Dopo la breve introduzione a Dragonero (qui) vediamo come ha fatto effettivamente Ian Aranill, génhu Varliedarto, Romevarlo, cioè Dragonero (ha quasi lo stesso numero di titoli di Daenerys Targaryen, ma soprattutto più meritati!), ex membro della compagnia mercenaria dei Senzanima, ex ufficiale dell’Impero Erondariano, ex capitano degli Scout Imperiali, eroe della guerra contro le Regine Nere a diventare un Ribelle, con tanto di mandato di cerca sulla sua testa, nemico dell’Impero che aveva tanto strenuamente servito e difeso!
Intanto vai con l’intro!
“Negli occhi d’un ribelle non c’è solo la fiamma
“Negli occhi d’un ribelle”, “Italia: ultimo atto”, 2009, IANVA
Che la collera vi accende tra uno sdegno e una condanna.
Vi s’affaccia, talvolta, come il sole tra i nembi
Un veloce passaggio di fantasmi ridenti
Come i giochi di ragazzi che chiassavano le corti
Nei più limpidi vespri che memoria ricordi.
…“
Non nascondo di essere un appassionato di questo fumetto (come di tante altre serie SBE [(Dampyr, Mercurio Loi, Dylan Dog, Nathan Never, Cassidy, Demian, Storie da Altrove, solo per citarne alcune…]), quindi per questo nuovo corso ho deciso che mi sarei fatto un regalo ed iniziare con il botto!
E come fare, se non entrare in possesso del cofanetto da collezione “Dragonero Ribelli Box“?
Il “Dragonero Ribelli Box“, uscito a Lucca Comics & Games 2019, è il prodotto celebrativo della Sergio Bonelli Editore per l’inizio del nuovo corso di avventure di Ian Aranill e compagni.
Ma cosa contiene effettivamente questa particolare uscita di Dragonero? Andiamo a scoprirlo insieme (anche se non è un vero e proprio unboxing come molti youtuber et simili ci hanno abituato!)
La scatola di legno di betulla contiene, adagiati su di un letto di paglia, l’edizione regolare de “I ribelli dell’Erondár ” (n° 1, novembre 2019) e due sue edizioni variant. La prima presenta la stessa immagine di copertina dell’albo regolare ma metallizzata, mentre la seconda possiede uno speciale effetto materico che avvolge il simbolo dei Ribelli.
Oltre ai tre albi, all’interno della scatola, si trovano gli “avvisi di taglia” emanati dall’Impero nei confronti dei ribelli più pericolosi e due giochi capaci di catapultarci nella più tipica atmosfera erondariana. “Assalto al vallo“, uno scontro tra due giocatori, è provvisto di pedine fustellate e di un panno che funge da plancia di gioco, mentre “I due eserciti“, affrontabile in modalità solitario, è giocabile sul percorso stampato sul retro del coperchio della scatola.
Ma cerchiamo di ripercorrere brevemente come siamo arrivati al punto che Ian Aranill e compagni sono stati marchiati in maniera infamante come Ribelli.
La storia finora
Da “Uccisori di draghi” (n° 54, novembre 2017) abbiamo iniziato ad assistere al cambiamento di Dragonero fin dalla copertina, con l’inizio del crollo della cornice, crollo ormai completo nel numero successivo “Il risveglio del rinnegato” (n° 55, dicembre 2017).
Nel gennaio 2018 parte la saga che ha sconvolto l’Erondár, Dragonero presenta un nuovo layout di copertina atto ad indicare l’inizio della guerra contro le Regine Nere nell’omonimo albo, “Le Regine Nere” (n° 56, gennaio 2018); la bandiera della guerra ci ha accompagnato per ben 8 albi, fino alla sua conclusione “Ceneri di un impero” (n° 63, agosto 2018).
Come si può intuire dal titolo dell’ultimo albo citato, l’Impero Erondariano, al termine della guerra, ha visto perdere molta della sua influenza, con un esercito decimato e un corpo degli Scout quasi completamente spazzato via, oltre che la propria unità dato che alcuni regni, una volta sconfitto il nemico comune, hanno ottenuto l’indipendenza. La razza degli uomini, non è mai stata così divisa!
