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Shadow and Bone: impressioni sulla prima stagione

Ecco le nostre impressioni sulla prima stagione della nuova serie fantasy di Netflix, Shadow and Bone (Tenebre e Ossa), ispirata al Grishaverse di Leigh Bardugo.

Prima di tutto, devo farvi una confessione. Ho sul comodino accanto al letto il libro Six of Crows da un anno. L’ho iniziato, mi è piaciuto, ma non l’ho finito, perché la tesi mi ha risucchiato la voglia di leggere. Eppure, questo libro mi ha sempre incuriosita molto.
Ora l’ho ripreso in mano, proprio perché ho visto Shadow and Bone (e ho finito la prima stesura della tesi. Sì, pure questo aiuta).
Ma cosa c’entra un libro chiamato Six of Crows con una serie televisiva di Netflix?
In questo articolo, vi dirò le mie impressioni sulla serie Shadow and Bone. Cosa ho apprezzato e cosa non ho apprezzato, e perché adesso voglio leggere un suo spin-off su dei personaggi secondari. E sì, quindi vi dirò pure cosa c’entra il libro Six of Crows.

Attenzione: questo articolo contiene spoiler su Shadow and Bone
Alina Starkov e il generale Kirigan, rispettivamente la protagonista e l'antagonista di Shadow and Bone
Alina Starkov e il generale Kirigan, rispettivamente la protagonista e l’antagonista di Shadow and Bone

Di cosa parla Shadow and Bone?

Shadow and Bone è una serie televisiva prodotta da Netflix e uscita proprio nei giorni scorsi, ossia il 23 aprile.
Questa serie è tratta dall’omonima trilogia fantasy scritta da Leigh Bardugo. Bardugo è un’autrice israeliana cresciuta negli Stati Uniti. Ha debuttato nel mondo della narrativa fantasy nel 2012 proprio con Shadow and Bone, primo volume dell’omonima trilogia, composta anche dai volumi Siege and Storm e Ruin and Rising.
La prima stagione di Shadow and Bone riprende la trama del primo volume dell’omonima trilogia. In italiano, la serie è tradotta come Tenebre e Ossa.
In questo articolo mi riferirò alla versione inglese della serie, poiché l’ho guardata in lingua originale e mi ritrovo più a mio agio con la terminologia inglese.

Il mondo diviso dall’oscurità

Shadow and Bone è ambientata in un mondo fantasy in cui il Regno di Ravka, evidentemente ispirato alla Russia del primo Novecento, si ritrova diviso in due da una calamità innaturale. Si tratta del Fold, ossia di una striscia di terra invasa da una schiacciante oscurità e abitata da tremendi mostri. Non potendo oltrepassarla da Nord passando dal Regno di Fjerda o da Sud dal regno di Shu Han a causa di rapporti diplomatici tesissimi, la gente di Ravka deve attraversare l’oscurità per rifornirsi, spesso pagando prezzi altissimi.
Il Fold è stato creato diversi secoli prima da un Grisha, ossia da una persona dotata del potere di manipolare la materia. Questo Grisha, il Black Heretic, aveva il potere unico di manipolare l’oscurità e ha creato il Fold dopo essersi ribellato allo Zar di Ravka.

Alina: da orfana a Sun Summoner

In questa delicata situazione, seguiamo le vicende della giovane Alina Starkov, orfana di Shu Han cresciuta a Ravka. Alina, in qualità di creatrice di mappe, si è arruolata nell’esercito ravkiano insieme all’amico d’infanzia Malyen Oretsev, detto Mal.
Durante la sua prima traversata del Fold, Alina salverà Mal, scoprendo così di essere una Grisha che controlla la luce.
Per l’esercito, si tratta di una scoperta importantissima, perché questo farebbe di Alina la Sun Summoner, ossia colei che sarà in grado di scacciare le ombre che dividono Ravka.

Alina sarà quindi portata al palazzo reale dal generale Kirigan, discendente del Black Heretic e in grado di controllare le ombre. Isolata da Mal e circondata da gente ostile o con altissime aspettative, Alina verrà addestrata a controllare il proprio potere dalla vecchia e burbera Baghra. Tuttavia, col tempo Alina si ritroverà sempre più in sintonia con Kirigan e col suo sogno di riscatto dei Grisha grazie alla distruzione del Fold. Così, poco a poco, i due inizieranno una relazione.

Le trame secondarie: il colpo dei Corvi, il viaggio di Nina e Matthias e la caccia di Male

Tuttavia, nel frattempo il mondo esterno ha scoperto della Sun Summoner. Nella lontana città di Ketterdam, qualcuno offre una somma spropositata per rapire Alina. Un gruppo di criminali, i Corvi, formati dal pianificatore Kaz Brekker, la ladra Inej Ghafa e il pistolero Jesper Fahey accetta l’incarico e intraprende un lungo viaggio, pieno di sfide e pericoli, per arrivare ad Alina.
Sempre nel frattempo, una loro possibile informatrice, la Grisha Nina Zenik, è stata rapita da un gruppo di cacciatori di streghe di Fjerda. Durante la prigionia e dopo il naufragio della nave che la trasportava, Nina si legherà a Matthias Helvar, un giovane cacciatore di streghe dall’animo gentile.
Ancora nel frattempo, Mal cercherà di raggiungere Alina. Per farlo, darà la caccia a un cervo mitologico, che dovrebbe essere in grado di potenziare i poteri dei Grisha.

La rivelazione al ballo

Le strade di Alina, dei Corvi e di Mal si incroceranno al palazzo durante un’importante festività.
Qui, Alina scoprirà da Baghra che Kirigan non è altri che il Black Heretic in persona, intenzionato ad usarla non per distruggere l’oscurità, ma per domarla e usarla come arma per sottomettere chiunque voglia fare del male ai Grisha.
Nel frattempo, i Corvi metteranno in atto un piano per rapire Alina, proprio mentre Mal ritorna con le informazioni sulla posizione del cervo mitologico.

La resa dei conti

Nel caos della festa e dei giorni seguenti, Alina e Mal troveranno il cervo, ma saranno raggiunti e catturati da Kirigan, che approfitterà della situazione per uccidere il l’animale magico. Innestando le corna del cervo nelle ossa di Alina, Kirigan si assicura di poter controllare anche il potere della ragazza e si prepara a entrare nel Fold.
Tuttavia, nell’oscurità i piani di Kirigan saranno sconvolti da un’azione combinata di Mal e dei Corvi, grazie ai quali Alina riuscirà a liberarsi. In un sanguinoso scontro, Kirigan sarà gettato in pasto ai mostri che abitano l’oscurità.

I pochi superstiti della spedizione dovranno quindi decidere cosa fare delle loro vite. Alina comprerà il silenzio dei Corvi con i gioielli donateli da Kirigan e se ne andrà con Mal, promettendo di distruggere il Fold quando sarà abbastanza forte. I Corvi, invece, torneranno a casa per rimettersi in piedi, incontrando nel viaggio di ritorno Nina e Matthias.
Tuttavia, dall’oscurità del Fold emergerà Kirigan che, seppur ferito, ha finalmente assunto il controllo dei mostri.

Quindi cosa c’entra Six of Crows?

Ebbene, Six of Crows è un altro libro fantasy scritto da Leigh Bardugo. È ambientato nel medesimo universo narrativo di Shadow and Bone, detto anche Grishaverse, e, insieme al volume Crooked Kingdom, è il primo libro di una duologia a parte.
Shadow and Bone in sé non è mai stato un libro che ha catturato particolarmente la mia attenzione, anche perché nei circoli di chi legge fantasy contemporaneo è Six of Crows l’opera davvero messa su un piedistallo.
Quindi, quando ho visto il trailer di Shadow and Bone, non avevo collegato subito questa serie con il libro abbandonato messo in stallo sul comodino. Almeno finché non ho visto e riconosciuto tre personaggi che comparivano anche in Six of Crows. Quando li ho visti, è scoccato l’interesse e ho guardato questa serie.

Il risultato? Ora voglio finire di leggere Six of Crows più che mai. E più tardi vorrò anche riprendere la trilogia da cui è tratta la serie. Ma più tardi (e forse), e ora vi dirò meglio il perché.
E vi dirò anche come Shadow and Bone debba moltissimo del proprio successo proprio a Six of Crows.

Da sinistra: Jesper Fahey, Inej Ghafa e Kaz Brekker, i personaggi da Six of Crows in Shadow and Bone
Da sinistra: Jesper Fahey, Inej Ghafa e Kaz Brekker, i personaggi da Six of Crows in Shadow and Bone

Cosa mi è piaciuto di Shadow and Bone?

Shadow and Bone è, per quel che ne so, un libro che racconta la scoperta da parte di Alina di essere una Sun Summoner e il suo tentativo di sfuggire alle macchinazioni di Kirigan. Più o meno, la prima stagione di questa serie segue la trama del primo libro della trilogia.
Tuttavia, la serie Netflix presenta anche alcune notevoli differenze, rispetto al materiale originale. Differenze che, personalmente, ho trovato che arricchiscano molto la storia, sebbene al prezzo di complicarla.

Il nuovo background culturale di Alina

Innanzitutto, Alina nei libri non è di etnia Shu, ma una comune popolana di Ravka. Tuttavia, personalmente credo che inserire anche questa caratteristica abbia reso l’Alina televisiva un personaggio più interessante e più concentrato sull’eterno sentimento di essere un’estranea.

Alina, infatti, è estranea a Ravka innanzitutto perché è una Shu. Poi, scoprendo di essere una Grisha, si è sentita estranea alla classe popolare alla quale appartiene e, quindi, a Mal. Tuttavia, essendo la Sun Summoner, Alina è un’estranea anche tra i Grisha, sia perché ha poteri unici, sia perché è una popolana appena arrivata. Alina spera di avere una connessione e una relazione con Kirigan, che è unico come lei, ma alla fine scopre che il Darkling la vuole solo usare, quindi è un’estranea anche per lui.
In tutto questo, si accentua il fatto che la sola persona per cui Alina non sia un’estranea è proprio Mal. E proprio l’estraneità nei confronti dei Grisha le impedisce di aderire ciecamente alla crociata di Kirigan

L’aggiunta dei Corvi

Una differenza ancora maggiore è rappresentata dall’inserimento nella trama di tutta una serie di personaggi che non compaiono nel libro. Ma che compaiono, udite udite, in Six of Crows.
Sto parlando del nostro trio di malviventi da Ketterdam, ossia il cinico pianificatore Kaz Brekker, la religiosa ladra Inej Ghafa e il simpatico pistolero Jesper Fahey. E, a sorpresa, anche due personaggi che nella serie hanno avuto pochissimo a che fare con la trama principale, risultando quindi sostanzialmente superflui: la sagace Grisha Nina Zenik e il cacciatore di streghe Matthias Helvar.
Infatti, nel libro originale, Kaz, Inej e Jesper non sono coinvolti in un piano per rapire Alina, né si racconta l’incontro di Nina e Matthias.

Ciononostante, queste aggiunte sono generalmente un arricchimento per la trama.
Infatti, credo che la storia di Kaz, Inej e Jesper sia stata quella più originale e interessante dell’intera serie. Tra l’incredibile bravura degli attori e dell’attrice, i bellissimi montaggi dei loro colpi e in generale la loro ottima caratterizzazione, questi tre personaggi sono un piacere da vedere in azione.

L’eccellente caratterizzazione di Kaz, Inej e Jesper

La cosa più interessante (e altamente istruttiva per chi vuole caratterizzare bene i propri personaggi!) è che tutti e tre i criminali sono persone altamente competenti, ma sempre dotate di una caratteristica che sarà loro da ostacolo nel portare a termine i loro piani.
Infatti, Kaz è una persona senza troppi scrupoli e piena di risorse, ma non ha le doti fisiche per superare indenne uno scontro alla pari. Inej è una ladra eccezionalmente furtiva, agile, acrobatica e brava con i coltelli; tuttavia, la sua fede e il suo codice morale la metteranno spesso di fronte a delle scelte difficili. Infine, Jesper è tutto sommato una brava persona, gentile e solare, oltre che un incredibile pistolero; tuttavia, la sua dipendenza dal gioco d’azzardo si rivelerà un notevole handicap.

Diversità in Shadow and Bone

L’inserimento di Kaz, Inej e Jesper ha anche il pregio di aggiungere ulteriore diversità al cast dei personaggi. In tal senso, però, bisogna sottolineare come questa serie sia già di suo molto ricca di persone di ogni etnia.
Pertanto, non siamo assolutamente di fronte a un esempio di progressismo performativo, di quelli tanto cari alla Disney o a serie come The Witcher. Al contrario, siamo di fronte a una rappresentazione fatta bene, che sfrutta la complessità etnica del mondo per rendere setting e personaggi più vari e interessanti.

Nina Zenik e Matthias Helvar in Shadow and Bone
Nina Zenik e Matthias Helvar in Shadow and Bone

Cosa non mi è piaciuto di Shadow and Bone?

Nel paragrafo precedente dicevo che le aggiunte alla trama del libro sono generalmente un buon arricchimento per la trama.
Ecco, dico generalmente, perché la storia di Nina e Matthias, per quanto carina da vedere (almeno per me, che amo queste storie zuccherose), tende a essere molto slegata rispetto alla trama principale e a risultare molto superflua.
Visto quanto è affollato il cast di questa serie, la storia di Nina e Matthias tende ad aggiungere un livello di complessità che serve poco. Inoltre, poiché Nina e Matthias incontrano il resto del cast solo alla fine dell’ultimo episodio, sembra che la loro introduzione manchi di un payoff, ossia di un risvolto serio sulla trama. E questo, da un punto di vista narrativo, è un problema.

C’è però da dire che, probabilmente, nella prossima stagione assisteremo al grosso colpo raccontato in Six of Crows, in cui vedremo questi cinque personaggi fare squadra insieme.
In tal senso, il payoff della sottotrama di Nina e Matthias potrebbe presentarsi proprio nella seconda stagione della serie. Una tempistica abbastanza discutibile in cui inserire un payoff, certamente. Ma potrebbe anche essere stata una buona scelta, poiché darà più profondità ai personaggi di Nina e Matthias.

Ovviamente, Shadow and Bone ha anche altri diversi difetti. Tra infodumping, trama principale non troppo interessante, worldbuilding magico talvolta discutibile e altre pecche qua e là, Shadow and Bone è lungi dall’essere un capolavoro. Tuttavia, credo che quello narrativo che coinvolge Nina e Matthias sia il più evidente e quello sul quale posso esprimermi meglio.

Alcuni pensieri finali

Shadow and Bone mi ha divertita e interessata molto.
Ho trovato piacevole (anche se non brillante) la trama principale e mi sono affezionata a praticamente tutti i personaggi. Alina e Mal non sono i protagonisti più interessanti di sempre, purtroppo, ma si lasciano seguire. Kirigan ha un passato piuttosto coinvolgente, ma non è nulla che non abbiamo già visto in altre salse. Certamente, buona parte del fascino del personaggio, almeno secondo me, deriva dagli occhioni scuri di Ben Barnes. Ma io ho sempre avuto un debole per Barnes fin dai tempi de Il Principe Caspian, quindi non ho troppa voce in capitolo.
Ho trovato molto interessante il worldbuilding, sebbene la magia tenda a non avere il rigore ferreo dei sistemi di Brandon Sanderson. Tuttavia, da un punto di vista culturale, il mondo rappresentato è molto ben curato, secondo me.

L’inserimento del genere heist

Detto questo, è piuttosto evidente che chi ha curato la sceneggiatura di Shadow and Bone sapesse perfettamente di avere tra le mani una storia interessante, ma non eccezionale.
Per questo ha inserito i personaggi di Six of Crows e, di conseguenza, trame tipiche del genere heist, ossia delle storie che raccontano il colpo del secolo. Sulla scia di libri come Gli Inganni di Locke Lamora di Scott Lynch e di Mistborn di Brandon Sanderson, infatti, il genere heist nel fantasy ha avuto un notevole successo negli ultimi 15 anni.
In tal senso, Six of Crows è considerato uno dei migliori esempi di questo genere. E, in generale, è considerato anche un libro migliore rispetto a Shadow and Bone.

Come i personaggi di Six of Crows siano la parte più interessante della serie

È stata quindi una scelta furba quella di inserire personaggi e temi di Six of Crows in una trama classica come quella di Shadow and Bone.
Purtroppo, il risultato è stato un infoltimento quasi sgradevole del cast principale, dei luoghi visitati e delle sottotrame presenti. Questo infoltimento risulta particolarmente straniante soprattutto nei primi episodi, dove si sente molto l’esigenza sgradevole di fare infodumping sugli spettatori.

Tuttavia, con il passare degli episodi, Kaz, Inej e Jesper risultano i personaggi più solidi e interessanti, almeno per me. Inoltre, i loro colpi sono girati e montati così bene da risultare le parti più piacevoli della serie. Non devo nemmeno venirvi a dire quanto i loro colpi mi abbiano ricordato le sessioni di Blades in the Dark.
E se ho voglia di guardare la seconda stagione sarà proprio per Kaz, Inej e Jesper, e i loro heist.
Insomma, questa serie si chiama Shadow and Bone, ma sappiamo tutti che la ciccia più interessante è quella che viene da Six of Crows.

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