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Un pensiero su Wandavision

Terminato la scorsa settimana, Wandavision ha riportato per qualche tempo gli occhi del pubblico sull’universo Marvel. Ora che è terminato possiamo parlarne. La serie arrivata su piccolo schermo ha punti deboli? Dove è riuscita a stupire gli spettatori?

Attenzione: l’intero articolo contiene pesanti spoiler riguardo la serie Wandavision. La lettura è consigliata solo a chi ne ha terminato la visione. Una parte della recensione si baserà su confronti con un’altra serie, Watchmen, recensita da noi qua. Nel qual caso, recuperatevela, ne vale la pena. Se invece volete fare incetta di tutti gli Easter Eggs, provate il canale youtube di Screencrush.

Wandavision ha portato sul piccolo schermo un inizio di MCU Fase 4, assieme a nuovi personaggi, un netto approfondimento di Wanda e Visione, nonché un ritorno di vecchie comparse, rimaste secondarie ma tutto sommato piacevoli. Il lavoro eccezionale del regista Matt Shakman, l’interpretazione di Elizabeth Olsen, Paul Bettany, Kathryn Hahn e Teyonah Parris riescono a tenere eccezionalmente in piedi l’idea di Jack Schaeffer. Il risultato, nove puntate di circa 40 minuti l’una, è sicuramente piacevole e abbastanza straniante. Ma andiamo con ordine e analizziamo la serie in ogni sua fase.

Elizabeth Olsen con l'abito originale di Scarlet Witch è un tocco di classe
Elizabeth Olsen con l’abito (quasi) originale di Scarlet Witch è un tocco di classe

Prime Puntate

Le prime puntate di Wandavision stordiscono e stupiscono: ci troviamo catapultati in un mondo strano, una commedia con sprazzi di mistero condita da abbondanti riferimenti alle serie degli anni ’60 e ’70. Wanda e il redivivo Visione, in un ricalco di Vita da Strega, vivono la loro vita poco alla volta, tra spettacoli di magia e cene con il capo. La commedia, per volere dei due e coincidenza, si ferma spesso per lasciare spazio ad una rottura della quarta parete solo apparente. Lentamente veniamo iniziati alla trama vera e propria, fuori dalla ridente cittadina di Westview.

Alcune scene prese a piene mani da Vita da Strega, l’ingresso della S.W.O.R.D, il tostapane delle Stark Industries e il ritorno di Strucker rendono ogni episodio una piccola chicca per gli spettatori attenti. Ultimo, ma non ultimo, l’apicoltore A.I.M, che nei fumetti è la sigla di una potente e segreta azienda intenzionata a sovvertire il sistema. Ed è man mano che l’azione si sposta verso l’esterno della cittadina di Westview che notiamo l’impronta sempre più marcata della Marvel; una caratteristica che forse non tutti apprezzeranno (nel mio caso, mi sarebbe piaciuto un tono meno accentuato) ma che è impronta della casa madre e che, ovviamente, non poteva mancare.

Wandavision
Paul Bettany e Elizabeth Olsen in una delle prime puntate di Wandavision. Ognu puntata ricalca a grandi linee sitcom iconiche di anni fa: da Vita da Strega a Modern Family con un tocco de La Tata.

Fare Centro

Le puntate centrali cominciano a imbastire la tensione: Monica Trembau e Agnes (che per ora si tiene defilata) entrano di gran gala nella trama, portando spunti e scene interessanti. La presenza scenica di Kathryn Hahn è così imponente(per non parlare dei numerosissimi riferimenti al Mago di Oz che la “svelano” agli occhi dei più attenti) che velocemente ci si rende conto del suo ruolo. Insomma, per il tempo scenico della serie, il suo ruolo come Agata Harkness era praticamente telefonato (sebben svelato con un bellissimo colpo di scena).

L’incantesimo attorno a Westview comincia a rompersi con l’arrivo di Pietro Maximoff, interpretato da un recente Evan Peters (anziché Aaron Taulor-Johnson) che inizialmente sembra proprio quel quicksilver “recast”, per poi dimostrarsi un semplice civile. Un segnale inequivocabile di come l’apertura al multiverso porterà, in futuro, a molti interrogativi (a causa di necessari cambi di ruolo/ambientazione/diritti). La centralità di Wanda come antagonista, però, regge poco; lentamente si fa strada l’idea, nello spettatore, che Wanda sia una sorta di “prigioniera inconsapevole”. Ed è durante le ultime due puntate che si scopre chi c’è dietro Wandavision.

