e due uomini nominati. Nell’edizione del 2018 nelle nomine ci furono tre uomini e due donne per il premio legato al cinema e quattro donne e un uomo per la TV. Lo scorso anno le nomine hanno avuto quattro donne e un uomo, sia per i film che per la TV.
In sostanza, le attrici non hanno avuto ripercussioni negative, ma anzi, hanno ricevuto in alcuni casi un numero di nomine maggiore rispetto alla controparte maschile.
Television Critics Association: la categoria degli Individual Achievement
Un altro utile esempio è quello della Television Critics Association. Questa realtà ogni anno assegna premi come “Individual Achievement in Drama” e “Individual Achievement in Comedy” in cui premiano la miglior realizzazione individuale in performance drammatiche e comiche senza distinzioni di genere.
I TCA Awards distribuiscono premi per la recitazione dal 1997, quando Andre Braugher e David Hyde Pierce vinsero rispettivamente per Homicide (drama) e Frasier (comedy). Da allora, 15 dei 20 premi drama assegnati sono andati a uomini (Edie Falco, Julianna Margulies, Claire Danes, Tatiana Maslany e Sarah Paulson sono le eccezioni). La categoria delle comedy è stata leggermente più equilibrata, con solo 13 uomini su 20.
Ci sono stati segni di miglioramento negli ultimi anni: le donne hanno vinto tre degli ultimi cinque premi drammatici e comici. Resta però una disparità difficile da ignorare.
Premi gender neutral: cosa è successo nei grandi festival del cinema?
Uno dei primi pensieri che sono sorti alla notizia del premio gender neutral del Berlinale è stato “quale sarebbe l’impatto se gli Emmy o gli Academy Awards eliminassero completamente le distinzioni di genere per i premi legati alla recitazione?”.
Ebbene, i Grammy hanno abbandonato questa distinzione da tempo (nel 2011), ma sono stati aiutati dal fatto che distribuiscono premi ad artisti in 84 differenti categorie. Gli Oscar, invece, hanno solo quattro premi di recitazione (protagonista e non protagonista, maschile e femminile), con cinque candidati per ogni categoria.
In un settore ancora colmo di sessismo istituzionalizzato, in cui gli attori maschili dominano ancora la quantità di ruoli da protagonista disponibili, è facile immaginare squilibri di genere maturare di anno in anno, anche se le categorie principali e di supporto sono state estese a dieci candidati. Lo abbiamo già visto accadere con premi senza distinzione di genere.
Premio alla miglior regia: gender neutral, ma con quante vincitrici donne?
Premi assegnati agli Academy Awards come quello per la miglior regia sono un utile esempio, in quanto premi che non sono stati mai legati al genere.
Risale a soli dieci anni fa la prima vittoria di un Oscar, in tutta la storia degli Academy Awards, da parte di una regista donna nella categoria della regia. In tal senso, Kathryn Bigelow fu premiata per The Hurt Locker, che quell’anno ha vinto anche per la categoria miglior film, ambientato durante la guerra in Iraq. In generale, dal 1929 solo cinque donne sono state nominate (nominate, non vincitrici!) per il premio di miglior regista.
Invece, negli ultimi dieci anni solo uno dei film dei vincitori del premo di miglior regista ha avuto una protagonista femminile: The Shape of Water di Guillermo del Toro, con Sally Hawkins. La maggior parte dei film di coloro che hanno vinto il premio di miglior regista, invece, inclusi Green Book, Birdman e lo stesso The Hurt Locker, sono ambientati in un universo tutto al maschile. Pertanto, Bigelow rimane l’unica donna ad aver mai vinto il premio come miglior regista, e lo ha vinto per Hurt Locker, un film di guerra che vede principalmente protagonisti uomini, approfondisce la psiche maschile e si inserisce perfettamente in una lunga serie di film consacrati dall’Academy su quel particolare argomento.
Infatti, in generale, gli Academy Awards tendono a preferire film che raccontano di ambienti in cui il genere maschile è molto presente o che sente come propri. E quest’anno il panorama non è cambiato drasticamente. I film che dominano gli Oscar sono 1917 (guerra), The Irishman (mafia), Ford vs Ferrari (automobili) e C’era una volta a Hollywood (Tarantino).
Anche quest’anno agli Oscar non ci sono donne nominate per il premio (gender neutral) di miglior regista
Nessuna donna è stata nominata come miglior regista per gli Academy Awards di quest’anno. Eppure ci sono donne che hanno diretto molti film straordinari nel 2019.
