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Lost Record: Bloom & Rage

Oggi parliamo di Lost Record: Bloom & Rage, ma prima…

Prima di tutto è doveroso salutare chi segue i Cercatori di Atlantide! Siamo assenti da queste pagine fin dalla fine dall’anno scorso, quando auspicavamo un buon 2025. Un anno che si preannuncia ricco di release videoludiche importanti che proveremo a portarvi a pieno ritmo sulle spiagge di Atlantide.

Partiamo subito con un gioco uscito il 18 febbraio. Ad essere precisi, quel giorno, ne sono usciti due di titoli di rilievo. Prossimamene presenteremo il nostro pensiero sull’ultima fatica di Obsidian Entertainment, ovvero Avowed. Oggi, però, ci soffermeremo sul viaggio proposto da Don’t Nod con il suo Lost Record: Bloom & Rage. Parliamo di un’opera che vorrebbe colpire ancora una volta il cuore di chi ci gioca. Saranno riusciti gli sviluppatori a fare centro? Scopriamolo insieme!

Lost Record: Bloom & Rage – Tape 1

Sottolineiamo subito che il titolo in questione sarà diviso in due parti. La prima parte è già in commercio dalla data sopracitata, mentre la seconda sarà giocabile solo dal 15 di aprile. Una scelta che, ovviamente, ci costringerà a tornare in sede di recensione per la valutazione della seconda parte del gioco. Ma non solo, anche per un giudizio complessivo dell’opera, sicuramente più corretto e approfondito, guardando il gioco nella sua interezza.

Oggi quindi ci soffermeremo sul “Tape 1”, il Nastro 1, proprio come se l’opera per intero  fosse una videocassetta degli anni ‘90. Il gioco, infatti, è un vero e proprio tributo a questi iconici anni. Anni che faranno da sfondo alle vicende di quattro ragazze adolescenti nel corso della loro “indimenticabile”, estate del ‘95. In realtà il termine “indimenticabile” non è l’aggettivo più calzante per descriverre l’intera vicenda.

La storia di Lost Record: Bloom & Rage ce la raccontano infatti proprio le ragazze in questione. Dopo ventisette anni decidono di fare una piccola reunion per ricordare insieme i fatti di quell’estate. Avvenimenti che hanno segnato indelebilmente le loro vite ma che, per un motivo o per un altro, non vogliono o non riescono a ricordare nel dettaglio.

Così nei panni della timida Swann, scendiamo dalla nostra vettura dopo il lungo viaggio dal Canada a Velvet Cove, remoto paesino americano dove tutto gira sulla caccia al cervo. Appena scese, ci dirigiamo nello storico pub del luogo che sarà il centro nevralgico dell’incontro. All’interno ogni piccolo dettaglio riaccende i ricordi dell’ormai adulta Swann, che incontra immediatamente Autumn arrivata poco prima di lei. Il gioco, quindi, comincia ad aprirsi nelle parole delle due. Le amiche iniziano a rinfrescare le idee davanti a due drink in attesa che arrivino Nora e Kat, le altre due ragazze.

Don’t Nod ci sa fare veramente!

Don’t Nod non ha assolutamente bisogno di presentazioni quando si devono esprimere le emozioni e bisogna farle vivere a chi gioca. Ne è sicuramente testimone la serie Life is Strange, che ha evidentemente segnato un punto di non ritorno per la fama della casa di sviluppo e distribuzione.

Lost Record: Bloom & Rage, in qualche modo, vuole proprio ripercorrere i passi e la gloria della precedente opera, un’impresa sicuramente non facile! Soprattutto se confrontiamo il gioco con quel primo capitolo di Life is Strange, che è considerato un po’ l’opera maestra di Don’t Nod. Non sarà cosa semplice rubarne lo scettro, ma ques’opera sembra proprio averne tutte le carte in regola!

Fenomenale è la capacità che gli sviluppatori nel riuscire a comunicare, a chi gioca, le emozioni delle protagoniste. Il tutto grazie alla gestualità, le espressioni del viso e la profondità degli sguardi. Ogni minimo dettaglio sul character design è accurato. Inoltre è impreziosito dallo scavare a fondo nei backgrounds e nei profili caratteriali delle quattroamiche. Personaggi con le quali è impossibile non empatizzare o, quanto meno, non affezionarsi.

Le ragazze sono vive nel racconto e nelle parole delle stesse. Problemi, paure, rabbia, rancori, gioie e lacrime delineano alla perfezione le quattro adolescenti. Potremmo, senza alcun problema, identificarle nel nostro gruppo, soprattutto per chi gioca ed è nato tra gli anni Settanta e Ottanta e ha vissuto proprio in età adolescenziale gli anni Novanta.

Lost Records: Bloom & Rage

Il maggior pregio di Lost Record: Bloom & Rage

Uno dei grandi pregi, se non il maggiore, di Lost Record: Bloom & Rage è la valorizzazione del tempo di chi gioca. Non per forza si è costretti ad approfondire tutti i personaggi che incontriamo. Don’t Nod propone tanti spunti, oggetti e riferimenti nei luoghi che andremo a visitare durante il gioco. A noi la scelta di interagire o meno per andare ad incrementare la conoscenza di chi abbiamo incontrato. Ovviamente più ci si sofferma sulle interazioni, più andremo a conoscere, e quindi legare indissolubilmente, con le debolezze e le sfumature di ognuna di loro. Sol ocosì potremo apprezzare appieno di tutti gli avvenimenti che accadranno!

