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Alieni di oggi, folletti di ieri

Perché le storie di avvistamenti e rapimenti alieni odierne ricordano molto il folklore sulle fate e i folletti? Approfondiamo la questione e facciamo un po’ di riflessioni!

Blu, Anunaki, Anfibiodi e Andromediani.
Felinoidi, Insettoidi, Nordici e Rettiliani.
Grigio classico, Lux, Pleiadiani.
Oltre ai più preziosi e pericolosi: gli esseri umani.

Rancore – Razza Aliena

Questo articolo nasce da un buffo momento sul gruppo “I naufraghi di Atlantide”.

Infatti, un iscritto pensava che anziché essere un gruppo di nerd, fossimo un gruppo che cercasse realmente Atlantide. L’utente aveva condiviso un post su una possibile razza aliena: bello e biondo con gli occhi azzurri. Angeli caduti come possibili abitanti alieni a difesa dell’umanità.

Questo mi ha riportato alla mente che c’è chi a queste cose ci crede davvero. E, approfondendo l’argomento, non ho potuto fare a meno di notare alcune somiglianze tra le credenze sugli alieni e quelle legate al folklore popolare. In questo articolo cercherò di approfondire questa tematica.

Alieni, questi sconosciuti

Capiamoci, l’equazione di Drake implica che le chance di vita su altre stelle sono alte (dato il numero pressoché infinito di stelle), e che prima o poi la vita intelligente (secondo canoni che possiamo riconoscere anche noi) si faccia strada anche su altri pianeti. Però qui finiscono le belle speranze e interviene quel guastafeste di Fermi col suo paradosso: le distanze tra pianeti sono incolmabili allo stato attuale, le comunicazioni altrettanto impossibili (anche se ogni tanto qualche notizia come questa ci illude del contrario). Sempre che vogliano comunicare con noi, come dice Liu Cixin con la sua Teoria della Foresta Oscura

Come potrebbero essere le forme di vita di altri mondi non lo sapremo mai temo. Anche se un paio di serie TV hanno provato a raffigurarceli, ultima tra queste la pregevole Mondi Alieni su Netflix. Potrebbero essere totalmente diverse e aliene in modo che non possiamo concepire né descrivere, oppure la convergenza evolutiva avrà fatto il suo lavoro e riproporranno soluzioni anatomiche a noi familiari?

Purtroppo osservare, tanto meno contattare, civiltà aliene (se esistono) non è possibile. Scene come la cantina di Mos Esley o l’Antro di Chora resteranno, per il momento, materia di fiction.

Ma non per le vivide immaginazioni di alcune persone le cui esperienze hanno creato un bestiario alieno che fa impallidire gli Alien Archives di Starfinder. Ci sono i marziani verdolini, i grigi (che nei racconti di alcuni sono semplici androidi), i rettiliani, gli asgardiani (andavano di moda negli anni ‘70), le madonne celestiali e gli gnomi. Wikipedia ha un elenco piuttosto esaustivo di alieni avvistati, e si può osservare che più si scorre la lista più si incrocia con il folklore fantastico del nostro mondo.

Un Gray, ossia un Grigio, come è immaginato nell'Alien Archive di Starfinder
Un Gray, ossia un Grigio, come è immaginato nell’Alien Archive di Starfinder

È il loro corpo che cambia, è in trasformazione

Gli avvistamenti alieni e il nostro rapporto con essi hanno avuto diverse fasi.

La storia degli avvistamenti e dei rapimenti alieni inizia molto prima, ma iniziamo a parlare del fenomeno dal secondo dopoguerra, ossia da quando acquisisce le caratteristiche del fenomeno di massa.

L’inizio: gli avvistamenti alieni negli anni ’50 e ’60

Anni ‘50 e ‘60: l’epoca d’oro della fantascienza cinematografica e letteraria, l’incidente di Roswell e le prime storie di avvistamenti e incontri ravvicinati. 

Sono gli anni dei primi incerti passi nell’esplorazione spaziale, dei satelliti russi e americani, dei velivoli jet sperimentali e in generale di un affollamento dei nostri cieli di oggetti con cui non eravamo familiari. Molti vivevano nel terrore dell’escalation del conflitto tra blocco occidentale e blocco sovietico, come si è detto anche in questo articolo.

Sono anche gli anni dei mostri. Si va da quelli da vedere al cinema a quelli da avvistare nell’entroterra rurale, come il Flatwood Monster e il Mothman. In questo periodo fioccano storie di avvistamenti e rapimenti alieni. Spessissimo, dopo la pubblicazione su un giornale locale di un avvistamento, ne spuntano molti altri nei dintorni. In questa fase, gli alieni sono di tanti tipi: molto spesso di statura minuta (chissà perché), a volte anche sotto il metro, umanoidi, verdi, oppure strani. Ma sempre molto organici e fisici. 

