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Il salvataggio: episodio 8 – Recensione della seconda stagione di The Mandalorian

Parliamo dell’ottavo episodio della seconda stagione di The Mandalorian, Il salvataggio, in cui Din Djarinn metterà insieme una squadra per salvare Grogu da Moff Gideon.

Oggi è la Vigilia di Natale e noi, per festeggiare, vi portiamo l’ultimo articolo sulla seconda stagione di The Mandalorian. Il salvataggio è un episodio estremamente ricco di eventi, in cui è ben difficile annoiarsi. Personalmente, credo che chiuda molto bene questa seconda stagione, mettendo la meritata parola “fine” a certe storyline e aprendone di nuove.

Prima di passare all’articolo vero e proprio, vi ricordo che l’anno scorso abbiamo scritto una serie di approfondimenti di lore su tutta la prima stagione di The Mandalorian! Potete recuperare questi articoli nei link seguenti: 1×011×021×031×041×051×061×07 e 1×08Qui invece potrete trovare la recensione della prima stagione. Ai seguenti link potrete trovare le mie riflessioni sui primi due episodi della seconda stagione di The MandalorianLo sceriffoIl PasseggeroL’EredeL’AssedioLa Jedi, La tragedia e Il vendicatoreIn questo articolo, invece, abbiamo parlato delle recenti polemiche sorte attorno alla figura di Gina Carano. In quest’altro articolo, poi, abbiamo parlato del body-shaming subito da Temuera Morrison.

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER!

Moff Gideon e Din Djarin ne Il salvataggio
Moff Gideon e Din Djarin ne Il salvataggio

Breve sinossi de Il salvataggio

Dopo aver recuperato la posizione di Moff Gideon e il Dottor Pershing, lo scienziato esperto di clonazione che aveva studiato Grogu, Din Djarin è pronto agli ultimi passi prima di recuperare il proprio figlio adottivo.

Lui e Boba Fett, quindi, vanno a reclutare altra preziosa potenza di fuoco, ossia Bo-Katan e la giovane Koska. Nonostante le due Mandaloriane non siano affatto contente di vedere Boba Fett, al quale non mancano di rivolgere commenti al vetriolo sulla sua natura di clone, Bo-Katan e Koska accettano comunque di aiutare Din a salvare Grogu. La sola richiesta di Bo-Katan è di poter affrontare lei Moff Gideon, così da recuperare la Darksaber e poter reclamare il trono di Mandalore.

L’assalto alla nave di Gideon

Grazie alle informazioni rivelate (anche piuttosto volentieri!) da Pershing, il party di Dinn escogita un piano d’azione per abbordare la nave di Gideon e disattivare i Dark Trooper prima che si carichino del tutto. A bordo di una navetta imperiale, i nostri eroi fingono di essere in fuga dallo Slave I, pilotato da Boba Fett, così da poter “trovare rifugio” nella nave di Gideon.

Una volta a bordo, Cara, Bo-Katan, Koska e Fennec si fanno strada a suon di blaster (non necessariamente usato come arma a distanza) fino al ponte di comando per cercare Gideon, mentre Din cercherà di disinnescare furtivamente i Dark Trooper. E se il gruppo principale non ha problemi ad arrivare a destinazione, Din avrà meno fortuna, finendo ad affrontare un singolo Dark Trooper, che rischia seriamente di ucciderlo con la pura forza meccanica dei suoi pugni. Sarà la lancia di beskar a salvare la vita del protagonista, che quindi potrà proseguire verso la cella di Grogu.

Il recupero di Grogu e della Darksaber

Tuttavia, una volta arrivato, Din trova ad attenderlo una brutta sorpresa: Gideon, infatti, sapendo benissimo quale fosse l’obiettivo dell’assalto, lo aspetta proprio nella cella del bambino, Darksaber sguainata. Con tutta l’abilità dei sui bluff e della sua scherma, Gideon mette Din in seria difficoltà, ma alla fine il beskar dell’armatura e della lancia darà al protagonista il vantaggio necessario per disarmare e catturare il Moff.

Così, recuperato un sonnolento Grogu, Din porta Gideon e la Darksaber fino al ponte di comando, dove le sue compagne lo aspettano. Bo-Katan, però, è tutto fuorché contenta: infatti, come rivela un divertito Gideon, Bo-Katan non potrà reclamare la Darksaber senza averla vinta in combattimento. Non disposta a scontrarsi con Din, Bo-Katan rifiuta quindi la Darksaber, nonostante il Mandaloriano gliela offra ripetutamente.

L’arrivo del Jedi misterioso

Le divergenze filosofiche dovranno però aspettare, perché il plotone di Dark Trooper espulso dalla nave sta tornando per abbordarla. I nostri eroi si preparano alla battaglia barricandosi sul ponte di comando, ben sapendo che non potranno mai vincere contro così tanti droidi assassini. Ma, mentre i Dark Trooper si fanno strada a suon di pugni attraverso le porte blindate del ponte, un X-Wing solitario atterra sulla nave. I droidi si fermano e si voltano, dando le spalle a Din e al suo gruppo: un pericolo ben più temibile ha attirato la loro attenzione. Si tratta di un silenzioso Jedi vestito di nero che, con la sua spada laser verde, si fa strada attraverso i ranghi dei Dark Trooper con una facilità disumana.

