Alien RPG! Per quanto tempo ci hai accompagnato nei nostri sogni spaziali e nei nostri incubi claustrofobici? Quanto tempo abbiamo giocato, molti anni fa, ad Alien vs Predator rinchiusi in casa di un amico a fare LAN party? Quanti giochi e videogiochi hai ispirato?
Alla fine Fria Ligan ha raccolto l’appello e, nel 2019, ha mandato in stampa il manuale “Alien – The Roleplay Game“.
In questa analisi cercherò di non essere troppo duro, nonostante l’amaro rimastomi in bocca a seguito della lettura sia davvero tanto.
Alien RPG, letto, riletto e già giocato
Appena ho avuto per le mani il manuale ero emozionatissimo: “le atmosfere claustrofobiche di Alien miste ad un gioco di ruolo? Sarà sicuramente eccezionale!” Mi sono detto. La lettura è rapida. Come ogni prodotto della Fria Ligan l’impaginazione è tale da rendere la quantità di testo nelle pagine di facile e spedita consultazione.
Già sapevo che il sistema di gioco era l’ormai comprovato sistema Year Zero, nato con il loro primo prodotto “Mutant: Year Zero” per l’appunto. Il sistema quindi è coi i D6, i D66 e i D666 (molto raramente). Il manuale si suddivide in vari capitoli: nel primo vengono spiegati i concetti base di Alien. Ci viene mostrato che lo spazio è un posto che fondamentalmente fa schifo:
Lo spazio è malattia e pericolo, nell’oscurità e nel silenzio.
Leonard McCoy
Chiunque decida di lanciarsi all’avventura nello spazio, non lo fa con leggerezza e, spesso, è mosso da drammi esistenziali o obblighi nei confronti di qualcuno, anziché per il puro piacere di conoscere l’ignoto. Non è lo spazio di Star Trek per intendersi, o quello di Star Wars. Le persone, nello spazio, muoiono.
Poi, però, un enorme deja-vu. Corro in libreria e recupero Coriolis, anch’esso edito da Fria Ligan e che potete trovare qui. Proseguo nella lettura del manuale e trovo tante tabelle e tante, troppe idee recuperate direttamente da Coriolis. Dal metodo di costruzione della nave, alle abilità dei personaggi, il combattimento, il sistema di stress e panico. Gli equipaggiamenti, come è ovvio che sia, sono specifici per l’ambientazione, come anche le varie fazioni che si contendono lo spazio, più o meno conosciuto.
Una delle cose che mi ha fatto sorridere è stato l’inserimento delle tute e delle armature. Mi è sembrato di vedere nuovamente Ripley combattere.
Grafica e Design
Il comparto grafico, come sempre, è all’altezza delle aspettative, l’aspetto del manuale è accattivante, le immagini sono molto evocative e belle, ma non è abbastanza. Non più almeno. Non posso acquistare un prodotto solo per vedere delle immagini. A quel punto mi riguardo i film, Prometheus incluso!
Anche il design del prodotto non è per nulla innovativo. Per le mani abbiamo un manuale di 400 pagine che se avesse avuto un’impaginazione normale ne avrebbe coperte a stento sì e no 212. Da un po’ da pensare sia sullo spreco di carta che sul fatto che questo prodotto poteva dare qualcosa di più…
Conclusioni e pensieri sparsi
Sinceramente sono più deluso che arrabbiato.
Non so come sia possibile “produrre” un simile manuale. Nessuna incredibile novità, nessuna idea pazzesca, solo una palese pedissequa copia di tutto quello che funzionava, e non, in Coriolis e negli altri giochi. Qui anziché “Pregare le Icone”, si tendono a “Forzare i tiri”. Anziché il “Buio tra le Stelle” qui c’è la castrante e disturbante claustrofobia degli ambienti.
Due cose si sono salvate dalla fotocopiatrice, capitolo sugli Xenomorfi – ovviamente obbligatorio- a parte. In primis, la definizione di GM in Game Mother. Immagino sappiate, più o meno tutti, che negli Alveari c’è una Madre, no? Ecco, è lei che gestisce il gioco.
La seconda cosa che mi è piaciuta è la gestione delle Giocate Cinematiche e delle Giocate a Campagna. Secondo me si sono ispirati al Cercatore Y. e al suo “Diario di M.A.D.A.R.” per la gestione del gioco cinematico! Ovviamente scherzo, ma è bello che certe idee vaghino nell’etere e tocchino più persone.
Sì, mi hanno palesemente copiato.
Un umilissimo Cercatore Y
Ma infine, a tutti gli effetti, per fare questo manuale hanno preso le idee di Coriolis, del suo Atlante e di altri volumi della catena, hanno adattato il tutto all’esigenza e hanno prodotto il gioco di Alien RPG. Non so quanto fosse necessaria questa operazione, visto che comunque questo stile di gioco poteva essere, in tutto e per tutto, già sfruttato con i loro manuali precedenti di altre linee.
3 Comments
Gabriele
Ammetto di aver provato un po’ di delusione anche io.
Condivido quanto hai detto e aggiungo come ulteriori difetti una certa carenza di immagini (sarebbe stato logico avere immagini dedicate ai vari stadi di sviluppo dello xenomorfo invece il capitolo a loro dedicato è quasi tutto testo), inoltre il sistema del panico può funzionare bene in presenza di alieni ma come il manuale suggerisce si possono giocare avventure più convenzionali e in questo caso ho trovato che il panico funziona non proprio a dovere.
É curioso notare che recensioni negative, come la tua, sono rare, anzi, rarissime eppure sono ben più utili di quelle che dicono “è tutto perfetto”.
PS: Coriolis e Alien prendono spunto a piene mani dalle meccaniche di Traveller per quel che riguarda lo spazio, le astronavi e i pianeti. Tuttavia secondo me Traveller li gestisce meglio :/
Riccardo Gallori
Verissimo!
Se posso darti un consiglio, visto che mi par di capire tu sia un giocatore di ruolo, dovresti provare Stars Without Number come sistema di gioco per le tue campagne spaziali!
Gabriele
Esatto. Stars Without Number l’ho sentito nominare più volte ma non mi è mai capitato tra le mani. Concettualmente dove si colloca nel panorama dei gdr moderni? Tra OSR, narrativi, pbta, narrativi senza master, tradizionali senza giocatori, vintage senza gioco… a volte sono un po’ in difficoltà per capire se un gioco può essere adatto ai miei giocatori.
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