Anche questo mese speravo di potermi portare a casa dall’edicola, in anticipo, il nuovo numero di “Dragonero, il Ribelle“, “L’urlo della carne“, ma così non è stato… cambia poco!
Dopo aver assistito alle prime fasi dell’insurrezione (qui) e alle ripercussioni politiche e sociali in alcune enclavi dell’Erondár (qui), siamo pronti ad imbarcarci con i Ribelli nella loro prossima missione.
Ma, complice l’attesa del messaggero con l’incarico, e di un mosaico scoperto nel luogo di rendez-vous, Ian ripercorre il viale dei ricordi e impiega il tempo raccontando ai compagni di Kilvar…
No, ma questo non è Kilvar di Dragonero, è Gades di “Ken il Guerriero – La Leggenda del Vero Salvatore“, vai con l’intro!
“Welcome to this crazy time
“Tough Boy”, “Hokuto No Ken: Original Songs”, 1987, Tom Cat
Kono ikareta jidai e youkoso
Kimi wa tough boy, tough boy, tough boy, tough boy
…”
E così anche Dragonero ha il suo “cattivo alla Kenshiro”, per continuare con le facezie, in una vignetta Kilver ha un coltello in mano e, mentre leggevo, me lo sono immaginato mentre ne leccava la lama…
Però forse è meglio tralasciare le battute e dedicarci all’episodio di questo mese… che è molto di più!
L’urlo della carne
“L’urlo della carne” ( n° 4, febbraio 2020), sceneggiato dal curatore dell’opera Luca Barbieri, può apparire, ad una rapida lettura, come semplice preludio all’avventura del mese prossimo, dato anche come termina, però permette al nuovo lettore di approfondire alcuni aspetti di Ian legati alla sua spada Endastridh (“Colei che porta la fine della guerra”, “La Pacificatrice”), una volta conosciuta con il nome di Saevasechta (“Tagliatrice Crudele”). “Cronache della Ribellione“, l’editoriale di “Dragonero, il Ribelle“, traccia infatti, per chi non avesse seguito il fumetto fin dai suoi esordi, una breve cronistoria degli albi in cui la spada la fa da padrona: dalla sua creazione e maledizione ad opera del primo drago ferito da lei (“Tagliatrice Crudele” n° 39, agosto 2016), al mutamento nel colore e nella brama di sangue (all’esordio in Romanzi a Fumetti Bonelli, “Dragonero” 2007), per giungere infine alla sua purificazione (“Oltre le tempeste” n° 61, giugno 2018).
Come ho scritto poco sopra, “l’azione” si svolge in una rocca abbandonata, dove Ian racconta ai suoi compagni un brutale episodio del suo passato, avvenuto prima dell’invasione delle Regine Nere, in un luogo desolato, perso fra i brulli picchi della cordigliera a Nord-Est di Solian, una vicenda che getta ancora “un’ombra sul suo cuore”. Ma questa “ombra sul cuore” non è solo un’esclusiva del nostro eroe, anche noi lettori siamo messi nuovamente davanti al fatto che “la guerra passata ha profondamente ferito tutti… ” e che “quella in atto, forse, lo farà ancora di più“. Basta solo pensare e leggere di Sera “… sola, come sempre più spesso accade“, e intravedere la protesi della sua gamba sinistra e poi qualche pagina dopo, durante il racconto, intenta a tirare un calcio a Gmor, una cosa non da poco per un albo solo di “passaggio”!
Ci leggiamo il prossimo mese con “Gli dei dell’arena” (“Dragonero, il Ribelle” n° 5) sempre della Sergio Bonelli Editore.
Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.
I ribelli dell’Erondár