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Alicization Ep 4: La recensione

Avete già letto la Recensione dell’episodio 3 di Alicization? La potete trovare qui

Attraverso un’azione turbolenta e, al contempo, con molto da raccontare tra le righe, il quarto episodio chiude l’adattamento della prima Light Novel di questo arco narrativo, ponendo la parola fine ad “Alicization Beginning”.

Sinossi

L’episodio si apre esattamente dove il precedente si era concluso: Eugeo è paralizzato dalla paura davanti ai Goblin, pronti a cercare ed attaccare i due amici.

Fortunatamente Kirito prende il controllo della situazione, organizzando una strategia che permetta ai due di recuperare un’arma ed uscire da quella situazione spinosa portando in salvo Selka.

Quella che segue è una dinamica successione di sequenze d’azionein cui Eugeo tiene a bada diversi Goblin, approfittando dell’aiuto dell’oggettolucente precedentemente generato, come suggerito da Kirito, di cui i Goblinsembrano essere spaventati; nel frattempo Kirito, dopo essersi liberato di diversi nemici, siprepara ad affrontare il capo dei Goblin in duello, piuttosto sicuro delle sueabilità grazie alla scoperta, nei giorni precedenti, che le Sword Skill diSword Art Online sono funzionanti in Underworld, permettendogli di affidarsialle abilità di spadaccino che ha sviluppato nei due anni in cui è rimastointrappolato nel VRMMORPG.

Sebbene inizialmente Kirito sembri avere la meglio, riuscendo addirittura a ferire gravemente il suo avversario, ciò che accade lo coglie alla sprovvista: questa volta non ha di fronte un banale bot, ma un’intelligenza artificiale articolata e ben sviluppata, una coscienza digitale autonoma, le cui reazioni non sono preprogrammate, particolare che rende l’eccessiva sicurezza di Kirito la ragione per cui il suo avversario riesce a trafiggergli il braccio.

Qui viene evidenziata l’ennesima differenza, che il protagonista ha dovuto imparare a sue spese, tra Underworld e i giochi VR basati su Seed: Underworld non è un gioco, è una simulazione, e come tale non si preoccupa di schermare le persone che ne fanno parte da inconvenienze e scomodità che un gioco non può permettersi di ignorare, motivo per cui le ferite riportate ora portano dolore, che non viene dissipato dal dispositivo di Full Dive, facendo scoprire a Kirito la sensazione di essere colpito direttamente da una spada.

Questo scatena in Kirito una sensazione di panico piuttosto convincente, che gli impedisce di combattere con l’abilità e la sicurezza prima dimostrate: una volta affacciato alla concreta possibilità della propria morte, una morte cruda e dolorosa, l’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e la lucidità viene a mancare per il protagonista.

É Eugeo questa volta a ridare concentrazione a Kirito, cercando di difendere l’amico dal capo dei Goblin alla meglio delle sue possibilità.

Il tentativo, purtroppo, non va a buon fine, poiché Eugeo non è uno spadaccino, ma solo un boscaiolo, e le sue abilità in combattimento non sono sufficienti a preoccupare l’enorme Goblin, portando il ragazzo a subire una ferita letale.

Ormai alle corde la crisi riporta ai due ragazzi diversi flash del loro passato insieme, dando a Kirito la motivazione e la determinazione di tornare a combattere fino a quando, con un colpo ben piazzato, Kirito riesce ad eliminare il suo nemico spaventando il restante gruppo di Goblin, ora senza leader, che decidono di fuggire e tornare nel Territorio Oscuro da cui provengono.

Sebbene la situazione sembra essersi risolta per il meglio, Eugeo sta rapidamente perdendo la vita per via della ferita riportata, cosa che richiede l’intervento delle abilità magiche di Selka che, incapace di curare da sola il ragazzo, chiede aiuto a Kirito utilizzando un incantesimo che trasferisce i loro punti salute ad Eugeo, guarendolo a sufficienza per salvargli la vita.

Nel perdere le proprie forze, tuttavia, Kirito ha la visione di uno spirito femminile che lascia intendere essere Alice, dicendogli di star aspettando i due amici sulla cima della Cattedrale Centrale.

Dopo questa piccola ma significativa avventura , in poco tempo, Eugeo recupera le proprie energie e torna insieme a Kirito ad abbattere l’albero demoniaco nella sua routine quotidiana.

Analizzando la Blue Rose, Kirito si accorge che la loro battaglia con i Goblin ha innalzato il loro livello di Autorità di Controllo Oggetti, il parametro che in Underworld determina quali strumenti un individuo può maneggiare liberamente, ad un numero superiore rispetto a quello della spada, permettendo ai due di usarla in maniera molto più confortevole.

Kirito mette a segno una Sword Skill sull’albero, causando una quantità ingente di danni ed Eugeo, dopo aver verificato di poter maneggiare Blue Rose con altrettanta destrezza, chiede a Kirito di insegnargli il suo stile di spada, che Kirito nomina “Aincrad Style”.
Ne consegue un breve training montage al termine del quale Eugeo, ora completamente addestrato, conclude finalmente l’abbattimento di Gigas Cedar, terminando il compito che mai avrebbe potuto concludere senza Kirito.

