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Nightmare of the Wolf: recensione

All’interno del panorama fantasy Geralt di Rivia, la saga di The Witcher o più in generale gli Witcher sono conosciuti praticamente da chiunque. Nightmare of the Wolf, il film d’animazione che narra delle vicende di Vesemir, è stato quindi atteso con impazienza dal pubblico. La storia dell’anziano witcher, maestro e “padre spirituale” di Geralt, è narrata seguendo varie linee temporali, scritta in maniera scorrevole e con personaggi utili anche se non profondissimi. Il risultato è riassumibile in due aggettivi: fluido e piacevole.

Attenzione agli spoiler! La recensione che segue ne è piena.
Nightmare of the Wolf, una scena del film

La storia del bambino che voleva fare soldi

In pochi sanno che Vesemir ha cominciato come un giovanissimo garzone, figlio di contadini, impiegato nelle faccende più umili e grette: dall’andare a raccogliere erbe all’andare al mercato, passando dal bloccare la moglie del padrone impossessata da un demone. Ed è proprio nell’ultima circostanza che il giovane fa la conoscenza di un Witcher, Deglan, che gli mostra quanti soldi fanno i witcher a tal punto da spingerlo ad abbandonare la sua vita da garzone.

Vesemir abbandona quindi Illyana, sua amica d’infanzia nonché futuro interesse amoroso, e si reca a Kaer Moren, dove viene iniziato alla Scuola del Lupo. Dopo tanto sangue, sacrificio e sudore il ragazzo diviene un Witcher, e comincia fin da subito a collezionare trofei e denari. L’incarico che lo troviamo a compiere nel presente riguarda un meticcio elfo/alp, capace di incredibili stregonerie. Vesemir si mette quindi alla sua ricerca con Tetra, una maga ostile agli Witcher ma disposta a collaborare per il bene comune.

Peccato che il meticcio sia una creazione di Deglan stesso; il Witcher anziano sa bene che i mostri non continueranno ad esistere in eterno e serve nuova carne da cannone; questo fa infuriare la gente locale, che si dirige quindi verso Kaer Moren e nella quale sfocia un intensa battaglia, dal quale la scuola ne esce distrutta, gran parte dei suoi membri morti e Vesemir come unico Witcher rimasto della Scuola del Lupo.

Nightmare of the Wolf, una scena del film

Un buon film d’animazione

Nightmare of the Wolf è interessante da moltissimi punti di vista. Dal punto di vista prettamente tecnico è un prodotto davvero ben fatto, che se la gioca con Castlevania (che abbiamo recensito qua, per chi si fosse perso il nostro pov) a livello di tecnica, effetti e animazioni. Ovviamente a ricevere più lustro dall’eccellenza delle animazioni sono i combattimenti e i personaggi; ogni combattimento è reso benissimo, con movimenti fluidi, creature che si smembrano ogni dove e incantesimi fantastici. I personaggi sono invece ben caratterizzati, con espressioni interessanti e buoni dettagli.

Dal punto di vista narrativo, Nightmare of the Wolf racconta la storia di uno dei personaggi più iconici del panorama Witcher-esco; la storia di Vesemir e del motivo che portò la scuola del Lupo alla decadenza sono interessanti. Il sapere come, perché, vedere così tanti witcher alle prese con mostri (soprattutto durante la battaglia finale) è una gioia per gli occhi di chi ha seguito la saga. Sebbene alcune cose siano decisamente troppo amplificate (i segni dei witcher, ad esempio, e l’abilità di Vesemir) il resto è gradevole, godibile e in linea con l’ambientazione.

Il doppiaggio è di buona qualità, così come il reparto sonoro, le musiche e in generale il sound design. Non abbiamo le ballate polacche che ci hanno accompagnato durante i giochi, ma qualcosa che vi si avvicina molto e rende nello stesso modo. Traendo quindi le conclusioni, Nightmare of the Wolf è un buon film di animazione; peccato per la durata. Decisamente troppo poco, in attesa della seconda stagione di The Witcher!

Nightmare of the Wolf, una scena del film

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