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Eternal War: Inferno – Acheron Books

Eternal War: Inferno è l’episodio finale della quadrilogia Eternal War scritta da Livio Gambarini ed edita da Acheron Books, nota casa editrice indipendente italiana impegnata sul fronte del fantastico.

È difficile, a volte, arrivare al capitolo finale di un libro e ripensare al fatto che questo ti abbia accompagnato per qualche anno. È come quando ti separi da un vecchio amico, dalle sue storie, dalle emozioni che ti dona quando ti racconta qualcosa.
È questo che sento, ora, parlando di Eternal War: Inferno.

Vi ricordate? Avevo già articolato delle recensioni dei libri precedenti. È passato poco più di un anno da quando ho proposto il primo libro, mentre il secondo e il terzo sono più recenti.

Oggi però, come dicevo poc’anzi, vorrei salutare un amico.

Nell’articolo saranno presenti alcuni piccoli spoiler riguardanti il libro precedente, atti ad introdurre una sintesi, questa sì senza alcuno spoiler, dell’ultimo volume della quadrilogia.

Preambolo per Eternal War: Inferno

Quella che andrete a leggere sarà una recensione sui generis. Non sono qui per raccontarvi come si svolgeranno le vicende dell’ultimo atto della saga di Guido Cavalcanti, Kabal(licante) e Durante degli Alighieri. Non voglio mica rovinarvi la gioia di leggerlo! Però, dopo un breve sunto della storia, vorrei approfondire un aspetto fondamentale di questo volume.

Ma come potrei iniziare una recensione come questa di Eternal War: Inferno?
Ci provo rubando le parole ad uno dei protagonisti:

“Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita”

Dante Alighieri, Divina Commedia
Le bellissime rappresentazioni di Doré

Sinossi di Eternal War: Inferno

Abbiamo lasciato i nostri eroi a Firenze dopo gli scontri che portarono all’esilio dalla città di Guido Cavalcanti e alle drammatiche conseguenze che si sono riverberate sia nella città che nelle Lande della Materia, terra degli Ancestrarchi.

Giusto per rinfrescarvi la memoria, gli Ancestrarchi sono entità eteree che, con le loro azioni, sono in grado di modificare il modo di pensare e di agire dei propri consanguinei. La loro forza cresce al crescere di importanza del proprio capofamiglia, tramite le proprie azioni, raccogliendo e distillando il potere in gocce di Virtù, una sorta di moneta spirituale.

Ma non è successo solo questo. Abbiamo lasciato il buon Durante degli Alighieri in piena ansia tremebonda sul ciglio della Selva Oscura che ben tutti conosciamo.

Che cosa è dunque questo Eternal War: Inferno?
A tutti gli effetti questo libro si propone come una sorta di viaggio iniziatico, non solo per il protagonista di questo libro, Dante, ma anche per l’Ancestrarca Kabal, protettore spirituale della famiglia Cavalcanti.
Durante la discesa nei Gironi Infernali, dove ritroviamo molti volti noti dei peccatori che conosciamo grazie alla Divina Commedia, i nostri due eroi iniziano a mettersi in discussione: uno alla ricerca di Qualcosa mentre l’altro alla riconquista, nel modo più doloroso possibile, della consapevolezza di sé.

Significato delle parole

Uno dei temi fondamentali, per come ho interpretato io la lettura, è il potere della parola, le sfaccettature che questa può avere, ma soprattutto le sue conseguenze.

Spesso siamo soliti dire che “verba volant, scripta manent” (“le parole volano, gli scritti rimangono”) ma, in questo particolare caso, non è del tutto esatto.
Livio ci accompagna in questo ultimo atto mostrando quello che avviene quando si profferiscono le parole giuste o quando le si sottacciono.

Cosa accade quando ci troviamo davanti a parole che avremmo dovuto dire e non abbiamo detto? Ad azioni non seguite a parole e promesse non mantenute?
La prima domanda sembra rubata ad un film “il 13° Guerriero” anziché a Eternal War: Inferno, ma vi assicuro che è adatta allo scopo.
Parte del viaggio dell’eroe, o meglio degli eroi in questo caso, avviene proprio attraverso il lemma. I personaggi dimostrano loro stessi attraverso quello che dicono, attraverso le loro espressioni idiomatiche, finanche attraverso i loro modi di dire.

Ma c’è molto oltre questo. C’è una scena in particolare che ho trovato straziante. Livio riesce infatti, grazie alla sua prosa, a catapultarci in un dato anno e a farci percepire la povertà di quella terra della Toscana. Ci dona la sofferenza di una famiglia, l’amarezza di non essere abbastanza e infine la creazione di un qualcosa attraverso la menzogna.

Vi dirò, quella scena mi ha colpito in maniera davvero profonda, tanto da avermi fatto chiudere il libro quella sera.

Eternal War: Inferno

Conclusioni

È stato un lungo viaggio. Ho trovato la storia, imbastita da Livio Gambarini, diversa dai classici racconti fantasy editi nel nostro paese. L’idea che ha coraggiosamente portato avanti alla fine ha portato i suoi frutti.
Ho apprezzato molto Eternal War: Inferno, ma anche tutti i libri precedenti. Questo ultimo capitolo è stato, a tutti gli effetti, il giusto coronamento delle storie che si sono intrecciate nella saga.

Personalmente mi trovo a mio agio con le libertà che si è concesso nella narrazione. Sia quelle a livello lessicale, tramite le quali è riuscito a creare personaggi quanto mai vividi, quali i diavoli, che quelle a livello storico temporale.

Come ci tiene a ricordarci l’autore stesso nella postfazione, è necessario per una storia che funzioni, che alcuni eventi siano in un ordine temporale specifico, anche se non necessariamente giusto. Grazie ad un confronto avuto poco prima di scrivere queste righe, infatti, mi è stato fatto ricordare un passaggio di Umberto Eco ne Il Nome della Rosa dove spesso questo escamotage è stato usato. Non mi riferisco al noto piatto di peperoni precolombiani, ma al barile di sangue.

Ecco, se abbiamo accettato e “perdonato” Umberto Eco, penso che si possa fare lo stesso con Livio Gambarini.

Come sempre vi invito ad acquistare il libro perché ne vale davvero la pena. Potete trovare il volume a questo link affiliato così da poter sostenere l’autore, Acheron Books e il nostro portale.

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