Le guerriere sono sospettose e Gideon cerca di uccidere se stesso e Grogu con una mossa disperata, ma alla fine i droidi sono tutti distrutti e Din apre le porte del ponte, accogliendo il Jedi, che, con calma, ripone la spada laser e si toglie il cappuccio. È Luke Skywalker, richiamato da Grogu su Tython.

Luke invita Grogu ad andare con lui, ma ha cura di informare Din che il bambino, prima di andare, vuole il permesso del padre adottivo. Per Din è una sofferenza dire addio al figlio subito dopo averlo salvato, ma cerca di fare la cosa migliore per lui, e lo lascia andare. Prima, però, per salutarlo, si toglie l’elmo, mostrando finalmente a Grogu il proprio volto. Incoraggiato anche da un amichevole R2D2, Grogu lascia il padre e segue Luke, che promette di addestrarlo e di proteggerlo a costo della propria vita.

Il gruppo d'assalto de Il salvataggio. Da sinistra: Cara Dune, Koska Reeves, Din Djarin, Fennec Shand e Bo-Katan
Il gruppo d’assalto de Il salvataggio. Da sinistra: Cara Dune, Koska Reeves, Din Djarin, Fennec Shand e Bo-Katan

Elementi positivi de Il salvataggio

Da dove cominciare? Questo paragrafo potrebbe diventare un po’ un elenco di tutte le cose che mi sono piaciute de Il salvataggio, perché sono davvero tante.

I Dark Trooper sono bellissimi, molto ben pensati e animati. Il loro tema musicale, poi, nella sua tamarraggine elettronica, resta in testa e fa sicuramente colpo. Spero di poterli rivedere in azione. Gideon si riconferma un buon antagonista, capace di esercitare diversi tipi di minacce e di adattarsi alla situazione, perdendo senza diventare macchiettistico. Devo poi ovviamente fare una menzione d’onore al team tutto al femminile di Cara, Fennec, Bo-Katan e Koska. Infatti, come hanno già commentato in molti, si tratta di un momento girl power gestito estremamente bene, con grande naturalezza e in maniera molto organica rispetto alla trama.

Ma veniamo ora al centro della puntata.

Luke Skywalker

L’arrivo di Luke è costruito davvero molto bene, dal mio punto di vista. I suoi punti di forza sono due: il ritmo e il gioco tra aspettative dei personaggi e aspettative degli spettatori.

Infatti, il singolo X-Wing in arrivo nel momento del bisogno è un aiuto inaspettato e poco utile, dal punto di vista dei personaggi, ma è un presagio molto chiaro per gli spettatori. Così, abbiamo da un lato la sempre maggiore realizzazione di chi sia il nuovo arrivato da parte dei personaggi, e un suo sempre maggiore riconoscimento da parte degli spettatori, fino anche le loro conoscenze non finiscono per coincidere quando Luke si toglie il cappuccio.

L’avanzata inesorabile di Luke: il potere e la calma del Jedi

Il ritmo dell’incontro aiuta tantissimo, grazie anche all’eccellente uso della colonna sonora. Dopo il battente ritmo dei pugni dei Dark Trooper, il silenzio e la musica delicata successivi fanno presagire l’arrivo di qualcosa di importante, ma anche estremamente diverso da ciò che abbiamo visto fino ad ora. Dopo aver creato nello spettatore e nei personaggi paura nei confronti dei Dark Trooper, vedere come questi droidi assassini si voltino per fronteggiare un singolo uomo fa salire un brivido, nonostante il coro contemplativo.

La musica che accompagna Luke si sposa perfettamente col suo personaggio, calmo e sereno anche mentre si fa strada attraverso un plotone di Dark Trooper. Il suo avanzare è calmo, ma inesorabile ed efficiente. Vediamo perfettamente il suo uso magistrale del Djem So, mentre procede facendo mattanza di droidi. E nell’ultimo corridoio, lo vediamo farsi strada fra i Dark Trooper con uno stile che non può non ricordarci quello di Vader in Rogue One, mentre abbordava la nave dei Ribelli.

L’arrivo di Luke ci fa capire quanto sia grande il dislivello di forza e di distruttività tra persone comuni, per quanto dotate possano essere, e un Jedi pienamente addestrato. Riprendendo ciò che avevamo visto nel Clone Wars di Tartakovsky con Mace Windu, e in generale in tutto The Clone Wars di Filoni, alcuni Jedi valgono da soli quanto un esercito. Sono delle forze capaci di rompere gli equilibri nella Galassia e di portare lo scontro su tutto un altro livello. E per questo devono fare attenzione alle battaglie che combattono.

