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Pandemonium: Neo Decameron – Recensione

Pandemonium: Neo Decameron è l’ultima fatica partorita dall’Ignoranza Eroica!

Capita sempre più spesso, ormai, che io mi dia alla lettura dei libri “fantasy” italiani. Dopo aver scoperto i lavori dell’Acheron Books (Eternal War), ho virato rapidamente verso all’oscurità insita nei volumi della Lethal Books, etichetta legata ad Ignoranza Eroica. In passato ho avuto modo di parlare su queste pagine del duo Mazza-Sensolini, con la loro Vilupera, che ha trovato la sua collocazione anche nel manuale di prossima produzione Brancalonia (potete trovare a questi link alcune informazioni: intervista e quickstart).

Ma oggi non omaggiamo solo il lavoro di Luca Mazza e Jack Sensolini, ma anche di colui che ha curato la raccolta, Cristiano Saccoccia.

Prima di passare alla recensione del libro Pandemonium cerchiamo di capire da dove nasce la parola Pandemonio, vi va? Il Pandemonio è l’immaginaria capitale dell’Inferno. Questo vocabolo venne coniato, per la prima volta, da John Milton nel suo lavoro “Paradise Lost” (Paradiso Perduto, 1667), e venne poi assorbito nella lingua italiana a descrivere una situazione di rumore assordante e caotica. Ecco, in questo libro, non si parla di caos puro e semplice, ma della capitale dell’Inferno stesso, che ha preso corpo in un libro.

Immagine di popolazione medivale

Recensione di Pandemonium

Dieci furono i giorni narrati nel Decameron. Dieci sono i Comandamenti. Dieci sono quindi i racconti che potrete trovare in Pandemonium.
Ad ogni storia un nuovo narratore, un diverso stile, ma un’unica certezza: non c’è salvezza in queste pagine. Ma per fortuna c’è anche spazio per farsi qualche risata. Tra i vari racconti che popolano questo guazzabuglio tra il demoniaco e l’italico far-west del 1347, troviamo: possessioni corporee perpetrate da demoni su istigazione di insospettabili uomini, medici della peste che tentano di combattere un nuovo tipo di malattia alquanto particolare, “quasi cavalieri” in cerca di gloria e riscatto, mascolinità tossica oltre la morte, che trova la sua giusta cura, ed infine una postfazione alquanto sui generis, che si “dissocia” da queste pagine ricche di lingua ricercata, che narrano piccole cose. Una postfazione di meNare!

Immagine del Pandemonio

Conclusioni

Ho divorato questo libro. Non è una novità ma questa idea di scrittura di nuove novelle mi è davvero piaciuta, e ha reso Pandemonium una lettura piacevole e molto scorrevole. Certo, non tutti i racconti sono stati incisivi ed alcuni li ho trovati un po’ troppo particolari, quasi strani.
Ricchi di citazioni alla nostra cultura italiana cinematografica, ho inspirato dal naso le atmosfere del “Decameron” e de “I Racconti di Canterbury” per la regia di Pier Paolo Pasolini. Mancava solo Franco Citti nei panni del buon Diavolo e la mia gioia sarebbe stata completa.

Sapete una cosa? Un racconto in particolare, ma non vi dirò quale, mi ha lasciato davvero a bocca aperta e mi ha fatto esclamare: “È geniale! Un’idea così semplice e ben congegnata e non ci avevo mai pensato!”. È sicuro che non mi sentirò affatto in colpa quando, prima o poi, la riutilizzerò da qualche parte! Ma non temere, autore, dirò a tutti che non è farina del mio sacco!

Per concludere, vorrei confermare il mio pensiero già espresso più volte: Ignoranza Eroica ha colpito nel segno. Se avete voglia di recuperare questo volume, fatelo!
Vi posso assicurare che non rimarrete affatto delusi.

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