“The Boys” è una serie televisiva statunitense ideata da Eric Kripke, Evan Goldberg e Seth Rogen e basata sull’omonimo fumetto creato da Garth Ennis e Darick Robertson. Di recente la serie ha ricevuto una seconda stagione, pubblicata sempre dalla piattaforma di streaming Amazon Prime Video, con uscita settimanale delle puntate. Dopo aver visto anche la fatidica ottava puntata, è giunto il momento di tirare le fila di questa seconda stagione, del suo cambio di tono e di nuove tematiche rispetto alla prima.
I vecchi nuovi The Seven
“The Boys” ha sempre come fulcro principale per la sua serie il gruppo di supereroi “The Seven”, la versione oscura, complessa e forse più realistica della Justice League. In questa stagione la Vought International ha deciso di spingere verso un contratto con il governo al fine di vendere il suo prodotto di punta, il “compound V”, al Pentagono. Al fine di ottenere questa importante commessa, la Vought International ha deciso di spingere sulla mitizzazione dei suoi Supereroi, commissionando un film su di loro, degli spot pubblicitari e creando dei Villain che possano rappresentare una minaccia.
Nuovi volti e un approccio al reale diverso
Questa stagione di “The Boys” sembra entrare a gamba tesa nel mondo pre-covid portando con sè meme, influencer, dirette instagram e tutta quella parte di lavoro di immagine. Si parla di usare gli influencer per aizzare le masse contro un determinato bersaglio. Si parla di stuzzicare la pancia e la rabbia delle persone per ottenere risultati. Tutte quelle tematiche che stiamo scoprendo in questi anni sono già state inserite nella serie e il risultato sono da brividi lungo la schiena.
Un altro elemento che fa rabbrividire è il modo in cui l’interesse e l’apprezzamento dell’opinione pubblica cambino da un momento all’altro. Senza fare spoiler, la serie vedrà diversi personaggi guadagnare e perdere il favore della folla nel giro di un attimo e sempre in maniera imprevedibile. Si tratta di qualcosa che possiamo notare anche in Italia con i personaggi di spicco della politica che, nel giro di mesi, spesso guadagnano e perdono diversi punti percentuale.
L’affare Stormfront
Non sono mai stato un grandissimo fan dei cambi di sesso tra fumetti e adattamenti vari, specialmente quando letteralmente si vuole prendere una storia “maschile” e trasporla al “femminile” senza alcun tipo di modifica. Stormfront nei fumetti è un uomo, chiaramente ispirato a Thor e Shazam, ma nella serie è una donna e WOW, mai cambio fu migliore. Il motivo di tanta meraviglia è dovuto al fatto che la Stormfront proposta da Amazon non è una copia sbiadita dell’originale ma, una rivisitazione completamente diversa del personaggio.
Aya Rachel Cash si è mostrata un’attrice di talento e grande spessore, portando su schermo un personaggio complesso le cui mille sfumature nascondono e rivelano moltissimo sia dell’ipocrisia degli Stati Uniti che della loro storia.
Ripulirsi l’immagine pubblica
Il buon “The Deep”, accusato di molestie sessuali nella scorsa stagione e degradato fino a perdere il suo posto nei “The Seven”, ha trovato una casa nella Chiesa. Questa parodia delle mille chiese americane, votata più all’immagine pubblica che alla sostanza, attraverso i suoi consulenti ci mostra come sia più importante mostrarsi cambiato che esserlo davvero. I problemi psicologici di “The Deep” con se stesso vengono gestiti in maniera molto blanda, lasciandoci intendere solo che esistano, mentre la sua immagine pubblica viene completamente ristrutturata.
Homelander vs Butcher
Due tra i personaggi con il miglior sviluppo sono anche i protagonisti della serie. Homelander e Butcher, che nel finale della scorsa stagione abbiamo visto esplodere nella contesa per recuperare i propri cari, hanno un vero e proprio boom. Entrambi rivelano le proprie insicurezze, nascoste dietro l’apparente invincibilità, e il fatto che siano in realtà due personaggi estremamente emotivi e fragili, costretti dal mondo che li circondava a cambiare.
Queer Token
La non tanto buona Maeve in questa stagione subisce un tipo di violenza abbastanza comune al giorno d’oggi e sul quale vale la pena riflettere. Il suo personaggio, nella serie bisessuale e innamorato di una donna, viene preso dalla Vought International per farne diventare un’icona lesbica, sradicando completamente la sua componente bisessuale. Il fatto di prendere una relazione privata, di qualsiasi natura essa sia, per distorcerla e sbatterla sui giornali per dire “ehi, abbiamo la relazione lesbica” è un’ottima critica alla società moderna, specialmente a quella dell’intrattenimento. Fortunatamente nulla di tutto questo è mostrato come vagamente positivo, costringendo lo spettatore a confrontarsi con questa scomoda verità sullo sfruttamento del queer token character.