Un caso particolare è quello dell’avvistamento di Kelly Hopkins, dove nel 1955 diverse persone dichiararono di essere state attaccate da creature simili a goblin. La descrizione della creatura ha ispirato, decenni dopo, il Pokèmon Sableye e il gremlin Hobkin in Pathfinder. Nota a parte: quelli della Paizo sono stati veramente bravi a usare la criptozoologia moderna come fonte d’ispirazione per i bestiari!

Gli alieni simili a goblin che hanno ispirato Sableye e gli Hobkin
Gli alieni simili a goblin che hanno ispirato Sableye e gli Hobkin

Gli alieni mistici nell’Età dell’Acquario: gli anni ’70

Negli anni ‘70, in seguito all’emergere di nuove forme di spiritualismo conseguenti al movimento hippie anche gli alieni assumono un aspetto più mistico.

Constatato dalle missioni lunari che là fuori non ci sono navicelle aliene in attesa di portarci a bordo, si reagisce alla delusione di scoprirsi soli nello spazio buttandola nell’epic fantasy. Così, gli alieni si adattano e decidono di provenire allora da luoghi non ancora osservabili: altre dimensioni, stati superiori di coscienza e piani astrali.

Siamo anche in concomitanza con l’emergere di movimenti messianici e spiritualisti, vere e proprie sette come Scientology o il movimento Raeliano (se vi piace la lore di Evangelion, googlatevelo). Pertanto, gli alieni sono diventati ineffabili e spirituali. Sono dunque entità volte a entrare in contatto con noi per elevarci a uno stadio superiore di conoscenza (che coinvolge sempre l’alleggerimento del nostro portafoglio, in qualche modo). Spesso gli alieni, in virtù della loro natura mistica, hanno aspetto incorporeo, oppure assumono un aspetto comprensibile di fronte a noi, poiché la loro vera forma sarebbe qualcosa che solo Lovercraft sarebbe capace di non descrivere (il volpone!). A volte, in questa fase storica, assumono l’aspetto di Madonne, santi o figure religiose, oppure degli ABBA (tipo i Pleiadiani, che sono come noi ma con capelli migliori). 

I protagonisti di X-Files, sicuramente a caccia di alieni
I protagonisti di X-Files, sicuramente a caccia di alieni

Gli alieni ai tempi di X-Files: gli anni ’80 e ’90

Sul finire degli anni ‘80, la cinematografia e la televisione cambiano nuovamente il modo in cui percepiamo gli alieni. Nel corso del decennio, sono usciti moltissimi bei film di fantascienza con alieni al centro dell’attenzione. Ma due fenomeni all’inizio degli anni ‘90 sono ancora più influenti su come vedremo gli alieni per i successivi vent’anni: la real TV e X-Files.

Le videocamere si riducono molto di dimensioni (e di prezzo) e non vengono tirate fuori solo per matrimoni e compleanni. I video amatoriali fioccano, e fioccano con essi le trasmissioni televisive che ne trasmettono ogni settimana compilation varie. Tra una rapina, un salvataggio all’ultimo minuto, un fail e un inseguimento della polizia, fanno capolino video di ufo che galleggiano sopra parchi e tetti delle case. La qualità dei video è bassa, specie quando si inquadrano cose in distanza, e l’incertezza rende tutto plausibile. Le falsificazioni sono facili da fare: bastano un piatto, una lenza da pesca e un obiettivo sfocato.

Alieni, tra serie TV, teorie del complotto e interviste a rettiliane

X-Files, e molta narrativa coeva, contribuiscono poi a maturare le teorie del complotto. All’epoca però il complottismo era relativamente innocuo. Infatti, la gente credeva appunto che nell’Area 51 il governo tenesse parcheggiati gli UFO, che le piramidi e i nuraghe fossero stati creati dagli alieni, che Grigi (NN) e Rettiliani (LM) combattessero una guerra fredda con noi come pedine inconsapevoli. Perché sì: nell’immensità dello spazio devono venirsi a menare tra di loro a casa nostra.

Queste teorie del complotto su argomenti innocui erano viste come ridicole, forse, ma mai dannose. Fateci caso: in molti fumetti e film dell’epoca per esempio il complottista è raffigurato come il paranoico che fa bene a essere paranoico. E che spesso alla fine ha anche ragione. Purtroppo, probabilmente, il non aver sbattuto la porta in faccia a queste avvisaglie di complottismo ha portato vent’anni dopo a gente che crede all’agenda gay, alle scie chimiche, agli antivaccinisti e a chi si fa saltare in aria perché convinto che il 5G ammazzi la gente.

