Un caro saluto a chi giunge ad Atlantide per leggerci! Dopo la pausa estiva, la locanda LostInDice torna a parlarvi di videogame ripartendo subito a cannone con il fenomeno del momento: Astro Bot.
Andiamo a capire se il tanto parlar bene dell’esclusiva Sony sia meritato oppure no…
L’evoluzione di Astro Bot
Il robottino bianco e blu di casa Sony nasce dall’idea di un piccolo studio di sviluppo di nome “Asobi” (In giapponese “Giocare“). Nel 2013 lancia per PS4 Astro’s Playroom (2020), titolo che conteneva diversi minigiochi che mostravano le potenzialità del DualShock4 e della Play Station Camera. Soprattutto aveva come protagonisti dei piccoli robottini molto somiglianti all’attuale Astro Bot.
L’Astro Bot, come lo conosciamo adesso, prende vita nell’era PS5.
Le nuove console, infatti, permettono di scaricare, gratuitamente, dal network Astro’s Playroom. In questo gioco il robottino forniva all’utente la possibilità di conoscere le piene potenzialità del Dualsense, nuovo gamepad di casa Sony in dotazione proprio con l’ammiraglia PS5. Per una durata di circa 2 ore e mezzo il nostro piccolo alter ego affrontava il mondo di gioco in perfetto stile Platform-Game classico.
Si passò poi per Astro Bot Rescue Mission. Un titolo che richiedeva (e richiede) esclusivamente l’utilizzo del VR per giocarci. Aveva però il grandissimo pregio di immergere completamente il player all’interno di uno dei più validi giochi per realtà virtuale!
Ed ora arriviamo al titolo del 2024. Un Astro Bot che non cambia troppo la struttura del gioco, continuando ad omaggiare tutta la produzione hardware e software di Play Station. Passa però dall’essere “al servizio di Play Station” all’essere un protagonista assoluto del mondo Play Station. Il cambiamento importante è proprio la centralità e lo spessore del robottino!
Dualsense alla mano
Parliamo un po’ del gameplay di Astro Bot.
Il gioco ci ha stupito e deliziato dall’inizio alla fine. Per nemmeno un istante – giocandolo durante una maratona live su Twitch di 44 ore – ci ha fatto sentire il peso dell’incedere o la stanchezza del continuare a giocare.
Come ci ha sempre abituato, il nostro Astro Bot sfrutta ed omaggia tutte le funzionalità del Dualsense. A partire dal giroscopio, al soffiare sul pad, per passare al sapiente, e mai banale, utilizzo della vibrazione. Anche il sound generato dal DualSense è sempre azzeccato e immersivo. Tanto da regalarci un feedback pressoché perfetto sulle varie superfici che andremo a calpestare, che siano esse vetro, neve, ferro ecc. ecc.
Ad agevolare anche la voglia di continuare a giocare, a nostro avviso, è soprattutto la meravigliosa densità dei mondi creati da Asobi. I mondi di gioco sono pieni di effetti particellari, dettagli impeccabili, cose da cercare, mob da sconfiggere, trappole, ostacoli da schivare e chi più ne ha, più ne metta!
È scontato dire che, in Locanda, non ci siamo mai annoiati! Anzi, a volte, si sente proprio il bisogno di muoversi con la navicella (rappresentata con la forma del DualSense) verso il campo base. Questa è una sorta di safe zone dove abbiamo la nostra nave madre a forma di PS5 in riparazione. Qui potremo interagire con tutti i bot che andremo a salvare mentre progrediremo nell’universo di Astro Bot…
Il nostro robottino potrà usufruire anche di diversi accessori nel corso della sua avventura. Ovviamente cambieranno il diverso approccio alla risoluzione degli enigmi nei vari mondi di gioco. Ciò permetterà a chi gioca di levitare in aria, rompere le superfici più dure. Ci sono inoltre tante altre gradite sorprese, che non saremo sicuramente noi ad anticiparvi!
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Astro Bot: L’elemento nostalgia
Sempre ben marcato, l’elemento su cui fa molta leva Astro Bot è la nostalgia.
