Cos’è il gioco di ruolo Pokémon Noir e perché l’autore, Alex Grisafi, ha deciso di approcciarsi al mondo dei Pokémon in chiave politica e ambientalista? Scopriamolo con questa intervista!
I figli e le figlie degli anni Novanta come me sono cresciuti a pane, Rinascimento Disney, e Pokémon, chi più e chi meno. Personalmente, sono una di quelle persone che conserva ancora gelosamente il proprio album di figurine dei Pokémon e che ha ancora le vecchie carte da gioco. Tra una cosa e l’altra, ho imparato a scaricare e far funzionare gli emulatori proprio per giocare a Pokémon sul pc e passarci le notti in bianco durante i primi anni di università.
Quindi, potete capire che per me qualsiasi gioco di ruolo dedicato all’universo dei Pokémon è una novità più che gradita. In questo caso, però, è saltato fuori un gioco di ruolo sui Pokémon con molto più spessore di quanto avrei immaginato.
Stiamo parlando di Pokémon Noir, un progetto fanmade e graduito ideato da Alex Grisafi. Potete consultare il gioco su questo sito web e seguirne lo sviluppo su questa pagina Facebook. Pokémon Noir è ambientato dieci anni dopo la vittoria di Red in Pokémon Rosso, Giallo e Blu, e affronta l’impatto umano sulla natura. Dalla caccia ai combattimenti dei Pokémon, dal crescente inquinamento dovuto alle sfere poké buttate in giro fino alle tensioni sociali dovute alla distribuzione ineguale del potere, Pokémon Noir è sia un what if, sia una riflessione politica che prende l’universo di Pokémon come ispirazione.
Per capire meglio le origini, le tematiche e le meccaniche di questo gioco di ruolo, abbiamo pensato di intervistare il suo creatore, Alex Grisafi, che ha gentilmente risposto alle nostre domande! Approfitto dell’occasione per ringraziarlo ulteriormente per essersi prestato a questa intervista.
Perché Pokémon Noir? Da cosa è nata questa idea? Perché hai sentito il bisogno di rivisitare questo franchise?
A dirla tutta, all’inizio volevo solo fare una trasposizione a gioco di ruolo dei Pokémon. L’idea iniziale è venuta da una persona con cui ho condiviso molte sessioni di giochi di ruolo e che voglio ringraziare: Antonio Falanga. L’idea ha subito trovato terreno fertile e l’ho espansa fino a ciò che è diventata oggi.
Perché? Perché noi che con i Pokémon ci siamo cresciuti ormai abbiamo 25-30 anni… e si tratta di un mondo che pur rivolgendosi per scelta ai bambini, ha in sé tantissimi segnali che non sia così idillico come sembra. Dai Domatori con le fruste nei primissimi giochi, all’intera trama di Bianco e Nero che verte attorno ad un movimento che vuole liberare i Pokémon dalla schiavitù umana.
Tutto ciò che ho fatto è stato sviscerare in lungo e in largo gli elementi accennati dal mondo Pokémon o quelli implicati. Mi sono chiesto, “come sarebbe davvero questo mondo, considerando che si catturano bestie e le si fanno lottare? Quali conseguenze ci dovremmo aspettare, quali dinamiche sociali, politiche, ambientali, economiche?”.
Pokémon Noir è la mia risposta a queste domande. Perché appunto noi che amiamo i Pokémon abbiamo 25-30 anni, e penso che in larga parte apprezziamo maggiormente storie come questa. Uniscono la maturità che abbiamo raggiunto all’irresistibile attrazione e nostalgia per i Pokémon che ci porteremo fino alla tomba, che sono incastonate indissolubilmente nella nostra mente. D’altronde, chi ha giocato fin da piccolo ha una regione del cervello tutta dedicata ai Pokémon!
Parlaci del sistema di gioco. Pokémon Noir è sostanzialmente un PBTA, ma con regole più stratificate a causa del fatto che chi gioca gestisce sia l’allenatore/trice, sia il Pokémon. In che modo hai cercato di rendere gestibile questa complessità?
Il modo più appariscente a primo impatto penso sia il fatto che gli Approcci (i valori delle statistiche) appartengono solamente ad allenatrici/tori, e non anche ai Pokémon. Questi “ereditano” i valori dei PG, migliorandone uno e peggiorandone un altro in base alla propria Natura – che dà anche un’indicazione caratteriale forte per aiutare a giocarlo.
