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Ralph Bakshi e Il Signore degli Anelli: adattare Tolkien

Ve lo ricordate il film animato de Il signore degli anelli di Ralph Bakshi? Come ha adattato il testo di Tolkien? Che personaggi ha trasposto bene, e quali invece ha sacrificato?

Nel 1978 usciva al cinema la prima trasposizione animata de Il Signore degli Anelli, e in generale la prima mai realizzata sul mondo di Tolkien nel mondo occidentale, a cura del regista Ralph Bakshi.
Altri si sono occupati della genesi del progetto e della rivoluzionaria tecnica adottata, il rotoscope. Io invece vorrei soffermarmi sull’aspetto più “letterario” della questione: in che modo il regista ha adattato il romanzo? Quali scelte ha fatto, e quali tagli? Quanti personaggi sono stati sacrificati, e chi è venuto meglio?

Per iniziare, va detto subito che il film si conclude con l’arrivo di Gandalf al Fosso di Helm in soccorso di Thèoden, e termina bruscamente. Era previsto un secondo film, che avrebbe raccontato il resto della storia ma, per gli incassi non soddisfacenti e i costi di produzione troppo alti, l’idea venne abbandonata.
Comunque, anche in un solo film, di materiale ce n’è parecchio. Vediamo i tre punti principali: l’ambientazione, i personaggi e le vicende.

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Moria immaginata da Ralph Bakshi
Moria immaginata da Ralph Bakshi

La Terra di Mezzo: orrore immaginifico e ambienti favolistici

La cosa che risalta di più all’occhio del film di Ralph Bakshi sono i toni cupi di molti ambienti, non solo quelli che ti aspetti (la Brea notturna invasa dai Nazgul è una delle situazioni meglio riuscite), ma anche quelli che non portano con sé per forza l’idea di oscurità.

Gli ambienti cupi: il Palazzo di Thèoden, la battaglia dell’Ultima Alleanza e Moria

Un esempio lampante è il Palazzo di Thèoden, avvolto da ombre scure e contraddistinto da colori crepuscolari. Gli stessi personaggi qui hanno un’aria di decadenza e corruzione. Ed è particolarmente evidente in Grima Rettilingua, ritratto quasi come un nano, e i cui occhi quasi non si distinguono.
La scelta è sorprendente, ma a mio modo di vedere efficace, perché mostra bene la decadenza di Thèoden e allo stesso tempo fa risaltare la purezza di Eowyn, il cui vestito bianco risalta ancora di più (e questa è un’altra di quelle scelte a cui Peter Jackson si rifarà).

Il Prologo del film simboleggia bene questa cupezza, che spesso sfocia nell’orrore immaginifico e acustico.
Nel narrare la lotta dell’Ultima Alleanza non si mostra praticamente alcunché, solo personaggi indistinguibili che combattono su uno sfondo rosso. Non molto attenta al testo, ovviamente, questa scelta, ma l’effetto sullo spettatore è potente, ti trasmette quel senso di paura mista a voglia di saperne di più, e questo è pienamente in linea con la Terra di Mezzo.

Anche altri ambienti fanno lo stesso effetto, come la già citata Brea e soprattutto Moria, davvero spaventosa, in certi punti (l’arrivo del Balrog, per chi scrive, fece saltare su dalla poltrona).
In questo aiuta anche una musica cupa e inquietante. In tal senso, la marcia degli Orchi verso il Fosso di Helm trasmette molta tensione e paura, ed è efficace, benché in Tolkien questo taglio demoniaco degli Orchi non ci sia, dato che sono una degenerazione degli Elfi.

Gli ambienti favolistici: un’oasi prima dell’orrore

Altri ambienti, invece, danno la sensazione opposta: quella di trovarsi in un mondo da favola, che ti permette di stare al sicuro e scacciare l’orrore tutt’attorno a te. Imladris, Lothlòrien e la Contea stessa hanno questa caratteristica.
Inoltre, così facendo vengono incontro a un aspetto importante del libro: la loro funzione di oasi di pace e speranza prima di intraprendere un viaggio nell’orrore e nell’incertezza.

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Gli hobbit di Ralph Bakshi
Gli Hobbit di Ralph Bakshi

I personaggi e le vicende: fedeltà e “tradimenti” di Ralph Bakshi

Per quanto riguarda i personaggi del libro, il film di Ralph Bakshi si muove in due direzioni: alcuni sono davvero fedeli e attinenti al testo, altri vengono sacrificati e modificati.

I personaggi ritratti fedelmente: Frodo, Merry e Pipino

Frodo è uno dei personaggi che a mio avviso è ritratto molto fedelmente.
Molto importante è il fatto che tra la partenza di Bilbo e il ritorno di Gandalf alla Contea trascorrono davvero 17 anni, come detto dal narratore esterno. Frodo può così mantenere la sua saggezza e maggiore esperienza rispetto a Sam, Merry e Pipino, un aspetto che invece si perde nei film di Jackson (e infatti lì Frodo è uno dei personaggi più deboli).

