DISCLAIMER: Codex Venator è una campagna condivisa per Dungeons & Dragons 5° Edizione, creata da Andrea Lucca, Alex Melluso ed Enrico Romeo. L’ambientazione tratta temi quali razzismo; misoginia; violenza esplicita; estremismo religioso; esperimenti su creature viventi; abuso di potere; limitazioni alla libertà personale e occultismo. Non si tratta di un’ambientazione dalle tematiche leggere e, per questo motivo, è bene che la lettura sia riservata ad un pubblico adulto.
In nessun caso gli autori di questi racconti, delle avventure di Codex Venator o di altro materiale da esso derivato intendono appoggiare o giustificare comportamenti illegali e lesivi della dignità delle persone.
L’Ordo Fabularis ringrazia la Magister Sermonis Alice Gritti per aver corretto i testi e aver collaborato alla stesura del racconto.
La corte dei Lurani si riuniva ogni giorno, due ore dopo il sorgere del sole, per accogliere i postulanti in cerca del consiglio o dell’aiuto della Regina.
Ivana Lurani, nelle sue candide vesti, sedeva su un trono in marmo bianco in tutta la sua statuaria eleganza. Per coloro che avevano lasciato le proprie case in cerca di conforto o conoscenza, la Dama Bianca riservava sempre un sorriso e modi gentili.
Poco potevano sapere i suoi nuovi sudditi del suo passato e di come quel sorriso nascondesse sempre qualcosa. Quel tipo di preoccupazione non li toccava, poiché una volta chini di fronte a lei, sapevano di trovare aiuto, quali che fossero i loro affanni. Spesso portavano dei doni per omaggiare la loro Regina e ringraziarla dei preziosi secondi della giornata che sceglieva di dedicare loro.
Ivana li guardava, ogni giorno, e si domandava cosa fosse rimasto della Nobile Cacciatrice della notte in cui era stata Risvegliata. Forse il suo popolo l’avrebbe amata e venerata comunque, se avesse saputo quanto Sangue era stato versato sulla strada per giungere fino a lì, ma ne avrebbero mai compreso la ragione?
Appena giunta in quelle terre, con pochi rifugiati al seguito, aveva faticato ad adeguarsi alle nuove vesti di salvatrice. Non riusciva a figurarsi il proprio nome in quei termini, per quanto ci provasse, finchè non aveva incontrato per le prime volte quei gretti e ignoranti contadini.
Un pensiero l’aveva fulminata… Il pensiero di quanto poco sapessero. Di quanto poco controllo avessero sulla loro vita, nonostante facessero del loro meglio per viverla. Si dibattevano con tutte le loro forze per il loro cibo, per le loro famiglie, per non soccombere alla corruzione che mangiava le terre circostanti. Lei ora sapeva che il loro sforzo era vano… Ma loro no.
Da quel giorno, la maschera di Regina amorevole le era diventata più… comoda. Quasi difficile da togliere.
Mai si sarebbe aspettata una cosa del genere potesse accaderle. Era qualcosa che la Cacciatrice Ivana Lurani non si sarebbe mai concessa.
All’epoca del suo Risveglio, la giovane Ivana bramava una cosa soltanto: essere la seconda in comando della Famiglia Lurani. Il Duca era ai suoi occhi tanto potente e terribile… quanto inarrivabile. Questa prospettiva lasciava aperta, per l’ambizione dei più spregiudicati Nobili Cacciatori, la posizione di Mano Nera.
Ivana aveva deciso che non si sarebbe mai fatta fermare da morale o preconcetti. Non avrebbe mai rifiutato un incarico del Duca… e non avrebbe mai fallito. Si sentiva più preparata e competente di chiunque altro all’interno della Famiglia. Aveva un solo potenziale ostacolo per raggiungere la vetta ed essere la seconda del Duca… un Nobile Cacciatore, di nome Rodrigo.
Il temperamento focoso del giovane Lurani le tornò utile molto presto, e per molte cose. Ivana aveva ritenuto conveniente conquistarne l’attenzione e, a onor del vero, la cosa l’aveva ripagata velocemente. Ben prima che Rodrigo fosse certo, o avesse le prove, dell’esistenza di un complotto ai danni del Duca Lurani, il giovane aveva informato Ivana del pericolo.
Un gruppo di sciocchi, incapaci di servire sotto la mano ferma della loro legittima guida, stava organizzando un agguato per liberarsi del Capofamiglia. Conscio di non poter realizzare molto senza la mente di Ivana e il braccio di Rodrigo, la mente del complotto aveva richiesto l’aiuto della coppia. La sua vigliaccheria lo aveva addirittura spinto a vendere informazioni a Famiglia Odescalchi, ragion per cui lo sciocco li aveva invitati a cena nel palazzo del Conte Gianmaria. Seduto a tavola con loro, il gargantuesco padrone della Villa aveva ascoltato divertito per tutto il tempo.
Ivana non aveva paura. Il Duca era stato avvisato.
Prima di entrare, aveva cosparso di incantesimi sacri sè stessa e Rodrigo. Le serviva solo una pubblica confessione, davanti a testimoni… Ottenuta quella, Rodrigo avrebbe liberato Milano da quel traditore.
Accadde tutto molto rapidamente. La lama nera della spada di Rodrigo aveva appena visto la luce della stanza, quando tutto precipitò nel buio.
Ivana si risvegliò in Villa Lurani.
“Non pensavate davvero che il Conte avrebbe tollerato un complotto ai danni di un suo pari, non è vero?” sorrise il Duca, davanti ai suoi occhi annebbiati.
Un dolore lancinante le tormentava la schiena nuda. Accanto a sè, vide il torace scoperto di Rodrigo, in condizioni simili al proprio. Denti e unghiate avevano dilaniato la pelle e i muscoli.
‘Gli Odescalchi’, pensò in un lampo di lucidità. ‘Maledetti cannibali’.
“Duca, vi prego, noi…” annaspò con voce roca.
“Non dite altro. Dovrete essere in forze per la punizione che vi attende.”
E con profonda amarezza, comprese. Una Mano Nera non vale niente, se tutti sono al corrente delle missioni affidategli. Per il bene del suo ruolo, non si poteva sapere che fossero stati loro a sventare l’attentato.
Strinse i denti e sopportò. Aveva fede nel Duca. Aveva fede in Milano. La sua cieca lealtà sarebbe un giorno stata premiata.