Il gioco richiede di salvare, nei vari livelli, circa 300 bot ispirati a protagonisti e personaggi dei vari giochi del mondo Play Station. Non solo, propone anche livelli tematici a importanti icone del mondo Sony. Senza fare spoiler vi diremo che il comparto visivo, audio e di gameplay dei suddetti livelli sarà un vero e proprio tuffo al cuore! Arrangiamenti ispirati alle indimenticabili colonne sonore e gameplay che, solo per questi livelli, cambiano rendendo perfettamente omaggio ai vari temi ispiranti.
Oltre a questo, il gioco strizza l’occhiolino anche al predecessore Astro’s Playroom. Sara richiesto a chi gioca, infatti, di trovare le varie componenti interne della console PS5 che funge da nave madre. Questa, ad inizio gioco, subirà un attacco da un alieno nello spazio (alieno cattivo colorato di verde, ogni riferimento è puramente casuale). Tale alieno ruberà la CPU della console e sparpaglierà le altre componenti interne nelle varie galassie di gioco. Starà a noi andarle a recuperare tutte!
Art design e fuochi d’artificio
Il gioco sotto questo punto di vista ci ha convinto a pieni voti. Tralasciando i livelli speciali di cui abbiamo già parlato, si affronteranno tante diverse ambientazioni sempre molto ricche di dettagli e che stimolano il giocatore ad esplorare ogni singolo pixel di gioco.
Il fil-rouge che collega tutto è una meravigliosa spensieratezza che non si percepiva da tanto tempo in un videogioco di questo livello. Colori, luci ed effetti particellari rendono il titolo di Asobi un vero e proprio spettacolo per gli occhi, come fossimo ad osservare uno spettacolo pirotecnico. Quello che poi sconvolge, e che finalmente ci fa assaporare appieno la NextGen, è il granitico framerate, che in nemmeno un caso ha fatto i capricci. Astro Bot non cede il fianco nemmeno nelle bossfight o nei momenti più concitati, grandissimo lavoro anche sotto questo aspetto.
Difficoltà e utenza
Astro Bot in quanto a livello di difficoltà non impensierisce più di tanto. I livelli normali si riescono ad affrontare con estrema facilità senza particolari ostacoli. Anche le boss fight non saranno troppo difficili da affrontare e i pattern dei boss tendono a mettere l’accento di più alla spettacolarità che al livello di sfida globale.
Il nostro consiglio è quello di cercare di completare tutto già dall’inizio, per godersi ogni aspetto del gioco. Lo sblocco di alcuni pianeti avverrà solo dopo aver accumulato un minimo di bot per galassia. Il gioco vi stimolerà proprio alla ricerca di tutti i collezionabili!
Le cose in termini di difficoltà si complicano un pochino quando andremo ad affrontare alcuni livelli bonus durante il gioco. Qui il registro cambia totalmente ed alcuni di questi mondi vi richiederà qualche tentativo in più. Nulla per cui impazzire però (sguardo rivolto all’ultimo livello di Super Mario Wonder N.d.A.).
In conclusione, il bilanciamento dei livelli non ci è per nulla dispiaciuto e, nel complesso, il gioco è rivolto veramente ad una grande fetta di utenza che va da grandi a piccini. Forse giusto gli hardcore gamer che però si possono concedere un momento di pausa tra un Souls e l’altro per giocare questa piccola chicca!
Astro Bot: Voto e applausi
Astro Bot, a nostro avviso, prende con onore e duro lavoro, da parte dello studio di sviluppo, il meritato scettro di miglior esponente Play Station del 2024! Almeno fino ad ora quindi, vista la penuria di esclusive all’orizzonte, non pensiamo che la situazione possa cambiare negli ultimi mesi di quest’anno.
Con grande caparbietà e coraggio fa tornare chi gioca indietro nel tempo. Ci omaggia di un titolo che, inevitabilmente, rimanda alle intramontabili icone degli anni ’90. Si concentra però sull’aspetto ludico del videogioco più che su altro. La missione, quindi, è decisamente compiuta con lode!
Astro Bot, infatti, in molte occasioni vi stamperà sul volto un sorriso nostalgico e di puro divertimento. Uno di quei sorrisi che mancavano da un po’ di tempo con pad alla mano!
Il robottino di casa Sony prende il testimone da Ratchet & Clank come nuovo esponente Platform della PS5. Si candida inoltre a sfidare i generi più blasonati per la caccia al Game of the Year 2024. Chissà se riuscirà a bissare l’impresa del capolavoro It Takes Two!