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Dark, seconda stagione – La recensione

Finalmente Dark è arrivato alla sua seconda stagione sulla piattaforma Netflix.

La serie, uscita nel dicembre del 2017 e poi sparita dai radar per un discreto periodo di tempo, sarà composta da tre stagioni e nonostante nell’ultima stagione appena uscita gli intrecci siano diventati ancora più complessi e intricati, sono certo che il regista e ideatore della serie Baran bo Odar riuscirà a far piena luce su quanto lui e la sua troupe stanno mettendo in scena.

Ho letto da qualche parte che coloro che la iniziano a vedere si sentono quasi intimiditi dalla complessità della storia, dai legami tra i personaggi e dai tempi con cui il tutto è scandito. Beh in parte è vero, ma se prestate la giusta attenzione è molto gradevole per come è stato girato, ma soprattutto ad ogni episodio resti sempre più incollato allo schermo.

SPOILER ALERT: l’articolo non conterrà spoiler della seconda stagione ma sarà pieno di riferimenti e riflessioni legate alla precedente. Se non avete ancora guardato la prima stagione, vi consigliamo di non proseguire ulteriormente la lettura.

Dark – Un serpente che si morde la coda

Immagine del serpente Ouroboros
Dark – Seconda Stagione ^^’

Fin dal primo episodio della stagione iniziale si sentiva un qualcosa di non detto, si percepiva un senso d’immanenza, e si viveva quest’attesa con una sorta di asfissiante presenza che solo un prodotto teutonico riesce a dare. Beh la seconda stagione di Dark non è da meno, ma già nel primo episodio getta la maschera dimostrandoci quanto la serie pesca a piene mani dalla filosofia Ermetica e dell’occultismo in generale. Il serpente Ouroboros è la descrizione fondamentale di questa stagione, almeno fino all’ultimo episodio.

La storia si svolge sei mesi dopo gli eventi accaduti durante la prima stagione in cui il protagonista sta sopravvivendo in un mondo post-apocalittico futuro. Nel tempo presente i suoi amici continuano la loro vita cercando di dare un senso a quanto sta effettivamente accadendo e ad ogni passo che i personaggi fanno è come se si sentisse il ticchettio di una bomba pronta ad esplodere. Dark è questo soprattutto. Un orologio costruito a mano dove tutti i pezzi si muovono all’unisono per portarti dove la storia deve andare. Non ti forza mai la mano nel cercare una spiegazione, ma quando un nuovo tassello si aggiunge l’unica cosa che puoi dire “WTF”.

I pregi di Dark – Seconda Stagione

Un frame dove è presente il protagonista di Dark, Jonas
Quell’impermeabile giallo alla fine starà ritto da solo!

Ai miei occhi questa serie ha molti pregi. Come abbiamo ben capito dal primo momento che abbiamo messo gli occhi su questi episodi, la serie ha come tema principale il tempo e i viaggi nello stesso. Per la prima volta sono rimasto piacevolmente soddisfatto del viaggio temporale. Ho visto in passato alcune serie e letto alcuni racconti, che hanno tentato di trattare il viaggio nel tempo e spesso sono caduti nel classico paradosso o con una trama che faceva acqua da tutte le parti ad ogni nuovo salto temporale (evito di parlare di ritorno al futuro in cui viene lasciata in una linea alternativa la ragazza di Martin Mc Fly).Per fortuna in questa serie i rapporti temporali, il passato che è il futuro per alcuni personaggi, le azioni che già si sono compiute e che si compieranno di nuovo in una sorta di ciclo è tutto studiato, controllato e testato.

La crescita dei personaggi principali, come degli antagonisti rispecchia esattamente una crescita emotiva paragonabile alle esperienze avvenute. Avremo Jonas, il protagonista, molto più attivo negli eventi a differenza della prima stagione e al tempo stesso avremo Noah, l’antagonista conosciuto, che si interrogherà sempre di più sul bene e il male, ma soprattutto se come persona possiede il libero arbitrio o è soltanto l’ennesima marionetta in un ciclo già accaduto.

Un altro pregio fondamentale della stagione è il simbolismo. Come abbiamo avuto modo di sottolineare in precedenza, Dark è carico di simbolismo mistico, religioso e occulto, il tutto unito ad un forte rapporto con la fede di alcuni personaggi.

I difetti della seconda stagione

Dark non è scevro da difetti sia chiaro. Alcuni colpi di scena sono alquanto “banali”: spesso ci troviamo ad anticipare quello che lo sceneggiatore sta per mostrarci. Questo forse potrebbe non essere visto effettivamente come un difetto perché vuol dire che la trama regge e aiuta lo spettatore a muoversi in essa, ma altre volte le scelte sono davvero troppo semplicistiche perché possano reggere.

Oltre a questa “caduta” ho trovato, almeno personalmente, troppi riferimenti al film Predestination (a suo volta tratto dal racconto “…All you Zombies” del 1959). Un’altra nota dubbia è la crescita, o sarebbe meglio dire involuzione, del personaggio della madre del protagonista: quest’ultima è sempre stato un personaggio profondamente negativo nella serie, ma nella seconda stagione riesce a dare il peggio di se in maniera quasi completamente casuale. Un personaggio avulso dalla realtà, che non trova la propria sistemazione, e che gli sceneggiatori cercano di riempiere di eventi che non mostrino il vuoto del personaggio stesso. Questo rende il personaggio indigesto e difficile da capire, a differenza degli altri protagonisti.

Conclusioni

Una delle domande fondamentali di Dark
Simbolismo a sfare

È indubbio che seguire Dark non sia un’impresa facile, soprattutto col finale di stagione che lancia la serie prepotentemente verso la terza e ultima stagione. La serie funziona, nonostante tutte le difficoltà che possono incontrare gli spettatori e non vedo l’ora che sia il 2020 per poter capire il fato della città di Winden, di Jonas e di tutti gli altri personaggi che rendono questa serie molto interessante. Per concludere vorrei lasciare un passo di un libro, citato nella seconda stagione che calza a pennello per la serie:

“Tutto è duale; tutto è polare: per ogni cosa c’è la sua coppia di opposti. Come simile e dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità e ogni paradosso può essere conciliato”

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