Per gli amanti dei giochi di ruolo Baldur’s Gate non è una serie che ha bisogno di presentazioni: i due titoli Bioware infatti sono tra i cRPG più apprezzati e conosciuti del panorama videoludico.
Dopo anni e anni di richieste e speranze dei fan è il team di Larian Studios, che già ha fatto un eccellente lavoro con la serie Divinity, a prendersi l’onere di pubblicare il terzo capitolo della serie basata sui Forgotten Realms di Dungeons & Dragons.
Un piccolo assaggio
Quello che abbiamo tra le mani di Baldur’s Gate 3 è, al momento, solo un Early Access: da qui alla release finale saranno infatti numerose le aggiunte, i cambiamenti e le feature che andranno ad espandere questa prima bozza.
Pur non essendo un prodotto per chi vuole un pacchetto completo e definitivo immediatamente (cosa che richiederà ancora un po’ di pazienza), tuttavia, Baldur’s Gate 3 non è timido nel mostrare immediatamente gli artigli, introducendoci sin dal prologo dell’avventura a un senso di urgenza immediato: pur non sapendo le circostanze che hanno portato il nostro personaggio a venire catturato, insieme a molte altre creature di Faerûn, a bordo di un Nautiloide Illithid, possiamo infatti assistere immediatamente all’orribile processo di inserimento dei girini all’interno dei prigionieri, tra cui ovviamente noi, iniziando così il processo di ceremorfosi che, se non sarà arrestato in tempo, ci trasformerà in un mind flayer senza lasciare alcuna traccia di ciò che eravamo.
All’esterno, i Gith contribuiranno ad abbattere il Nautiloide in fuga attraverso numerosi mondi e dimensioni e, dopo una sequenza che ci darà un’infarinatura generale dei meccanismi e dei comandi di gioco, la nave e tutti coloro che sono sopravvissuti agli eventi rocamboleschi di questa introduzione precipiteranno nuovamente sulle terre di Faerûn lasciandoci soli, spaesati, e con il tempo contro di noi.
La mia vita per un d20
Essendo interamente basato sul manuale di quinta edizione di Dungeons & Dragons, praticamente ogni singolo meccanismo e sistema di gioco sarà di immediata comprensione e familiarità per chi è avvezzo al gioco da tavolo, riproponendo nelle razze, classi e background finora disponibili tutti i privilegi, le abilità e le caratteristiche riportate sul manuale del giocatore con le loro funzioni e utilità rimasta invariata.
Questo significa che, mentre sarà il gioco ad effettuare automaticamente ogni tiro di percezione passiva nel corso delle nostre esplorazioni, così come ogni tiro salvezza, starà a noi scegliere quali tiri di abilità effettuare, per poi lanciare il d20 virtuale che determinerà, a seconda delle nostre competenze e caratteristiche, il successo o il fallimento della prova. Questo significa anche che ogni membro del party avrà la propria utilità in base alla sua inclinazione ed al suo background: un’antica iscrizione incisa sull’altare di un tempio è sicuramente qualcosa di poco familiare ad un guerriero dalla vita marziale e rigorosa, mentre è ben più comprensibile per un chierico devoto.
Fortunatamente, già a pochi passi dal nostro naufragio inizieremo ad incontrare altri avventurieri che, accomunati a noi dalla sventura subita dai Mind Flayer, collaboreranno con il nostro personaggio alla ricerca di una cura per gli orribili atti subiti durante la prigionia.
Il cast proposto in questo primo blocco di gioco è indubbiamente variegato, e Larian ha fatto un ottimo lavoro nell’arricchire le personalità ed i modi di fare di ogni singolo compagno d’avventura, rendendo a volte piuttosto difficile scegliere chi lasciare all’accampamento una volta superato il limite di 4 membri del party sia per la diversità nelle capacità dei singoli avventurieri (di cui comunque controlleremo lo sviluppo livello per livello) sia per il loro contributo narrativo alla vicenda attraverso conversazioni, commenti o, semplicemente, al loro essere sé stessi.
Anche nel combattimento Larian riesce a convogliare il lato più creativo di D&D presentando al giocatore l’opportunità e possibilità di sfidare i limiti del sistema quasi fosse la tipica contrattazione con il proprio Master lasciando aperte le porte a strategie poco ortodosse e modi di risolvere i conflitti diretti che possono essere usati in modo molto fantasioso.
A questo si aggiungono i benefici involontari di avere un girino nel proprio cervello: benché ci sia un rischio di cedere all’infezione, i nostri avventurieri avranno la capacità di influenzare le persone con abilità psioniche figlie della nostra particolare condizione.
Un certo livello di complessità nelle ambientazioni e nelle situazioni proposte diventa quindi necessaria per poter dar fondo a tutto ciò di cui il giocatore dispone ed è proprio qui che Larian da il meglio di sé, lasciando che ogni singolo passo che muoveremo ci dia un pizzico di comprensione in più dei nostri dintorni e, quindi, della nostra capacità di superare gli ostacoli che incontreremo con successo.
Diamante grezzo
In quanto prodotto ad accesso anticipato, ovviamente, Baldur’s Gate 3 non è estraneo a errori, glitch e malfunzionamenti tipici di giochi ancora nel pieno del loro sviluppo, che possono intaccare i modelli dei personaggi tanto quanto alcuni dialoghi, questi errori non sono certo inaspettati né contribuiscono a smorzare la voglia di esplorare di più di questo prodotto, specialmente con le aggiunte che, nel corso di quello che si prevede essere un intero anno di sviluppo, ci si potrebbe aspettare: classi, razze, funzionalità ed elementi che ancora non sono stati resi parte del sistema (benché già confermati dagli sviluppatori) sono in arrivo ad espandere, insieme al resto della storia, le già corpose 20-30 ore che compongono il primo atto dell’avventura.
Riuscire a trasporre in maniera efficace e 1:1 il regolamento e le funzioni di Dungeons & Dragons in un sistema automatico e giocabile in giocatore singolo non è certo un’impresa facile, e non c’è che da complimentarsi con il team di Larian Studios per quanto abilmente ci siano riusciti fino ad ora con questa prima introduzione che lascia ampie speranze e una nota di ottimismo verso ciò che ci si aspetta in futuro.