Wandavision
Kathryn Hahn interpreta Agnes in Wandavision: semplicemente magistrale. Ah, ed è anche Agata Harkness!

Lo Spiegone

Il penultimo episodio, come con Watchmen, è un episodio “spiegone”; un episodio che punta a mostrare allo spettatore tutto il background che ha portato Wanda a diventare Scarlet Witch. Il livello, come in tutti gli altri episodi, è davvero alto; Agata porta Wanda a scavare nel profondo tra Sokovia, la sua vita da Avenger ed il suo periodo dopo la scomparsa di Visione.

Il problema di questo specifico episodio è che giunge in un momento piuttosto concitato e che, almeno un po’, manca il punto (o almeno, non lo risolve). Se nei fumetti Wanda era prima figlia di Magneto poi esperimento andato a buon fine, qui ottiene i suoi poteri innatamente da eventi traumatici più o meno forti; non ci è spiegato come, ci è spiegato “quasi il perché” è così “pericolosa”. Mano a mano che ci si avvicina alla fine si può sentire quasi un deragliamento dello schema predefinito, ed è un peccato, perché tutto stava filando estremamente bene fino ad ora.

Wandavision
Il “recast” di Pietro Maximoff mi ha creato non pochi dubbi: devo prepararmi a vedere Magneto? Se sì, quale dei due? E soprattutto, quale dei due Quicksilver è “quello giusto?”

Finale

Del Finale di Wandavision si potrebbe parlare a lungo. La rinascita di Visione, l’annichilimento di Agata e la “rinascita” spirituale di Wanda (oltre che il legame con il Dottor Strange per il prossimo capitolo) avvengono in maniera pulita e abbastanza piacevole; il problema è che i toni della serie, per ora molto più misteriosa che d’azione, molto più “personale” che “estroversa”, cambiano durante tutto lo scontro.

Non c’è nulla di “psicologico” nel combattimento tra Agata e Wanda: si tratta di una mera dimostrazione di forza. Lo scontro tra i due Visione è più “collegato” al filo conduttore di tutta la serie, nonostante alcune scene farebbero impallidire gli action più puri come Civil War o Infinity War. È un po’ come se, dopo 8 puntate di “qualcosa che non è Marvel”, la Regista abbia detto “ok, ora dobbiamo farli menare perché è pur sempre Marvel”, andando un po’ a minare quel clima che si era costruito in otto puntate.

Wandavision
Teyonah Parris entra a pieno titolo nel MCU: ci sarà da capire dove la rivedremo, con chi (penso Nick Fury, e son gasatissimo). Capitan Marvel 2?

Pareri generali

Wandavision, nonostante tutto, rimane un’ottima serie: è bella, è ben scritta, la Olsen e Bettany dimostrano di essere attori giganteschi reggendo l’intera serie sulle spalle (aiutati da ottime interpretazioni della Hahn, Parris e moltissimi altri). Tanto di cappello, se Wandavision è la base dalla quale Disney vuole partire non rimpiango l’abbonamento (The Mandalorian a parte, beninteso).

Il mio (personalissimo) problema sta nel come è terminato; se Wanda e Visione incarnano un lato (come Dottor Strange) di “comicbook” mistico, misterioso è proprio perché sono personaggi ritagliati per risplendere quando il tema è quello. Lanciarli in una mischia spaventosa, un combattimento demolisci edifici e altro è un “mozzare” parte della loro caratterizzazione; per l’azione c’è Falcon e Winter Soldier (senza voler togliere nulla ai loro personaggi, sia chiaro). A mio parere (cosa che con Watchmen non è successa) si è voluto prendere Wanda, mostrare la parte di Scarlet Witch che rende il personaggio interessante, poi la si è rilanciata tra le esplosioni. E, sinceramente, mi è sembrato un enorme peccato.

D’altronde, i miei pareri sono tali solo perché non ho ancora avuto modo di vedere Dottor Strange 2: un film con aspettative altissime proprio perché, con il primo, si erano toccati ambienti mai visti in un film Marvel. Forse Wanda tornerà “tra i mistici” con Steven, forse no. Per ora direi che possiamo ritenerci, tutto sommato, soddisfatti.

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