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The Necronomnomnom: in cucina con Lovecraft

A poche ore da Halloween, immagino siate tuttǝ impegnatǝ nei preparativi per la sera più spaventosa dell’anno. Avete già pensato alla cena? Se la risposta è no, potreste trovare qualche idea sfogliando The Necronomnomnom: Recipes and Rites from the Lore of H. P. Lovecraft.

The Necronomnomnom: Recipes and Rites from the Lore of H. P. Lovecraft è un peculiare libro di cucina

Di cosa stiamo parlando? Si tratta di un libro di cucina molto peculiare (potete trovarlo, e acquistarlo, qui), ispirato alle opere di H.P. Lovecraft e di coloro che hanno seguito le sue orme ampliando il corpus dei Miti.
Curiosi? Già mi immagino una bava immonda di colori indescrivibili che vi cola da una delle molte bocche che ricoprono il vostro amorfo corpo, ma prima di tutto vai con l’intro!

Trick or Treat,
Trick or Treat:
Give me something good to eat.
Trick or Treat,
Trick or Treat:
Give me somethig bloody and sweet.
Give me brain and a heart, too
and I won’t play a kill on you!

The Necronomnomnom: i cervelli (rubati dai Mi-Go) dietro al libro

The Necronomnomnom, come accennato poc’anzi, è un libro di cucina, edito da Countryman Press, scritto da Mike Slater (già autore di Lovecraft Cocktails: Elixirs & Libations from the Lore of H. P. Lovecraft). L’autore, direttamente da Wrightsville in Pennsylvania, è (parole sue, N.d.A.) un fan della letteratura dark, ma soprattutto del Solitario di Providence. Possiede inoltre una passione smodata nella creazione di strane storie, giochi e manuali di cucina ad essi collegati. L’idea per questo libro gli è sorta durante le notti passate sotto le stelle presso i fuochi di Burnhenge, il suo santuario privato. È proprio suo, dato che se lo è costruito pietra su pietra. Se non è dedizione ai Miti questa, mi domando cosa lo possa essere!

Ad aiutarlo, in questa opera weird-culinaria, sono Thomas Roache e Kurt Komoda.

Thomas Roache è un ingegnere civile presidente della Red Duke Games, allenatore ginnico, avido giocatore [in qualche foto sparsa nella rete lo si vede circondato dalle scansie traboccanti giochi nella sua caverna a Limerick (sempre in Pennsylvania)] e talentuoso chef dilettante. Attraverso una qualche sconosciuta alchimia proibita, ha combinato questi pezzi – grondanti d’icore – di se stesso, diventando la forza trainante del progetto.

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Kurt Komoda è un praticante di arti marziali che si diletta nella ricerca delle terrificanti bestie delle ere passate. E, a quanto pare, è abbastanza bravo nel trovarle, dati i suoi disegni (date un’occhiata qui)!

The Necronomnomnom: eldritch cousine

Addentiamo adesso il libro, sempre che non ci addenti prima lui (Ash Williams de L’Armata delle Tenebre, docet)!

Rilegato in pelle umana e scritto con il sangue… ehm, no, quello era un altro! Il volume che stringiamo tra le mani è un cartonato di circa duecento pagine. Si divide, come ogni antico testo sumero… no, dicevo è diviso, come ogni libro di cucina che rispetti, nelle classiche sezioni. Qui si spiegano strani riti funebri, incantesimi funerari e riporta formule per la resurrezione dei morti… ancora? È meglio che mi calmi un attimo, faccia un bel respiro e rimetta in ordine le idee. Ci sono, riprendiamo. Nel libro sono quindi elencate le ricette per bevande, antipasti, zuppe e insalate, piatti principali, contorni, colazioni, piatti per bambini e dolci, tutte accompagnate da (s)pregevoli illustrazioni altamente evocative (di orrori che gorgogliano al centro del Nulla).

Impressioni

Questo libro ha risvegliato qualcosa di malefico nei boschioh no, non un’altra volta (citazione nella citazione)! La prima volta che vidi questo libro, durante una campagna Kickstarter di qualche anno fa, dicevo, risvegliò qualcosa di famelico nelle mie budella. È stato con estremo (dis)gusto che quando ho scartato uno dei miei regali di compleanno di quest’anno, l’ho visto!

Da quello che ho scritto finora, e come l’ho scritto, come se fossi quasi posseduto da una qualche entità innominabile (e tutto è possibile!), posso tranquillamente dire che si tratta di un’opera pregevole. È un divertissement a partire fin dai nomi delle ricette, ognuno storpia, fonde o richiama i titoli dei racconti legati ai Miti e ricette più (a.b.)normali.

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Ce n’è di tutti i tipi e per tutti i gusti (che fatica mettere nella stessa frase cucina, gusto e americana, sic!), di più semplici, da preparare all’ultimo, e di più complesse, che richiedono una certa pianificazione. Inoltre alcune sembrano veramente adatte per diverse celebrazioni, Halloween in primis!

L’aspetto veramente terrificante, che sprofonderà chi seguirà – almeno me, sì – le ricette del The Necronomnomnom negli abissi della follia, è il diverso modo di gestire le proporzioni degli ingredienti (cups, cucchiai e cucchiaini, ¾ e altre frazioni, once et similia) e le temperature di cottura (°F). Ecco il vero pericolo è qui: c’è veramente il rischio di riportare indietro chissà cosa, mescolando i sali essenziali e la polvere in cui il corpo fu a suo tempo consumato!

Una digressione seria

Concedetemi un breve excursus prima di avviarci alla Fine: com’era il rapporto del gentiluomo di Providence con il cibo?

Ci sono diverse lettere – che potete trovare nella rete (di Atlach-Nacha) – che Lovecraft scambiava con cari amici e corrispondenti. Grazie a queste possiamo farci un’idea della dieta, dovuta anche alle sue ristrettezze economiche, che il Solitario seguiva.

Parlando di questioni economico-industriali — mi lasci assicurarle che un programma dietetico da 2 o 3 dollari a settimana non implica nemmeno una particola di malnutrizione o sgradevolezza al palato, sempre che uno sappia che cosa prendere e dove procurarselo. Le scatolette e i delicatessen celano possibilità meravigliose! Porridge? Mehercule! Al contrario, i miei gusti reclamano i più piccanti e speziati ingredienti concepibili, e dessert che siano prossimi quanto possibile al 100% di C12H22O11.

H.P. Lovecraft a Jonquil Stephens, moglie di Fritz Leiber, 20 December 1936

O ancora:

Like Italian cooking very much—especially spaghetti with meat-and-tomato sauce, utterly engulfed in a snowbank of grated Parmesan cheese.

H.P. Lovecraft to Robert E. Howard, 7 November 1932

E per quanto riguarda i Miti nei confronti del cibo, cioè noi?

Con The Necronomnomnom, noi mangiamo le creature dei Miti, ma è più verosimile che loro mangino noi!

Conclusioni

È con estrema cautela che il 31 ottobre sera mi avvicinerò ai fornelli. Che ricetta ho scelto? Dato che il Tempo è sempre tiranno, ho optato un antipasto sfizioso che possa essere condiviso con gli altri appartenenti al Culto!

Cultists in Robes una delle ricette di The Necronomnomnom: Recipes and Rites from the Lore of H. P. Lovecraft
Cultists in Robes

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