Il primo internet permise a molti di dire la propria e creò le prime echo chamber. Di questo periodo è anche l’interessante “intervista” all’aliena Lacerta. Infatti, nel ‘99 uno studente scandinavo pubblicò su una pagina web la lunga intervista che avrebbe avuto con la rettiliana Lacerta. (No, non è quella di Vikings con una pronuncia diversa, anche se mi avrebbe reso la serie più interessante da vedere.) All’interno di quell’intervista fittizia c’è un po’ di tutto: evoluzione umana guidata, convivenza con le razze aliene, terra cava e guerre segrete tra alieni. Potete trovarla facilmente su internet, qui uno dei tanti siti che la riportano.

Illustrazione da Changeling: The Lost
Illustrazione da Changeling: The Lost

Changeling the Lost: Alieni & Fate?

Se vi rileggete un vecchio manuale della linea Vampire The Masquerade troverete dozzine di teorie del complotto anni ’90. Infatti, l’intero concetto di World Of Darkness si basa sull’idea che esista un mondo parallelo al nostro, che sfrutta, influenza e decide gli andamenti della nostra vita per le proprie guerre segrete. Si tratta di complottismo all’ennesima potenza e costituisce la base del franchise.

In tal senso, Changeling The Lost costruisce un bel discorso sul fatto che gli alieni possano essere una modernizzazione del mito del Piccolo Popolo. Vediamo quindi le principali similitudini tra gli avvistamenti di alieni e quelli dei folletti.

Tra rapimenti e aspetto fisico, alieni e creature folkloristiche a confronto

Nella costruzione di questa osservazione, il rapimento è centrale. Infatti, viene trovata una valida similitudine tra le abduction della moderna ufologia e i racconti di rapimenti legati al Piccolo Popolo in epoche passate. Abbiamo quindi gente che entra nei cerchi di funghi e visita il reame fatato dove il tempo trascorre diversamente, o tutti i racconti folkloristici di creature che si portano via i bambini (magari sostituendoli con appunto dei changeling). 

Se si confrontano le descrizioni fisiche di fate e alieni, sono d’altronde tanto diverse? In entrambi i casi, talvolta siamo di fronte a un esserino basso, col testone e gli occhioni. In tal senso, potrei stare parlando di un grigio, oppure di uno gnomo. Altre volte, invece, leggiamo di umanoidi lucenti e bellissimi. Si tratta di Pleiadiani o Liósálfar (“elfi di luce” della mitologia norrena)? E nel caso degli umanodi dalla pelle a scaglie che vivono nel sottosuolo? Sono Rettiliani parenti di Lacerta, o Naga della mitologia/religione indiana?

Immagine di repertorio di una aliena Pleiadiana. O forse è Galadriel?
Immagine di repertorio di una aliena Pleiadiana. O forse è Galadriel?

Perché ricreiamo sempre le stesse creature fantastiche?

Ci sono diverse spiegazioni per queste somiglianze.

Da un lato, la nostra fantasia è limitata. Possiamo creare variazioni sul tema, possiamo astrarre forme geometriche o combinare elementi, ma non possiamo allontanarci troppo dalla nostra esperienza quotidiana. La nostra capacità di immaginare corpi è limitata e solo pochi geni davvero visionari possono immaginare qualcosa di mai visto prima. Penso ad esempio a Wayne Barlowe, che ha fatto un onesto e faticoso tentativo di immaginare delle forme di vita aliene scientificamente plausibili, ma che variassero dai piani corporei terrestri.

Sotto un altro punto di vista, queste somiglianze trovano riscontro anche in natura. Infatti, il fenomeno della convergenza evolutiva fa sì che soluzioni anatomiche vincenti si ripresentino nel corso del tempo, standardizzando le apparenze.

Quale sia la spiegazione che vogliamo dare (fantasia limitata o imitazione della natura), il risultato è lo stesso: ricreiamo ciò che ci è familiare. Questo avviene nella creazione tanto delle nostre leggende popolari, quanto della nostra letteratura fantastica e fantascientifica.

È quindi per questo che i nostri grandi antichi sono tentacolosi, i nostri alieni senza naso. Per questo in Star Wars molte razze aliene introdotte da Clone Wars in poi virano sul furry animale antropomorfo. E sempre per questo in Star Trek tutti gli alieni non sono altro che umani con del pongo in faccia (Deep Space 9, sto guardando te). Ho improvvisamente deciso di farmi quanti più nemici possibili in un solo paragrafo!

Riproporre comportamenti familiari

Le similitudini non si limitano poi all’aspetto, ma anche certi comportamenti di alieni e folletti sono accomunabili. Infatti, chi viene preso dai folletti non torna mai com’era prima, e chi viene rapito dagli alieni torna con i microchip. I folletti regalano profezie e insegnano la magia? E allora a chi viene visitato dagli omini grigi vengono rivelate importanti informazioni sulle alte sfere politiche del mondo, la galassia e la composizione delle scie chimiche.

