Avete già letto la recensione dell’episodio 15? La potete trovare qui
I due cavalieri superano un altro ostacolo nella loro avventura e, grazie ad un aiuto inaspettato, proseguono rapidamente verso i piani alti della torre.
Ciò che troveranno al loro interno, tuttavia, si rivelerà inaspettato.
Sinossi
Riprendendo dal cliffhanger precedente,
assistiamo a Kirito rilasciare il vero potere della propria spada, scagliando
le radici malevoli dell’Albero Demoniaco verso Fanatio.
Con l’aiuto di Eugeo e, apparentemente, la volontà vacillante del Cavaliere del
Sole, la donna viene finalmente sconfitta e mortalmente ferita dal colpo,
lasciandola a terra priva di conoscenza.
Kirito, esausto e ferito, si accinge a tentare di alleviare la grave ferita inflitta a Fanatio che, però, sembra essere troppo profonda per i due protagonisti, inermi di fronte all’imminente morte del cavaliere.
Deciso a trovare una soluzione alternativa, dunque, Kirito utilizza uno dei pugnali che era gli era stato affidato da Cardinal, creati per salvare Alice e sconfiggere Administrator, permettendo a Cardinal in persona di prendersi cura della donna.
Prima di farlo, però, rassicura i suoi due campioni dicendo loro che se Administrator non sarà ancora risvegliata, non avranno necessariamente bisogno dei pugnali, dopodiché li spinge a continuare la loro scalata, dando loro la possibilità di riprendersi attraverso due pozioni curative.
Ben presto i due amici si ritrovano tuttavia ad un vicolo cieco, se non per la presenza di un operatrice a cui è affidato il compito di manovrare l’ascensore, compito che esegue praticamente ininterrottamente da 107 anni.
In questa occasione scopriamo che anche se l’invecchiamento viene arrestato, tra i sottoposti del pontefice, nemmeno Quinella è in grado di arrestare il naturale deterioramento della mente, e che persino i cavalieri e la servitù della Cattedrale sono destinati a crollare, dopo secoli.
Guidati al punto più alto raggiungibile dall’ascensore, Kirito ed Eugeo riescono a evitare ben trenta piani della torre, raggiungendo l’ottantesimo piano, una meravigliosa collina erbosa al culmine della quale sorge un albero rigoglioso.
All’ombra della pianta, inaspettatamente, si trova Alice, composta e concentrata nella sua meditazione sotto i raggi del sole.
La ragazza domanda ai due intrusi qualche momento di calma prima di procedere alla loro imminente battaglia, tempo che i due utilizzano per architettare una strategia che possa permettere ad Eugeo di utilizzare il proprio pugnale di Cardinal approfittando della mancanza di armi da parte di Alice.
Kirito, che ha il compito di tenere occupata la ragazza, si scaglia dunque sul bersaglio finendo tuttavia facilmente e sorprendentemente bloccato dal Cavaliere Integratore, rivelando ai due avversari che l’albero lì presente altro non era se non la spada di Alice.
Già nell’episodio precedente la “Lama di Osmanto” era stata indicata come possibile cavaliere ad aver sorpassato Fanatio nella sua posizione, ed è qui che scopriamo come ciò facesse riferimento ad Alice, implicando la sua superiorità rispetto al Cavaliere del Sole Abbagliante nonostante sia una delle ultime aggiunte ai ranghi di Quinella.
Uno degli elementi che più risalta di Alice è, indubbiamente, il potere della sua arma: essa è l’incarnazione dell’Osmanto Dorato, un albero che si ergeva al centro di Underworld ai tempi della sua creazione, rendendolo di fatto l’oggetto più antico di quel mondo.
La spada è impeccabile nella sua forma fisica, ma ancor più ipnotica è la sua abilità, che tramuta la lama dorata in una nube luminosa dalle terrificanti capacità offensive.
Per cercare di salvaguardare il piano
originale, dunque, Kirito sfida ad un duello formale Alice, duello che il
cavaliere accetta.
I due iniziano a scambiarsi diversi colpi, mettendo in mostra le notevoli
capacità di Alice che nonostante l’armatura è perfettamente in grado di mettere
in difficoltà Kirito nonostante la sua vasta esperienza.
