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Zeus: l’archetipo capitalistico-maschilista

Zeus, Zeus Olimpio, Dio del fulmineFiglio di Crono, Zeus protettore, ecc.. Tanti sono gli epiteti del re del Pantheon Olimpico. Noi, però, lo prenderemo in considerazione come modello di riferimento tra gli archetipi del maschile secondo il libro “Gli dei dentro l’uomo” di Jean S. Bolen.

In "Gli dei dentro l’uomo" di Jean S. Bolen, Zeus è l'archetipo del maschio capitalistico-maschilista

La nostra società, di matrice capitalista, innegabilmente premia il successo. Indipendentemente dai mezzi con cui cerchiamo di ottenerlo…

Might makes right

Possiamo tradurre, all’incirca, questa frase con il concetto che la ragione di un atto viene sostenuta dalla potenza che ne permette la vittoria. Questo è uno dei motti che avvolge gran parte della storia dell’umanità, una storia che vede la benedizione del Padre Celeste, Zeus per l’appunto!

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Cosa può rappresentare “Lo Zeus”

Ma cosa rappresenta quindi Zeus all’interno di questa narrativa sociale?

Prendiamo in esame l’uomo di successo, il padre perfetto, il marito ideale. Ma anche la razionalità che non si fa influenzare dalle emozioni. E ancora il decisionismo che si ferma poco a riflettere sulle motivazioni interiori dietro le proprie scelte. Questi sono tra i tratti che definiscono “Lo Zeus“. L’entità archetipica che, dalla cima della sua montagna irraggiungibile, osserva l’affaccendarsi di chi sta ai suoi piedi.

Zeus in "Thor: Love and Thunder" presenta molti aspetti del maschio capitalista e maschilista
Uno Zeus non tanto lontano dalla nostra disamina

Ricordiamoci del megadirettore senza volto delle grandi aziende di fantozziana memoria. L’intelligenza disincarnata che muove una grande megacorporazione cyberpunk. Oppure l’invincibile generale che comanda le sue truppe senza nessuna sconfitta alle spalle. O ancora il padrino a cui chiunque deve portare onore e rispetto per vedere soddisfatti i proprio desideri e non subire eventuali ripercussioni. Poco importa, il Padre Celeste è sempre in una posizione di sovranità assoluta e indiscutibile, poiché di esso è il Regno dei Cieli!

Il Potere

Il potere che di solito si associa nella narrativa a questo archetipo è quello supremo. Anche quello di vita e di morte su qualsiasi entità che faccia parte della sua corte. È però sorretto da un incredibile carisma legato a doppio filo al proprio status. Lo caratterizza una calma serafica e un gelido raziocinio, che lasciano però spazio a una sottintesa ferocia predatoriale. Lo spronano una sfrenata ambizione unita a voraci appetiti e da un’esplicita forza che viene usata per soddisfare i propri desideri a qualsiasi costo…

Il potere è fine al potere stesso

“Lo Zeus vive quindi di prevaricazione. Questo poiché costantemente sempre in cerca di ammirazione, gloria e distacco dagli altri. Tutto in nome di una autoproclamata superiorità.

L’assenza di senso critico

L’altro lato della medaglia manifesta l’incapacità di riconoscere l’importanza della crescita attraverso gli errori. Gli appartenenti a questo archetipo spesso li vedono come colpa o debolezza. È invece basilare possedere la necessità di ammettere un lato umano e più terreno fatto di soddisfazioni personali non necessariamente validabili dall’esterno. È importante una ricerca interiore rivolta a un percorso di comprensione dei lati della propria identità lasciati nelle ombre dei propri pensieri.

Non si accetta alcuna critica. Si punisce il dissenso. I legami personali sono solo possesso e sottomissione. Qualsiasi agente esterno deve essere solo una fonte di nutrimento di un Ego che va mantenuto con ogni mezzo. Questo poiché sulla simbolica vetta del successo, solo un re può risiedere. E un re esiste solo fino a quando il suo ruolo viene riconosciuto come tale!

Rischi di essere “Lo Zeus”

E anche se è vero che è necessario, certe volte, guardare la foresta dall’alto, il rischio che si corre è quello di scordarsi il valore di ogni singolo albero. Ci si dimentica che l’umanità non è una specie che si basa sull’indipendenza, ma sul rapporto di reciproco scambio e supporto.

Anche se spesso pare questa cosa venga messa in un angolo buio, l’empatia è la capacità che mantiene in piedi la società, ricordiamocelo!

Trattare altri esseri umani come un mezzo per il fine ultimo della costante proclamazione della propria autorità, fa sì che la montagna su cui “Lo Zeus” risiede diventi lentamente un posto molto freddo e solitario. Immaginiamocelo costellato dai cadaveri e dalle macerie (non sempre simboli) che sono stati necessari per emergere sopra la massa, spesso vista come semplice pubblico o, quando va male, vittime e strumenti.

Anche la stessa famiglia de “Lo Zeus” altro non è che una cornice alla sua necessità di validazione da parte della folla. Allo stesso tempo, però, questo costante distacco dalle parti “meno efficenti” di sé stesso, porta a legami sempre più freddi e pregni di infelicità. Questo perché li considera solo un accessorio necessario alla conferma del proprio ruolo stereotipato nel teatro sociale.

Cos’è quindi “lo Zeus”?

Lo Zeus“, quindi, altri non è che che la Maschera che incarna il falso mito del “Vero Uomo” su cui si basa la società patriarcale!

È il predatore che deve sempre stare in cima alla catena alimentare sociale. Al costo di usare qualsiasi mezzo per ottenere i risultati della sceneggiatura che è parte fondamentale del sistema stesso.

Nella fiction possiamo trovare molti esempi di Padri Celest. Ad esempio lo Zeus di Record of Ragnarok. Il Padrino (in senso mafioso) del Cosmo, un parricida ossessionato dalla lotta e dalla violenza. Norman Osborn all’interno del mondo della Marvel, è un imprenditore e scienziato di successo ossessionato dal potere e nemico giurato dell’Uomo Ragno.

Norman Osborn/Green Goblin

O ancora Lex Luthor per la DC, a sua volta un uomo di successo in più campi. È però divorato dall’odio per Superman a causa dell’uso del potere che questi fa ponendolo al servizio dei più deboli.

Lex Luthor

Non è un caso se molti Zeus nella fiction emergano come villain. Spesso sono legati al mondo delle grandi aziende e a quello scientifico, o comunque come personaggi con poche qualità positive. La società ci ha inculcato l’idea che per scalare la vetta serve essere lucidi, spietati, strategici, razionali e egoisti. Il mito del vincente è battezzato con il sangue dei vinti e la stima dei sottomessi.

L’altra faccia della medaglia

Esistono però anche figure di Padri Celesti che mitigano i lati oscuri degli aspetti de “Lo Zeus“. Grazie ad una natura gentile e una nobiltà interiore, riescono a usare questa forza non per la costante ricerca di ammirazione, ma per aiutare chi affonda nel buio. Guadagnandosi così rispetto.

Tra queste figure la più nota è, e rimane ovviamente, Superman, il simbolo stesso del Padre Superno. Al punto tale da essere considerato, nella Trinity DC, l’incarnazione del sole, fonte dei suoi poteri, che scalda e protegge dall’alto.
Com’è quindi possibile tutto questo? Semplicemente decidendo di posare ogni tanto i piedi per terra e stando a contatto con gli alberi che compongono la foresta che si guarda dall’alto…

All ★ Star Superman (Grant Morrison, 2005-2008)

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