Il villaggio celebra l’occasione la sera stessa, lieto di essersi liberato del problema dell’albero demoniaco e concludendo la festa con l’assegnamento di un nuovo compito ad Eugeo, che secondo le leggi ha diritto di scegliere la propria occupazione dopo aver terminato quella che gli è stata assegnata.
Il ragazzo, senza esitazione, assume il ruolo di spadaccino, lasciando intendere le proprie intenzioni a Selka e a suo padre, ma senza che questi interferiscano con la sua decisione.

Il giorno seguente Kirito ed Eugeo abbandonano Rulid ed iniziano il proprio viaggio, con la Capitale come destinazione, con l’intendo di trovare e salvare Alice.

Considerazioni

L’episodio conclusivo di questa prima porzione di narrazione ci fornisce la prima vera scena d’azione dopo l’episodio pilota, vero focus dell’episodio, non solo confermando una certa qualità tecnica, che si è mantenuta costante e coerente con gli altri episodi e una coreografia e fluidità mai viste nel franchise al di fuori di Ordinal Scale, ma introducendo un elemento finora rimasto estraneo a SAO: la violenza.

Praticamente ogni scena d’azione fino ad ora è stata ambientata in un mondo virtuale, causando i personaggi e i mostri ad essere feriti solo digitalmente, attraverso effetti di luce.
Sebbene anche Underworld sia tecnicamente un setting virtuale, la sua natura simulativa piuttosto che ludica permette un approccio più realistico al combattimento facendo sanguinare e provare dolore a coloro che vengono feriti rendendo le battaglie più intense, la tensione più concreta e dando un peso all’intero contesto.

Questo elemento è un forte contributore della percezione che abbiamo del leader dei Goblin: inizialmente lo vediamo come un mostro di alto livello ma, comunque, un banale Goblin, un mostro di bassa levatura di cui Kirito, inizialmente, non ha motivo di preoccuparsi.

Questa nostra percezione cambia, insieme a quella di Kirito, quando questi viene ferito. Non è una ferita grave, ma è un tipo di dolore nuovo per il ragazzo, che non è certo mai stato colpito realmente da una spada, e quella singola sensazione non solo ha probabilmente rievocato diversi traumi legati alla sua esperienza in Aincrad, ma ha contribuito a generare, anche nello spettatore, diversi quesiti: il Fluctlight è la digitalizzazione dell’anima di una persona, la sua coscienza, quindi cosa succede se questa viene uccisa nella simulazione? Chi ha messo Kirito in Underworld si è preoccupato di proteggerlo da questa evenienza?

Non solo le paure di Kirito si manifestano in questa direzione, ma il Goblin stesso, ferito e addirittura menomato di un braccio a seguito della prima parte di combattimento con il protagonista, ora appare molto più minaccioso, imponente e nel complesso mostruoso rispetto a quanto non fosse quando era illeso, abbattendo completamente quel senso di sicurezza che la tipica competenza di Kirito rende incrollabile in questo genere di situazione, complice la ferita di Eugeo che non sappiamo se sia un personaggio “protetto” dalle necessità di trama.

La CGI in questo episodio è stata utilizzata in maniera magistrale, creando quello stacco necessario tra umani e mostri (che per quanto realistici non potranno mai essere riprodotti in maniera reale, dato che non esistono nella realtà) ma senza essere invasiva, tanto che spesso non si nota che i Goblin sono realizzati in tal modo.

Le differenze con la Novel (in cui Kirito non sa ancora che le Sword Skills funzionano in Underworld) hanno permesso alla battaglia di essere organizzata in modo più dinamico ed esaltante per lo spettatore, permettendo inoltre di mostrare una porzione del repertorio di Sword Skills di Kirito, tecniche che ha avuto sin dalla prima stagione dell’anime ma a cui l’adattamento non aveva mai dato un nome.

Kirito, come spesso accade, si dimostra altamente competente in queste situazioni ma Underworld ribalta le aspettative dello spettatore nei confronti di una situazione apparentemente molto semplice e lineare: Kirito è potente, ma questo non significa che le sue vittorie saranno semplici come un tempo. In questa battaglia con dei banali goblin ha dovuto organizzare strategie, stringere i denti e sopportare il dolore, dare fondo a tutte le sue abilità più di quanto fatto in precedenza con boss potentissimi o giocatori rivali, dando un ritmo molto più coinvolgente alle battaglie.

Tutto questo porta la storia al punto di transizione in cui Kirito ed Eugeo abbandonano Rulid. Ciò che Kirito porta con sé è lasciato avvolto nel mistero per chi guarda solo l’anime, ma l’importanza della scena è rivolta soprattutto all’amicizia evocata dalla scena, in cui i due protagonisti si affiancano, rivolti verso l’ignoto, pronti a progredire nella loro nuova avventura.

Il titolo del prossimo episodio lascia presagire uno stacco da quanto visto fino ad ora, riportandoci al mondo reale e dandoci, probabilmente, delucidazioni sulla situazione di Kirito al di fuori del mondo virtuale.

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