Il 23 Novembre ha debuttato su Netflix il nuovo show a firma Tim Burton: Wednesday–Mercoledì.
Tra passato e presente, con uno sguardo al futuro
Lo show racconta le avventure di Wednesday–Mercoledì Addams, interpretata da una stratosferica Jenna Ortega (Jane the Virgin, You, Scream) che a soli vent’anni si conferma l’astro nascente in più rapida ascesa del panorama hollywoodiano, impegnata nel non semplice compito di navigare l’adolescenza tra una figura materna bellissima ed ingombrante e la scoperta di se stessa e del proprio valore lontana dalla famiglia.
Questo forse il punto che ha fatto discutere di più e che segna la più profonda differenza tra la serie originale del 1964, e i film degli anni Novanta, e la serie di Netflix.
Fino ad adesso lo spettatore ha conosciuto un personaggio che fa parte di un’unità familiare sempre insieme davanti alle difficoltà. Una famiglia che vuole vivere la vita secondo le sue regole e non quelle dettate dalla società. Gli Addams non vogliono omologarsi, sono fieri delle loro diversità e affrontano insieme ciò che la vita mette loro davanti. Non sorprende che questa particolare ed eccentrica famiglia sia diventata una delle icone queer degli anni Novanta.
Tim Burton cambia le regole e l’ambientazione. Wednesday–Mercoledì è una studentessa delle superiori, un incubo in cui tutti possono ritrovarsi, che si ritrova sospesa da una scuola fin troppo “normale”.
Solo io posso torturare mio fratello.
Mercoledì
Dice la protagonista prima di liberarsi della squadra di nuoto, grazie all’aiuto di due sacchetti colmi di piranha liberati nella piscina della scuola, dal momento che avevano bullizzato Pugsley.
In questo inizio i colori sono così accesi da risultare estenuanti per gli occhi e a volte accecanti. Possiamo facilmente riconoscere la mano satura del regista che ama giocare con tavolozze così abbaglianti. Ma questo non accade per tutta la serie!
Wednesday–Mercoledì si ritrova quindi ad essere spedita all’Accademia Nevermore (gli amanti del genere non hanno perso il riferimento a Poe, il più famoso degli studenti di quella scuola).
È proprio il contrasto con i colori “tenui” della Nevermore che permette allo spettatore più temerario la possibilità di guardare tutti e otto gli episodi senza interruzione.
Con l’entrata nella nuova scuola, arriviamo così alla grande differenza tra le opere del passato e questa moderna versione: Wednesday–Mercoledì si allontana dalla famiglia per affrontare la prova più difficile: crescere.
Detto ciò, la serie non delude le aspettative.
Madri ingombranti e rapporti difficili: in sintesi l’adolescenza
Jenna Ortega, di padre messicano e madre di origini messicane e portoricane, fa un lavoro incredibile nel portare alla vita questa nuova versione di Wednesday–Mercoledì Addams. Un personaggio iconico a cui viene donata nuova linfa da parte di questa brava attrice che rispetta le origini del personaggio nato nel 1932. Compito non facile visto che il mestiere di attrice si basa anche sull’espressività della persona. Wednesday–Mercoledì non mostra però emozioni, non sorride mai. Il tutto è lasciato allora al dialogo e al modo in cui il suo intero corpo esprime quello che il viso tace.
Accanto a lei, nei panni di Morticia, sempre fasciata in un lungo ad attillato vestito nero, troviamo Catherine Zeta-Jones. Lo spettatore scopre che è stata la regina di Nevermore, dove ha incontrato Gomez interpretato da Luis Guzman (Narcos, Traffic).
Uno dei temi ricorrenti in questa serie è proprio il rapporto conflittuale che Wednesday–Mercoledì ha con Morticia. Questo conflitto affonda le proprie radici nella paura di Mercoledì di essere solo un’appendice della madre in cui vede una figura accentratrice ed ingombrante. Le vere ragioni del conflitto sono però altre: la paura di non essere “abbastanza” e di deludere le aspettative. Paure che sono proprie dell’età adolescenziale.
Eppure, quando sono costrette a lavorare insieme e mettere da parte incomprensioni e conflitti, sono una coppia formidabile. Che cosa le unisce? La fierezza con cui combattono per la propria famiglia. Dunque, nel momento in cui Gomez viene accusato di un vecchio crimine, che non ha commesso, e arrestato, insieme diventano una forza incontenibile.
Vedere come Morticia protegga la loro famiglia, un ruolo, quello di protettrice, che Mercoledì ha preso su di sé fin dalla prima scena in cui la vediamo, è ciò che rompe il muro tra lei e la madre.
E così Mercoledì ammette di avere un’altra cosa un comune con Morticia: le visioni.
Entrambe sono condannate a vedere sprazzi di un tempo che fu o che forse sarà. La maledizione della conoscenza che mette a repentaglio la vita della protagonista. Come se tutto quello che sta succedendo intorno a lei non fosse già abbastanza!
M: «Le nostre abilità psichiche risiedono nello spettro di ciò che siamo. Per la mia disposizione d’animo le mie visioni tendono ad essere positive. Questo mi rende una colomba.»
W/M: «E per qualcuno come me, che vede il mondo attraverso lenti più scure?»
M: «Sei un corvo. Le tue visioni sono più potenti, ma senza un addestramento adeguato possono portare alla follia.»
Morticia a Mercoledì
Con questo dialogo, che avviene nel quinto episodio, si conclude uno degli archi narrativi della serie.
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Personaggi femminili. Finalmente un buono sviluppo in Wednesday–Mercoledì
Sono loro a farla da padrone in questa serie. Oltre Mercoledì abbiamo Enid, Emma Myers (The Glades, Girl in the Basement) una licantropa che non riesce a trasformarsi, a parte per gli artigli, e che corre il pericolo di diventare un lupo solitario, estranea alla famiglia e al branco. Un destino peggiore della morte per un animale sociale come il lupo. Una non tanto velata metafora della realtà sociale di chi si trova isolato e messo da parte.
Enid rischia di finire in un campo di riabilitazione per licantropi con problemi. Un brivido corre lungo la schiena facendoci ricordare i campi di conversione di cui non si parla mai e non si denuncia abbastanza!
Tra le sirene spicca Bianca, Joy Sunday (McGyver) la leader del gruppo. Passato interesse amoroso di Xavier Percy Hynes White (Edge of winter, A Christmas horror story) ora intrigato da Wednesday–Mercoledì. Mentre all’inizio Bianca sembra essere la tipica ragazza popolare, con uno stuolo di ammiratori e sicofanti, anche lei, come tutte le tough girls, nasconde un segreto. A differenza di Mercoledì che vuole scappare dall’accademia, Bianca ha mentito per entrare! Tutto pur di scappare da una madre che ha la mania del controllo e che lo ottiene abusando del potere tipico della loro razza.
La narrativa intorno a queste due adolescenti che cercano di stare a galla in un mondo che le vorrebbe diverse, da incastrare in caselle pre-esistenti con una chiara etichetta che dica al mondo chi sono, è forse uno dei punti più importanti dell’intera serie.
Troppo a lungo lo spettatore è stato abituato a credere che il solo modo per rendere un personaggio femminile importante sia quello di metterlo al centro di una complicata storia d’amore, o renderlo una spalla per i protagonisti maschili. Questa serie ha il merito di mostrare quanto in realtà sia facile creare un arco narrativo che possa aiutare i personaggi a crescere. Che poi è il fine ultimo a cui tutti dovrebbero tendere.
Burton non delude. Nel bene e nel male tutti i suoi personaggi arrivano alla fine della loro storia cambiati. Nessuno resta incastrato nel proprio stereotipo. Non dovrebbe essere una sorpresa visto il calibro delle attrici con cui ha lavorato nel corso della sua decennale carriera. Il punto di vista di un regista cinematografico prestato alla televisione è quello che ci voleva per dare un nuovo respiro ad un mezzo che negli anni è diventato sempre più importante, ma che ad oggi resta ancora incatenato nel ruolo di “Cenerentola” da una visione obsoleta da parte del pubblico e della critica.
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Polemiche, polemiche, ancora polemiche in Wednesday–Mercoledì
Non si può parlare di una serie TV senza incappare in polemiche molto spesso sterili e fini a loro stesse. Wednesday–Mercoledì non fa eccezione.
Se Burton ha creato un’altissima aspettativa nel pubblico, una frangia di esso si è risentita della sua mera presenza. Non è notizia di oggi che intorno alla sua figura più di una volta si siano levate voci di dissenso per la scelta dei cast.
Troppo poco inclusivi, troppo poco attenti alle mille sfaccettature del mondo secondo alcuni. Non si è persa l’occasione per ricordare come nel 2016, dopo essere stato preso nel cast di Miss Peregrine’s home for Peculiar Children, lo stesso Samuel L. Jackson (Pulp Fiction, MCU) si trovò ad ammettere di non ricordare quanti altri attori di colore avesse mai visto in un film di Burton.
Ho dovuto pensarci, quanti personaggi di colore ci sono nei film di Burton? Potrei essere stato il primo, non lo so, o comunque il più prominente, ma queste cose succedono come succedono. Non credo che ci sia nessuna colpa da parte sua o nel suo modo di fare storytelling, è semplicemente come viene realizzato.
Samuel L. Jackson
Gli strascichi di questa discussione sono arrivati fino ad oggi. Non si può affermare che Wednesday–Mercoledì non abbia un cast multiculturale e allora si attacca un altro aspetto. I personaggi di colore, secondo alcuni, sono comunque visti sotto una luce negativa perché visti come villains.
Se in un primo momento il sindaco Walker suo figlio Lucas e Bianca possano apparire come oppositori di Mercoledì e della sua ricerca della verità, le cose sono un po’ diverse.
Potrebbe sembrare mancanza di tatto mettere la famiglia Walker a capo del parco di divertimenti Pilgrim world ma onestamente si potrebbe anche leggere la cosa sotto una luce diversa, di rivincita sociale. Ma molti non amano leggere tra le righe.
Il sindaco, con le mani in pasta in molte cose, che ha nascosto in passato il tentativo andato a vuoto di uccidere tutti i partecipanti al ballo dell’accademia, che ha una duplice natura ed è corrotto, è anche colui che mantiene l’equilibrio tra i normali e gli outcast. Senza dimenticare che è anche una delle vittime dell’intero complotto che si dipana durante gli otto episodi della serie.
Lucas Walker viene introdotto come bullo, circondato da bulli. Si infiltra, insieme ai compagni, al ballo della scuola solo per rovinarlo con una pioggia di sangue, palese omaggio a Carrie. Risulta anche un ragazzo profondamente solo che trova in Bianca qualcuno che lo ascolta e lo comprende per la prima volta.
È questa la relazione più sana tra un outcast ed un normale che la serie propone. Insieme questi due personaggi trovano la spinta per ribellarsi allo status quo e trovare la loro strada nel mondo.
Alla fine, sono solo polemiche che nascono per il gusto di farle.
Oggettive debolezze della serie
Ormai diventata un fenomeno virale, da settimane nella Top Ten di Netflix, questa serie non è però scevra da critiche. Se da una parte, come è stato da più parti sottolineato, i personaggi sono stati ben studiati e creati, la trama mostra delle debolezze.
Prodotto di Netflix in tutto e per tutto, ha al suo interno un modello così facilmente riconoscibile che a volte porta lo spettatore a domandarsi se non abbia sbagliato serie.
Basta prendere ad esempio un’altra serie della stessa piattaforma che strizza l’occhio alle tematiche dark e soprannaturali senza diventare horror puro: Chilling Adventures of Sabrina.
Stessa atmosfera. Stesso prompt della giovane eroina divisa tra due mondi. Cambio di scuola che avviene perché le due protagoniste devono seguire una strada diversa per trovare loro stesse. Stesso triangolo amoroso con la protagonista divisa tra un amore “normale” ed uno che non è di questo mondo.
Suona familiare? Ovviamente, perché è una formula studiata a tavolino che ha portato i fan ad affezionarsi alla prima serie e seguire la protagonista per tutto il suo percorso anche se la trama diventava via via più scadente.
Wednesday–Mercoledì perde di originalità e freschezza nel momento in cui diviene semplicemente un altro titolo della piattaforma. Non aiuta il fatto che la trama sia uguale a mille altre che il pubblico ha imparato ad amare od odiare a seconda dei casi. Un coming of age come se ne sono visti tanti.
Chi ha visto abbastanza TV, letto abbastanza libri e guardato abbastanza film sa che cosa succederà se non fin dall’inizio, sicuramente ben prima del quinto episodio. Questo rende la serie traballante perché le fondamenta su cui basa non sono poi così stabili.
Anche il plot twist finale è stato quanto meno introdotto troppo presto. Se i nuovi spettatori non si aspettavano che Christina Ricci si sarebbe rivelata essere la vera cattiva della storia, chi invece conosce le dinamiche dello storytelling non si aspettava altro.
Un ottimo modo per passare il testimone tra chi è stata Mercoledì e chi è destinata ad esserlo almeno per un’altra stagione grazie al rinnovo della serie. Ma, forse alla fine, non ha sortito l’effetto sperato…
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In conclusione?
Una serie nella media, con buoni personaggi che sicuramente allo spettatore farà piacere vedere ancora in nuove avventure.
Insegna che a volte il diverso lo è anche per scelta propria ma che per crescere tutti hanno bisogno di avere altri intorno a sé, anche diversi, anche se all’inizio si potrebbe pensare che non ci sarà mai niente in comune con loro.
La lezione che Mercoledì offre è importante nella misura in cui lo spettatore capisce che per fronteggiare il bullismo il solo modo è fare fronte comune contro chi il bullo lo fa per il puro gusto di schiacciare gli altri. Accettare tutti, perché tutti hanno qualcosa da dire.
L’unione fa la forza, ma tutti sono forti in maniera diversa, c’è solo bisogno della giusta circostanza per mostrarlo.
Una serie piena di buoni sentimenti, ma è giusto così, perché alla fine tutti hanno ancora bisogno di quella piccola luce nell’oscurità che Mercoledì regala alla fine della prima stagione.
Da vedere, anche se solo in sottofondo, mentre si è impegnati in altro anche solo per il sorriso che scappa davanti ad alcune delle situazioni in cui i protagonisti si trovano. Se poi il guardarla porta a delle riflessioni, allora ben vengano!