Greta Gerwig, ovviamente, ha diretto Piccole donne, che è un adattamento dell’omonimo romanzo. Hustlers è diretto da Lorene Scafaria che racconta di un gruppo di spogliarelliste guidate da Ramona (Jennifer Lopez), uniscono le forze per attuare un piano per derubare alcuni dei loro clienti Wall Street. C’è The Farewell, diretto da Lulu Wang, basato sulla sua storia. This American Life su una famiglia in cui la nonna in Cina sta morendo di cancro, ma decidono di non dirglielo, e quindi devono andare a riunirsi e salutarla senza che lei sappia il perché di questa riunione di famiglia. A Beautiful Day In The Neighbourhood è stato diretto da Marielle Heller, in cui Tom Hanks interpreta Fred Rogers nella storia di un’amicizia tra Rogers e un giornalista che lo ha intervistato. E ancora Booksmart, una specie di commedia liceo che dura tutta la notte, diretta dall’attrice Olivia Wilde.
I pro e i contro dei premi gender neutral, agli Oscar come al Berlinale
Le possibilità che gli Oscar o gli Emmy eliminino le categorie di genere nel prossimo futuro sembrano estremamente remote. Se i premi gender neutral per la recitazione prenderanno piede, lo faranno in modo graduale, con i festival minori, come il Berlinale, a fare da apripista.
L’avere delle categorie di recitazione separate ha degli effetti positivi, così come degli effetti negativi. Da un lato, i premi di “miglior attore” e “miglior attrice” potrebbero perpetuare l’idea semplicistica che gli attori maschili siano essenzialmente migliori delle loro controparti femminili. D’altro canto, alcuni potrebbero obiettare che le categorie gender neutral porterebbero liste di nomination sbilanciate, come è capitato al premio di miglior regista. Togliendo uno spazio garantito per le artiste del cinema, si farebbe luce sui problemi sistemici più profondi di Hollywood, inclusi i molti meno “ruoli parlanti” per le attrici e la scarsità di registe donne.
I premi gender neutral per le persone non binarie
Tuttavia, l’idea del Berlinale di avere un premio gender neutral può essere positivo quando si ha a che fare con persone non binarie in lizza per il titolo. Lo abbiamo visto nel caso di Asia Kate Dillon, star della serie Orange is the new black e film come Billions e John Wick, che si identifica nel genere non binario, e che in più occasioni ha sollevato la questione. Infatti, nel 2017 Dillon inviò una lettera all’Academy in cui mise in discussione le designazioni specifiche di genere delle categorie di recitazione degli Emmy, in quanto incertə sul candidarsi come miglior attore non protagonista o come migliore attrice non protagonista.
L’Academy rispose immediatamente, facendo notare che qualsiasi artista ha la possibilità di inserirsi in una qualsiasi delle due categorie per qualsiasi motivo, e assicurando Dillon che gli Emmy non indagano in alcun modo su scelte di questo tipo. Eppure, questa prospettiva non è comunque attraente per molte persone non binarie, perché le costringe a inserirsi in una categoria, appunto, binaria, che non le rappresenta davvero.
Conclusioni
In conclusione, il gesto del Berlinale è sicuramente ammirevole e progressista. Risulterà sicuramente positivo per le persone non binarie nel mondo del cinema. Infatti, per quanto gli artisti che si identificano in generi non binari siano la minoranza, va comunque data la possibilità anche a loro di partecipare a competizioni come queste, senza che debbano necessariamente parteciparvi scegliendo categorie in cui non sarebbero rappresentatə in nessun caso.
Tuttavia, è lecito temere che l’istituzione di un premio gender neutral potrebbe finire per lasciare fuori tutte quelle persone che non si riconoscono nel genere maschile. Questo è ancora più vero nel caso in cui non ci fosse la possibilità di avere più persone premiate o molte più categorie di premi. Insomma, c’è la possibilità che il premio come miglior performance del Berlinale si trasformi in un premio prettamente maschile, come quello per il miglior regista degli Oscar.
Ad ogni modo, qualunque cosa decidano di fare i grandi festival, le regole della Berlinale cambiano. Le critiche sollevate, come quelle di Dillon, suggeriscono che la questione richiederà almeno una maggiore consapevolezza nei prossimi anni.