Premessa: ho un terrificante debole per i giochi in cui è la narrazione a farla da padrone, anziché un tiro di dado e due proto-battute sul fantasy classico. Sono pertanto costretto a dire di essere terribilmente di parte nel fare questa recensione, ma tant’è che trovo il voto comunque meritato. Non si tratta di un articolo esclusivo, anzi. Tutti dovrebbero leggere Kaiser 1451, dargli una possibilità. Soprattutto coloro che giocano a D&D da secoli, magari la 3.5 perché la Quinta ha dato una svolta troppo semplice al tutto.
Quindi eccoci qui a parlare di questi due giochi creati dalla Helios Games ed editi dalla SpaceOrange42.
La Forma Tecnica di Kaiser
Kaiser 1451 è un gioco perlopiù narrativo, con una componente di conflitto tra giocatori così poco accentuata da essere quasi tralasciabile, fortemente introspettivo. Vestirete i panni di un (più o meno) umile soldato che marcia verso la fine della guerra, al comando di un folle Imperatore. Il gioco si suddivide in Passi, ovvero fasi di questo lungo ed esasperante tragitto, a loro volta suddiviso in turni. Ogni giocatore al tavolo ha un turno ad ogni passo, per un massimo di cinque passi. Durante il proprio turno il giocatore pesca delle carte che creano una domanda: questa sarà il motore che muoverà l’intera narrazione del giocatore.
Questo è fondamentalmente tutto ciò che dovreste sapere di Kaiser sul lato tecnico; è un sistema per nulla complicato che permette anche ai muri di giocare, senza regole e tabelle e schemi e tutta quella roba che caratterizza il fantasy da secoli.
La Forma Mentis di Kaiser 1451
La parola chiave di Kaiser 1451 è trauma. Non c’è alcuna nobiltà né alcun vantaggio nel combattere, a parte la sopravvivenza: l’unica cosa che puoi fare una volta che ti trovi di fronte all’obbligo militare di dover eliminare un tuo simile è cercare di sopportare i traumi che questo ti arreca, provando a portare a casa la pelle.
Una parte di Kaiser 1451
È complesso parlare dell’obiettivo di Kaiser 1451 ed è forse ancora più enigmatico parlare del suo caro fratello Farhenheit, l’uno costola dell’altro ma finiti, in realtà, a fare Adamo ed Eva. Kaiser 1451 esplora quello che solitamente tutti ci aspettiamo ma che nessuno di noi legge, almeno all’interno di quello che è il gioco “di sempre”, contro i quali si eleva. È una lunga e tediosa marcia funebre insormontabile, un trauma memorabile da ricordare col sorriso e, forse, una banalità per molti, ma una banalità preziosa.
Ciò che eleva questo piccolo libricino dal doppio utilizzo al divenire massimo esponente [appena sopra a Shidee, che ho apprezzato tantissimo] è il suo messaggio. Un messaggio quantomai attuale, per come la si veda, sempre valido e in ogni caso evidenziato da un contorno davvero ben fatto che lo rende brillante.
Spallandosi Fahrenheit 1451
Ruotando il piccolo ma enorme Kaiser 1451 si raggiunge Fahrenheit 1451, suo fratello gemello successivamente diseredato e divenuto famoso uguale. In questo intraprenderemo la spassosa vita di un monaco alle prese con una biblioteca in fiamme, assediata da un manipolo di tristi cavalieri guidati da un non-così-famoso-Imperatore.
La nostra missione? far sopravvivere quanto più sapere possibile, portando sulle nostre spalle la conoscenza che più ci garba in salvo dalle fiamme dell’ignoranza. Fahrenheit 1451 è un gioco di ruolo con un solo giocatore che, come Kaiser 1451, utilizza le carte per la delineazione di eventi e strumenti all’interno della narrazione.
Lascio ai lettori il facile collegamento tra i due e gli eventuali sillogismi e simbolismi comuni, a conferma che quanto racchiuso in questo libro, pur inferiore per numero di pagine a molti altri manuali, racchiuda un messaggio decisamente migliore.
Finisco quindi questa squisita marchettata (per il quale non ho ricevuto alcun danaro, vorrei sottolineare) con un invito, esteso a tutti coloro che vogliono saggiare qualcosa di buono in questo abisso di pietanze simili, a leggere Kaiser/Fahrenheit 1451. Un ringraziamento va inoltre al Vate; è grazie a lui ed al suo team se ho potuto leggere questo prodotto ed apprezzarlo così tanto. Vi ricordate di lui vero? Ne avevamo parlato in questo articolo.
1 Comment
Stefano Gelao
Ommioddio! Già ho la pelle d’oca al pensiero del gioco del monaco nella biblioteca in fiamme.
Credo possiate mettere un +1 sugli acquisti di questo gioco.
Grazie infinite di averlo recensito!