Al momento giusto, però, Kirito si scaglia non su Alice, bensì sulla sua spada, creando un’apertura che gli permettesse di immobilizzarla permettendo ad Eugeo di congelare entrambi gli amici con la Blue Rose e, quindi, di ottenere la vittoria utilizzando il pugnale di Cardinal.
I piani di Eugeo vengono tuttavia rovinati dalle straordinarie capacità di Alice, che riesce a liberarsi e a respingere Eugeo.
In procinto di riprendere la battaglia, Alice e Kirito vengono improvvisamente scagliati all’esterno della torre da un’apertura inaspettata del muro a loro adiacente, causata dall’abilità speciale dell’arma di Kirito e che immediatamente si sigilla lasciando Eugeo solo all’interno della Cattedrale ed i suoi due amici all’immaginazione dello spettatore.
Considerazioni
L’episodio 16 si conclude con lo stesso cliffhanger della Light Novel originale a cui fa da adattamento, concludendo la copertura del Volume 12. L’atto corrente della storia avrà dunque altri otto episodi per concludersi, delineandoci un certo ritmo da aspettarci.
Il Cavaliere dell’Osmanto Dorato, dunque, rappresenta un punto di svolta per la storia riportando all’interno della cornice narrativa Alice in forma permanente, piuttosto che lasciandola fuori nella posizione di obiettivo a lungo termine per Kirito ed Eugeo.
L’implicazione che Alice, nella sua posizione di Cavaliere Integratore, sia superiore persino a Fanatio nonostante la sua giovinezza porta inevitabilmente a domandarsi se ciò non sia legato al suo essere un Fluctlight tanto speciale che persino Rath sta cercando di ottenerla, ma di certo le sue abilità ci vengono esaustivamente dimostrate rendendo la ragazza il fulcro dell’intero episodio.
Alice Synthesis Thirty è una donna formale e rigida, lontana dai tratti esibiti durante la sua infanzia, confermando la manipolazione mentale di Quinella e la sua totale mancanza di ricordi nei confronti di Kirito ed Eugeo.
Il già difficile compito di immobilizzarla per poterla liberare dal controllo del pontefice viene ulteriormente complicato dall’espulsione accidentale di Alice e Kirito dalla Cattedrale, isolando Eugeo dai due e lasciando per la prima volta il ragazzo alla totale libertà di iniziativa senza avere la guida di Kirito, presente sin dai tempi in cui era solo un taglialegna, ad aiutarlo.
Il duello tra Kirito ed Alice mette in mostra diversi effetti visivi spettacolari, in particolare legati alla spada dorata di Alice, che nel suo stato di pulviscolo crea un effetto molto suggestivo, ma l’azione viene un po’ smorzata dall’uso frequente di slow motion, alleviando l’entità delle capacità effettive dei due combattenti agli occhi dello spettatore.
Sebbene la ricomparsa di Alice sia l’aspetto centrale dell’episodio, non mancano i contenuti degni di menzione: per prima cosa abbiamo modo di assistere alla forma definitiva dell’arma di Kirito, una scarica di energia oscura che prende la forma della pianta da cui ha avuto origine.
Dal punto di vista visivo non è spettacolare quanto il ghiaccio di Eugeo, ma risulta essere evidentemente più potente offensivamente, tanto che un singolo colpo dell’arma è stato in grado di ferire Fanatio in modo letale.
Attenzione particolare va posta al tentativo di Kirito di salvare Fanatio, che sembra voler essere una lezione per Eugeo, ma che lascia domandare se Kirito veda tutti gli ostacoli che dovranno affrontare come anime corrotte senza controllo sulle proprie azioni, una posizione che potrebbe portarlo all’esitazione dinnanzi a Quinella.
Operator, la ragazza il cui compito consiste nell’azionare l’ascensore della torre, sembra avere la funzione di dimostrare ulteriormente le mostruosità di Administrator, dando eterna giovinezza a qualcuno confinato tanto da non ricordare più nemmeno il proprio nome.
Il diciassettesimo episodio, intitolato “Un patto d’armistizio“, lascia presagire un ritorno più attivo di Alice nel cast dei protagonisti, di cui scopriremo dunque le sorti e gli obiettivi futuri.