Ci tengo a sottolineare che la Natura non è fissa e immutabile, ma anzi ci sono molti eventi in gioco che possono portare a cambiarla. Alcuni che rappresentano crescita e maturazione, mentre altri che rappresentano repressione e coercizione da parte dell’allenatore/trice.
Inoltre non ci sono liste prefissate di attacchi e capacità. È una delle forze maggiori dei PBTA: tutte le possibili capacità dei Pokémon vengono tranquillamente incanalate e gestite dalle Mosse. Questi elementi combinati fanno sì che non si debba consultare il manuale quando si introduce un nuovo Pokémon o quando uno di quelli già in gioco fa qualcosa – nessuna tabella di statistiche o capacità da consultare, e ciononostante ciascuno sarà unico.
Come Dura-Lande e Not the End, anche Pokémon Noir utilizza dei tool per semplificare la vita alle persone giocanti e per creare situazioni interessanti. Ce ne puoi parlare?
I due tool sono recentissimi (hanno meno di una settimana di vita), non vedo l’ora di provarli in gioco!
Il primo è semplicemente un ausilio per qualcosa che si potrebbe fare anche senza tool: sapere esattamente da quali Pokémon puoi scegliere quello iniziale. Ciò avviene sulla base della tua Classe di personaggio, ed eventualmente filtrando i Pokémon anche per Tipo (Erba, Elettro e simili). Penso che darà una bella spinta a scegliere Pokémon che altrimenti verrebbero snobbati perché dimenticati. Vedendo tutte le immagini delle opzioni a tua disposizione in un unico luogo, capiterà di vedere tantissimi Pokémon a cui non avresti mai pensato. E magari tra questi una specie farà breccia nel tuo cuore e la sceglierai. Così, magari, ci sarà qualche Abra e Gastly in meno e qualche Nosepass e Drifloon in più.
Il secondo invece è per svolgere una funzione che a mano sarebbe molto laboriosa e scomoda: estrarre casualmente le Specie Pokémon estinte oppure a rischio estinzione, in base a quelle possibili per le generazioni di Pokémon con cui si vuole giocare.
Pokémon Noir cerca di approfondire la società del suo mondo, mettendone in luce le contraddizioni e le tensioni sociali e ideologiche. Quali sono, secondo te, le più significative e da quali problemi del nostro mondo hai preso ispirazione?
Non mi ritengo assolutamente un esperto a riguardo, e il gioco è diventato via via marcatamente più politico e sociale nel tempo. Fatta questa premessa, torniamo alle tensioni principali.
La cattura e la lotta Pokémon sono state bandite, ma solamente quando la questione ha iniziato a toccare direttamente personaggi influenti, come Lance e Sandra. E questo è avvenuto perché tutti i Draghi hanno iniziato a sviluppare malattie e sono specie a rischio estinzione! Fino ad allora, per anni gli ambientalisti erano rimasti inascoltati.
E anche a quel punto, i cambiamenti sono stati pieni di contraddizioni, soprattutto per via del lobbying della Silph S.p.A. Catturare non si può più, però i Pokémon possono ancora essere sfruttati per lavori pesanti, e venduti come animali domestici, previa modifica genetica che li renda innocui. Non solo, i Pokémon vengono ancora utilizzati dalle Forze dell’Ordine, e mangiati.
Quindi abbiamo da un lato attivisti duri e puri secondo cui si sta facendo fin troppo poco e male, da un altro lato il grosso della società civile che accoglie con favore la nuova, moderata legislazione. E, infine, una non ignorabile frangia di persone che si oppone ad entrambe le forme e continua con le vecchie abitudini di possesso e cattura, però nell’illegalità.
Le ispirazioni del mondo reale mi sembrano abbastanza trasparenti: animalismo, veganesimo, caccia, ambientalismo, sfruttamento, ma anche ipocrisia, lentezza e ingiustizia politica, economica e sociale
Una tematica che Pokémon Noir affronta nel dettaglio è l’ambientalismo, dedicandogli anche un tool automatico. Quanto impatto avranno in gioco questioni come l’estinzione di certi Pokémon e le specie a rischio?
Le estinzioni e le specie a rischio fanno parte della lore di Pokémon Noir fin dagli albori, ma l’idea di renderla una parte essenziale del gioco, sciaguratamente, mi è venuta solo pochi giorni fa. Posso rispondere con ciò che mi aspetto succederà al tavolo, ma devo ancora testare questa nuova parte. Infatti, realizzare giochi e testarli, se li si scrive da soli e non si ha nessun tipo di entrata nel farlo, è molto più impegnativo di quanto avessi idea all’inizio.
