Ben ritrovati presso i lidi dei regni meridionali! La tempesta è all’orizzonte, ma resistete, perché non appena si sarà placata potrete ascoltare “Quando cantano le onde“.
I festeggiamenti per gli 80 anni della Sergio Bonelli Editore continuano ma, purtroppo, non troveremo nessuna medaglia celebrativa questo mese. Ammetto che speravo in quella di Sera!
Come al solito, per chi è interessato alla storia finora della saga di “Dragonero il Ribelle“, può trovarla in questo articolo riepilogativo.
Vai con l’intro!
“I cannot remember the last time that I could see the shore
The Sea At Storm, Castle in the Clouds, 2015, The Wise Man’s Fear
The black clouds above have wrapped the sky into their deadly fold
This tempest all around pulls me down into the ocean’s core
Tell me what it is I’ve done that brought about this rain and cold
…The things I left behind
Go on and let your rage unwind
…”
Quando cantano le onde
Per portare un attacco al cuore dell’Impero i Ribelli necessitano di una grande riserva di energia magica. Per questo Alben ha inviato due giovani maghi alla ricerca di una potentissima reliquia, ai margini del mondo conosciuto. Ma sulla via del ritorno una tempesta si frappone fra loro e il salvifico approdo della nave. L’equipaggio, i due maghi, ma soprattutto il prezioso carico, affrontano le conseguenze di un rovinoso naufragio.
Ian e Aura, dopo aver atteso invano l’arrivo del veliero, si mettono alla sua ricerca lungo le selvagge coste dei Regni meridionali accompagnati da Aleen. Per la giovane, dalle magiche asce gemelle, ritornare nelle terre ancestrali del proprio popolo la costringerà a condividere i ricordi degli avvenimenti che sono alla base del suo profondo odio nei confronti dell’Impero.
Ma non solo, il suo passato riemerge in tutta la sua drammaticità ostacolando, forse in maniera fatale, la ricerca della reliquia!
Analisi dell’episodio
“Quando cantano le onde” è un albo che fa il suo dovere portando avanti l’opera dei Ribelli nell’accumulare forze da impiegare nel futuro attacco al fu Impero Erondariano, ora Teocrazia. Ma, come sempre, gli intenti della serie vanno oltre. L’arazzo della storia di Dragonero, infatti, si amplia e si impreziosisce uscita dopo uscita. Possiamo passare un sacco di tempo ad osservare piccole porzioni del mosaico, ma che sono grandi storie, intrecciate le une alle altre o che riecheggiano e riverberano tra di loro.
Ecco, il riecheggiare. Un suono. È il suono, infatti, che lega tre albi molto diversi ma che, oltre ad avere il medesimo autore, si fondano su un substrato comune: il comunicare.
Gli eroi di film, serie tv, cartoni/anime, libri, fumetti ecc. sono lo specchio di noi stessi, quindi come noi siamo animali sociali, così lo sono loro. Il comunicare un’idea, ma anche sentimenti, è la base della nostra esistenza, così come della loro.
Luca Barbieri ne “L’urlo della carne” (“Dragonero il Ribelle” n° 4) ci ha fatto vivere un momento violento in cui l’alternativa allo scontro era soccombere. Alla fine, la vittoria prorompe come un urlo di centinaia di anime intrappolate finalmente liberate.
In “La voce della foresta profonda” (“Dragonero il Ribelle” n° 6) ci viene raccontato un atto di altrettante prevaricazione, sottomissione e violenza. I suoi devastanti effetti li stiamo ancora intravedendo e chissà con quale suono, se Barbieri vorrà continuare con questa sua linea creativa, ci verrà presentato il suo epilogo.
Infine il suono della risacca, che per molti è segno di pace. Là dove gli animi si quietano, dopo una terribile tempesta, è “Quando cantano le onde”. Scendere a patti con se stessi, con il proprio passato, porta serenità, nuova chiarezza, quasi una sorta di rinascita.
Questo filo fatto di urla, voci e canti ha trovato infine compimento. Ma da esso, altri suoni sono pronti a farsi sentire da noi…
In apertura
Luca Barbieri presenta se stesso nell’editoriale Cronache della Ribellione, del resto sua è la penna che ha sceneggiato la storia di questo mese! “Quando cantano le onde” chiude idealmente la trilogia dei suoni da lui iniziata, come già detto, con “L’urlo della carne” e proseguita poi con “La voce della foresta profonda“.
Ci vengono poi introdotti i due disegnatori dell’albo: Alessandro Bignamini e Fabrizio Galliccia.
Per ultimo, Barbieri, ci fa salire un po’ la salivazione perché preannuncia più uscite di Dragonero durante l’arco del periodo estivo! Oltre al consueto Speciale [anche questa volta in tandem con Zagor, ma sarà lo Spirito con la Scure che quest’anno spegne 60 candeline (!), a raggiungere l’Erondár], la serie regolare presenterà un albo bis per celebrare i compleanni passati, presenti e… futuri (spoiler!) di Ian.
Disegni
Mai giudicare un libro dalla copertina, dice qualcuno… In questo caso dico di sì perché il lavoro di Gianluca Pagliarani (disegni) e Paolo Francescutto (colori) trasmette i suoni dell’albo: il fragore della tempesta, lo sciabordio delle onde, lo schianto del legno della nave, ma soprattutto il respiro affannato di uno scontro mortale!
Per chi fosse interessato alla genesi dell’illustrazione, può trovare qui il processo creativo.
Come già detto poco sopra, due sono i disegnatori all’opera sulla storia di Barbieri. Alessandro Bignamini si è occupato della vicenda principale, mentre a Fabrizio Galliccia, è toccato ritrarre il momento della storia “estraneo” agli avvenimenti. I suoi “neri” risultano sempre l’ideale per enfatizzare inquietudini e paure.
Il lettering, manco a dirlo, è sempre dell’ottima ed immancabile Marina Sanfelice!
I ribelli dell’Erondár non sono gli unici che si oppongono alla Teocrazia di Leario. Il prossimo mese scopriremo, insieme a Ian, chi siano mai “Le gazze ladre” (“Dragonero il Ribelle” n° 21, 9 luglio)!
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár
2 Commento
Antonio
Alessandro BIGNAMINI e non Bignami
Leonardo Gallori
Grazie della segnalazione, mi era proprio sfuggito!
I commenti sono chiusi.