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The Last Duel: davvero impressionante

Immagino che creare un film storico non sia facile: sebbene la storia sia piena, difatti, di eventi interessanti, scegliere quale trattare senza sforare nella lezione istruttiva è complesso. Oltretutto bisogna cercarne anche di non già trattati e, se si vuole mantenere una certa dose di realismo, occorre scavare abbastanza. The Last Duel, di Ridley Scott, fa proprio questo: scava nella storia francese di fino XIV secolo e porta sullo schermo qualcosa di unico, con attenzione verso la narrazione e un po’ meno attenzione per i dettagli.

Le riprese, iniziate nel 2020, hanno spaziato tra la Francia e l’Irlanda. Nel cast sono presenti Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck, Harriet Walter e Nathaniel Parker. Il tema centrale è l’ultimo duello di Dio/Duello Ordalico, svoltosi in Francia tra due contentendi: Jackes Le Gris e Jean de Carrouges.

The Last Duel, una scena del film
The Last Duel, una scena del film

Una storia in tre parti alla ricerca della verità

Lontano dai fasti simbolici dal Cavaliere Verde, The Last Duel racconta la storia dei suo tre personaggi principali spezzandola in tre punti di vista differenti; inizialmente seguiamo difatti la “Verità di De Carrouges”, un uomo burbero, iracondo e decisamente più bravo a combattere che a tener comizi. De Carrouges (Matt Damon), dopo aver a lungo combattuto per il Re di Francia, diventa cavaliere, sposando la bella Marguerite (Jodie Comer). La sua vita però è difficile: non è tra le simpatie del Conte Pierre (Ben Affleck) che invece stravede per il suo miglior amico Le Gris (Adam Driver). Tra De Carrouges e Le Gris comincia quindi a nascere antipatia, finché Marguerite svela a Jean un triste accadimento: Jacques l’ha stuprata, proprio mentre Jean era via a dar battaglia per conto del re.

La storia passa quindi tra le mani di Le Gris, narrando “La Verità di De Gris”; un uomo piacente, abile con la spada e decisamente carismatico. La sua amicizia con Pierre lo rende benvoluto alle feste, dove si fa un nome come adulatore e corteggiatore; il suo amico Jean, d’altronde, è sempre così scontroso che averlo a fianco è quasi una sfortuna. Le cose tra i due si incrinano (a causa della testardaggine di Jean, ovviamente) e, ad una cena di riconciliazione, Jacques incontra Marguerite. I due si innamorano, anche se le regole dell’amor cortese, oltre al chiaro matrimonio della donna con l’amico, costringono i due ad una silenziosa passione. Questa, divenuta ormai irrefrenabile, porta Jacques a giacere con Marguerite, atto consensuale entro i limiti della buona creanza.

The Last Duel, una scena del film
The Last Duel, una scena del film

La verità solo alla fine

Infine abbiamo quindi la testimonianza di Marguerite, La Verità. Donna abile affidata in matrimonio ad un uomo testardo, burbero e tonto, costretta a vivere nell’austerità e nell’ombra a causa della gelosia del marito. È solo quando questo parte per la guerra che Marguerite riesce ad avere un po’ di respiro: coltiva qualche amicizia, amministra il castello, si sente in definitiva libera. Tuttavia, su di lei mette gli occhi Le Gris: un uomo carismatico, ma decisamente troppo donnaiolo e spavaldo per i gusti della donna. Proprio Le Gris, ingannandola, riuscirà ad introdursi nel suo castello e a violentarla, contro la sua volontà.

Le tre storie, infine, trovano l’epilogo in un violento duello, fulcro del film stesso; Le Gris e De Carrouges combattono per sancire chi ha ragione, se uno o l’altro, ed il secondo ha la meglio sul primo. Ucciso il violentatore, l’uomo può quindi considerare ristabilito il suo onore di marito, e portare la sposa verso Notre Dame. Il sangue è davvero riuscito a mondare il torto subito?

The Last Duel, una scena del film
The Last Duel, una scena del film

Dalla parte della vittima sempre e comunque

The Last Duel è un bel film; racconta con fluidità tre punti di vista differenti lasciando pochi dubbi su chi sia la vittima e su quale sia la verità. Un discorso quanto mai contemporaneo, al giorno d’oggi, dal momento che in molti ancora ritengono che la colpa, tra abusato e abusante, stia nel mezzo per X numero di motivi.

Ridley Scott riesce nella magistrale impresa di raccontare qualcosa di attuale svoltosi nel Medioevo: ad aiutarlo sono una fotografia mozzafiato ed un sound design senza difetti; che sia nella foresta francese o all’interno di una affollata stanza di un castello, la regia cattura ogni piccola sensazione e la lancia senza sconti addosso allo spettatore. Ed è grazie a questa particolare capacità che la storia, raccontata utilizzando due punti di vista differenti, sembra impregnarsi di ciò che i protagonisti sentono, vivono, respirano.

The Last Duel, una scena del film
The Last Duel, una scena del film

Una prova attoriale spettacolare

Driver e Damon, sebbene siano due attori con un passato cinematografico differente, riescono a tenersi a portata, senza scavalcarsi; i loro due personaggi sono ben scritti e interpretati, con un De Carrouges burbero e iracondo ed un Le Gris scaltro e un po’ infido; Affleck, in secondo piano, rende giustizia al suo personaggio senza scendere troppo di tono. Su di tutti svetta proprio Jodie Comer: la sua marguerite è una donna che vuole dire la verità, ad ogni costo, costi quello che costi.

Il finale, amaro del film, è la degna conclusione di una storia amara. Dopo un duello che ci obbliga a tenerci stretti alla sedia, la cavalcata finale verso la Notre Dame in costruzione e la simbolica rappresentazione dello sfoggio della giustizia divina che non è né una né l’altra, verso qualcosa che sta venendo costruito nel tempo e che, forse, non finirà con la nostra storia. Ottimo Ridley Scott, ottime le musiche, ottimi i costumi. Completamente impressionante.

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