In breve, a inizio gioco ogni giocatore vota in modo segreto per una scelta Indifferente o Ecologista – nel votare sta rappresentando lo stile di vita di grosse fette della popolazione. Votare Indifferente fa estinguere più Specie, ma votare Ecologista porta all’aumento dei prezzi di Pozioni e Poké Ball, le principali responsabili delle estinzioni.
Essendo le votazioni segrete, mi aspetto che molti opteranno per la scelta Indifferente per evitare il lievitare dei prezzi di oggetti essenziali. Certo, si può sopperire con le Erbe Medicinali, ma sono amare… o con le Ball biodegradabili prodotte con le Ghicocche, ma sono più scarse. Mi aspetto che molti diranno “Be’, si estinguerà qualche specie, pazienza. La cosa non mi tocca, tanto poi è solo un gioco”.
Se non fosse che queste scelte accelerano, per tutto il gioco, il ritmo a cui le specie diventano a rischio e si estinguono. Quindi mi aspetto che ad un certo punto capiterà che una persona che ha votato Indifferente, confidando che non ci sarebbe stata alcuna ripercussione, si ritrovi ad un certo punto con Charmander che inizia ad avere problemi respiratori. Prima o poi sarà estratto uno dei suoi Pokémon preferiti, uno dei Pokémon che possiede. E a quel punto come reagirà?
Ho implementato delle possibilità di tamponare questi problemi, ma sono molto impegnative e difficoltose. Richiederanno dei sacrifici, e non si otterrà comunque tutto ciò che si voleva. Si potrà forse salvare qualche specie, ma danneggiando ulteriormente l’ambiente nel complesso. Oppure si potrà tentare la via del cambiamento sociale, politico ed economico, ma è pressoché impossibile senza sporcarsi le mani tra politica e terrorismo.
Che storie può raccontare Pokémon Noir? Nei vostri playtest che trame sono emerse?
Si giocano storie di persone che possiedono Pokémon illegalmente, spinte da grandi obiettivi, e che dovranno tenere insieme la loro doppia vita. Le storie dei personaggi si intrecceranno tra loro, si scoprirà che le vicende di chi voleva risvegliare il Pokémon Leggendario senza ben sapere cosa stava facendo si legano alla cacciatrice di Trofei, e alla ragazzina che vuole conquistare tutte le medaglie delle Palestre Clandestine.
Tra le Classi ci sono però due eccezioni. L’Agente a cui invece sono dati in dotazione Pokémon legali, a cui non si deve affezionare e da restituire a fine missione. E l’Idealista che è in una Comune hippie o Cellula Rivoluzionaria in cui umani e Pokémon sono esattamente alla pari, e non “possiede” Pokémon: sono compagn*.
Nelle mie campagne ci sono stati Porygon con il Bisogno di infiltrarsi in sistemi informatici governativi e lasciare la firma del loro passaggio. Poi un Mr. Mime parlante che si spaccia per umano e sta scalando il Team Rocket. E l’Alakazam di Sabrina, paralitica e in sedia a rotelle, perché le radiazioni delle macchine per scambiare Pokémon sono dannose.
C’è stata una Pokéfanatica di estrazione nobile stalkerata e ricattata dal ragazzo che i suoi genitori volevano sposasse, mentre partecipavano insieme alle Gare di Bellezza Pokémon illegali con maschera e costume senza che lei lo sapesse. Ci sono stati rituali con gli Unown per convocare Celebi al Bosco di Lecci e chiedere di guarire i Draghi. C’è stata una rincorsa tra il PG Scoprirovine e un rivale per risvegliare la Leggendaria Cresselia, conclusasi sulla Luna. C’è stato il Leggendario Zygarde irritato per i lavori alla miniera, che ha mandato le sue cellule in giro per la città ad innestarsi in umani e Pokémon e controllarli telepaticamente per i suoi scopi. E l’Abra di un PG era manovrato da Zygarde fin dall’inizio, ma si è scoperto solo alla fine: aveva una cellula verde sotto la zampa!
