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Mayfair Witches: Lento, Noioso, ma con Bellissime Atmosfere

Parliamo di Mayfair Witches serie targata AMC+, che ha debuttato lo scorso 8 gennaio e terminata in questi giorni.

Possiamo quindi tirare le somme. Questo articolo contiene spoilers, dunque se non volete rovinarvi la sorpresa smettete pure di leggere. 

Chi ama le atmosfere gotiche e decadenti di New Orleans e le storie di streghe elegantemente vestite, con invidiabili parasole di pizzo nero e l’estetica vintage così cara alla città tutta, allora potrebbe aver trovato qualcosa da guardare. Se però si è in cerca di altro, ecco che i nodi vengono al pettine. 

La serie si inscrive nell’Immortal Universe creato dal network che si basa sui romanzi di Anne Rice e segue di pochi mesi la messa in onda di Interview with the Vampire. Se il primo show ha un cast che rasenta la perfezione e dalla chimica invidiabile, lo stesso non si può dire di questa nuova serie. 

Produzione e Sceneggiatura: due facce dello stesso problema

Anche sulla scrittura, vero punto debole dell’adattamento, c’è molto da dire. Manca la conoscenza del mestiere. Basta dare una rapida occhiata alle pagine IMDb di produttori e scrittori. Salta subito all’occhio la loro mancanza di esperienza. Questa è fondamentale per mettere in scena un progetto di tale portata.
Dalle due creatrici, agli scrittori, senza parlare poi della maggior parte dei produttori esecutivi, unica eccezione è Mark Johnson (Rain Man, Donnie Brasco, Better Call Saul), che è anche l’anello di congiunzione tra Mayfair Witches ed Interview with the Vampire, hanno questo titolo come primo lavoro importante.

Ecco, anche quindi chi avrebbe dovuto supervisionare la sceneggiatura, e dunque tutta la storia, manca di esperienza… e purtroppo si vede. Il perché è chiaro.

Quello dello story editor è una figura fondamentale per risolvere le incongruenze narrative e i tanto temuti buchi di trama. Succede spesso che gli scrittori diano per scontato quello che già sanno. Spesso non si rendono conto che, a differenza loro, lo spettatore non è incluso nel processo di scrittura. Si potrebbe addirittura arrivare a dire che in questa serie sia stato commesso un errore enorme. La story editor ha partecipato alla vita della writers’ room. Comunque sia andata, il risultato è che troppo spesso lo spettatore non capisce quello che accade. Succede, a volte, che sue conclusioni siano opposte a quelle che erano le intenzioni della serie!

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Mayfair Witches

Quello che funziona in Mayfair Witches cartaceo, non sempre funziona sullo schermo

In Mayfair Witches, si racconta la storia è quella di Rowan Mayfair, Alexandra Daddario (Percy Jackson, The White Lotus). Rowan è una chirurga che scopre di avere degli strani poteri, con i quali riesce ad uccidere coloro che la fanno infuriare causando emorragie cerebrali, e si sente dire dalla madre adottiva Erica Gimpel (Fame, Veronica Mars) che è solo frutto della sua immaginazione.

Alla morte di quest’ultima, sempre dei Mayfair, ma del ramo caraibico, si trova gettata in un mondo di superstizione e magia al quale non è preparata. Come non è preparata all’eredità del suo sangue e all’entità che di generazione in generazione è stata sotto il controllo della matriarca della famiglia Mayfair… o almeno questo è quello che si vuole far credere ad uno spettatore già confuso. Si scoprirà nel penultimo episodio che Lasher non è al guinzaglio di nessuno, ma ha un piano in mente. Menomale che almeno lui sa quello che succede. Lasher, Jack Huston (House of Gucci, Manhunt, The Irishman) è il responsabile della fortuna della famiglia. Ma anche delle tragedie che si sono abbattute su di essa, per non parlare del fatto di come sia anche l’amante di ogni matriarca. 

Ora, tutto questo funziona in un libro di seicento e passa pagine. Si ha infatti tutto il tempo per ricostruire la storia di Rowan, che ricordiamo nei libri essere una sotto trama. Si scoprirà inoltre il perché sia stata strappata alla madre Deirdre, Annabeth Gish (Midnight Mass, Mystic Pizza, The Haunting of Hill House) e tenuta all’oscuro di tutto fino alla morte della madre adottiva. Ma è chiaro che non può funzionare invece in una trasposizione televisiva. Non c’è tempo per scendere in particolari e allora si preferisce non dare allo spettatore nessun appiglio.

Tempus Fugit

È il tempo il vero nemico di questa serie. Manca una scansione chiara di quando hanno luogo gli avvenimenti e anche l’introduzione dei personaggi principali è caotica. Interessa di più conoscere la storia di Deirdre e del perché abbia passato decenni drogata fino alla punta dei capelli – viene rivelato in una sola frase – che sapere come mai Rowan sia in grado di fare quello che fa più di una volta, in una ripetizione inutile e che rallenta un ritmo già di per sé sobbalzante. 

Ricordati che adesso che sono sveglia lo è anche lui.

Deirdre a Carlotta

I salti tra passato e presente, così magistralmente effettuati in Interview with the Vampire, divengono caotici e confusionari, tanto che ad un certo punto non si capisce neanche se alcune cose che accadono sullo schermo siano solo sogni oppure altro. 

Mayfair Witches

Idee buttate alle ortiche

Certo non è un buon inizio. Ma le cose non migliorano neanche andando avanti!
Prendiamo il caso del secondo episodio, quando gli spettatori scoprono qualcosa di più su Ciprien Grieve, Tongayi Chirisa (The Good Doctor, iZombie, American Horror Story). Questo è uno dei personaggi creati appositamente per la serie, e “purtroppo” anche uno dei più interessanti. Vediamo Ciprien seguire e fotografare Rowan prima ancora che raggiunga New Orleans. Ora, non possiamo che chiederci il perché, visto che lo vediamo parlare con la madre adottiva di Rowan (sì, quella che mente alla figlia da tutta una vita!). 

Si scopre che Ciprien è membro di una società segreta dal nome noto a coloro che conoscono le opere della Rice. Il Talamasca segue da secoli, e nell’ombra, la famiglia Mayfair e soprattutto Lasher.
Perché? Non viene detto.
Chi sono? Studiosi di soprannaturale.
Se il Talamasca diviene famoso per via di David Talbot, che diviene uno dei figli di Lestat, è in questa serie che sembra divenire importante. Peccato che ancora una volta il nome venga gettato nel mucchio, per la verità sparuto, di informazioni che lo spettatore riceve senza una vera spiegazione. 

Ciprien è un empate. Ha una sorella che fa da madre surrogata per una coppia gay, alla quale Rowan si rivolge in maniera del tutto inappropriata.
E questo è tutto!
Le uniche informazioni fornite riguardo uno dei personaggi più interessanti fino ad adesso!

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Tutto viene dato troppo per scontato

Alla fine del secondo episodio Deirdre muore, garrotata in un ascensore chiuso. Dopo decenni passati su una sedia a dondolo, alla mercé di sua zia Carlotta, questa non è certo una fine accettabile per un personaggio che aveva grandi potenzialità!

È la donna amata da Lasher e dunque allo spettatore viene naturale pensare che nessuno sia così folle da ucciderla. Quale spiegazione dare, se non quella di individuare in Lasher l’assassino? Avrebbe senso. Deirdre ha fatto la sua parte, ha partorito Rowan, che si scopre essere la tredicesima strega (altro nome gettato nel mucchio senza spiegare niente). Chi sa un po’ di magia sa che la tredicesima strega è solitamente la più potente della congrega, la più aspettata, una sorta di messia insomma. Chi non si interessa di tali argomenti, si domanda, giustamente, perché sia così importante. 

Ed ecco la spiegazione di Esta Spaulding una delle showrunners.

Capiamo che non è stato Lasher… 

Come? Non è dato di sapere…
Per altro i commenti alla fine di ogni episodio lasciano tanto la sensazione che Spaulding senta il bisogno di dover spiegare tutto quello che non è chiaro negli episodi. E questo è un segno evidente di come la scrittura lasci a desiderare. 

Altro esempio eclatante di cose gettate nel mucchio senza senso è la scena del funerale di Deirdre. Ad un certo punto, con tutta la famiglia riunita, e tutti che guardano Rowan come fosse un mostro a tre teste, anche se sanno chi sia, anche se esiste una lapide con il suo nome, le porte della chiesa vengono spalancate da una forza invisibile e sul corpo dei Deirdre piovono petali di rosa. L’ultimo saluto di Lasher alla sua amata. Nessuno batte ciglio, anche Rowan, ancora al di fuori dei segreti di famiglia, si comporta come se tutto fosse normale. 

Rowan rimane imperturbabile per tutta la serie. Non cambia espressione o tono di voce. Neppure quando qualcuno, facente parte di un gruppo di “cacciatori di streghe” mette su internet la notizia di avere il cuore di una strega. Letteralmente, visto che il cuore è quello di Deirdre e che ad averlo rubato è il medico legale che ha fatto l’autopsia. Anche questo non ha nessun tipo di conseguenza, né legale, né spirituale.
Tutto normale insomma. A parte la noia inenarrabile provata dallo spettatore che spera ancora che qualcosa accada sullo schermo per giustificare a se stesso perché stia ancora seguendo la serie.  

