“Terre Desolate” è il terzo libro appartenente alla saga della Torre Nera di Stephen King. Pubblicato nel 1991 da Donald M. Grant e ristampato successivamente nel 2003 per celebrare l’uscita de “I Lupi del Calla”, dopo che la lunga assenza sugli scaffali di un seguito aveva impensierito i lettori.
“Terre Desolate” si distacca nuovamente dal predecessore, alternando filoni narrativi che mischiano il mondo che conosciamo con quello di Roland di Gilead. Sebbene il livello di qualità della costruzione del mondo sia anni luce indietro rispetto a quello che vedremo nel libro “La sfera del buio”.
La Sinossi di Terre Desolate
La storia riprende cinque settimane dopo la fine del libro precedente. Roland ha portato avanti l’addestramento di Eddie e Susan, al punto da definirli ormai pistoleri e parte del suo ka-tet. L’improvvisa comparsa di un grande orso cyborg offre l’occasione all’ultimo cavaliere per parlare dei Vettori e dei Guardiani. Il suo mondo è attraversato da sei Vettori e dodici portali, ognuno difeso da un cyborg che ricalca un animale. Il punto in cui si uniscono le sei linee immaginarie, racconta Roland, è probabilmente il luogo in cui sorge la Torre Nera. Sarà necessario percorrere il Vettore per seguire il proprio Ka.
Parallelamente, il libro segue la vicenda del piccolo Jake, il bambino morto nel primo libro e salvato nel secondo, che dovrà cercare di rimanere se stesso mentre la sua mente cade a pezzi.
La litania del Pistolero
Uno degli elementi più noti della saga della Torre Nera, oltre all’incipit del primo romanzo, è senza dubbio la litania del Pistolero.
Io non miro con la mano
La Litania del Pistolero
Colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre
Io miro con l’occhio
Io non sparo con la mano
Colui che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre
Io miro con la mente
Io non uccido con la pistola
Colui che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di suo padre
Io uccido con il cuore
Rappresenta un vero peccato il fatto che l’autore non avesse ancora pensato alla litania prima della stesura del libro “L’ultimo cavaliere”. L’esame di Roland, con l’aggiunta di questo elemento importantissimo, sarebbe stato descritto in maniera molto più solenne. Purtroppo gli elementi migliori di questa storia e della costruzione del mondo hanno bisogno di tempo e idee, cosa che evidentemente King all’inizio non aveva ben chiare.
Un altro elemento che fa storcere il naso è il tempo impiegato per addestrare i nuovi pistoleri. Il cliché del “corso accelerato” aveva già stancato nel 91, dimostrando tutti i suoi limiti già in altre storie. Specialmente considerando che Roland ha avuto un lungo addestramento e Cort gli suggerisce di aspettare ancora cinque o sei anni prima di sfidarlo, il poter rendere una persona un pistolero in cinque settimane ha un gusto amaro.
In più, molti fan della serie anime di City Hunter, e dei suoi speciali, riconosceranno una sorpresa particolare nel fatto che l’ultima riga della litania richiami proprio la filosofia di Ryo Saeba.
Il mistero di un mondo in veloce mutamento e distruzione
Il mondo di Roland di Gilead non è lo stesso di quando lo ha attraversato la prima volta. Durante il suo racconto ci dice che il suo inseguimento dell’uomo in nero sia durato per decadi, quasi come se il mondo si fosse allungato durante la fuga di quell’essere infido. Le contaminazioni non mancano durante le nuove avventure del pistolero, che si è risvegliato dopo il conciliabolo con Walter in un tempo che non riconosce e in un mondo che è davvero strano.