Continuiamo la nostra consueta avanzata verso la mezzanotte con la quinta puntata della serie Watchmen, facendo incetta di spoiler, easter eggs e tanto altro. L’intera puntata si focalizza su Looking Glass / Wade Tillman, raccontandoci la sua storia nei minimi dettagli. Ovviamente va da sé che, essendo una raccolta di easter eggs e citazioni, questa recensione sarà ricca di spoiler. Se vi siete persi le puntate precedenti, qua sotto potete recuperarle.
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Little Fear of Lightning
Questa puntata di Watcmen si apre nel 1985 con un giovanissimo Wade all’ingresso di un enorme Luna Park. Facente parte di un gruppo di giovanissimo religiosi, il suo compito è quello di smuovere le coscienze in vista della mezzanotte che sta calando su tutti i mortali. Il giovane si fa quindi largo tra i giovani, venendo sedotto da una ragazza che lo conduce all’interno della galleria degli specchi; spogliato e abbandonato, Wade sopravvive al successivo shock psichico divenendo quindi Looking Glass.
Little Fear on Lightning arriva da una linea del celebre romanzo Ventimila Leghe sotto i Mari di Jules Verne, 1870. In questo, gli uomini che vivono nelle profondità non hanno alcuna paura dei fulmini, in quanto raramente li vedono e raramente ne sono colpiti. Intorno a questa frase ruoterà tutto l’episodio, con continui riferimenti alla paura velata e svelata dell’uomo in questione, Wade Tillman per l’appunto. Un riferimento immancabile al fumetto è la copia del The Veidt Method, sfogliato da un ragazzo, mentre illuminante è il look dei teppisti/giovani, molto simile a quello dei Knot Top già visti in Watchmen. Interessante notare anche come il Luna Park torni all’interno degli ambienti di Watchmen come “inizio della storia”. Nei fumetti è qui che comincia la storia di Jon Osterman, l’attuale D.Manhattan!
Siamo dell’FBI, mettiamo cimici ovunque!
Presente. Scopriamo che Wade adora portarsi il lavoro appresso, tant’è che lavora come valutatori di spot pubblicitari; il suo potere speciale è quello di comprendere quando le persone dicono la verità e/o mentono. Recandosi in centrale viene dapprima placcato da Angela – scalpitante per saperne di più sulle pillole che gli ha consegnato – e successivamente da Laurie Blake, ora a capo del distretto.
È proprio Laurie che, facendo un grosso cross allo spettatore, svela che il riflettente – il materiale di cui è fatta la maschera di Wade – lo rende immune alle onde d’urto psichiche dovute ai calamari. Comprendendo quindi che Wade non è affatto diverso da un qualunque uomo dell’Oklahoma, incapace di ammettere di avere paura, Laurie lo pressa affinché collabori con lei per ottenere l’indizio chiave sulla già sospettata Sister Night.
Una Sera Magica, come sempre in Watchmen
Some Enchanted Evening di Frank Sinatra, come a voler dare il calcio d’inizio, fa da contorno alla vita di Wade: un uomo solo, saldo sulle sue certezze e sulle sue angosce, che utilizza il riflettente anche nel solito berretto con il quale va in giro. Proprio come a rompere l’incantesimo di questa splendida serata il meccanismo rivela-piogge di calamari di Wade si rompe, lasciandolo esposto a possibili – quanto improbabili – minacce.
Interessante notare che, proprio come Rorsharch, anche Wade non toglie la maschera per mangiare: ne abbiamo una prova all’interno dell’ufficio di Judd e un’altro a casa dello stesso Wade, mentre osserviamo la trasposizione televisiva di Minuteman, “a true bullshit”, citando Petey.
La mattina dopo Wade si reca da Cynthia, sua ex-moglie, ricercatrice e clonatrice di animali da compagnia. La donna gli rivela che si tratta di Nostalgia, una marca di pillole utilizzate per rafforzare la memoria poi tolte dal mercato perché psicotiche. L’ex moglie si rende anche conto del ritorno del berretto su Wade e, nonostante le sue sincere preoccupazioni, il detective continua a mentire sul suo attuale stato psicologico. Fun Fact: il farmaco Nostalgia appariva già nell’elenco di farmaci di proprietà di Adrian Veidt, un ottima rientrata in scena per un particolare secondario dei fumetti!
