Prendete un buon vecchio librogame, aggiungete gestione risorse, deck building, una mappa modulare, delle miniature figherrime, qualche dado per insaporire, mischiate il tutto in un’ambientazione arturiana rivisitata in “salsa oscura”, lasciate riposare il tempo della spedizione, ed avrete “Tainted Grail – La caduta di Avalon“!
Come stile, ambientazione e risultato siamo diametralmente opposti da quel pasticciaccio che è la serie Netflix Cursed (ve ne ricordate? Ne abbiamo parlato in un precedente articolo).
Tainted Grail è il frutto di una fortunatissima campagna Kickstarter, la più grande del 2018, della Awaken Realms (This War of Mine, Nemesis, Lords of Hellas, ed altri), distribuito in Italia da Giochi Uniti.
Ambientazione di Tainted Grail
Ci troviamo, come avrete già capito, nel magico mondo di Re Artù, o meglio, in una sua rivisitazione. Avalon è stata quasi completamente inghiottita dall’Anomalia, e solo i Menhir, delle gigantesche e misteriose statue, illuminano alcune zone tenendo al sicuro gli abitanti. I più grandi eroi di Avalon sono partiti anni fa per scoprire i segreti dell’Anomalia e sconfiggerla, fallendo miseramente. Chissà se c’è lo zampino di Sir Mordred (un personaggio assai complesso che abbiamo analizzato in questo articolo)!
Ora tocca quindi a noi, che siamo le “riserve”, provare a seguire le loro tracce, cercare di risolvere questo mistero e salvare Avalon.
Le meccaniche di Tainted Grail
Tainted Grail è suddiviso in 15 capitoli da affrontare uno dopo l’altro, ma caratterizzati da numerosi bivi che ci faranno venir voglia di rigiocare per scoprire “cosa sarebbe successo se…“.
Si tratta di un collaborativo puro, in cui le nostre miniature si muoveranno su una mappa modulare costituita da varie carte numerate che rappresentano i principali luoghi di Avalon. Solo le zone però illuminate da un menhir attivo saranno raggiungibili; per cui la nostra prima preoccupazione sarà proprio quella di alimentare queste enormi statue.
La cerca
Sarà fondamentale, per risolvere le nostre “cerche”, esplorare diversi luoghi, e qui entra in gioco il “Diario di esplorazione“. Si tratta di un corposo tomo ad anelli, con un capitolo dedicato ad ogni luogo, all’interno del quale ci muoveremo attraverso una struttura a bivi del tutto simile a quella di un librogame. Immancabilmente, lungo la nostra avventura, ci troveremo ad affrontare due varietà di eventi: combattimenti e incontri diplomatici.
Entrambe le tipologie vengono risolte con un meccanismo simile: si mette sul tavolo la carta relativa, poi ogni giocatore pesca carte dal proprio mazzo corrispondente al tipo di incontro (combattimento o diplomazia), e si giocano carte per cercare di “risolverlo”.
Alla fine del turno di ogni giocatore, l’avversario reagirà secondo una tabella presente sulla carta. L’evento finisce in maniera positiva se infliggiamo un certo numero di ferite al nemico (combattimento) o raggiungiamo una determinata condizione (diplomazia). Diversamente, se non siamo fuggiti prima, e specialmente all’inizio non è affatto una cattiva idea, l’incontro può finire in vari modi, tutti spiacevoli.
La crescita degli Eroi
Con il passare del tempo, e con tanta esperienza accumulata, il nostro personaggio guadagnerà punti nelle sei caratteristiche principali, acquisirà abilità ed equipaggiamenti, migliorerà i propri decks, fino a far sembrare quel terribile orso da cui siamo scappati qualche capitolo prima, simile a un puccioso peluche.
Tutto questo per i quindici avvincenti capitoli della campagna. Una volta terminata, quasi sicuramente, vi verrà voglia di ricominciare per scoprire quali altri segreti nasconde Avalon.
I materiali di gioco
Della qualità dei componenti non si può che parlar bene. Le carte sono di pregio e hanno illustrazioni ispiratissime. Le plance modulari sono di cartone spesso e possiedono degli spazi per contenere i cubetti in modo che stiano al loro posto. Le miniature, infine, sono una gioia per gli occhi!