Troppe cose che non tornano in Mayfair Witches

Una delle cose che lascia più perplessi di Mayfair Witches è come gli scrittori non abbiano fatto neppure finta di impegnarsi nelle ricerche storiche. Sembra controproducente, e lo è, soprattutto se la serie viene paragonata ad Interview with the Vampire. Lì, la dovizia di particolari risultava quasi teatrale nella sua puntuale ricerca. 

Tessa, cugina di Rowan, e giovane donna piena di idee rivoluzionarie, ci viene mostrata come una paladina per i diritti delle streghe. Poi apre bocca e dice cose senza senso:

Siamo le discendenti di quelle che non sono riusciti a bruciare. 

Peccato che il rogo non appaia praticamente mai nella storia delle persecuzioni in America. I metodi più usati per provare che le donne sotto processo fossero effettivamente streghe erano l’annegamento o lo schiacciamento. Sarebbe bastato davvero poco per non commettere un errore così grossolano.  

Tessa è lì solo per essere l’agnello sacrificale. A differenza di Rowan vorrebbe essere la matriarca ed avere i poteri garantiti da Lasher, e dunque, quando Rowan rinuncia alla sua eredità di sangue, come se fosse una cosa possibile da fare, è Tessa a cui viene affidata la chiave che in teoria rappresenta il legame tra la matriarca e Lasher stesso. 

Tutto bellissimo e inutile. Quello tra la prescelta e Lasher è un rapporto paritario. Lei fa qualcosa per lui, lui in cambio promette potere. Che cosa fanno le Mayfair che possiedono la chiave? Semplice, permettono a Lasher, generazione dopo generazione, di avvicinarsi al suo fine ultimo, incarnarsi in un corpo. 

Tessa non è nella linea di sangue principale e dunque quando viene rapita da coloro che hanno rubato il cuore di Deirdre, Lasher non risponde alla sua invocazione perché non è al lei che lui è legato, 

Solo la morte di Tessa spinge Rowan a travalicare la linea tra usare il potere a fin di bene e ottenere vendetta. 

Un altro personaggio che appare senza un motivo ben preciso e che non viene neppure sfruttato al meglio è quello di Odette, sorella di Ciprien. Madre surrogata per una coppia di uomini gay che vive all’estero. Riappare nell’ultimo episodio solo per mettere nei guai suo fratello telefonando al Talamasca e rivelando che il loro segreto è stato violato. Alla fine dell’episodio scopriamo che ha già partorito.
Come, quando, che ne è stato del bambino? Non lo sappiamo e sembra abbastanza chiaro che non lo sappiano neppure gli scrittori…

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Quando la CGI rovina Mayfair Witches  

All’inizio del settimo episodio si vede Rowan che cammina da sola nel cimitero, perché apparentemente è il luogo più frequentato di tutta New Orleans. Cambia espressione (MIRACOLO!), si siede e si tocca la pancia (è stata con Ciprien la mattina N.d.A.). Intanto, grazie alla CGI vediamo una pallina da ping pong che le si ferma nell’utero.
Non c’è altro da dire su questa scena.  

E arriva la fine.
Si scopre così di che cosa parli la profezia che unisce Lasher alle Mayfair.

La tredicesima strega è la via d’accesso. 

E dopo una scena di sesso onirico, scopriamo che Rowan sta per dare alla luce Lasher. Sì quello con cui ha fatto sesso!

Tralasciando l’assurdità di voler condensare un’intera gravidanza in ore, alla fine Rowan dà alla luce un bambino. Un bambino bianco come il latte, nonostante Ciprien, che comunque qualcosa di suo ci ha messo, sia un personaggio di colore. Un bambino che è già in grado di gattonare dopo che la prima Mayfair, adesso spirito, riesce in qualche modo a tagliare il cordone ombelicale. 

Se chi legge ha commenti da fare è il benvenuto, perché all’autore dell’articolo non sono rimaste che parole improponibili…

Scelte che si rivoltano contro gli autori

The Mayfair Witches nasce come risposta femminile e femminista ad Interview with the Vampire. Si è voluto creare per forza una serie al femminile che sopperisse al fatto che nella prima storia il focus fosse su due uomini gay e non ci fossero praticamente figure femminili. 

La scelta è obbligata. La famiglia Mayfair è composta da donne potenti ed indipendenti, eppure questo non viene trasposto sullo schermo. Rowan non prende consapevolezza di sé e dei propri poteri. È Lasher che le permette di usare i suoi. È Lasher quello in controllo, anche adesso che è un neonato che cresce a vista d’occhio.

Questa non è la storia di come una donna si liberi del potere patriarcale per vivere la vita secondo le proprie regole. Al contrario, The Mayfair Witches finisce con il diventare la storia di come Rowan abbraccia Lasher ed il suo potere e ne diventa in qualche modo il giocattolo. È ancora lui ad essere in controllo. Adesso più che mai!

Un fallimento su tutta la linea che non invoglia lo spettatore a voler guardare la seconda stagione già in programma.

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