Non lasciarla andare!
Al pari con il nostro 11 Settembre, il 2 Novembre diventa una data da ricordare in tutta New York con sopravvissuti che cercano di supportarsi l’un l’altro e cercano sostegno in circoli anonimi. Wade fa parte di uno di questi circoli e, anche se le sue paure sono sotterrate sotto una fitta coltre di durezza, scalpita per trovare un po’ di affetto.
Nota bene: il discorso del ragazzo di colore sul DNA mutato in seguito all’esposizione a traumi e onde psichiche sembra voler spiegare l’innato sesto senso di Wade per le menzogne e le bugie. Probabilmente Wide è riuscito a diventare ciò che è proprio grazie a questo potere, passatogli dall’enorme calamaro che gli ha distrutto la vita.
Quasi a voler interrompere quei seven yeras of bad luck, alla serata di supporto si presenta una donna: sembra avere bisogno di aiuto e Wade è felice di aiutarla, allungando la sua serata in un pub. Una chiacchiera tira l’altra e, complice anche una buona dose di alcool, i due si baciano. Sul più bello la donna lo lascia salendo su un sospettissimo pick-up e, tornando ad essere il solito investigatore, Wade insegue la donna, probabile membro del settimo cavalleria.
Interessante notare come il discorso riguardante Pale Horse, il film fittizio tratto dal nome della band che suonava la notte dell’attacco calamaroso, sia un parallelo tra Watchmen con una scena del film Shindler’s List nella quale una bambina vestita di rosso è il focus di una scena in bianco e nero. Chi ha visto il film ricorderà anche il suo tragico epilogo.
Wham! Colpo di scena!
Wade raggiunge quello che sembra essere il quartier generale del Settimo Cavalleria a Tulsa: c’è la chiesa farlocca nel quale è stato girato il video, il pick-up carico di lattuga del primo omicidio ed uno stranissimo meccanismo smaterializzatore/teletrasportatore. Wade cerca di trarre in arresto tutti i presenti ma si rivela essere una innocua trappola: un metodo per fargli vedere la verità.
È lo stesso Joe Keene che si presenta a Wade, inserendo all’interno di un enorme registratore il dischetto di Ozymandias rivolto al Presidente Redford. Una registrazione che rivela tutte le falsità dietro l’attacco dell’enorme calamaro, la necessità di creare un nemico comune e tutto il resto. Wade torna a casa pieno di dubbi, convinto (forse) a schierarsi dalla parte della Cavalleria.
Tornato in centrale incastra Angela facendole rivelare di essere coinvolta, collaborando quindi con Keene. Tornato a casa recupera però il meccanismo rivela-attacchi di calamari precedentemente buttato. Un attimo dopo un furgone della Cavalleria inchioda davanti a casa sua, lasciando quattro uomini armati per ucciderlo. Riuscirà il nostro detective, dopo la sbandata, a recuperare il controllo e ad arrivare al finale di stagione di Watchmen?
Veidt Manor, Again
Torniamo al nostro carissimo Ozymandias, stavolta ad un passo dall’essere finalmente libero. In una lunghissima e lentissima camminata spaziale, Adrian Veidt trasporta i corpi precedentemente catapultati all’esterno/scomparsi a formare una frase. Viene riportato nel suo paradiso terrestre proprio dal Guardiacaccia, che lo pone sotto arresto.
Interessante notare i contorni di Giove nel paesaggio visto da Adrian, segno che probabilmente si trova su di una luna del gigante gassoso. Probabilmente si tratta di Europa, stando alle conversazioni avvenute tra il dottor Manhattan e Laurie Blake nei fumetti!
La canzone Careless Wishper, per i nostri lettori più attenti, è sempre presente anche in questa puntata di Watchmen; come a voler sottolineare che le paure di Wade non svaniranno mai, nonostante le certezze e il suo continuo provarci e riprovarci. A ripeterglielo è l’ex moglie, la ragazza che incontra all’inizio e perfino Laurie Blake. Interessante, non trovate?