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The Old Guard: un risultato notevole

The Old Guard arriva su Netflix alcune settimane fa, tra il silenzio della fine del lockdown. Giunge con un trailer intrigante ed un cast con un ottimo curriculum: Charlize Theron, KiKi Layne e l’italianissimo Luca Marinelli tra i tanti. Greg Rucka, nel 2017 scrittore del fumetto The Old Guard (dal quale il film è tratto) ci si mise a lavorare agli albori del 2019 con Gina Prince-Bythewood, pertanto le possibilità d successo erano ottime. Capite anche voi, cari lettori, che le aspettative per questo film erano decisamente altissime, fondamentalmente per due ragioni.

La prima era Charlize Theron; un’attrice che non mi ha mai deluso. L’assenza di stuntman e i numerosi dietro le quinte che la ritraevano durante Atomic Blonde impegnata in combattimenti più veritieri possibile mi facevano ben sperare. La seconda era Luca Marinelli, che in Lo Chiamavano Jeeg Robot mi aveva stupito a dir poco. Il fatto di poter riveder lo Zingaro in un’altro supereroistico (più crudo, certo, meno fumettoso, ecco) mi intrigava alquanto. Con queste grosse ragioni a spingere sui pro mi misi comodo e iniziai la mia visione.

Ovviamente la recensione conterrà enormi spoiler riguardo la trama e i personaggi di The Old Guard. Essendo il film legato a doppio filo al fumetto, avviso chiunque si approcci alla visione cautela nel qual caso non avesse messo le mani su uno o sull’altro.

Le scene di combattimento in The Old Guard non mancano

Tutto molto intrigante ma…

The Old Guard narra le vicende di Andromaca di Scinzia (Charlize Theron), un’eroina mitologica con il dono dell’immortalità invischiata in vicende terrene. Andromaca, o Andy come viene chiamata nel ventesimo secolo, ha alcuni fidati ed immortali amici: Booker (Matthias Shoenaerts), Nichy (Luca Marinelli) e Joe (Marwan Kenzari). Sono contractor: abilissimi a portare a termine missioni praticamente suicide per i più alti offerenti, per poi scomparire così da non destare sospetti. In un mondo digitale come quello del ventunesimo secolo, però, finiscono in una gigantesca trappola ad opera di Copley (Chiwetel Ejiofor), che intende estrarne i geni per conto di una causa farmaceutica gestita da un viscido Merrick (Harry Melling). I quattro, immortali, sfuggono alla trappola ma sono esposti; nello stesso istante una come loro si risveglia, nel lontanissimo Afghanistan, ed occorre recuperarla. Si tratta di Nile (KiKi Layne), soldatessa dell’esercito U.S.A ora immortale e per questo molto confusa e sola.

La trama si snocciola attraverso scorci paesaggistici, grossi combattimenti all’arma bianca e sparatorie con pochissime esplosioni e mosse di Kravmaga degne di John Wick, con l’ottima aggiunta di personaggi immortali che si lanciano attraverso orde di militari armati di spade, asce da combattimento e le semplici mani nude. In ultimo, i cinque riescono a raggiungere Copley e Merrick, salvandosi dalla gogna pubblica e tornando nell’ombra dopo molte, moltissime peripezie.

The Old Guard, Charlize Theron come Andromaca di Scinzia

…forse serviva qualcosa di più.

Il film è davvero godibile, con ottimi effetti speciali e situazioni abbastanza inverosimili ma ben calate nel contesto. La trama è un Viaggio dell’Eroe abbastanza semplice ma ben scritta. Charlize Theron nel ruolo di maestro e Kiki Layne nel ruolo di allieva che si approccia per la prima volta al vasto mondo degli immortali. Le informazioni e le sequenze di azione sono ben giostrate, giocandosi il (a mio parere) poco tempo a schermo in maniera piacevole. Non mi sono affatto annoiato guardando The Old Guard, anche se alcune volte un po’ banalotto e forse un po’ cringe (dichiarazioni d’amore nel mezzo del combattimento mi hanno fatto rivalutare il matrimonio sulla Perla Nera dei Pirati dei Caraibi).

Nonostante ciò, forse il tempo a schermo era davvero troppo poco e mi sarei aspettato una maggiore quantità di informazioni e eventi. La sospensione dall’incredulità gioca un gioco fondamentale nei film contemporanei; purtroppo in molti, forse anche troppi casi viene meno, in favore di una trama troppo pilotata, scene troppo fini a sé stesse e quasi in autopilota. In sostanza, buona parte del film poteva essere centellinata in una piccola miniserie da 4 episodi, così da lasciare più margine di tempo ai personaggi per crescere, esplorarsi e scoprirsi al pubblico senza sembrare macchiette.

Nonostante ciò The Old Guard rimane un film ottimo se lo si approccia senza enormi pretese, con alcuni piccoli spazi bianchi da riempire esattamente come in Lo Chiamavano Jeeg Robot. Che probabilmente è la croce e delizia delle storie incentrate sui super poteri senza però avere supereroi al suo interno: il fatto che il mondo non sia abituato a questo rende difficile alcuni escamotage narrativi.

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