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Mortal Kombat 11: La Recensione

Mortal Kombat è sempre stato accostato ad argomenti controversi: il titolo generato da Ed Boon e John Tobias nel lontano 1992 a nome dell’allora Midway Games fu uno dei primissimi giochi a portare all’attenzione del pubblico la questione della violenza nei videogiochi, al punto da rendere necessaria l’istituzione del sistema di rating ESRB, tuttora in uso negli Stati Uniti d’America.

Il successo della serie

Da allora la serie ha generato numerosi sequel, spinoff, serie televisive, animate e fumetti diventando uno dei brand più iconici e riconoscibili del panorama picchiaduro tanto per le sue soluzioni fuori schema sul piano gameplay quanto per la forte identità sopra le righe, connotata da violenza brutale, cruda e spietata senza censure.

L’acquisizione dello studio

Con l’acquisizione da parte di Warner Bros, portando la software house a prendere il nome di NetherRealm Studios, il team di sviluppo ha avuto modo di rifinire i loro lavori attraverso un soft-reboot nel 2011, un sequel e, affiancato ad essi, i due titoli della serie Injustice  guadagnandosi una certa fama per la ricca presenza di contenuti single player ed uno stile di gioco dalla forte identità scenica che ha contribuito ad arricchirne la popolarità.

Il rilascio di Mortal Kombat 11

Mortal Kombat 11, annunciato nel corso degli ultimi The Game Awards e rilasciato il 23 aprile 2019 su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch, rappresenta un tentativo di perfezionare quanto costruito nel corso degli ultimi 8 anni tanto dal punto di vista strutturale che artistico.

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Vecchio contro Nuovo

Mortal Kombat 11 propone, come nei precedenti titoli di NetherRealm Studios, diverse modalità in giocatore singolo raccolte sotto la categoria Konquista. Tra queste, come di consueto, spicca la modalità Storia, una serie di sequenze cinematiche intervallate da duelli in cui il giocatore assume il controllo del protagonista del capitolo in questione.

Sinossi

Questa volta l’equilibrio dei Reami che formano l’universo di Mortal Kombat viene minato da Kronika, dea custode del tempo, che nello scopo di dare inizio ad una Nuova Era azzerando tutti gli eventi del mondo causa un pericoloso terremoto temporale che fonde il presente con il passato, mettendo Raiden ed i suoi Kombattenti di fronte a vecchi nemici ed alleati rimettendo in discussione quanto costruito negli anni di lotte contro Shao Khan.

Differenze narrative col precedente titolo

Diversalmente da Mortal Kombat X la modalità Storia di questo capitolo della serie rimuove completamente i Quick Time Events precedentemente proposti, mentre ritorna la possibilità di scegliere, in alcuni combattimenti, quale tra i personaggi presenti sulla scena utilizzare.

Esistono inoltre diversi scenari conclusivi, dipendenti dall’andamento del duello finale, ma al di là di queste sottili differenze la narrazione scorre in modo lineare senza proporre bivi narrativi che possano avere conseguenze sugli eventi rappresentati né scontri che deviino dalla normale formula picchiaduro del gioco.

Uno dei migliori tutorial in circolazione

A fianco di una storia che seppur non particolarmente ricca di trovate originali o nuove si dimostra coesa con gli scenari complessi ed elaborati mossi dalla nuova linea temporale iniziata nel 2011 troviamo, come introduzione ad i meccanismi di gioco, un tutorial dettagliato che tocca elementi basilari del gameplay tanto quanto quelli più sofisticati ed avanzati: ci si può aspettare dunque di essere preparati tanto ai comandi diretti dei personaggi e alle loro mosse speciali quanto di ricevere nozioni e strategie avanzate su combo e fotogrammi d’animazione, che si riveleranno utili per affrontare gli scontri più difficili e ad affrontare i giocatori più esperti.

Ogni aspetto del gameplay viene toccato da corsi dedicati che spieghino in modo fondamentale e comprensibile il suo funzionamento, permettendo al giocatore di ottenere un’infarinatura generale del gioco che gli permetta di applicarne le basi per diventare sempre più abile. Questo viene reso possibile da un sistema di combattimento più lento e tattico che contraddistingue il titolo in ogni suo aspetto.

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Test Your Might

Diversamente dal suo predecessore, infatti, Mortal Kombat 11  rallenta notevolmente i ritmi degli scontri abbandonando lo stile “rushdown” in favore di uno che favoreggi in maniera più incisiva il così detto “neutral”, la capacità di giocare a terra gestendo la propria posizione sul campo di battaglia per indurre gli avversari in errore e punirli aspramente utilizzando le combo più potenti padroneggiate.

Il sistema di combattimento

Il sistema fa affidamento principalmente su cinque pulsanti: quattro di attacco più uno assegnato alla parata, comando distintivo di Mortal Kombat, ma NetherRealm ha fatto sì di utilizzare ogni pulsante messo a disposizione dalle principali forme di controllo attraverso scorciatoie utili e comandi secondari.

Il sistema di combo resta il “Target Combo System” usato in precedenza, generoso sui tempismi di esecuzione benché leggermente più preciso rispetto a quanto usato in Mortal Kombat X, anche grazie ai ritmi più moderati dei combattimenti, questa volta pesantemente ridimensionato nei danni che è in grado di infliggere così da marcare ulteriormente l’importanza dei fondamentali e dell’approccio strategico piuttosto che quello ciecamente aggressivo.

Nuove meccaniche

Attorno a questa filosofia è costruita quindi la dinamica delle nuove barre di energia, una meccanica non estranea al mondo dei picchiaduro se non per questa nuova versione proposta: Mortal Kombat 11 propone infatti due barre anziché una, suddivise in offensiva e difensiva, ognuna delle quali offre la possibilità di potenziare i propri colpi o di eseguire manovre che portino la situazione a proprio vantaggio o limitino le capacità offensive dell’avversario.

Krushing Blow

Oltre a queste importanti risorse da gestire una novità è rappresentata dai Krushing Blow, che sostituiscono, in termini di effetto visivo, le X-Ray introdotte nel nono capitolo e vengono eseguiti attraverso colpi normalmente a disposizione dei personaggi che, eseguiti in condizioni specifiche, possono essere potenziati incrementando il loro danno o allungando le combo.

I Krushing Blow possono però essere usati solo una volta per incontro: è quindi necessario essere consapevoli di quali sono a disposizione del proprio personaggio ed utilizzarli parsimoniosamente e solo quando essi rappresentano un vero vantaggio.

Fatal Blow

Come molto di frequente nei picchiaduro recenti, viene infine introdotta una meccanica di comeback utilizzabile una volta a partita e disponibile una volta raggiunto il 30% dei propri punti vita. Questi attacchi, chiamati Fatal Blow, sono funzionalmente analoghi alle già citate X-Ray e sono contraddistinte da lunghe animazioni viscerali e violente e dall’alta quantità di danno.

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Scegliere il proprio stile

Da Mortal Kombat X tornano anche le Varianti, diverse versioni dello stesso personaggio distinte per il possesso di alcune mosse speciali piuttosto che altre in modo da mutarne lo stile di combattimento.

Diversamente dal precedente titolo però, questa volta queste varianti saranno personalizzabili permettendo al giocatore di poter scegliere l’approccio più gradito.

Scelta problematica

Questa scelta di design non è priva di conseguenze problematiche per il gioco che, per evitare eccessivi problemi di bilanciamento ha dovuto limitare l’efficacia di alcune tipologie di mosse e l’estensione della personalizzazione disponibile.

Negli scenari competitivi, inoltre, non è possibile scegliere la propria variazione personalizzata limitando la scelta alle due predefinite per ogni personaggio, un limite che potrebbe ripercuotersi sugli eventi professionistici portando alla creazione di variazioni particolarmente efficienti rispetto alle altre opzioni o all’invalidazione totale di questa possibilità attraverso il suo divieto.

L’impossibilità di scegliere, nelle partite classificate, la propria variazione personale potrebbe inoltre portare  i giocatori ad abbandonare completamente alcuni personaggi contraddistinti da variazioni predefinite non particolarmente efficaci rispetto alle opzioni  di personalizzazione a loro disposizione.

Personalizzazione estetica

Oltre alle abilità di combattimento, è possibile inoltre scegliere l’aspetto estetico dei propri personaggi attraverso un’estesa offerta di skin dotate di alcuni elementi specifici personalizzabili.

Questi elementi vanno tuttavia sbloccati ed è qui che entra in gioco quella che già dai tempi della PS2 è diventata una modalità tipica di Mortal Kombat.

La Kripta

La Kripta di Mortal Kombat 11 mette il giocatore nei panni di un ninja senza nome arrivato nell’isola ormai decaduta di Shang Tsung.

La fortezza, estensivamente esplorabile, è paragonabile ad un museo tributario della storia del franchise, accompagnando con la narrazione dello stregone dell’isola la scoperta di luoghi, reperti ed equipaggiamenti che aiuteranno il ninja ad esplorare ulteriormente l’isola e risolverne gli enigmi.