C’è stato chi faceva giocare, di nascosto dalla moglie ignara del possesso di Pokémon, la figlia con la sua Clefairy. Quando la figlia ne parlava, la madre diceva che si trattava di fantasie, di un’amica immaginaria. Quando la Clefairy del PG è tristemente morta, e la figlia gli ha chiesto di poter giocare con Clefairy, lui le ha risposto che era tempo di crescere, e di abbandonare gli amici immaginari.
Ho letto con piacere una nota sul linguaggio inclusivo in Pokémon Noir, e non posso che farti i complimenti. Che strategie hai utilizzato per rendere il linguaggio più neutro possibile e quali sono stati gli ostacoli maggiori?
Mi sono sforzato di trovare formulazioni neutre per tutti i Background e i Percorsi delle Classi, e ci sono riuscito (con una singola eccezione). Per i nomi delle Classi stesse, purtroppo, in tre casi non è stato fattibile.
Ho cercato di utilizzare parafrasi come “Chi è GM” anziché “Il GM”, e spesso ho parlato al femminile anziché al maschile. In molte frasi, però, “Chi è GM” suona artificioso, per cui la realizzazione è “a macchie”, e non sistematica. Anche perché la difficoltà maggiore stava nel come rendere neutro “giocatore”, e trovavo “giocante” troppo straniante. Oltre che non del tutto risolutivo, dovendo comunque scegliere tra “i giocanti” o “le giocanti”, o un alla lunga pesante “le persone giocanti”.
Il proposito è quello di riuscire a scrivere un manuale interamente al neutro quando lo tradurrò in inglese (spoiler della prossima domanda :P).
Quale sarà il prossimo passo per Pokémon Noir, ossia: quando pensi che sarà disponibile il manuale completo?
Per quanto ci siano sicuramente vari dettagli da limare (che spero di poter limare con futuri playtest), considero finalmente il gioco completo e presentabile.
Non sono sicuro di volergli dare la forma di un manuale perché sono un cane ad impaginare, e il sito ha il vantaggio di essere comodo, accessibile e costantemente aggiornabile. So che molte persone giocano ancora ad una vecchissima versione basata su Fate, ad esempio, perché non hanno cercato nuove versioni del pdf che avevano scaricato. Con il sito questo problema non ci sarà: le persone avranno sempre la versione più aggiornata.
D’altro canto potrei cambiare idea, se trovassi un modo fattibile per impaginare. Ci sono persone che si sono offerte di aiutarmi ad impaginare il manuale, ma è un lavoro grosso, non posso pagarle e non voglio sfruttarle.
Quello che so più di certo è che dopo la prossima campagna di playtest e dopo avere delle schede graficamente belle, tradurrò il gioco in inglese – sicuramente su un sito, forse anche in forma di manuale.
Alcuni pensieri conclusivi
Avevo sentito parlare per la prima volta di Pokémon Noir quando ancora era nella sua vecchia versione col sistema FATE. Questa sua nuova versione mi interessa sia perché in generale apprezzo molto i PBTA, sia perché le tematiche a cui Alex si è voluto approcciare mi stanno molto a cuore.
Pokémon Noir, in questo senso, pare che dia molte opportunità per esplorare le contraddizioni delle società del mondo dei Pokémon e, allo stesso tempo, di ampliare il worldbuilding proposto da Alex grazie alle diverse estinzioni di Pokémon. Penso che sia un gioco di ruolo che offre la possibilità di affrontare molte questioni irrisolte e che permetta ai giocatori di metterci anche del proprio. Sicuramente, gli amanti dei creepypasta di Pokémon potranno sbizzarrirsi.
Prevedibilmente, non sono disturbata dal taglio politico e ambientalista del gioco, anche perché credo che storie e mondi come quello di Pokémon possano essere fonte di ispirazione per riflessioni più profonde. Il fatto stesso che possano dare vita a questo genere di giochi mostra quanto siano prodotti di qualità. Il franchise di Pokémon stesso non si è spesso tirato indietro dall’affrontare questioni spinose, come la libera scelta e l’ambientalismo. Tuttavia, Pokémon, specialmente in quanto serie videoludica, è un prodotto che vuole essere appetibile per più persone possibili, quindi deve necessariamente diluire le proprie tematiche, in molti frangenti.
Pokémon Noir non deve obbedire a queste restrizioni e dunque credo che potrà essere un ottimo prodotto, capace di riportarci tra i mostriciattoli della nostra infanzia (e non solo), ma trattandoci come le persone adulte e mature che siamo (forse!) diventati. Quindi, io personalmente non vedo l’ora di giocarci.