Ecco un breve commento alle recenti accuse di Michael Loftus su Fox News alla “troppa politicizzazione” di Captain America nella nuova miniserie a fumetti, United States of Captain America.
Negli scorsi giorni, la rete televisiva statunitense Fox News ha mandato in onda una serie di speciali sulla “scandalosa politicizzazione di Captain America”. Il clamore è nato dalla pubblicazione della miniserie di fumetti United States of Captain America, in cui Steve Rogers mette in dubbio in concetto di sogno americano.
Vediamo brevemente cosa è stato detto su Fox News e perché queste accuse siano basate su un concetto di politica tipico di chi è privilegiato.
Cosa si è detto su Fox News su United States of Captain America?
Fox News ha recentemente mandato in onda due speciali, in cui è stato criticato l’approccio politico della miniserie a fumetti United States of Captain America.
Vediamo meglio cosa si è detto.
L’intervento di Michael Loftus e “Captain Woke”
Il comico Michael Loftus è stato invitato martedì 6 luglio a Fox News per parlare del personaggio di Captain America, aka Steve Rogers, nella nuova miniserie a fumetti United States of Captain America.
Secondo Loftus, infatti, Captain America sarebbe diventato “Captain Woke” o “Captain Propaganda”.
Ecco cosa ha detto Loftus:
È così triste quando Captain America è tipo “Captain Woke” o “Captain Propaganda”… ho chiuso con Captain America. È morto per me!
Mi sono forse perso un volume in cui è stato rapito da dei professori delle arti liberali e in cui è stato costretto a trasferirsi a Portland?
Questa è solo un’ulteriore prova del fatto che la sinistra dà la caccia a tutto ciò a cui i veri Americani tengono. Hanno cercato di cancellare il baseball, la torta di mele e ora pure Captain America!
Forse ora gli cambieranno il costume, e invece di uno scudo terrà in mano un portatile, e vivrà emozionanti avventure seduto in un cafè a twittare cose cattive e a fare fact-checking su Facebook.
L’intervento di Dean Cain e la moda di criticare gli USA
In un’altra intervista, l’attore Dean Cain, interprete di Superman nella serie TV Lois & Clark: The New Adventures of Superman, ha aggiunto nuove accuse durante il programma Fox & Friends.
Cain ha affermato che la “wokeness”, ossia il progressismo, stia diventando pervasivo e che stia quindi contagiando attori, celebrità e media. Addirittura, come riporta Fox News in questo articolo, starebbe letteralmente indottrinando i bambini nelle scuole.
Oggi criticare e odiare l’America va di moda.
Io sto esattamente dall’altra parte della barricata. Io amo questo Paese. Non è perfetto. Stiamo continuamente cercando di arrivare a un’unione più perfetta, come ben sappiamo. Ma credo che questo sia il Paese più equo, più giusto e con più opportunità che chiunque abbia mai visto. Ecco perché la gente sta cercando di venir qui da tutto il mondo.
[…]
Supportare la bandiera e il rosso, bianco e blu negli USA mi rende un rivoluzionario sotto certi aspetti, e mi sta bene.
Credo che il pendolo oscillerà di nuovo verso il poter apprezzare apertamente i valori americani, la Costituzione e la Carta dei Diritti, non appena le persone torneranno a studiarli a scuola.
Perché le parole di Loftus e Cain sono populiste?
Ci sarebbe molto da dire su queste parole, ma ci limiteremo a fare solo alcune osservazioni.
Innanzitutto, guardiamo il lessico di Loftus. Notate il suo dividere la scena politica tra la sinistra (che distrugge cose) e non una sua controparte politica, come la destra, bensì i “veri Americani”.
Questa strategia di dividere il mondo in “noi” (il popolo, la gente brava, quelli con i valori veri) e “loro” (il nemico, l’invasore, le élite cattive) è tipicamente populista e generalmente basata più sul tentativo di predare sulle paure altrui, che su contenuti di sostanza.
Questo, già di suo, ci dovrebbe far capire quanto vuote siano le accuse di Loftus.
