“La voce della foresta profonda” è un albo importante all’interno del grande arazzo di Dragonero, perché si occupa del personaggio che maggiormente è stato segnato dalle storie raccontate finora: Sera di Frondascura.
Da quando abbiamo iniziato questo nostro viaggio a fianco dei Ribelli dell’Erondár (qui), abbiamo sempre puntato l’attenzione sul fatto che i personaggi (qui e in quest’altro articolo), ed il mondo (qui), siano in continua evoluzione e anche questa volta la storia non è da meno.
Vai con l’intro!
“…
“Radici”, 2020, Nudi Sotto La Pioggia
Quello che han fatto alle mie membra
non è un mistero,
mi han violentato massacrato, sparso il veleno
che ora infetta le mie vene
e non c’è modo d’alleviare queste mie pene
… “
“La voce della foresta profonda“
Come accennato poc’anzi, l’albo che stringiamo tra le mani presenta tre archi narrativi sapientemente interconnessi tra loro; del resto, come ci viene raccontato nell’editoriale “Cronache della Ribellione“, la storia è il frutto delle tre menti di Dragonero: Stefano Vietti, Luca Enoch, il curatore Luca Barbieri e non solo! I tre atti sono affidati a tre autori diversi (Gianluca Pagliarani, Giuseppe Matteoni e Giuseppe De Luca) i cui tratti, sebbene diversi tra loro, riescono a fondersi con il progredire della storia pur mantenendo le loro unicità a sostegno del momento trattato.
Gli avvenimenti “principali”, cioè Sera che ritorna alla patria avita, Frondascura, spinta da un richiamo che non può essere negato, si legano al ricordo di un evento traumatico vissuto dalla piccola elfa tempo addietro. Ma il futuro incombe nero sui nostri eroi, è infatti proprio il riaffiorare di questi ricordi drammatici che apre un altrettanto drammatico spiraglio su ciò che aspetta l’Erondár prossimamente.
Giuseppe Matteoni si occupa della visione a tinte fosche
Già dal prossimo numero, infatti, saranno svelate le nuove trame che andranno, mese dopo mese, a modificare la vita di Ian, Gmor e Sera, fino a culminare nell’albo di novembre 2020, albo in cui il mondo di Dragonero sarà nuovamente stravolto.
E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te
I ricordi di Sera sono affidati alle matite di Giuseppe De Luca
“La voce della foresta profonda” si può considerare, a buon diritto, la clef de voûte per l’evoluzione del personaggio di Sera. È proprio lei la protagonista indiscussa di questo episodio, nell’arco del quale si troverà a confrontarsi forse con uno dei momenti più intensi della propria vita!
Fin dal suo esordio nel romanzo grafico “Dragonero” (2007, riedito poi nel 2015 con il titolo “Dragonero. Le Origini“), Sera ha subito più mutamenti interiori ed esteriori all’interno del nostro trio di eroi, andando incontro a una serie non indifferente di stravolgimenti.
Ha abbandonato, per poi non farvi più ritorno, la propria dimora Frondascura, per aiutare Ian e Gmor nella loro missione al di là del Vallo. Si è trasferita con i due a Solian e qui ha trovato, grazie al loro affetto, una nuova casa. Ma la Guerra contro le Regine Nere l’ha colpita duramente, ha perso infatti la gamba sinistra, e con essa l’innocenza, che fino a quel momento l’aveva contraddistinta.
Da quel momento in poi, la piccola elfa che avevamo conosciuto, da fiore delicato s’è mutato in una donna piena di rabbia, incapace perfino di comunicare con i suoi più cari amici. Ha lasciato la via della pace iniziando a recidere vite come se nulla fosse, non guidata da sete di sangue, ma dal solo disperato bisogno d’aiuto.
Ma forse questo cambiamento era iniziato ben prima…
Nell’albo ci getteremo insieme a Sera nell’Abisso dei ricordi più sopiti, ma capaci di avvelenare una fonte così pura. Questo viaggio ci aiuterà finalmente a comprendere appieno la sua evoluzione e lei a trovare una nuova consapevolezza di sé.
Il plot twist finale, poi, apre ad un futuro incerto ed ambiguo per Sera, ma forse necessario per ampliare il già complesso mosaico di questo splendido personaggio.
È emblematico che alcuni tra i momenti di svolta della nostra non più piccola elfa, sembrino essere scandite dalle apparizioni dell’imperscrutabile Ruda Mama.
Questa vecchia megera, dai grandi poteri magici e dalle fattezze di un enorme ragno mostruoso, è un’incarnazione degli Spiriti della foresta, e si nasconde nelle profondità della Foresta Vecchia. È tanto intelligente quanto crudele e infonde terrore nei cuori di chi è a conoscenza della sua esistenza, orchi o elfi che siano. Questi ultimi la appellano infatti con gli epiteti di “Saevha Màthe“, cioè “madre crudele”, oppure “Sinhecôrde“, cioè “senza cuore”.
Le strade di Ian, Gmor e Sera si sono intrecciate più volte con lei, l’ultima di queste dopo l’amputazione della gamba di Sera.
In “Una nuova alba” la Ruda Mama consegna all’elfa disperata una gamba artificiale, fabbricata con il legno degli owia, violando così una delle leggi dei vetwasilvhe. È proprio questa connessione con gli alberi sacri che innesca gli avvenimenti narrati… e li chiude.
Cosa significherà mai quello strano segno apparso sulla gamba di Sera?
Conclusioni
Non mi stancherò mai di scriverlo, e spero voi di leggerlo, il genere fantasy (e la fantascienza) purtroppo è sempre stato troppo spesso additato come letteratura d’evasione, per fortuna negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza. Il grande merito della Sergio Bonelli Editore è sempre stato quello di trattare tematiche storiche, sociali e personali, e con Dragonero lo fa in maniera adulta ed efficace.
Il prossimo mese (9 maggio) andremo in “vacanza”, insieme a “Dragonero, il Ribelle“, nell’Isola degli Orchi con l’albo “Il destino di Keyra” (n° 7), ci leggiamo in giro!
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár