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Il nuovo Suicide Squad è fenomenale

Martedì sera alle 21:32 ho smesso di pensare a Suicide Squad come un film trash e l’ho piazzato istantaneamente sotto Thor: Ragnarok. E ritengo che Thor: Ragnarok sia nell’olimpo dei film sui super eroi, anche perché Taika Waititi è un regista enorme e capacissimo. James Gunn, regista del nuovo The Suicide Squad: Missione Suicida, ha dimostrato di essere fenomenale con questo film (e con GoG, ma andiamo avanti).

La recensione qui presente è suddivisa in due parti, una senza spoiler ed una con gli spoiler! Fate attenzione a non rovinarvi il film!

Un film davvero piacevole, demenziale ed intrigante No Spoiler

The Suicide Squad: Suicide Mission è un film demenziale come James Gunn ci ha ormai abituato. Si comincia con il botto, con tantissime esplosioni, per poi virare verso tempi più tranquilli (ma affatto noiosi). Il finale, ovviamente, è stupendo, ricco di azioni epiche, scene memorabili ed anche qualche colpo di scena non da poco. James Gunn confeziona un ottimo prodotto, a mio parere, superiore da molti punti di vista ai film precedenti.

Rispetto al suo predecessore, infatti, il tono demenziale è decisamente più “serio”, se così vogliamo parlarne: alle volte sembra abbandonarsi alla classico gag marvel (e lo fa, sia chiaro) ma rimane saldamente nell’universo DC, dove tutto è più cupo, triste e decisamente meno spensierato. Per questo (e per moltissime altre ragioni) Suicide Squad riesce a portare lo spettatore a provare uno spettro di emozioni molto ampia, strattonandolo magistralmente tra eventi straordinari.

Tutto si lega perfettamente, in un viavai di adrenalina, sentimentalismi, stupori e risate, rendendo le quasi due ore di film una passeggiata rilassante. Il finale, poi, lascia presagire un possibile secondo episodio, con ulteriori sviluppi per i personaggi del film (al quale è facile legarsi, ovviamente).

The Suicide Squad: Suicide Mission

Un cast spettacolare No spoiler

Nel cast abbiamo l’immancabile Viola Davis (Amanda Waller) nei panni della astuta organizzatrice della squadra, Margot Robbie (Harley Quinn) e Joel Kinnaman (Rick Flagg) di ritorno dall’ultimo film, ed il vecchio cast si interrompe qua. Ad aggiungersi alla squadra Idris Elba (Robert Dubois), Daniela Melchior (Cloe Cazo), David Destmalchian (Abner Krill), Peter Crepaldi (Gaius Grives) e John Cena (Christopher Smith). Un cast stellare, con personaggi ben costruiti (ho utilizzato apposta il loro nome reale per non spoilerare i supereroi relativi).

Le parti in scena sono ottime, come ottimi sono i personaggi, da quelli più stupidi a quelli più seriosi e interessanti. Ogni attore ha il suo tempo per splendere, lasciare allo spettatore qualche battuta e allo stesso tempo far proseguire il film, senza però cadere troppo nella stupidità (quando succede) come accadeva per GoG. In sostanza, tutto diviene memorabile, dal primo minuto all’ultimo.

Per quanto riguarda gli antagonisti, questi sono assolutamente stereotipati, sacrificabili, insulsi e allo stesso tempo iconici; perfetti per un film che non si vende come profondo ed ha bisogno di sagome da gettare quando più gli fa comodo; non mancano ovviamente i discorsi da cattivo da manuale, che combinati all’inutilità di quest’ultimo, rendono il tutto praticamente più comico.

Da qui in avanti l’articolo si riempie di spoiler!

The Suicide Squad: Suicide Mission

Un’altra Suicide Squad, ed un’altra, ed un’altra ancora Spoiler!

Amanda Waller arruola un pugno di supercattivi per l’ennesima missione suicida. Tra loro, la sempreverde Harley Quinn e Rick Flagg, oltre ad un gruppo variegato di stramboidi; vengono lanciati su una spiaggia ma le cose si mettono malissimo, con Harley Quinn catturata, Flagg disperso e tutti gli altri deceduti. Si viene quindi a scoprire che la squadra di Flagg serviva come diversivo per inserire un’altra squadra (composta dai personaggi principali). Loro obiettivo è entrare in un laboratorio segreto, Jotunheim, dove sanno risiedere un’arma di distruzione di massa. A poche ore dall’inizio della missione, però, la squadra guidata da Blodsport viene incaricata di salvare Flagg; decine di omicidi dopo, gli antieroi scoprono che Flagg era tenuto ospite, non ostaggio, della resistenza al regime. Con l’aiuto della resistenza e Flagg il gruppo salva Harley Quinn (che in realtà si salva da sola), raggiungono il laboratorio, lo fanno saltare in aria e tornano a casa felici e contenti (non prima di aver abbattuto un gigantesco mostro alieno).

Idris Elba con Bloodsport riesce a coprire il ruolo di leader del gruppo e della scena, nonostante spesso John Cena come Peacemaker e Cloe Cazo come Ratcatcher2 gliela portino via, anche se per poco. Il suo personaggio è interessante, reso davvero bene e interagisce benissimo con gli altri antieroi. Il cast, come già detto, è spettacolare: John Cena è perfetto nella parte di boomer pieno di ideali, Cloe Cazo è perfetta nella parte di intontita orfana emarginata e Margot Robbie splende nella parte di Harley.

The Suicide Squad: Suicide Mission

Ciò che mi è piaciuto di più Spoiler!

Tralasciando il fatto che ogni scena del film è, a mio parere, interessante, a colpirmi di più è stato lo stacco del film in archi temporali differenti. Il continuo fare avanti e indietro – prima sulla spiaggia del massacro, poi a tre giorni prima, poi di nuovo nel presente e così via – ha mantenuto la mia attenzione sempre costante. Ha oltretutto potuto mantenere una doppia linea di narrazione (sia all’inizio che alla fine), un valore aggiunto al film.

Oltre alla competizione tra Bloodsport e Peacemaker (simile a quello tra Flagg e Deadshot del primo Suicide Squad), ho apprezzato un sacco il messaggio del padre di Ratcatcher (se anche i topi hanno un motivo per esistere, tutti lo hanno) ed in generale il conflitto relazionale tra Bloodsport e la figlia (simile a quello di Deadshot ma migliorato).

Ultimo ma non ultimo, mi è piaciuto tutto ciò che è stato costruito intorno ad Harley Quinn; se nel primo film era una semplicissima poster girl, in Birds of Prey ha ottenuto un personaggio a tutto tondo ed in questo Suicide Squad è fenomenale. Da un certo punto di vista rimane un personaggio estremamente imprevedibile, tossico e comunque antieroico, dall’altro è ribelle, antisistema, capace di grandi sentimenti (sebbene folli) e folli amicizie.

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