[…] La vita del Magus era sempre stata una vita solitaria dedicata alla ricerca della conoscenza. Egli aveva sacrificato tutto per poter raccogliere anche il più piccolo frammento di sapere in più. Nessun affetto, nessun allievo, solo un famiglio. Eppure, i primi due, li aveva avuti, ma li aveva anche deciso di sacrificarli per sapere ancora di più. Per i suoi scopi. I suoi allievi avevano capito, nell’istante della loro morte, che era giusto così. I suoi affetti no e lo avevano maledetto.
Ormai la sua unica compagnia erano i suoi libri, rilegati in pelle, ordinati nella biblioteca della sua Torre.
Il momento dell’ultimo incantesimo stava arrivando. Avrebbe abbandonato le proprie vestigia mortali e sarebbe diventato qualcosa di diverso. O almeno questo avrebbe dovuto essere il risultato dell’incantesimo […]
Ho voluto cominciare con queste poche righe, partorite della mia mente, la recensione di Magus. Questo prodotto, localizzato in Italia da Dreamlord e curato da NessunDove, è un gioco creato dalla sviluppatrice filippina Momatoes facente parte della comunità RPGSEA, realtà che vuole unire e dare supporto a tutti gli autori della zona delle Filippine e di cui avevamo parlato in precedenza con il suo gioco da poco finanziato su Kickstarter ARC.
Ma andiamo ad analizzarlo più in dettaglio.
Analisi di Magus
Il tuo laboratorio è disseminato di cimeli, testimoni muti di una vita segnata da un’insaziabile brama. Era sete di potere? Dei, quanto eri forte. Circonfuso d’incantesimi volti a svelare i più antichi misteri o persino a esercitare il controllo su questo mondo per te sempre più alieno. O era fame di calore umano? Tutto questo… Per cosa? Per fragili legami a stento capaci di quietare il tuo bisogno di appartenenza? Mentre chiudi questo capitolo della tua vita, rifletti sulle tracce del passato, su tutte le cicatrici e i rimpianti. Tu sei il Magus, lo Stregone della Torre Solitaria, e tramite queste pagine rammenterai la tua storia.
Incipit del gioco
Magus è un volume atipico. Cinquantasei pagine racchiuse da una copertina morbida e lievemente ruvida al tatto incorniciano quello che, a mio avviso, è un piccolo capolavoro.
Di cosa parla questo gioco? Di solitudine, di ricerca, ma soprattutto parla di noi stessi. Sì, perché questo è un gioco di ruolo in solitaria, senza alcun master.
Non confondetevi però, quello che avete tra le mani non è un librogame. La storia sarà la vostra e sarete voi a scriverla, narrarla e prendervi il vostro tempo per farlo.
Per potervi comprendere, tramite questo gioco, dovrete munirvi di una serie di dadi, matita e gomma e di alcune ore. Come il gioco stesso consiglia, l’esperienza può durare da una singola sessione molto intensiva di tre ore, a svariate settimane. Ricordatevi che sarà fondamentale tenere traccia di tutto quello che farete, delle vostre decisioni e scelte per poter alla fine arrivare ad una narrazione completa.
Ma non c’è solo questo. Potrete creare le vostre magie, forgiare legami e iniziare a proiettare la vostra ombra sul mondo di gioco. Questi momenti sono gli eventi di gioco: è proprio attraverso questi episodi che si compone la vostra storia. Dopo averne giocati sette dovrete tirare le conclusioni delle vostre azioni.
Rimarrà una domanda alla fine: in fin dei conti ne valeva la pena?
Conclusioni e pensieri
Vorrei darvi la mia personale risposta riguardo al valore intrinseco di questo gioco. Sì, per me ne è valsa la pena giocarlo!
Magus mi ha tenuto ancorato alla narrazione e ha fatto riaffiorare dai meandri della mia mente tante cose, tanti racconti, tanti libri. In primis Raistlin Majere e la sua continua ricerca di potere e magia, pronto a sacrificare tutto e tutti per raggiungere il proprio scopo.
Ma non è solo Raistlin ad essere tornato alla mia memoria. Anche la Pietra Sovrana ha fatto varco nei ricordi.
Ma cosa posso dire personalmente? Ho giocato e fin da subito temevo i risultati del mio percorso. Per quanto riguarda la magia io ho sempre avuto un pensiero: “Grandezza. Ad ogni costo”. Ho sacrificato tutto. Amicizie e il mondo interno per poter plasmare tutto nuovamente a mia immagine e somiglianza. Sono un mostro? No di certo! Ho solo esorcizzato una smania di potere che tutti abbiamo dentro.
Cosa mi ha insegnato questo gioco? Che ogni tanto fa bene sondare l’abisso dentro di noi e vedere cosa si è disposti a sacrificare.
Lo consiglio come gioco? Senza alcuna ombra di dubbio.
C’è qualcosa che non va in questo gioco? Niente in particolare. Alcune persone si sono lamentate del formato o della difficoltà nel leggere determinati paragrafi. Io, che avevo già visto il loro lavoro successivo ARC, non sono rimasto per nulla sorpreso da queste scelte che, invece, ho trovato enormemente accattivanti. Vi giuro, vedere il gioco rilegato con del filo da sartoria mia ha letteralmente mandato in visibilio!
Cos’altro posso aggiungere? Lo rigiocherò ancora e ancora! Se potrò lo modificherò un po’ per poter narrare altre storie e ne ho già in mente una. Un’avvenimento che porta ad una catastrofe, così poi da poterla giocare con ARC e avere una sorta di continuità nella storia narrata.
Di nuovo grazie a Dreamlord e NessunDove per aver portato Magus in Italia!