Nei forzieri disseminati per l’isola sarà possibile trovare emote, fatality, costumi, accessori, artwork e tesori vari.

Mortal Kombat

Una lenta progressione

La gestione della Kripta è una questione spinosa, tuttavia, a causa del prolisso sistema di progressione ideato da NetherRealm Studios che fa uso di ben tre distinti tipi di valuta, guadagnabili con il contagocce nelle varie modalità di gioco, portando la progressione verso un estenuante grinding disperato per poter accedere ai contenuti celati casualmente all’interno dei 600 forzieri dell’isola.

Non si strizza l’occhio alle microtransazioni

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, questo sistema non è progettato per condurre astutamente i giocatori verso il negozio online e le microtransazioni: è infatti impossibile comprare la valuta utilizzabile nella Kripta con soldi reali e le uniche modifiche estetiche disponibili nel negozio online sono limitate nella quantità e nel loro tempo di disponibilità, scandito da una rotazione giornaliera casuale.

Le Torri

È qui che, in linea teorica, entrerebbero in gioco le Torri, una modalità in giocatore singolo che permette di lanciarsi in battaglie a difficoltà crescente particolareggiate da modificatori di vario genere che, una volta superate, ricompensano il vincitore con le valute della Kripta e, in alcuni casi, oggetti cosmetici specificamente sbloccabili in questa modalità.

Sfortunatamente questi ultimi vengono ottenuti dai così detti combattimenti boss, battaglie di difficoltà molto avanzata pensate per giocatori esperti e che richiedono di essere affrontate in cooperativa, sfide impegnative che purtroppo ruotano ad intervalli regolari.

Tutto ciò rende l’ottenimento dei vari contenuti di gioco particolarmente lungo e superfluamente macchinoso, in modo simile ad un mobile game senza però il tornaconto economico che, normalmente, ne deriverebbe.

[Attenzione! In data 30 Aprile è stata rilasciata una patch che sembra correggere tutti questi problemi. Potete trovare la Patch Notes qui!]

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Motore vecchio fa buon brodo

La difficoltà nell’ottenere gli oggetti in-game rappresenta forse l’unica vera pecca in un titolo altrimenti ben curato e riuscito.

Oltre all’enorme quantità di costumi ed accessori i personaggi possono beneficiare di modificatori di potenziamento rappresentati da gemme equipaggiabili negli accessori in maniera analoga ai costumi di Injustice 2, modifiche che fanno da supporto utile per il completamento delle Torri ed il gioco, al di fuori della già menzionata campagna, offre numerose ore di gioco e contenuto anche senza considerare minimamente il multiplayer.

Il comparto tecnico

Il comparto tecnico, in particolare, spicca per la cura e l’alto livello di realizzazione: le animazioni, da sempre un punto debole del franchise, fanno numerosi passi avanti mentre l’uso di colori più accesi, ombre più morbide ed un character design meno medioevale e più particolareggiato rendono il titolo un gioiello creato ad arte per durare nel tempo ancor più del suo predecessore e questo è ancor più impressionante se si tiene conto che il motore su cui il titolo è costruito è una versione modificata dell’Unreal Engine 3, una scelta che garantisce stabilità e performance ottime anche grazie all’eccezionale tool di benchmark automatico integrato nel gioco.

Questo strumento viene inoltre utilizzato, obbligatoriamente, al primo utilizzo della modalità online per garantire le migliori prestazioni possibili nelle partite, prestazioni che si ripercuotono su una positiva esperienza di gioco multiplayer grazie al notevolmente migliorato netcode che mai aveva brillato per ottimizzazione.

Conclusioni

Mortal Kombat 11 è un degno portatore del nome di un franchise importante e simbolico del mondo picchiaduro che gode di valori di produzione e di direzione artistica raramente investiti in titoli di nicchia come quelli di questo genere.

Ogni aspetto del gioco è rifinito ad arte, dalla cinematografia all’essenzialità del gameplay, dall’eccezionale comparto tecnico al granitico online e gode di un roster ricco di vecchie glorie iconiche con aggiunte interessanti, ben calibrato e dalla forte identità.

Un sistema di progressione carente e mal gestito (ma nulla di incorreggibile) non è dunque sufficiente a danneggiare la solidissima struttura del titolo, benché molto del suo successo dipenderà da quanto, per quanto e come Warner Bros. Intende supportare il titolo.

[Avete già letto la recensione di Sekiro? La potete trovare qui!]

1 Commento

  • Inside The Game
    Posted 7 Maggio 2019 at 6:54

    Oserei dire il miglior MK di tutti i tempi…anche futuri

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