Un tributo pieno di sentimento

Infine, l’arrivo di Luke è un tributo commovente al suo personaggio. Senza contare il ritorno di Mark Hamill ne Gli ultimi Jedi (che no, non ho apprezzato per nulla, come dicevo anche qui), e senza contare la sua sagoma in Rebels, non vedevamo Luke Skywalker sullo schermo da davvero tanto tempo. E, di sicuro, non vedevamo questo Luke Skywalker: il protagonista in pace con se stesso che avevamo lasciato ne Il ritorno dello Jedi. Ne Il salvataggio, Luke compare come un Patronus di Harry Potter: è un ricordo felice del nostro passato che giunge a salvare la situazione.

Eppure, non è nemmeno solo un puro effetto nostalgia. Infatti, questo Luke si interfaccia col presente di The Mandalorian rimanendo fedele alla sua caratterizzazione classica, ma nel mentre aiuta a chiudere con coerenza la storyline di Grogu. Non è nemmeno un personaggio estremamente invadente, poiché l’episodio fa presto a spostare il focus emotivo su Din e Grogu, lasciandoli pienamente protagonisti de Il salvataggio.

La separazione tra Grogu e Din

In generale, credo che la seconda stagione di The Mandalorian abbia sviluppato molto e bene il personaggio di Din Djarin. Mettendo in discussione il suo credo, il protagonista è cresciuto molto, rivalutando le proprie priorità. Personalmente, ho davvero apprezzato Din e il suo arco narrativo, affezionandomi molto al personaggio.

Sono stata dunque molto contenta di come si sia deciso di chiudere (per il momento) il suo rapporto con Grogu. La loro separazione è stata molto dolce e mi ha fatto scendere una lacrimuccia, grazie anche all’eccellente performance di Pedro Pascal. Tuttavia, nonostante la malinconia, ho trovato anche assolutamente necessario chiudere la storyline di Grogu, così da poter dare più spazio al racconto della storia di Din Djarin, nella prossima stagione.

Una (piccola) immagine di Luke Skywalker ne Il salvataggio
Una (piccola) immagine di Luke Skywalker ne Il salvataggio

Elementi negativi de Il salvataggio

Anche per questo episodio non ho particolari critiche da fare. In generale, Il salvataggio è un ottimo episodio finale, che tiene alta la tensione e porta a molte risoluzioni.

Ci sono giusto due cose che mi hanno leggermente infastidita. La prima è il fatto che Cara Dune, quando Luke si è presentato, non abbia dato segni di riconoscere l’eroe della Ribellione. Certo, probabilmente non tutti possono sapere che Luke sia un Jedi, né tutti avranno grande familiarità col suo aspetto. Tuttavia, da una ex militare della Ribellione legata ad Alderaan come Cara (che quindi probabilmente conoscerà, almeno di nome e di vista, Leia) mi sarei aspettata una maggiore familiarità con gli eroi di guerra della Ribellione.

Un’altra cosa che tendenzialmente ha poco senso è che Bo-Katan non possa ricevere la Darksaber da Din. Certamente, può essere che nel frattempo i Mandaloriani abbiano ripreso le vecchie abitudini, come afferma la bella gente de L’insolenza di R2D2 in questo articolo. Pertanto, forse i Mandaloriani non si fiderebbero più di Bo-Katan dopo la sua fallimentare difesa di Mandalore, a meno che questa non si presenti avendo vinto la Darksaber e dunque dimostrando di essere ancora una guerriera capace. Tuttavia, la vicinanza temporale tra The Mandalorian e Rebels rende questo cambio di costumi un po’ strano. Speriamo di avere maggiori informazioni nella prossima stagione.

L'addio tra Din Djarin e Grogu
L’addio tra Din Djarin e Grogu

Conclusioni

Nonostante l’amarezza di vedere Din e Grogu nuovamente separati, questo finale di stagione mi è piaciuto moltissimo.

Ho trovato Il salvataggio ben diretto, dotato di un ottimo ritmo, ottime musiche ed eccellenti scene d’azione. L’episodio punta a un coinvolgimento emotivo su più livelli, puntando sull’affetto del pubblico per Grogu e sull’empatia nei confronti del dolore di Din. Non manca nemmeno, poi, un coinvolgimento emotivo basato sull’affetto degli spettatori verso personaggi come Luke Skywalker e Boba Fett. È difficile, infatti, non emozionarsi per il ritorno del Luke calmo e gentile de Il ritorno dello Jedi, o non provare empatia per Boba nel suo scontro verbale con Bo-Katan. Infine, è difficile rimanere indifferenti alla separazione di Din e Grogu.

Insomma, secondo me Il salvataggio è uno degli episodi migliori della serie, poiché unisce l’azione al coinvolgimento emotivo e porta avanti molto bene la storia, chiudendo diverse storyline e aprendo nuovi scenari per la terza stagione di The Mandalorian, e per la serie televisiva su Boba Fett. In generale, mi è sembrato un ottimo modo per concludere questa bella, bella stagione.

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