Analizziamo poi le parole di Cain. Vediamo come anche lui divida il mondo in “barricate” (fence in originale), creando due schieramenti opposti tra chi odia gli USA e chi li ama. Qui Cain va più sul patriottismo e fa leva sull’istintivo associamento di significati positivi alla parola “amore” e di significati negativi alla parola “odio”.
Si tratta di un’altra strategia retorica populista, che noi in Italia avevamo sperimentato già con Berlusconi. Vi ricordate di quando aveva detto “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, associando così il proprio partito all’amore e tutti gli avversari a invidia e odio?
Come faceva notare già nel 2010 Adriano Sofri in questo articolo, l’uso di queste categorie elementari è un modo demagogico di fare politica, perché riduce il complesso discorso politico a una ideologia minima, a una lotta tra bene e male.
Captain America è sempre stato politico
Andiamo quindi al secondo punto: Captain America e la politica.
Il personaggio di Steve Rogers è sempre stato un personaggio profondamente politico. Ha iniziato la sua carriera prendendo letteralmente a pugni i Nazisti, per poi passare varie fasi della sua vita nei fumetti incarnando diverse percezioni sul governo statunitense. Ne è stato alternativamente sia una critica, sia una celebrazione.
Anche solo nel MCU degli ultimi dieci anni, i film su Captain America sono stati spesso quelli più politicamente espliciti, ovviamente con la notevole eccezione di Black Panther. Captain America: The Winter Soldier, per esempio, è una critica alla costante sorveglianza dei cittadini da parte dello Stato.
Di cosa parla United States of Captain America?
Andiamo quindi a vedere brevemente di cosa parla il fumetto della discordia.
United States of Captain America è, a detta del sito della Marvel, una storia che celebra l’ottantesimo anniversario dell’iconico personaggio Marvel.
Vediamo quindi come Steve Rogers e Sam Wilson devono dare la caccia per tutti gli Stati Uniti al ladro che ha rubato l’iconico scudo di Captain America. Tuttavia, in questo viaggio Steve e Sam incontreranno tantissime persone che hanno deciso di assumere il ruolo di Captain America per aiutare e difendere le loro comunità. Per qualche motivo, chi ha rubato lo scudo vuole tutti questi nuovi Captain America morti.
Secondo Polygon, il primo volume di United States of Captain America si apre con un monologo di Steve Rogers su come il sogno americano sia morto. Ecco le sue parole, che traduco:
“Non sono leale a nulla, tranne che al sogno”.
L’ho detto veramente, una volta.
Il punto di un sogno, però, è che non è reale.
Quando ci svegliamo, se ne va. E noi restiamo lì, con questa brama dentro. Come se qualcosa ci fosse stato portato via.
Perché tutto è politico e tutto è politica?
Ma perché Captain America è sempre stato politico?
La risposta è semplice: perché quando scriviamo inseriamo sempre una visione politica del mondo.
In tal senso, quindi, il nemico affrontato da Steve Rogers avrà sempre una valenza politica.
Ma anche uscendo dall’area dei fumetti ed entrando, per esempio, nell’area dei giochi di ruolo, ci imbattiamo sempre nell’espressione di un’idea politica.
Cosa rende un personaggio Malvagio, in D&D? Se possedere schiavi rende un personaggio Malvagio, siamo di fronte a una posizione politica.
Chi è l’antagonista della nostra campagna? Se è una persona che sta opprimendo e perseguitando una parte della popolazione, stiamo facendo un commento politico.
Implichiamo che la disparità sociale tra ricchi e poveri sia negativa? Commento politico.
La politica è ovunque, perché gli esseri umani, se vivono in una società, vivranno sempre in una società politica. La politica, infatti, influenza profondamente il modo in cui viviamo.
Il fatto di non voler politica in un gioco di ruolo o in un fumetto è espressione a sua volta di una visione politica: il privilegio di poter considerare lo status quo non politico, poiché lo status quo ci permette di vivere bene.
Ma per chi è discriminato o marginalizzato, lo status quo non è “non politico”, e non può esserlo.
E si vede benissimo il privilegio di chi beneficia dello status quo, quando trova “troppo politico” qualsiasi contenuto che devii dal suo immaginario. È quindi solo in questi casi che un personaggio come Cap diventa politico, secondo queste persone.