Anche le altre non sono da meno: gli elfi sono sempre più isolati, intenti a cercare di guarire dalle ferite inferte dalle Regine Nere, mentre i nani hanno rialzato la testa e ricominciato a portare armi, che prima gli erano vietate, e anche gli orchi non se la passano troppo bene.
Ma non solo il mondo è mutato, anche Ian e compagni sono stati profondamente toccati e cambiati da quegli avvenimenti. Abbiamo seguito le loro avventure per poco più di un anno di uscite regolari (14 numeri) prima di giungere al nuovo sconvolgente evento ideato dagli autori Stefano Vietti e Luca Enoch.
Com’è che dice il detto? “Non c’è pace tra gli ulivi“.
Gli episodi chiave per giungere all’apertura del nuovo corso sono: “Il pianto rosso” (maggio 2019, n° 72), “La Dama delle Lacrime” (settembre 2019, n° 76) e “Morte di un eroe” (ottobre 2019, n° 77). Con quest’ultimo numero si interrompe anche la numerazione classica della serie!
I ribelli dell’Erondár. Dragonero #1
Con “I ribelli dell’Erondár” Dragonero azzera la numerazione per ripartire dal n°1, presenta inoltre una nuova grafica, con la dicitura “Il ribelle“, e il vessillo dei ribelli insieme al logo della SBE.
Tale scelta non è stata fatta solo per attirare nuovi lettori, ma per rimarcare con forza il cambio profondo della vita di Ian e compagni. La continuità narrativa non ne risulta affatto stravolta, anzi già getta le basi per l’evoluzione del nostro eroe e del suo mondo! I numeri sulla costa sono un mero dettaglio secondario (con buona pace dei collezionisti più intransigenti!), quello che conta è l’adesione, del nuovo corso, all’essenza di Dragonero!
Siamo di fronte quindi ad un episodio introduttivo ma coerente, capace, nella sua coralità, di presentare spiegazioni, trame personali e possibili futuri scenari, senza tralasciare il filo della trama tessuto in maniera avvincente, oltre ad essere una piacevole lettura.
Ian Aranill eroe della guerra contro le Regine Nere, è ora un ribelle contro quell’impero che tanto aveva servito!
“Traditore? Non io….NON IO! IAN FIGLIO DI ARAN! Questo è il mio nome! Prima mercenario fra i Senzanima, poi ufficiale imperiale, infine scout! Ho combattuto i nemici dell’Impero per anni… prima che l’Impero tradisse il suo popolo!“
Ian Aranill
Ritorno a Solian – Dragonero #2
Con “Ritorno a Solian” (n°2 , dicembre 2019), si parte dove era finito l’episodio precedente: con una missione che ha come teatro Solian. Non si tratta di Silverhide, dimora paterna, (SPOILER) data alle fiamme in “Morte di un eroe“, ma è dove Ian, Gmor e anche Sera hanno riposto il loro cuore, almeno fino a quel momento, dunque è (era) la loro Casa!
Tornare in quei luoghi conosciuti, investiti dalla guerra e mutati dopo i recenti stravolgimenti politici, serve alla narrazione a rimarcare, se ce ne fosse ancora bisogno, che il mondo che conoscevamo non è più guidato dalla pax erondariana ma solo dalla paura, inoltre segna un drastico cambiamento dell’animo dei protagonisti.
Non siamo più di fronte ad eroi, ma a persone autentiche che hanno sofferto troppi dolori e lutti inguaribili e quindi sono rimasti segnati nel profondo della loro anima. Portatori della fiamma della ribellione camminano sul filo della lama, in bilico tra il cedere alla spietatezza (seppur venata di ironia da parte di Gmor) e al cinismo (Sera rimasta menomata, non solo nel corpo, dalla guerra). Ian è forse l’unico che tenta di fare ciò che è giusto e fermare i suoi amici, del resto il suo addestramento lo aiuta a concentrarsi solo sulla missione, reprimendo le emozioni, ma anche lui è costretto a scendere a compromessi, volgendo lo sguardo da un’altra parte al manifestarsi dei poteri di Aura. Del resto in una guerra di guerriglia tutto è permesso!
“Dragonero il ribelle” tornerà in edicola con “I guardiani di pietra” (n° 3) il 9 gennaio.
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár