Scopriamo in cosa consiste il progetto Ruolando s’Impara, con cui i Genitori di Ruolo hanno fatto scoprire i giochi di ruolo ai bambini di Omegna!
In questa intervista, vi abbiamo già parlato di Genitori di Ruolo e di uno dei suoi membri più in vista, Alessandro Savino, in occasione della Storytellers Masterclass dello scorso anno. La maggior parte di voi che leggete saprà che i Genitori di Ruolo sono, appunto, genitori che vogliono far conoscere il mondo dei giochi di ruolo ai bambini. Saprete che sono impegnati in numerose attività, e che durante la quarantena hanno contribuito con Gamer_Mamma a far giocare di ruolo i bambini online.
Oggi però vi parliamo di un loro progetto in particolare, ossia Ruolando s’Impara. Noi abbiamo scoperto Ruolando s’Impara grazie a questo bellissimo video, in cui si mostrano le attività fatte con i bambini del paese di Omegna. Per saperne di più, abbiamo intervistato Alessandro Savino, che ci ha gentilmente raccontato tutti i dettagli sul progetto!
Ciao, Alessandro! Grazie per esserti prestato a questa intervista! Partiamo dall’inizio: com’è nato il progetto Ruolando s’Impara?
Ciao Gloria e grazie per avermi contattato.
Dunque: Ruolando s’Impara.
Il progetto è nato da una mia idea sulla diffusione del Gioco di Ruolo verso i ragazzi. Da sempre credo nel potere del GDR come strumento per crescere. in questo periodo molto tumultuoso, governato da individualismo e competizione, il GDR è qualcosa che rompe gli schemi classici della società e ti permette di ri-scoprire qualcosa di importante che, crescendo, la gente tende a dimenticare. Con questa visione condivisa da tutti noi Genitori di Ruolo, quando mi è balzata l’occasione di proporre un progetto strutturato, che andasse oltre a doposcuola o eventi, ho parlato con gli altri e abbiamo deciso di coglierla!
In cosa consiste Ruolando s’Impara?
È un progetto educativo che si basa sulla prevenzione dei comportamenti devianti e lo sviluppo delle soft skill, ossia una serie di abilità importanti per la relazione e la crescita di un individuo.
Nella pratica, consiste in due mini campagne multitavolo di Dungeons and Dragons di tre sessioni, ambientante nella versione fantasy medievaleggiante del Lago d’Orta. I bambini, dai 7 ai 10 anni, divisi in tavoli da 5, contribuivano in una ricerca per salvare la loro terra. Molta importanza è stato dato all’aspetto collaborativo. Infatti, i PG, pre-generati da noi, nonostante avessero molta possibilità di personalizzazione, erano studiati per far sinergia tra loro, con poteri e abilità complementari tra loro.
Come mai avete scelto Omegna come cittadina in cui portare avanti il progetto? E qual è stato il contributo di Azzurra Soc.Coop. Sociale Onlus?
Omegna è stata scelta per due motivi: innanzitutto perché è la mia città. Inoltre avevamo bisogno di spazi e partner vicini. Azzurra Onlus, così come il Parco della Fantasia Gianni Rodari, potevano fornirci spazi, formazione e tutto il supporto necessario.
Azzurra Onlus, in particolare, è il capofila del progetto. Con il supporto della loro macchina organizzativa, gli educatori e la psicologa, ha fatto in modo che Ruolando s’Impara avesse forma e una base economica, creando anche un format replicabile. Il progetto poi è stato in parte finanziato dalla Fondazione Comunitaria del VCO e da donazioni private (circa il 50%). Ma per gli utenti, ossia i bambini, è stato completamente gratuito.
Qual è stata la reazione di scuola e istituzioni al vostro progetto? Avete incontrato un clima positivo e curioso verso i giochi di ruolo, o un clima di scetticismo?
Le scuole attorno a noi hanno avuto subito un grande interesse e ci hanno permesso di far pubblicità al progetto, con un possibile seguito che, causa COVID, si è bloccato. Le istituzioni ci hanno sostenuto e incoraggiato, ma ancora c’è tanto scetticismo attorno ai giochi di ruolo.
Quando si sono trovati a scegliere su quale attività investire maggiormente attenzione o risorse, hanno spesso preferito quelle “sicure” per loro. Forse perché fino a che non provi a sederti al tavolo, non puoi capire davvero la forze del gioco di ruolo.
Molti non lo vedono come uno strumento, ma spesso come qualcosa solo per bimbi e lo catalogano come attività troppo lunga d fare. La gente va troppo veloce per potersi fermare e usare la fantasia, relazionarsi ed entrare nella profondità degli aspetti relazionali. E non sanno che usare il GDR con i bambini non è affatto comune in Italia. Infatti, molti giocatori stanno sempre un po’ alla larga dai più piccoli, quasi come se non possano capirli. Per fortuna molti sono giocatori di vecchia data e non vedono l’ora di iniziare i propri figli a quest’hobby che ha dato molto a loro.
Dalle famiglie dei bambini che hanno partecipato a Ruolando s’Impara, però, ho ricevuto solo feedback positivi, tant’è che stavamo per preparare sessioni il sabato pomeriggio per tutti da marzo, ma ahimè, abbiamo dovuto sospendere. Ma sono lì pronti a ripartire.
Qual è stata la reazione dei bambini e delle bambine a Ruolando s’Impara? Sapete se alcuni/e di loro hanno poi continuato a giocare di ruolo?
I bambini sono stati quasi tutti entusiasti. Volevano continuare a vivere avventure insieme ad amici scoperti al tavolo. Durante il periodo del lockdown parecchi hanno giocato con noi online e so per certo che diversi si sono messi a giocare. Alcuni genitori mi hanno contattato per consigli sugli acquisiti e, tra aprile e giugno ho avuto una dozzina di ragazzini che hanno seguito un piccolo “corso di master” con me la domenica per imparare a fare il narratore. Nulla di fuori dal comune, ma delle sessioni online, con Q&A e alcuni compitini settimanali per far guadagnare sicurezza per poter affrontare il tavolo da gioco.
Quali sono stati gli ostacoli maggiori per il vostro progetto? E quali sono state le maggiori soddisfazioni?
Il primo ostacolo è la diffusione del progetto: molti non sapevano cosa fosse il gioco di ruolo la maggior parte erano scettici e poi avevano già farcito la settimana dei loro figli con diversi impegni che trovar loro uno spiraglio non era affatto facile.
Eppure riuscire a iniziare e terminare questo progetto, che ha visto 13 persone coinvolte e 51 bambini a giocare, è stato davvero esaltante. Essere fermato da ragazzini che ti chiedevano “quando giochiamo ancora?” oppure si vantavano di aver acquistato un altro set di dadi oltre a quello che avevamo regalato loro è davvero insuperabile.
Anche il fatto di aver acquisito maggior credibilità verso Enti e Istituzioni ci ha dato molta soddisfazione.
Hai consigli da dare a chi vuole far giocare online i bambini? Ci sono giochi o piattaforme che hai trovato più performanti di altri?
Durante il periodo del lockdown abbiamo fatto giocare, da metà marzo fino a giugno, oltre 500 giocatori (tra bambini e genitori) con una media di quasi 10 partite a settimana (almeno una al giorno). Abbiamo sperimentato un po’ di giochi e oltre a noi, diverse persone ci hanno aiutato.
Abbiamo provato a usare come piattaforme Discord, Roll20 e diverse applicazioni per le videochiamate. Come giochi abbiamo fatto provare D&D 5e semplificato (che avevamo usato per Ruolando s’Impara), My Little Pony: Tails of Equestria, Broken Compass, Lost in the fantasy world, Fantastorie, Apprendisti Eroi e alcuni autoprodotti.
Di mio posso consigliare di giocare in modo semplice, con le videochiamate, fidandosi dei loro tiri di dado che possono fare fisicamente a casa oppure usando anche la barra di Google.
Come giochi mi sono trovato molto bene con ovviamente con D&D ma perché ero preparato nel suo uso con i bambini (abbiamo anche fatto una live durante la quarantena con 4 bimbi), ma devo ammettere che My Little Pony e Broken Compass hanno dato tantissimo divertimento, a tutte le età e con tutti i master che li hanno portati on line.
Quale pensi sia il lato positivo del giocare di ruolo per un bambino o una bambina in età scolare? Pensi che ci siano, invece, lati negativi?
Come dicevo prima, oggi come oggi viviamo in una società altamente competitiva e dove viene esaltato il singolo sulla comunità. Il gioco di ruolo ha tantissimi lati positivi. Permette di divertirsi, di imparare a stare con gli altri e relazionarsi con il gruppo, di passare il tempo senza l’assillo di una performance vincente, senza l’ansia di dover provare qualcosa a qualcuno. Conta il divertimento e, senza accorgersene, il bambino apprende diversi valori fondamentali per la sua vita da adulto, tra cui uno fondamentale: senza qualcuno che ti aiuti nel momento giusto, è difficilissimo riuscire a farcela, ad avere successo e essere felici. Dovrebbe essere un elemento inserito nella didattica scolastica, proprio come già avviene in alcuni Stati esteri.
Di lati negativi specifici per il gioco di ruolo non ne vedo… ma magari sono di parte: io sono cresciuto con il gioco di ruolo.
Ci sono approcci speciali e particolari che usi per avvicinare i ragazzi e le ragazze al gioco di ruolo?
Generalmente quando promuoviamo le nostre attività troviamo due grosse barriere: i genitori e la timidezza.
I genitori possono non aver interesse, essere di fretta oppure, seppur raramente, reputare che certi giochi siano una perdita di tempo. Con loro spiego semplicemente in cosa consiste il gioco in un minuto facendo esempi da Tolkien o da Harry Potter. Poi spiego il parallelismo tra gioco di ruolo al tavolo e videogioco, spiegando loro che i bimbi si possono divertire come se giocassero a un videogame senza stare di fronte a uno schermo.
Per i ragazzi timidi, provo a suggerire di venire a provare con un amico, oppure di sedersi e prova a guardare, senza agire se non se la sente. Al massimo, se non gli piace, può sempre alzarsi e andare. Di solito questo approccio funziona.
Qual è il consiglio che ti trovi a dare più spesso ai genitori che vogliono avvicinare al gioco di ruolo i propri figli?
Per i genitori che vogliono avvicinare i loro figli al GDR, spesso consiglio di seguirci e vedere dove giochiamo, o magari di fare una partita online con noi. Ma visto che scrivono a Genitori di Ruolo un po’ da tutta Italia, suggerisco di interessarsi ai giochi e cartoni animati che guardano i loro bambini e poi di provare con giochi semplici a farli ruolare un po’, inventando una storia per loro famigliare. Non reputo fondamentale partire da un gioco specifico, ma è sempre meglio provare da un GDR in cui l’adulto ha più dimestichezza e semplificare le regole per far scorrere semplicemente la narrazione e non bloccarsi troppo. Se il ragazzo vuole fare una cosa, poi, digli di sì e fai in modo di creare opportunità ed emozioni, rispetto a un “no, non puoi” secco diretto.
Ci sono tanti altri consigli che meriterebbero di essere approfonditi, ma generalmente chiudo sempre con uno che reputo fondamentale: quando fare provare un gioco di ruolo a vostro figlio/a, fateglielo fare insieme ad almeno un paio di amici. Piano piano il gioco diventerà motivo di divertimento tra di loro. A volte, poi vi escluderanno, cari genitori, ma se partiranno con una loro campagna sarete riusciti nel vostro intento.
Porterete avanti il progetto Ruolando s’Impara in futuro?
Ruolando s’Impara è un progetto educativo che esiste e che porteremo avanti nel tempo. Inoltre, per chi ci contatta, potrà avere il supporto di Azzurra Onlus per poterlo usare come format da proporre in ludoteche o centri ricreativi con il loro supporto di materiale e formativo.
Di nostro, sempre con Azzurra Onlus, stiamo preparando un nuovo progetto che si chiamerà Ruolando s’Impara 2020: il grande tesoro della conoscenza. Si tratta di un progetto educativo didattico per tutte le scuole elementari di Omegna e che dovrebbe coinvolgere quasi 300 bambini. Ma di questo sarebbe meglio parlarne a fine Ottobre.
Un bel progetto da cui imparare
Innanzitutto, ringraziamo Alessandro Savino per aver risposto alle nostre domande.
Ruolando s’Impara è evidentemente un progetto pensato e svolto con grande professionalità. Unendo le competenze di psicologi e di giocatori di ruolo, la bella gente di Genitori di Ruolo ha costruito un format solido. Chiunque voglia avvicinare i bambini al gioco di ruolo, o usare il gioco di ruolo come strumento educativo dovrebbe guardare a Ruolando s’Impara come esempio virtuoso.
Speriamo che Ruolando s’Impara 2020 possa prendere il volo!