Merry e Pipino vengono ritratti come due adolescenti, in questo rispettando perfettamente il testo.
Di particolare importanza è qui il fatto che, a differenza dei film di Jackson, i due Hobbit dimostrano la loro intelligenza e il loro coraggio con il “caso Grisnakh”. Nel film di Ralph Bakshi, infatti, l’Orco non li vuole mangiare, ma, come nel libro, vuole l’Anello per sé. Quindi, la scena nella quale Merry e Pipino ingannano l’Orco è molto efficace e particolarmente fedele al testo scritto.

I personaggi fedeli, ma non del tutto: Aragorn e Gandalf

Al di là dell’aspetto da Nativo Americano, Aragorn è ritratto a mio avviso molto bene fin tanto che è un Ramingo. Il viso segnato dai viaggi, la sua severità mista a dolcezza e compassione per gli Hobbit, la conoscenza delle leggende… tutti particolari del romanzo che il film rappresenta molto bene.
Invece, la parte relativa al suo destino, all’essere l’Erede di Isildur, a parte la proclamazione al Consiglio di Elrond, viene messa in secondo piano. Così Aragorn, con il ritorno di Gandalf, sembra quasi tornare “nelle retrovie”: un buon combattente e cacciatore, e nulla più.

Gandalf, seppur “disegnato” fedelmente, viene ritratto in maniera molto più “dark” di quanto ci aspetterebbe. Il suo carattere burbero viene accentuato e ha dei tratti cupi e minacciosi, come nella scena in cui racconta a Frodo del potere dell’Anello: nel momento in cui dice “no, tu sei colui che ha l’Anello, ora” punta il dito contro Frodo, che arretra spaventato.

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Aragorn, Legolas e Boromir
Aragorn, Legolas e Boromir
I personaggi divenuti monodimensionali: Gollum e Boromir

I personaggi che subiscono delle modifiche spesso diventano quasi di contorno. Ciò incide sulla storia, perché alcuni di loro sono davvero importanti nell’economia del romanzo. Ecco qualche esempio.

Nel personaggio di Gollum, l’aspetto di Smèagol è a dir poco spaventoso. Anzi viene ritratto quasi come una bestia dotata di parola, un cucciolo fastidioso e ripugnante… il che è esattamente l’idea che ha Sam di lui per buona parte del romanzo. Quindi, Ralph Bakshi sembra sposare il punto di vista di Sam.
In questo modo però, tutto il dramma dell’ex-portatore dell’Anello si perde. Allo spettatore non viene mai in mente che Gollum è uno Hobbit proprio come Frodo e Bilbo. Certo, il fatto che il film si interrompe bruscamente non permette di sapere se questo cruciale aspetto sarebbe stato approfondito nel secondo film.

Boromir è il personaggio più sacrificato di tutti, a mio avviso. Al di là della strana scelta di munirlo di un elmo con le corna, ciò che salta all’occhio è il carattere di Boromir. Infatti, questi è rabbioso fin dall’inizio e privo di quella nobiltà interiore e senso dell’onore che nel libro tanto colpisce Pipino (aspetto che nella trilogia Jacksoniana è ben presente, grazie ad uno straordinario Sean Bean).
Questo porta alla perdita di dramma della scena della pazzia e del tentativo di rubare l’Anello a Frodo: essendo Boromir un personaggio negativo fin dall’inizio, quella drammatica svolta diventa prevedibile.

I personaggi messi in disparte: Legolas, Gimli ed Elrond

Legolas e Gimli sono abbastanza evanescenti. Infatti, al di là di qualche dialogo che ricalca con fedeltà le loro vere battute presenti nel romanzo, non riescono ad emergere come personaggi.
La stessa cosa succede a Elrond. A questo proposito, però, va detto che le scene relative al Consiglio di Elrond si avvicinano all’originale molto di più dei film di Jackson. Abbiamo un vero dibattito sul da farsi per quanto riguarda l’Anello, e si conserva addirittura il tentativo generoso di Bilbo di offrirsi volontario al posto di Frodo.

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I personaggi scomparsi: Arwen, Eomer e Faramir

Altri personaggi, invece, vengono del tutto sacrificati.
Arwen non è presente, e non sappiamo nulla del rapporto tra lei ed Aragorn.
Eomer è solo accennato, ma non compare mai, e tutta la cultura dei Rohirrim è ridotta all’osso. Vediamo solo questi cavalieri biondi, tutti uguali, che corrono e combattono e nulla più.
La perdita più grave, però, è quella di Faramir. Personaggio chiave de Le Due Torri, per il destino di Frodo e Sam, la sua mancanza si sente, perché viene a mancare quell’ultimo “momento di luce” del viaggio di Frodo e Sam verso Mordor.

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1 Commento

  • Norbert
    Posted 11 Maggio 2022 at 12:25

    Bell’articolo, Pierluigi.

    Uhm, mi hai messo quasi voglia di rivedere il film (ho ildvd)

    Ma trovo fuori luogo il tuo lamento per l’assenza di Faramim e per la monodimensionalità di Gollum. Entrambi personaggi che si faranno conoscere nel libro quarto (Gollum e Faramir) e nel libro quinto (solo Faramir) – libri nemmeno sfiorati dal film di Bashi, che si ferma a metà libro: tre libri su sei

I commenti sono chiusi.

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