Gli avvenimenti di certo non lesineranno nel creare tensione, ansia e anche colpi di scena shockanti nella testa e nel cuore di chi gioca. Il nostro consigliop, quindi, è di tuffarvi pienamente nel gioco. Senza fretta, però, in maniera da assaporare ogni piccolo particolare per così conoscere al meglio le protagoniste e le relazioni che si andranno a sviluppare.

Meccaniche di Lost Record: Bloom & Rage

Ma come riusciremo, effettivamente, ad approfondire il mondo di gioco?

Don’t Nod ci mette a disposizione la videocamera della protagonista. Questa sarà una vera e propria estensione del nostro corpo. Con essa, infatti, potremo concentrarci su alcuni aspetti secondari, e non, che andranno ad arricchire ulteriormente quanto ascoltato dai dialoghi delle protagoniste.

La stessa lampada della videocamera sarà fondamentale in alcuni scenari, rendendo quindi questo strumento essenziale per lo sviluppo dell’avventura. Anche i collezionabili saremo in grado di identificarli grazie alle riprese con la videocamera. Siano questi specie di uccelli, graffiti, creature e altri oggetti sparsi nella cittadina e nei boschi di Velvet Cove.

Tributo agli anni Novanta

Abbiamo detto più volte che il gioco è un vero e proprio tributo agli anni Novanta. Tutto quello che era la quotidianità, i giocattoli, i film a noleggio, le musicassette, i videoregistratori, tutto quello che ha segnato quell’epoca, lo ritroviamo in Lost Record: Bloom & Rage.

La narrazione si accompagna ad una colonna sonora magistrale, d’altronde Don’t Nod difficilmente delude su questo aspetto, basti ricordare la meravigliosa musica del videogioco Jusant. Anche quest’ultima opera si piazza tra le migliori colonne sonore della software house. È innegabile il sapiente equilibrio tra i momenti di riflessione, più calmi, e l’enfasi dei momenti più concitati. Il tutto avvolto nel ritmo e nella musicalità tipica di quegli anni.

Se interessati troverete la serie completa di Lost Records: Bloom & Rage,  sul nostro canale YouTube a questo indirizzo https://www.youtube.com/@lid_TV che potrebbe esservi d’aiuto per avere un quadro ancora più delineato del gioco per decidere se comprarlo o meno oppure conoscerlo qualora non aveste la possibilità di giocarlo.

Leggi anche: Jusant – Una scalata in compagnia

Lost Records: Bloom & Rage

Fonti di ispirazione

Va da sé che il gioco trova la sua fonte di ispirazione nella serie TV Stranger Things. Là il tributo era legato al decennio precedente a quello del nostro gioco, quindi gli anni Ottanta, ma il tutto avvolto da un’aura paranormale che, effettivamente, avvolge con il procedere dell’esperienza di gioco sempre più prepotentemente anche in Lost Record: Bloom & Rage. La scelta delle quattro adolescenti, a nostro avviso, è proprio una chiara citazione al femminile alla serie TV che però non cade mai nel plagio o nella scopiazzatura pigra.

Lost Records si sa raccontare bene anche al netto di qualche isolato momento leggermente sottotono. Anche i diversi momenti più blandi possono essere motivo di studio e approfondimento dei personaggi; se si acquisisce questa chiave di lettura è veramente difficile non finire tutto d’un fiato la prima parte dell’opera di Don’t Nod che sapientemente cresce nella scrittura e nei colpi di scena alimentando quella fame di sapere importante e fondamentale per voler andare avanti sempre.

La versione che abbiamo giocato è stata acquistata su Steam al prezzo di 36,99 euro in sconto fino ai primi di Marzo.
Da quanto abbiamo potuto notare non ha avuto nessun problema a livello tecnico né per quanto riguarda gli fps né per quanto riguarda bug grafici. Solo verso il finale del gioco il numero di oggetti a schermo ha fatto tentennare un paio di transizioni, ma nulla per cui preoccuparsi. Il gioco è anche compreso dal Day One nel pacchetto Play Station Plus Extra e Premium dove però la mancanza di opzioni grafiche fa scendere un pochino il frame rate in alcune zone. Anche qui dettagli innocui in confronto alla piacevolezza di gioco.

Lost Record: Bloom & Rage – Conclusioni

In sostanza la prima parte di Lost Record: Bloom & Rage a noi della locanda Lid_TV è piaciuta molto. Difficile poter dire se riesca ad essere a livello del primo Life is Strange, ma questa sentenza la lasceremo in sospeso fino al poter mettere le mani sopra la seconda parte del gioco in arrivo il 15 aprile.

Tuttavia se siete, come noi, amanti dei videogiochi a 360° e sapete apprezzare anche le storie ben raccontate pregne di emozioni e vissuto che si distaccano dal comune senso del videogioco legato prettamente alla sfida, allora concedetevi l’ultima fatica Don’t Nod che saprà catturarvi per una decina di ore allo schermo con grande maestria.
Aspettando il “Tape 2” vi diamo appuntamento al prossimo articolo su Cercatori di Atlantide, buona giornata a tutti!

Voto: 8,5/10

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