Insomma, sotto molti punti di vista, gli alieni sono un nuovo modo per raccontare un vecchio mito, o un vecchio mito che si adatta per sopravvivere ai tempi.

Un esempio di essere alieno immaginato da Wayne Barlowe
Un esempio di essere alieno immaginato da Wayne Barlowe

Perché lo facciamo?

L’ipotesi è certamente interessante: i folletti sono i visitatori alieni di una volta? Gli alieni sono come chiamiamo i folletti del XX e XXI Secolo?

Sono forse il nostro bisogno di popolare il mondo di creature che non possiamo vedere, per sentirci meno soli, per spiegarci l’inspiegabile? Personalmente credo di sì.

Dare un senso all’incomprensibile

Folletti, Chimere, Grigi, Santi, Angeli, Yoni, Ogre, Ogre Magi, Rugginofagi e Munacielli servono a compensare i limiti di quello che non riusciamo a comprendere. Laddove le spiegazioni vengono meno, quando le categorie di causalità non bastano a spiegare perché l’universo va in un certo modo, quando saremmo soli di fronte alla realizzazione che certe cose sono al di fuori del nostro controllo, ecco: lì intervengono gli esseri soprannaturali.

Una madre non prova affetto per il proprio pargolo neonato? é perché gliel’hanno sostituito i folletti con un feticcio di legno e rovi. Non trovi le chiavi di casa? È perché un Munaciello te le ha imboscate. Stramazzi al suolo dopo aver bevuto alcool e mangiato carne grassa nel deserto? È un essere supremo invisibile che ti punisce. Una tempesta ti sfonda il tetto e muori fulminato? È il letterato Kitano Tenjin (aka Sugawara no Michizane) che si vendica dall’oltretomba per l’ingiusto esilio dovuto a intrighi politici!

Riprendere il controllo di ciò che è incontrollabile

La vita è troppo breve e spesso (era) anche crudele per non volerne individuare un senso. Tutto quello che esula dalla nostra agency è facile additarlo a una forza esterna, una entità con una propria agenda, magari con un carattere incostante o imperscrutabile. È molto più consolatorio pensare che la responsabilità sia dovuta a qualche essere (anche volubile) piuttosto che alle complesse e ineluttabili leggi che regolano la casualità dell’universo. 

Dagli esseri possiamo difenderci. Ecco perché i cappelli di carta stagnola, i cerchi col sale, gli amuleti magici e i CD appesi sullo specchietto retrovisore. E mano a mano inventeremo anche storie dove riusciamo a ingannare gli alieni, a batterli al loro stesso gioco o convincerli a fare cose per noi. Per ora no, quella parte del mito deve ancora svilupparsi, e gli alieni sono ancora molto… distanti.

Che siano alieni o folletti, comunque c'entrano le cose difficili da spiegare o accettare
Che siano alieni o folletti, comunque c’entrano le cose difficili da spiegare o accettare

Due parole conclusive

Io credo in una manciata di cose, non credo in un sacco di cose e ho il dubbio sull’esistenza di un paio.
Scrivendo questo articolo potrei aver offeso le credenze di parecchie persone. D’altronde c’è chi ha speso soldi per un corso in avvistamento di folletti, e chi ha dato il proprio denaro nella speranza di essere messo in contatto con gli alieni. Tutto è possibile in questo pazzo, bellissimo mondo. 

D’altronde, ai magici e fantastici esseri non importa se crediamo o meno in loro. Loro se esistono, continueranno a esistere che la gente ci creda o no (mica come quelli del Faerun!).

Quando si fa questo genere di discorsi, adoro citare questo aneddoto che trovai in nel saggio di Dipesh Chackrabarty, Provincializzare l’Europa

Un giorno, durante il periodo delle sue approfondite ricerche sul folklore irlandese nel Connemara rurale, WIlliam Butler Yeats scoprì un tesoro. Il tesoro era una certa Mrs. Connolly, che possedeva il più magnifico repertorio di favole sulle fate in cui W.B. si fosse mai imbattuto. Sedette con lei nel suo piccolo cottage dal mattino al tramonto, ascoltando e registrando le sue storie, i proverbi e le tradizioni. Con l’avvicinarsi del crepuscolo, Yeats dovette accomiatarsi e si alzò, ancora emozionato per quanto aveva sentito.

Mentre se ne andava Mrs. Connolly si mise sulla porta; arrivato al cancello, Yeats si voltò e le chiese tranquillamente: “Un’ultima domanda, Mrs. Connolly, se posso. Lei crede nelle fate?”. Mrs. Connolly piegò la testa all’indietro e rise: “Oh, no davvero, Mr. Yeats, no davvero”. W.B. si fermò un attimo, si voltò e si avviò per l sentiero. Sentì allora la voce di Mrs. Connolly Dietro di sé: “Ma ci sono, Mr. Yeats, ci sono”.

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