Sono inoltre disponibili a parte, o incluse per chi le aveva aggiunte al kickstarter, le monete in metallo, le miniature di tutti i mostri, le versioni “sundrop” (tecnica pittorica che combina le tecniche di preshade e lavature) di tutte le miniature. E una serie di altre amenità per chi, come molti di noi, vuole “pimpare” la sua copia del gioco.
L’unico appunto da fare è che l’inserto della scatola non ha abbastanza spazio per le carte imbustate, cosa che però era stata ampiamente chiarita durante la campagna Kickstarter.
Le mie impressioni
Tainted Grail mi è piaciuto, molto. Lo metto in chiaro subito perché, per iniziare, voglio parlare dei “difetti” del titolo che, secondo me, potrebbero renderlo poco appetibile per alcuni giocatori. Innanzitutto c’è parecchio da leggere e, se si gioca in tanti, da ascoltare. Questo per me è un valore aggiunto, ma per altri potrebbe essere un difetto. I combattimenti, alla lunga, potrebbero diventare leggermente monotoni, ma dipende soprattutto da come volete affrontarli.
Non posso darvi consigli che risulterebbero “spoilerosi”, ma vi dico che non è necessario affrontare ogni singolo incontro. Saltarne qualcuno diminuirà i tempi di gioco e lo renderà più scorrevole. Ovviamente questa è una cosa che si sente alla fine, diciamo negli ultimi 2-3 capitoli, ma era giusto riportarla.
Ultimo “difetto” è il numero di giocatori. Questo gioco rende meglio, secondo me, al diminuire delle persone intorno alla Tavola (Rotonda!). Perfetto in solitario e ottimo in 2, ma in 3 o 4 giocatori si comincia a sentire molto il downtime. Si può sempre però affrontarlo come una squadra prendendo tutte le decisioni insieme.
Chiariti questi punti, il gioco è veramente quanto di meglio ci si possa aspettare da un titolo di questo genere. La storia è bella e appassionante, ma non riusciremo a vedere tutto in una sola “run”. Per fortuna! Così avremo voglia di ricominciare con personaggi diversi e scoprire nuovi scorci di Avalon.
Inoltre, il confine tra bene e male è sempre molto labile. Spesso ci troveremo di fronte ad importanti scelte morali che non ci faranno dormire la notte (letteralmente?).
Attenzione però, perché il gioco, in certi frangenti, può essere molto punitivo. Col passare dei capitoli, i nostri personaggi acquisiranno sì nuovi oggetti e abilità, ma allo stesso tempo affronteranno incontri sempre più difficili, mantenendo il livello di sfida sempre abbastanza alto. L’unico consiglio che posso dare, senza spoilerare nulla, è di leggere bene tutto, perché gli indizi ci sono.
Il gameplay scorre veloce, anche se le sessioni possono essere piuttosto lunghe, ma per questo ci sono le comode e chiarissime schede di salvataggio.
Il regolamento poteva essere più chiaro in qualche passaggio, ma in rete si trovano FAQ e chiarimenti a iosa. Visto l’altissimo contenuto di testo, una menzione alla traduzione va fatta: a parte qualche errore sporadico, direi che è stato fatto un buonissimo lavoro.
Conclusioni su Tainted Grail
Tainted Grail è un gran bel gioco. Non per tutti, come ho detto, ma per gli amanti del genere è una chicca da non perdere. Il mio consiglio è di giocarlo in sessioni non troppo distaccate l’una dall’altra per godersi al meglio la storia. E che siano almeno di un paio d’ore, anche perché non sarà semplice alzarsi dal tavolo proprio mentre state iniziando una nuova cerca!
Ma non finisce qui…
Oltre alla campagna principale, sono già disponibili in inglese, e presto lo saranno in italiano, ben quattro espansioni per il gioco!
Age of Legends e The Last Knight sono due campagne complete ambientate rispettivamente 1000 anni prima e 400 anni dopo rispetto alla caduta di Avalon. Echoes of the Past è invece un’espansione che aggiunge alcune quest secondarie.