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Sine Requie – Vent’anni con le parole di William Dusty

Sine Requie ha raggiunto la veneranda età di venti anni!

Una vita molto più lunga della maggior parte dei personaggi creati in questa ambientazione sicuramente. Oggi vorrei parlarvi un po’ di questo gioco su cui si è detto tanto e che, nel corso degli anni, ha saputo rinnovarsi non perdendo mai il sapore di male che lo contraddistingue.

Io però, in questi venti anni, oltre a godermi il parto delle menti di Leonardo Moretti e Matteo Cortini, mi sono goduti i cosidetti flavor text. Potrei quasi iniziare questo articolo amarcord così:

… accadde tutto lentamente,
quasi dolcemente,
in sordina: voci,
racconti,
fatti strani;
la prima settimana.

Poi la fuga,
l’orrore,
l’incredulità,
mentre a centinaia entravano in città,
sporchi,
laceri,
nauseabondi,
idioti…
morti.

Sine Requie – La Creazione (Prima Edizione) / “A cavallo nell’incubo” di William Dusty
Sine Requie Leonardo e Matteo
Ma chissà chi sono questi due bricconcelli così viveur e così gaudenti?

Credo sia stato qua che ho iniziato ad apprezzare Sine Requie, ma il vero amore è nato successivamente. È stato aprendo il manuale della Creazione che ho potuto leggere una poesia, una delle tante, che ha accompagnato me, e forse anche molti altri di voi, attraverso questi venti anni. Una poesia di William Dusty, il personaggio a cui è ispirato questo articolo!

In questa terra non ha più senso la vita
Cammino e calpesto polveri d’Inferni
Mi muovo e attendo una morte amico
E vivo tra i defunti perché il giudizio è eterno

Siamo noi che camminiamo tra i morti
Non sono loro a occupare il mondo
Se questo è in fondo solo l’Inferno
Morire oggi potrà essere giocondo

William Dusty

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Ma chi era William Dusty in Sine Requie?

William Dusty è il Poeta della Morte, come viene definito nel manuale Terre Perdute Anno XIII e siamo venuti a conoscenza che le sue poesie vengono utilizzate spesso come una moneta di scambio. Da quello che ci è dato di capire, questo poeta, ha vissuto, o è ancora vivo, non mi è mai parso del tutto chiaro, in uno dei Clan che vivono nelle Terre Perdute in Inghilterra. Egli trova, o trovò, la propria dimora all’ Old Sir Johnson.

Questo castello, che pare infestato, era la dimora di un mortus obnoxius chiamato Sir Johnson, per l’appunto, e la cui unica occupazione era quella di coltivare le rose. Strano lavoro per un morto vero? Beh questo perché, questo genere di creatura, per coloro che conoscono il gioco e non, è una delle tante posibili “rinascite innocue”.

A parer mio il poeta è ancora vivo ed è sopravvissuto anche ad una tragedia di un giorno piovoso dell’ottobre del 1952. La sua compagna, ipotiziamo, venne uccisa e lasciata vagare per il castello. Egli scrisse una poesia per lei, Perché il ricordo non fosse perduto.
Ve la riportiamo qua, sperando di non fare un torto a nessuno:

Bianche carni tremanti.
Sognatrice di nulla,
silenziosa coscienza

Tornasti ancora a me davanti,
con languide labbra
in fauci urlanti.

E occhi di giada
Per sempre infranti

Eleonora – William Dusty

C’è un che di disperato in ogni sua poesia, in linea perfetta con il mondo di Sine Requie. Ogni sua parola trasuda la follia e la disperazione di questo mondo ormai in frantumi. Trasmette la disperazione di una vita ormai piegata a dittature forti, più o meno palesi, o al perenne stato di odio e rabbia che i sopravvissuti cavalcano per tentare di rimanere vivi.

La domanda sorge spontanea, ma che genere di vita è mai questa?

Fatemi sognare
di incubi agghiaccianti,
orrori che disperdono
a un’alba sospirata.

Ma non cedetemi ancora,
nel dolore, nella paura,
alla forra della realtà
che il tempo, feroce,
non scaccia.

Oscurità.
Silenzio.
Arrogatevi ogni mio senso.

Che tutto ciò che ho
intorno
è odio incondizionato,
sgomento irrazionale.

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Che significato ha questo personaggio per me?

È complicato da spiegare, per capirlo dobbiamo tornare a circa venti anni fa quando per la prima volta misi le mani su un manuale di Sine Requie e ancora andavano di moda i forum. Ricordo ancora che io e mio fratello eravamo registrati con il nickname de il Tristo Mietitore. Era un periodo oscuro, la musica non si faceva con autotune e il gioco di ruolo, diciamocelo, era per i vecchi nerd di allora. Eravamo figure un po’ disadattate agli occhi della società. Ancora non era uscito The Big Bang Theory e la figura del nerd era negativa. Ancora non era apparso sulle scene il tanto amato Henry Cavill e la sua passione smodata per gli wargame e i videogiochi.

Ecco, per quelli come me che stavano passando un periodo un po’ oscuro, le poesie di William Dusty e leggere le gesta del mondo di Sine Requie era una sorta di panacea oscura per placare le grida dentro. Siamo tutti ben consci come oggi, spesso, il gioco di ruolo venga utilizzato per sublimare, affrontare e superare un dramma o un trauma passato, sempre che si sia affiancati da uno specialista e si abbia il modo di poter lavorarci sopra. Ecco diciamo che la mia cattiva medicina dei tempi fu Sine Requie.

Porte del sogno,
dischiuse nell’incubo
.

Porte di marmo,
risplendenti menzogne,
ingenui miraggi
di pace di gloria.

Porte socchiuse
balorde e inadatte,
su l’empia realtà,
di nulla, di fame.

Lapidi lorde,
immote e silenti,
sbagliate e confuse
soglie d’Inferni.

Indovinate un po’ di chi è?
Il Mondo di Sine Requie

E il Sine Requie che verrà?

Quando mi guardo indietro e rileggo la prima edizione di Sine Requie, lo spillato di Rose & Poison per intenderci, e la seconda edizione osservo come io mi sia legato a questo gioco, oltre che per la lore, così ispirata, soprattutto per i personaggi.
Forse sono uno dei figli del mondo di Vampire: the Masquerade che appena prendeva un manuale andava a leggere la storia delle personalità. Forse è proprio per questo che adoro Sine Requie. I personaggi non sono mai banali. Sono disturbanti al punto giusto, con la loro buona dose di follia. Altri personaggi sono molto heavy metal, punk, gore: Ian Killmeat, Skinner, l’Uomo…

Questi sono solo alcuni che hanno reso grande Sine Requie e la mia più grande speranza è che Matteo e Leonardo continuino così. Che possano sfornare cento e altri cento di questi eroi e mostri.

E poi diciamocelo, come non si può amare chi ha armato il rifondato ordine Templare con delle motoseghe o dato vita ad un Paese dei Balocchi molto particolare?

Quindi eccoci qua a festeggiare i suoi primi vent’anni e nonostante sia già diventato maggiorenne, questi venti anni non si sentono. Solo la follia è aumentata, ma d’altronde come lo stesso William Dusty dice:

Scivolando nel baratro della follia
mi godo questi momenti
in cui il sonno della ragione
genera recessi
di felicità
.

Vi consiglio di andare sul loro store per poter acquistare tutto il materiale di questo splendido mondo!

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